sabato 11 giugno 2016

Racconto breve: Fino a quando la cicogna non è contenta”


Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi

Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar

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[Questo è tuo figlio. Per favore prenditi cura del nostro bambino.]
Questo fu l'inizio di un giorno problematico.
Un cesto che conteneva un bambino era stato messo di fronte all’entrata di fronte all'ingresso del castello del Conte Ashembert, in una delle più importanti e prominenti aree di Mayfair, a Londra. La lettera era stata nascosta assieme al bambino, il messaggio era stato scritto con una misera calligrafia e c'era una piuma di cicogna che si diceva portasse buona fortuna, infilata nella busta.Però, il Conte stesso, che stava attraendo le occhiate sospettose della servitù, aveva cercato di pensare a un modo per mentire alla sua 'fidanzata' e Lydia, che era arrivata a lavoro al castello contesco come sempre, si diresse direttamente come sempre nell'ufficio.
Lei era il dottore delle fate privato della casa contesca.
Era un’esperta in fate assunta da Edgar Ashembert che aveva il titolo di Conte di Ibrazel, del mondo delle fate. Nei territori inglesi elargiti alla famiglia contesca, che aveva legami con le fate dai tempi antichi, c'erano tanti abitanti fatati e quindi era facile che ci fossero attriti e incomprensioni tra gli umani e le fate. In quelle circostanze, era il lavoro di un dottore delle fate quello di frapporsi tra le due parti e risolvere il problema.
Sebbene fosse ancora una novizia inesperta, quella ragazza aveva orgoglio nel suo lavoro di dottore delle fate e ovviamente andava avanti e indietro nel castello contesco per il bene del suo lavoro, non perché potesse essere d'accompagnamento per i divertimenti di Edgar e ovviamente non era la sua 'fidanzata'.

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Eppure quel giovane conte affermava che avrebbe sposato Lydia.
Lei aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio, ma lui aveva risposto che non avrebbe lasciato perdere e quindi ogni volta che vedevano la faccia l'uno dell'altra, lui cercava di corteggiarla, cosa che era un po' un problema.
Quella mattina, si fece cautamente strada ancora una volta attraverso la casa per non imbattersi in Edgar nel corridoio. Però, proprio quando passò nel salotto, intravide Raven e quindi si fermò.
Quel ragazzo dalla pelle ambrata era il valletto di Edgar. Rimase seduto su una sedia posta nella terrazza soleggiata sotto la luce e vide che stava guardando in basso nel cesto posato sul suo grembo, senza muoversi di un centimetro. Era come se fosse sotto l'idea che non gli fosse permesso di muoversi di un centimetro.
Non c'era espressione sul suo volto e lui era un ragazzo che non mostrava le sue emozioni, ma visto che sembrava vagamente sperduto e come se non sapesse cosa doveva fare, Lydia sbirciò dalla porta cosa stesse facendo.
Se fosse stato un ordine di Edgar, sarebbe stato normale per Raven obbedire a qualsiasi cosa. Si chiese se gli fosse stato fatto fare qualcosa di irragionevole.
- “Buongiorno, Raven.”-
Quando Lydia gli parlò, lui mosse la testa di scatto. Doveva averlo spaventato.
- “Scusami, ma che cos'è che stai tenendo così cura?”-

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Camminò verso di lui, il cesto quasi gli cadde dal grembo e lui si affrettò a riprenderlo.
- “Non dovete, per favore non vi avvicinate di più.”-
- “Eh? Perché?”-
- “Mi è stato detto da Mr. Tomkins di non farvelo vedere.”-
- “Che cos'è, qualcosa di pericoloso?”-
- “No, non è niente del genere.....”-
Quando a qualcuno veniva detto che non poteva vedere una cosa, era naturale per lui volerla vedere più di prima. Dal momento che erano gli ordini del maggiordomo, non erano qualcosa di assoluto per Raven come un ordine datogli da Edgar. Nel piccolissimo istante in cui gli occhi di Raven si abbassarono verso il contenuto del cesto, Lydia si avvicinò velocemente a lui. Quando guardò giù, vide che c'era un piccolo neonato che stava dormendo in pace.
Il piccolo viso del bambino era coperto da capelli così bianchi che praticamente non avevano colore. Il suo viso era soffice, paffuto e molto adorabile.
- “Oh cielo, perché è un bambino. Che carino.”-
Alla fine Raven non nascose il bambino agli occhi di Lydia. Doveva essere perché non voleva fare movimenti inutili e svegliare il bambino.
Ecco perché Lydia si avvicinò a lui, permettendo alle sue guance di addolcirsi e prendere tutto il piacere che aveva nel guardare il bambino. La questione del perché non le fosse permesso di vederlo volò via dalla sua mente.

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Le ciglia del bambino si contrassero e aprì di poco gli occhi. Guardò Lydia e chiuse gli occhi ancora, come se si fosse sentito rilassato. Sembrava anche che il bambino stesse sorridendo.
- “Ma, di chi è il bambino?”-
Raven, che probabilmente non era bravo a mentire, ci pensò per un po', ma poi diede una risposta onestamente.
- “Apparentemente questo bambino è stato lasciato di fronte all'entrata.”-
- “Cosa, un bambino abbandonato?”-
- “No, umm.......non lo so.”-
Sembrava veramente farfugliare le sue parole.
Ma poi Lydia notò un foglietto di carta dentro il bordo del cesto e senza pensarci lo prese con la mano.
Dentro, c'era scritto:
[Questo è tuo figlio. Per favore, prenditi cura del nostro bambino.]
Oh, cielo no..... può essere che...
Non c'era la firma nella lettera e non aveva idea di chi 'il tuo' volesse dire. Però, oltre a Edgar in quella casa c'erano sono i domestici.
Anche se avesse incluso tutti i domestici maschi e anche se avesse incluso entrambe le case vicine dall'altra parte, lui era l'unico che aveva le maggiori possibilità.
- “é un bambino illegittimo? Di Edgar?”-

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Non c'erano errori che lui amasse le donne e fosse un assoluto damerino.
Era un oratore ed era bravo a rubare i cuori delle donne e non era possibile che questo affascinante giovane nobile non fosse popolare con le donne e anche Lydia, che era piuttosto ignorante riguardo le voci o le chiacchiere del vicinato, sapeva che lui stava avendo delle relazioni scandalose con più donne.
Ma fare un figlio illegittimo.
- “Incredibile, com'è irresponsabile da parte sua!”-
Quando Lydia non pensò di trattenersi e gridò forte, Raven mormorò 'mi dispiace'.
- “Perché sei tu quello che si sta scusando?”-
- “Perché sembra che Miss Carlton sia arrabbiata per le mie azioni.”
- “Non sono affatto arrabbiata. Sto sole dicendo che è da irresponsabili!”-
- “Mi dispiace.”-
- “Non tu, Edgar ! Mi sbaglio o Edgar è andato fino in fondo e ha fatto un figlio in questo mondo, eppure non posso credere che terminerebbe la sua relazione con lei per andare a flirtare e corteggiare un’altra donna. Dovrebbe prendersi le sue responsabilità e sposarla. O altrimenti non sarà giusto per quel povero bambino !”-
- “Allora Lydia, dobbiamo affrettarci e sposarci.”-
- “Eh?”-
Lydia si girò verso la terrazza con la stessa forza marcata che le stava bollendo dentro, verso il punto da dove era provenuta la voce che gli aveva interrotti, e quando vide quell’uomo irresponsabile di cui stava parlando, altro sangue bollente le andò alla testa.

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- “Edgar! Hai qualche idea di quanto sia grave questa situazione?”-
Non poté farci niente, perché lui stava facendo il suo usuale sorriso impavido, lasciando crogiolare verso i raggi del sole i suoi biondi capelli così luminosi e splendenti da sembrare sarcastici, mentre stava in piedi con un braccio appoggiato alla porta a vetri della terrazza.
Anche la sua cravatta verde muschio e la giacca grigio antracite sembravano eleganti assieme a lui, regalandogli un aspetto perfetto di primo mattino.
- “Capisco. Ecco perché dovremmo muoverci a sposarci.”-
Camminò a passo svelto verso Lydia, le prese la mano per baciarla. Non era mai in grado di abituarsi a quello stile di saluto. Ciò era perché per il solo saluto la guardava con occhi ardenti. Comunque, in quel momento, il figlio illegittimo era più importante di quello. Anche se stava cercando di confonderla e lasciar dimenticare la sua questione, Lydia non sarebbe stata ingannata e cercò di rivalersi.
- “Stai sbagliando persona. Colei a cui dovresti fare la proposta è la madre di questo figlio.”-
- “E’ quello che stavo facendo.”-
- “C-che cavolo stai dicendo?”-
Edgar alzò la piuma di cicogna infilata nel bavero e prese entrambe le mani di Lydia tra le sue, come una culla per farle tenere la piuma.
- “Lydia, questo è il nostro bambino. Quella cicogna frettolosa che non ha potuto aspettare, sembra che abbia affrettato il tempo di consegna del bimbo, ma non dovrebbero esserci problemi visto che alla fine stiamo per sposarci.”-

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- “……..Cicogna?”-
- “Sì, c’era questa piuma di cicogna dentro la cesta. Anche le cicogne hanno mostrato la prova che convengono che è il nostro irremovibile destino quello che stiamo per diventare marito e moglie.”-
Aveva ragione, in effetti sembrava che quella piuma provenisse da una cicogna. Però!
- “Cresciamo insieme il nostro bambino.”-
Lydia era esterrefatta,ma quando guardò su per vedere il viso di Edgar, lui la guardò con un sorriso dolce e sembrava solo pieno di gioia. Lydia cominciò a sentirsi svenire per via del loro tenersi gentilmente per mano e dal non essere in grado di scappare dall’impressione inusuale dei suoi occhi malva cenere.
Oh, quindi è questo quello che è successo. Una cicogna è venuta a portare il nostro futuro bambino.
……..non era quello che lei stava pensando.
- “Non prenderti gioco di me! Non c’è modo che una cicogna possa consegnare un bambino!”-
- “Oh è così? Non ne avevo idea.”-
Ed ecco che dice che non ne aveva veramente idea. Ci dovrebbe essere un limine a un comportamento vergognoso.
- “Allora, da dove vengono i bambini.”-
- “Eh, q-questo sarebbe...”-

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Anche se sapeva che si stava divertendo con lei, non poté fare a meno di arrossire.
- “Oh, Lydia dimmelo per favore.”-
La stava prendendo completamente in giro.
Non stava lasciando le sue mani ancora strette assieme alle sue, e anche se Lydia spostò il volto frustato, lui si chinò per scrutare i suoi occhi.
- “Scusami….. ti dispiacerebbe lasciarmi andare.”-
- “Perché?”-
Come sarebbe perché?
- “Se ci guardassimo tra di noi a lungo, credi che una cicogna ci porterebbe un altro bambino?”-
Oh, non c’è speranza con questo uomo.
- “Se fosse un bambino con te, allora sarei felice non importa quanti ne abbiamo”
- “Edgar anche se questo bambino fosse tuo, non ha nulla a che fare con me! Cresciamo il nostro bambino insieme?! Devi essere fuori di testa. A pensare che eri una persona così irresponsabile, io…., beh lo sapevo, no, no, comunque sono delusa di te! E inoltre, non mi sposerò mai con te!”-
Fu proprio nell’istante in cui riuscì a scrollarsi dalla sua presa.
- “Sono un problema per te? Mamma.”-
Mamma?
Lydia si girò e guardò lentamente la stanza per cercare a chi appartenesse quella voce, ma alla fine i suoi occhi caddero sulla cesta che Raven stava portando.
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Da lì, il bambino aveva tirato fuori la testa e la stava guardando. Il bambino era ancora giovane tanto da essere improbabile che fosse in grado di parlare da sé. Continuò a pensare che fosse impossibile e cercò di scostare gli occhi, ma allora il bambino parlò ancora.
- “Per favore non dire che non ti sposerai. Per favore, mamma.”-
Non c’erano errori; il bambino stava parlando a Lydia.
Più di tutto, il bambino si appoggiò al cesto e saltò giù sul pavimento dal grembo di Raven.
I vestiti per bambini che stava indossando erano bianco e rivestiti di fronzoli e orlati con un nastro nero. Il piccolo bambino
alzandosi con le sue due gambe, rimise a posto gentilmente l’orlo che si era alzato.
- “C-cosa sei tu...”-
- “Sono il figlio della mamma.”-
Lydia si sentì svenire e barcollò ma Edgar la prese e lei non ebbe la forza di scostarlo.
- “Ohh, non essere così sorpresa. Non sono ancora nato in questo mondo e per adesso vivo come lo spirito di una cicogna. Ecco perché non si può fare nulla che la mamma non sa niente su di me ancora.”-
- “Una cicogna……?”-
Dopo una buona occhiata, riuscì a vedere che c’erano delle piccole ali sulla schiena del bambino. Aveva pensato che fossero un qualche tipo di decorazione dei suoi vestiti, ma si dimenavano e si muovevano.

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Sembravano le ali di un piccolo pulcino ed erano coperte da piume, ma sulle punte sporgevano piume nere esattamente come quelle delle cicogne.
- “Uh-huh. Prima che i bambini umani nascano in questo mondo sono tutti spiriti di cicogne. Mi è stato detto che è così per volare nel cielo con le cicogne e imparare cosa succede nel mondo umano.”-
E’-è vero questo?”-
- “Tutti dicono così.”-
Però, Lydia non fu in grado di crederci così facilmente. C’era molto da imparare sulle profondità del mondo delle fate e non sarebbe stato sorprendente che ci fosse qualcosa che l’inesperta Lydia non conosceva, ma lei non riusciva a pensare che il numero di spiriti delle cicogne fosse uguale a quello dei bambini umani.
- “Allora non sei il mio figlio illegittimo”- mormorò Edgar, come sollevato.
Per cui pensavi che che potesse essere possibilmente tuo.
La forza di Lydia calò ancor di più.
- “Ma se lui è il futuro bambino di Lydia, significa che è anche mio figlio.”-
Aveva un bel coraggio a dire una cosa del genere visto che era un uomo che avrebbe potuto aver fatto un bambino illegittimo. Quello che era ancor più inopportuno di quello era che teneva ancora Lydia tra le sue braccia e non la lasciava andare.
Il bambino guardò verso Edgar in quella maniera e inclinò la testa leggermente.

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- “Non so di questo. Effettivamente non so chi la mamma andrà a sposare.”-
- “Oh, il che significa, che tua madre è decisa sicuramente, ma tuo padre non ancora?”-
- “E’ così. È per questo che se la mamma abbandonerà il suo sentimento di essere innamorata, non sarò in grado di nascere in questo mondo.”-
Improvvisamente il viso del bambino si fece disperato e congiunse entrambe le mani come se stesse pregando.
- “Me l’hanno detto i miei amici. La mia mamma non ha alcuna fiducia negli uomini e a questo punto non sarà in grado di sposarsi. Ecco perché ho pensato che devo convincere la mia mamma….”-
- “Non avere fiducia degli uomini, i-io non ho nessun interesse nello sposare un uomo irresponsabile come lui.”-
- “Allora se fosse un’altra persona, lo sposeresti?”-
All’improvviso, Edgar lasciò andare Lydia e alzò velocemente il bambino e lo portò all’angolo della stanza.
- “Ora piccolo ragazzo, Lydia è la mia fidanzata. Se altri uomini cercassero e vincessero l’affetto di Lydia, mi assicurerei di mandarli via. In altre parole, questo è quello che voglio dire. Se lei non s’innamora di me, allora tu, non sarai in grado di nascere.”-
Facendo stare in piedi il bambino su un piedistallo, appoggiò il suo viso a quello del bambino e gli fece pressione, no quasi lo minacciò.
- “Scusami Edgar non andare a dire quello che ti piace.”-
- “Perciò. Non credi che la cosa migliore sia che noi uniamo le forse per aiutarci a vicenda? Tu vuoi che Lydia si sposi. Io voglio sposare Lydia. Perché abbiamo gli stessi interessi.”-

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disse Edgar, senza prestare alcuna attenzione a Lydia.
- “……. Oh-oh, hai ragione.”-
Per favore non farti convincere.
- “Prima di tutto, non credo che ci potrebbe essere un padre più degno di me. Tu diventeresti l’erede della famiglia del Conte Ashembert e sarai in grado di vivere una vita in tutta comodità. Se Lydia lasciasse il mio fianco e si facesse catturare da un uomo buono a nulla, allora tu e tua madre diventerete entrambi miserabili.”-
Oh, sei tu che lo dici, pensò Lydia. Lui stesso rappresentava quanto un uomo potesse essere un buono a nulla.
Però, il piccolo bambino scosse i capelli che sembravano una nuvola di dente di leone e annuì solennemente con la testa.
- “Non lo voglio.”-
- “Allora è deciso. Tu mi riconoscerai come tuo padre e mostrerai la relazione ideale tra padre e figlio a Lydia. Allora anche Lydia arriverà a capire che sono l’uomo che dovrebbe sposare per il bene del nostro futuro bambino.”-
- “Va bene, papà.”-
Coosa, aspettate un secondo.
- “E’ padre. Come un nobile.”-
- “Uh-hum, pap…..voglio dire, padre.”-
- “Oh, più che altro, sono veramente la madre? Come puoi dire che sono io.”-

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Per Lydia, quella era stata la prima cosa a cui non era riuscita a credere.
- “Lo posso dire. Ne avevo la sensazione la prima volta che ti ho vista.”-
Questo è troppo arbitrario.
- “Ho sentito che era in questa casa, per cui non ci sono sbagli, mamma.”-
- “Devi chiamare Lydia madre”- disse Edgar.
- “Sì, madre.”-
- “Bravo ragazzo. Da questo momento in poi, ti chiameremo con il nome Til. Visconte Tildurston, è uno dei titoli che possiedo ed è un titolo di cortesia che viene dato al figlio più anziano della nostra famiglia contesca.”-
- “Wow, è un nome così magnifico!”-
Sembrava che il bambino si stesse lasciando completamente trasportare.
Edgar accarezzò gentilmente la testa del bambino e si girò a guardare Lydia.
- “Allora, senza ulteriori indugi, perché non usciamo a fare un picnic come una famiglia da adesso? Così potremo avere la sensazione di un’amorevole, famiglia felice.”-
- Io non vengo, sono occupata”- replicò Lydia.
- “Tua madre è piuttosto difficile da compiacere. Til, perché non glielo provi a chiedere anche tu.”-
Edgar alzò Til un’altra volta e lo spinse verso Lydia.
A lei rimase solo l’opzione di tenerlo cosicché non sarebbe caduto.


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Non era ancora un umano, per cui il suo peso e la sensazione della sua sofficità e il calore erano solo un’illusione. Anche se pensò ciò, sembrava come un bambino vero.
Il bambino fatato le sorrise con un po’ d’imbarazzo e si aggrappò stretto a Lydia.
- “Madre ha un odore così buono. Proprio come lo avevo sognato.”-
Quando le disse una cosa del genere, lei non fu in grado di portare se stessa a dire che teneva la persona sbagliata.
- “Andiamo, madre.”-
- “Ma, vedi…….”-
- “Per cui, non mi vuoi veramente?”-
I suoi grandi occhi blu si bagnarono e scintillarono di lacrime, cosa che fece andare nel panico Lydia.
- “No, va bene, vengo. Andiamo a fare un picnic!”-
- “Raven, fa i preparativi”- disse Edgar senza lasciare una pausa.
Ancora tenendo il cesto, Raven aveva guardato silenziosamente come stavano andando le cose, ma a a quel punto si affrettò ad alzarsi.
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Non era che odiasse Edgar. Anche Lydia aveva riconosciuto, per il momento, che lui possedeva dei tratti positivi, oltre il suo aspetto. Per Lydia che era stata vicina solo alle fate ed era stata vista come strana e stramba dalle persone attorno a lei, era onestamente felice che le fosse riconosciuto il suo potere come dottore delle fate. Lui era qualcuno che le aveva fatto la proposta di matrimonio per la prima volta nella sua vita e quando aveva pensato che sarebbe stata la prima e l’ultima volta per una cosa del genere, non era che avesse sentito alcun battito nel suo cuore. Però, poco importa cosa, non era in grado di credere che lui avesse dei sentimenti seri per lei.
Per Edgar che aveva raggirato e cambiato tante donne fino a quel punto, l’amore era qualcosa che si raffreddava in fretta. Immaginò che non fosse un sentimento d’amore ma più come se stesse usando l’opzione di legare per sempre un dottore delle fate, che era una figura importante della famiglia contesca. Anche se avesse guadagnato il titolo di Conte di Ibrazel, Edgar non aveva il potere di venire a contatto con le fate. Dal momento che si stava affidando a Lydia, per tutto quello che concerneva le fate, poteva essere che sentisse che una relazione datore di lavoro-lavoratore non fosse forte abbastanza.
Ecco perché se Edgar, per sposare Lydia, avesse dichiarato di rompere i rapporti con le sue ‘amiche’, lei non gli avrebbe possibilmente creduto.
Perché, proprio qualche giorno prima, Lydia l’aveva sentito avere una conversazione seria con una certa donna.

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- “Quindi, sono stata solo presa in giro.”-
Era stato proprio quando stava passando vicino alla porta dell’ufficio di Edgar. Lydia aveva sentito quelle parole che non sarebbe riuscita possibilmente a ignorare e quindi non riuscì a non fermarsi.
Era la voce di una giovane ragazza.
- “No, non è vero. Solo che, un fiore d’amore non può continuare a fiorire per sempre. Se tu fossi in grado di spendere il tuo tempo splendidamente, sarebbe meglio per entrambi cercare di trovare un altro amore prima che quell’amore perda il suo colore.”-
Non c’erano errori che quella voce calmante e lusinghiera, con cui stava avendo quella conversazione fosse di Edgar.
- “E’ perché sono inferiore di nascita, non è così? Non avrei dovuto credere che la classe non ha niente a che fare con ciò…..”-
- “La classe non c’entra quando ci s’innamora. Ma è perché penso al tuo bene, che significa che terminare la relazione sia l’unica opzione. Farti diventare un’amante non era il desiderio, era la causa. Puoi capire questo?”-
Un’a-amante?
Si sentì scioccata a sentire venir usata una parola così franca, ma Lydia pensò che non fosse corretto sentire una cosa come quella e si affrettò ad andarsene da quel punto. Però, quando sentì il rumore di una porta aperta a grande forza, una ragazza in uniforme da cameriera, venne correndo coprendosi il viso.

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La ragazza realizzò che Lydia era lì e si affrettò ad andarsene e dal momento che non ci fu tempo per vederle il viso, Lydia, immaginò che quella ragazza dovesse essere una cameriera assunta.
Lydia era attonita da come lui riuscisse a scherzare anche con una domestica, ma con il passare del tempo sentì la rabbia crescere dentro di lei. Anche se diceva che era serio con lei e la corteggiava ma si stancava immediatamente di lei e cambiava idea, questo significava che lui la stava canzonando, stava giocando un gioco. Edgar si mostrava come se avesse dei sentimenti per Lydia, ma la sua proposta di matrimonio e tutto quant’altro doveva essere solo un capriccio temporaneo per lui. Se l’avesse preso seriamente, non c’erano dubbi che sarebbe stata portata ad una terribile esperienza, Lydia lo ricordò a se stessa da capo un’altra volta, e pregò a se stessa che avrebbe tenuto un comportamento più sicuro e risoluto nei confronti di Edgar.
Eppure.
Con l’apparizione di Til, alla fine, le cose stavano andando come voleva Edgar.
Si chiese perché le cose erano andate così e diede un’occhiata a lui oltre lei, con un sentimento di rassegnazione. Doveva averla osserva tutto il tempo, dal momento che i loro occhi s’incontrarono immediatamente. In comparazione con i capelli di Lydia, che venivano descritti come opachi, rugginosi, i capelli biondo chiari di lui ondeggiarono davanti ai suoi occhi, con la brezza.

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Edgar le fece un sorriso felice e diede l’impressione come se stesse sentendo pura gioia al solo essere in grado di guardare Lydia, ma non riusciva immaginare cosa ci fosse in lei, che in apparenza aveva un aspetto testardo e poco attraente, che lui potesse guardare.
- “Stiamo avendo una luce del sole così piacevole. Anche il canto degli uccelli sembra che si stia congratulando con noi”- sussurrò a Lydia, in una distanza personale piuttosto vicina, mentre si sedeva su una coperta poggiata sotto l’ombra di un albero.
Prima di rendersene conto, lui le stava tenendo la mano.
- “Um, Edgar, non dovremmo smetterla di usare quel piccolo bambino? Non abbiamo una sicura idea di cosa ci aspetta avanti ed è discutibile visto diventerò madre in ogni caso. E inoltre non è ancora un umano, per cui dovrebbe tornare nel posto che gli appartiene.”-
- “Se gli mostriamo quanto siamo vicini tra di noi, allora Til ne sarà sollevato e vorrà tornare a casa, sono sicuro.”-
Lydia non era in grado di scappare dal delinquente ingannatore che si stava stringendo a lei. Questo perché non poteva permettersi di allontanare Edgar nella solita maniera di fronte a Til.
- “Anche per il suo bene, puoi cercare di sentirti come se ti stessi godendo a stare insieme con me?”-
Immagino di non avere scelta, ma se si fosse lasciata andare così un po’, lui si sarebbe approfittato dell’opportunità. Era a ben conoscenza di ciò, eppure quando i gentili raggi del sole fluirono tra le foglie facendole ondeggiare e frusciare, il color malva cenere di quegli occhi che la fissavano cambiarono leggermente, facendo confondere e scuotere Lydia. Se fossero stati una vera coppia d’innamorati, in quell’area vicino al piccolo lago, locato oltre la foresta fuori dalla città, sarebbero stati in grado di lasciarsi andare ad un’atmosfera romantica.

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In mezzo ai cespugli di mirtilli di collina, c’era una bruma di fiori gialli che erano una bella visione per gli occhi. Il lago colorato di verde scuro era circondato da cespugli e boschi di piccoli alberi e le foglie d’albero, le piante e i fiori si riflettevano nella superficie dell’acqua davano un’atmosfera magica e decorativa che non si vedeva nei parchi cittadini.
Era un posto perfetto per un piccolo picnic, abbastanza vicino a Londra.
Hai mai portato una donna in questo posto in passato? Era il tipo di domanda perfida che le venne in mente, ma Lydia cercò in qualche modo di nasconderla nella testa. Til si stava divertendo a cercare una farfalla e stava correndo in giro. Se avesse cominciato a litigare con Edgar lì, allora non avrebbe voluto più tornarsene a casa.
Però, quando Lydia stava in silenzio, era naturale per Edgar continuare.
- “Ultimamente, non abbiamo avuto tanto tempo da spendere assieme.”-
- “Ci vediamo ogni giorno.”-
- “E’ da un po’ che non andiamo insieme in giro. Ho avuto dei piccoli problemi e non avevo tempo. Ma sai, per favore non pensare che ti stessi ignorando o che mi stessi dimenticando di te.”-
- “Nessun problema, non è niente.”-
- “Farò in modo di rimediare per tutto, per cui puoi accocolarti a me quanto vuoi.”-
Non potrei mai fare una cosa così pericolosa.

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Però, come se avesse puntato al momento quando Till stava guardando nella loro direzione, rimosse la cuffia di Lydia e le diede un bacio sulla fronte.
- “Til, ora vieni qui. Pranziamo.”-
Chiamando il piccolo Til, il suo attegiamento fu come se un bacio leggero fosse una parte quotidiana delle loro vite.
- “Sììì, padre.”-
Till, che venne correndo vero loro, tese un fiore bianco a Lydia.
- “Questo stava crescendo là, vicino ai cespugli. Ho pensando che a madre sarebbe sicuramente piaciuto.”-
Era un’adorabile giglio. Era una fioritura prematura, ma poteva essere che Til avesse usato la magia fatata per farlo fiorire. Ovviamente, le piaceva assolutamente, ma doveva essere un fiore che invece piaceva a Till. Mentre lo stava pensando, cambiò velocemente l’espressione amara per via di Edgar, in un sorriso. In un posto illuminato dal sole, Raven stava ponendo un semplice tavolo e delle sedie. Sul tavolo coperto da una tovaglia, c’erano dei piatti bianchi e dei bicchieri tirati fuori da un cesto da picnic ed era stato versato del vino in essi. Edgar prese la mano di Lydia e l’aiutò in un naturale movimento padroneggiato accompagnandola al tavolo. Per il bene di Till, c’erano un po’ di cuscini che erano stati messi l’uno sopra l’altro su una sedia e poi Raven lo prese gentilmente e lo fece sedere. C’era della carne fredda, salsiccia alle erbe e formaggio, salamoia e aringhe in olio e una colorata marmellata d’uva spina e miele.

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Doveva essere stata una visione rara, visto che Till sembrava divertirsi a guardare tutto ciò che c’era sopra il tavolo.
- “Oh, madre che cos’è questo?”-
Era in effetti una sensazione peculiare essere chiamata madre, ma quando Till le fece un sorriso spensierato, Lydia in qualche modo sorrise di nuovo.
Va bene, se questo bambino si sentirà sollevato, allora sicuramente ritornerà dai suoi amici. Anche se fosse o non fosse stata veramente sua madre, quella era l’unica cosa che poteva fare per quel momento.
- “E’ una mela cotta. Ne vuoi un morso?”-
- “Oh, no, non sono ancora un umano, per cui prenderò solo del latte.”-
Con entrambe le mani afferrò il suo bicchiere e pose le labbra con un viso deliziato.
- “Voglio affrettarmi a nascere così potrò mangiare gli stessi cibi di padre e madre.”-
- “Sarebbe bello. Se tu nascessi, allora noi tre potremmo ritornare qui di nuovo. Vero, Lydia.”-
- “Eh? Oh, sì...”-
- “Veramente? Non posso aspettare. È un peccato che non mi ricorderò di questo giorno.”-
Solo per un’istante, Till fece un’espressione triste e solitaria. Forse non riusciva a combattere la paura che quel tipo di momento avrebbe potuto non arrivare.
- “……..ce ne ricorderemo noi.”-

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Lydia lo disse cosicché da sollevargli il morale.
E poi, Edgar sembrò come se fosse d’accordo. In qualche modo o nell’altro, lei aveva ancora la sensazione che fosse stata intrappolata nel suo complotto.
- “E quindi, Lydia, quando vuoi che avvenga il nostro matrimonio?”-
- “Eh?”-
- “Oh, sai, siamo ancora fidanzati e non abbiamo fatto nulla nello specifico, ma sto cominciando a sentire di volermi muovere a sposarmi. Visto che abbiamo questa opportunità, non sarebbe bello se decidessimo una data di fronte a Till qui?”-
- “Questo, questo è….”-
Visto che Till stava guardando Lydia con occhi pieni di aspettative, per cui anche se fu irritata per il fare di Edgar, poté solamente fare un sorriso freddo.
- “Edgar, prima godiamoci il nostro pasto!”-
Te la farò pagare quando Till sarà tornato a casa.
Fulminando Edgar con lo sguardo, si portò il bicchiere alle labbra.
Quando guardò in alto, vide che c’erano delle nubi indistinte che stavano passando nel cielo blu. Se avesse escluso il piano di Edgar, quello sarebbe stato un picnic pacifico. Fino a che non avesse posto Edgar davanti alla vista, nessun giorno sarebbe stato pacifico.
Anche se lo pensava, non era in grado di tenere lontano Edgar dai suoi occhi.

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Era per quella ragione che lei aveva la sensazione di sapere il perché, ma non voleva riconoscerlo.
Una brezza passò sopra le cime degli alberi. Stava guardando i petali dei fiori di pesco danzare, ma improvvisamente volò una raffica burlona e fece volare via la cuffia di Lydia.
Volò in mulinelli e il nastro color viola venne catturato da un ramo d’albero.
- “Oh, no, in un posto così alto.”-
Fu Raven che cercò immediatamente di andarlo a recuperare, ma Edgar lo fermò e disse.
- “Va tutto bene, andremo noi a prenderlo.”-
- “Eh, cosa vuoi dire con noi?”-
- “Till, mi darai una mano per il bene di tua madre?”-
Till annuì energicamente e Edgar lo prese su senza sforzo.
Portò l’infante in un braccio come se fosse una piuma e ciò lo fece apparire inusualmente mascolino.
Aveva un corpo snello e dava la forte impressione di eleganza che apparteneva ad un nobiluomo. Con una sola parola, riusciva a muovere e sottomettere le persone e lei era impressa dai suoi tratti di leader, ma aveva la sensazione che lui non avesse a che fare in maniera stretta alla semplice mascolinità. Il modo in cui la trattava da amante e le sue dolci parole la rendevano nervosa. Poteva essere la prima volta che aveva sentito una così rilassante, confortante mascolinità da lui in quella maniera.
Edgar poteva essere una persona capace di proteggere e aiutare a crescere dei piccoli bambini fragili?
Che cosa diavolo sa pensando, pensò Lydia sospirando velocemente.

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Edgar camminò proprio sotto il ramo dove la cuffia si era impigliata e si fermò.
E poi, mise Till sopra le sue spalle.
- “Com’è ? Riesci a raggiungerla con le braccia?”-
- “Ummm, ancora un po’.”-
Till si mise in piedi sulle sue spalle. Sarebbe accaduto un disastro se i suoi piedi fossero scivolati.
Lydia si dimenticò che lui era una fata e guardò col fiato sospeso.
- “Sai, va bene. Edgar, fermalo.”-
- “Non fermarti adesso, Till.”-
- “Oh, penso di riuscire a raggiungerlo.”-
Fu proprio allora quando la piccola mano afferrò la punta del nastro. Il suo corpo barcollò di lato.
- “Ahhh, attento!”-
Pensò che stesse per cadere.
Lydia si buttò dalla sedia per alzarsi. Però, la mano di Edgar aveva afferrato stretto il corpo di Till che appariva come se stesse per cadere. Con ancora la presa su di lui, fece roteare il giovane in tondo. Till venne fatto girare in aria e scoppiò a ridere. Veniva preso mentre era fatto girare nell’aria come se stesse volando, e invece di essere spaventato si stava divertendo.
Anche quando era stato messo a testa in giù si stava divertendo. Aveva la completa fiducia che Edgar non l’avrebbe fatto cadere.
Lydia scattò dalla sedia per alzarsi. Però la mano di Edgar aveva una forte presa su quella di Till.
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Alla fine Till venne messo giù per terra e sbatté le ali, che erano inutili per volare mentre stava ancora ridendo con pura gioia.
- “Edgar….., cosa stavi facendo? Cosa avresti fatto se si fosse fatto male!”-
- “Va tutto bene. Lo tenevo stretto.”-
- “Ma è quasi caduto!”-
- “Per andare all’avventura, gli uomini devono sperimentare il pericolo e superarlo. Ora, Till, vai a consegnare a quell’inquieta donna la sua cuffia.”-
Il piccolo ragazzo venne correndo dov’era Lydia, gonfiò il petto e tese il suo cappello.
- “Ecco qui, madre.”-
Il suo volto era quello di un bambino che aveva vissuto una piccola avventura. Si stava sentendo orgoglioso nel suo successo nell’aver sconfitto un pericolo.
- “Grazie….”-
Voleva dargli un abbraccio, ma Lydia non poteva permettersi di lasciare le sue preoccupazioni e fare una cosa così incauta.
Se l’avesse riconosciuto, sarebbe sembrato come se stesse per riconoscere Edgar come suo futuro marito. Perché Edgar e Till sembravano come veri padre e figlio.
Edgar stava pensando al matrimonio molto più seriamente di quanto Lydia avesse creduto e c’era il pericolo che lei finisse per cadere nel malinteso che lui sarebbe stato in grado di creare una famiglia felice.

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Lydia mise Till sopra il suo grembo dopo che si addormentò sull’erba esausto dal giocare, e gli permise perfino di starle a fianco dentro la carrozza, al ritorno a casa. Era quando stava dormendo che lei sentì come di potersi permettere di abbracciarlo sebbene non riuscisse a riconoscerlo come suo futuro figlio.
- “Che cos’è questa cosa. E’ in piedi e sta camminando.”-
Quando Lydia venne a lavoro il giorno dopo, Till entrò nel suo ufficio immediatamente. Sembrava che non volesse ancora tornare a casa, per cui aveva speso la notte alla casa contesca. Aveva sentito che Edgar non c’era per via di qualche lavoro, per cui doveva essere annoiato. A parlare in un tono confuso dopo aver visto Till era stato il partner di Lydia, un gatto fatato che poteva camminare con le sue zampe anteriori.
- “Wow, un gatto ha parlato!”-
- “Whoa, un bambino ha parlato!”-
I due che avevano la stessa altezza, stavano in piedi guardandosi a vicenda in sorpresa nell’ufficio della casa contesca, Lydia smise di scrivere quello che stava scrivendo e pensò guardandogli, che quella dei due fosse veramente una visione strana.

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- “Oh, giusto per fartelo sapere, Nico, lui è lo spirito di una cicogna. Non è ancora un bambino umano.”-
Nico curvò la testa per dare un’occhiata alla schiena di Till.
- “Hai ragione, per cui lui è un cucciolo di cicogna fatata. Perché è qui?”-
- “Madre, questo gatto indossa una cravatta.”-
- “Madre, intendi Lydia?”-
- “Le cose sono complicate. Oh, Nico, sono nel bel mezzo del lavoro adesso, ma puoi giocare con Till per un po’?”-
Per via del fatto che aveva dovuto accompagnare Edgar ieri, non era stata in grado di finire il suo lavoro.
- “Coosa, devo fare il babysitter.”-
- “Madre, posso giocare con questo gatto.”-
Lui era molto più comprensivo rispetto a Nico.
- “Non sono un gatto! Bada a questo, Cicogna.”-
- “Neanch’io sono una cicogna! Perché presto diventerò un umano.”-
- “Eh? Una fata che diventa un umano? Non ho mai sentito una cosa del genere.”-
- “Un gatto non può saperlo.”-
- “Per cui sei una fata nanerottala appena nata. Se riesci a stare al passo con me allora giocherò con te.”-
Nico sgusciò via dalla porta con il suo corpo snello. Anche Till corse via dietro di lui.

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- “Fate i bravi tra di voi!”-
Gridando loro contro, Lydia si sedette al tavolo di nuovo.
Al loro posto, entrò una cameriera nella stanza. Pose sull’angolo del tavolo una nuova lettera che chiedeva aiuto al dottore delle fate.
- “Grazie.”-
Quando lo disse guardando in alto, capì che la giovane cameriera era la ragazza che il giorno prima era stata nell’ufficio di Edgar. La ragazza fece un inchino tenendo il volto abbassato. Sembrava non fosse di buon umore e Lydia immaginò dovesse essere a causa del trattamento dure e freddo da parte di Edgar.
E poi quando la ragazza fu per andarsene, improvvisamente inciampò e si accovacciò sul pavimento come se stesse per cadere.
- “Ehi tu! Tutto bene? Chiamo qualcuno….”-
Però, lei si aggrappò al braccio di Lydia come per fermarla.
- “Sto bene. Starò meglio subito….”-
Lydia pensò che se la capo cameriera l’avesse scoperto, la ragazza sarebbe stata sgridata, quindi decise che avrebbe dovuto riposare per un po’ lì.
Proprio quando Lydia stava per darle la spalla per aiutarla ad alzarsi, qualcun altro diede una mano. A prendere la cameriera fu Raven.

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- “Dove dovrei posarla?”-
Era il suo solito modo di essere come se stesse parlando di qualche parte di bagaglio.
- “Oh, potresti posarla su quel divano.”-
Fece prontamente come gli era stato detto.
- “Ti ringrazio, Raven. Um, la farò riposare per un po’ qui.”-
- “Credo sia meglio per lei che mangi qualcosa. Ultimamente, Connie non ha mangiato niente.”-
- “Cosa ? Veramente?”-
Lydia pensò che forse la ragazza non era in grado di mandare giù un boccone per lo shock di un amore perduto, ma poi, nell’istante successivo qualcosa s’impigliò nella sua mente. Raven era qualcuno che era indifferente a chiunque tranne Edgar, per cui perché avrebbe dovuto notare qualcosa come una cameriera che non stava facendo i suoi pasti.
- “Perché sei a conoscenza di una cosa del genere?”-
- “Mi era stato ordinato di tenerla d’occhio.”-
In altre parole da Edgar?
Lydia si fece irritata e lasciò la cameriera chiamata Connie da sola e spinse Raven fuori dalla stanza. Nel corridoio abbassò la voce per parlargli.
- “Che cosa c’è, cosa volevi dire? È di cattivo gusto controllare una donna che ha lasciato.”-
Raven inclinò la testa di lato, sembrò come se non avesse capito cosa lei volesse dire.

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- “Mi è capitato di sentirlo. Proprio quando Edgar stava interrompendo la relazione con lei. Andare a mettere le mani su una domestica e poi lasciarla è qualcosa che un gentiluomo non farebbe!”-
- “Questo non è vero.”-
- “Cosa non è vero! Ha detto davanti alla sua faccia che i suoi sentimenti per lei erano morti!”-
Raven non si mosse di un centimetro, tenendo un’espressione come se fosse preoccupato. Lui era un ragazzo dal corpo minuto, ed era un discendente asiatico, ma prima di questo lavoro, era stato una guardia del corpo eccezionalmente dotata. Quando la fissò, la fece sentire un po’ nervosa e lei indietreggiò con il corpo.
Però, doveva star solo pensando a qualcosa nella sua testa.
Sembrò star rimuginando a cose nella sua mente per un po’ di tempo rimanendo in silenzio, ma alla fine, aprì la bocca.
- “Stava parlando di me.”-
- “Eh?”-
- “Lord Edgar le stava parlando al mio posto”-
- “T…..tu stavi con Connie?”-
Questo è impossibile. Poté solo pensare che fosse un’affermazione per coprire Edgar. In primo luogo, Raven non avrebbe parlato con nessun a meno che non fosse qualcosa di necessario per il suo lavoro sotto Edgar, Lydia si chiese che tipo di conversazione potesse avere con una cameriera di rango inferiore.
E inoltre, aveva chiaramente affermato che c’era la differenza di classe tra di loro.

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Lydia cercò di calmare in qualche maniera la sua ira fumante e fece un respiro profondo. Anche se avesse riversato la sua rabbia su Raven, sarebbe stato inutile. Perché chi era da condannare era Edgar.
- “Comunque, ti dispiace portarle del latte tiepido?”-
Annuendo, Raven s’incamminò via e Lydia girò i tacchi per ritornare nel suo ufficio. Connie si alzò lentamente e guardò verso Lydia.
- “Sono terribilmente dispiaciuta Miss.”-
- “Va tutto bene. Ma non è una buona cosa saltare i pasti. Posso capire che ti stia sentendo male per una rottura d’amore….”-
- “Perché ne siete a conoscenza?”-
- “Oh, mi spiace. Mi è capitato di sentirlo mentre stavi parlando.”-
- “….. capisco.”-
- “Um, cerca di stare meglio.”- Era l’unica cosa banale che poteva dire. Connie accasciò la testa e picchiettò gli angoli degli occhi con un fazzoletto.
- “Io avevo fiducia in lui…., credo che non riuscirò a innamorarmi più di un altro uomo….”-
Gli occhi di Lydia erano completamente fissati sul fazzoletto della ragazza.
La seta che aveva del pizzo in essa, era d’alta classe, di quelle che una gentildonna avrebbe usato. Si poteva pensare che non fosse qualcosa che una cameriera potesse comprare, ma poteva esserle stato dato da Edgar.
Più che arrabbiarsi per Edgar, Lydia sentì un irriconoscibile dolore al petto e poi i suoi occhi caddero sul ricamo sul fazzoletto.
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Un giglio d’un bianco puro.
Era il fiore che Till aveva dato a Lydia. Aveva detto che pensava che a Lydia sarebbe piaciuto.
E se invece era il fiore che piaceva alla cameriera?
Una ragazza che non aveva fiducia negli uomini. Che viveva e lavorava nella casa contesca.
Forse, la futura madre di Till era…..
- “Ecco il latte.”-
Quando Raven apparì, Lydia si alzò vigorosamente.
- “Raven, Edgar è tornato, non è vero?”-
- “Sì.”-
Nel momento in cui lo sentì, corse via dalla stanza.
Il posto dove stava correndo era l’ufficio di Edgar. Era il momento privato della giornata in cui era sicuro che avrebbe speso lì.
Lydia bussò appena alla porta prima di aprirla, ma poi Edgar le fece uno spontaneo, piacevole sorriso come sempre e si alzò per salutarla.

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- “Ciao, Lydia, ottimo tempismo. Devo trovare una tata per Till, per cui stavo pensando di chiedere la tua opinione. Perché non pensi che ci sia bisogno di qualcuno che possa stare con te, giusto?”-
Eh? una tata?
- “Non m’interessa una cosa simile!”-
- “Non hai bisogno di una tata? Ma avrai il tuo lavoro di contessa, perciò non avrai tutto il tempo da spendere con il tuo bambino.”-
- “Questo non è quello che voglio dire, non sono la madre di Till. È Connie, la cameriera.”-
- “Lydia si può sapere di cosa stai parlando?”-
- “Sembra che dopo essere stata rifiutata da te, non riesce ad avere fiducia negli uomini. A questo punto, Till non sarà in grado di nascere. È tutta colpa tua, per cui dovresti prenderti le tue responsabilità. Dal momento, che lei ha dei sentimenti per te.”-
- “Aspetta un momento, non ho nulla a che fare con lei.”-
- “E’ inutile cercare di far finta che non lo sai. Stavi parlando con Connie di finire la vostra relazione.”-
Ohh disse emettendo un sospiro come se si sentisse stanco, cosa che fece Lydia sentire che ci qualcosa si stesse strappando al centro del petto.
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Sei il peggior tipo di donnaiolo. Avrebbe dovuto saperlo, ma perché tutte le volte doveva sentirsi come fosse ferita.
- “Se riguarda questo, allora sei in errore. Lydia, non sono io quello che era in una relazione con lei, ma sembra che la loro rottura stesse diventando complicata e si stesse ingarbugliando, per cui ho fatto da intermediario…..”-
- “Eri tu? Eri tu che hai fatto dire a Raven una cosa del genere! Dovevi essere fuori di testa per far dire a Raven una bugia così chiara che lui era il suo amante?”-
- “Raven ha detto questo? Lui ha detto che era lui il suo amante?”-
- “Stava facendo del suo meglio per il tuo bene.”-
- “Quindi, era perché gli ho detto di tenere il silenzio, beh, beh, è arrivato molto lontato per essere stato in grado di pensare a una cosa audace come questa.”-
Sebbene avesse detto al suo domestico di mantenere il silenzio non mostrò nessun senso di colpa. E oltretutto, non era il tipo di momento in cui essere piacevolmente sorpreso.
- “Comunque, sei tu quello che ha fatto sapere a Till che eri suo padre, per cui anche se Connie è nata in una classe inferiore, tu devi fare in modo che in qualche modo funzioni e sposarla ufficialmente, sai? Non lo capisci? Non sei bravo a fare qualcosa come nascondere e camuffare la sua identità?”-
Lydia era anche più irritata per il comportamento nonchalant di Edgar e non era riuscita a non parlare con un tono duro e minaccioso.
E allora, Edgar doveva essersi offeso, visto che aggrottò le sopracciglia come se fosse insolitamente di cattivo umore.

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- “Lo pensi veramente?”-
- “…….se rimanesse ferita, non sarebbe giusto per il povero Till.”-
- “Per cui credi che sia quel tipo di uomo? Non potevi pensare che ci fosse un qualche tipo di equivoco?”-
Venne arretrata al muro da Edgar che venne verso di lei. Se fosse stata approcciata da lui in quella situazione sarebbe stato pericoloso. Lydia pensò immediatamente che avrebbe dovuto scappare e cercò di indietreggiare, ma Edgar afferrò il suo braccio con una forte stretta.
Quella stretta era inusualmente forte e dolorosa. Lei si spaventò, ma sembrava che fosse lui quello che stava soffrendo, per cui a Lydia non venne in mente cosa fare e venne trafitta dal suo sguardo furioso.
- “Se avessi fatto quello che hai detto, ti farebbe sentire soddisfatta? Continuo a dire che sono attratto da te, eppure tu dici che dovrei sposare una donna diversa? Vuol dire che non t’importa dei miei sentimenti?”-
Sentimenti.
Sei tu quello che non pensa affatto ai miei sentimenti. Ti ho rifiutato così tante volte, ma tu sei andato avanti e hai detto che sono la tua fidanzata e hai trascinato Till in questo…. Ma, questo significa che eri in una relazione e hai fatto buon viso con me, giusto?
Se avesse detto una cosa del genere, questo l’avrebbe fatto arrabbiare ancora di più. Anche se lo pensò, c’era una sfiducia così grande verso i donnaioli dentro Lydia che non poteva farci nulla e quindi pensò fosse irragionevole che Edgar si sarebbe offeso.

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- “Vuoi solo che una ragazza che ha catturato la tua attenzione faccia quello che vuoi tu. È sicuro che ti stuferai di me in poco tempo. Se ci sposassimo, lo sai che non sarà semplice separarci, vero? Anche se i tuoi sentimenti morissero, credi che non ci sarebbe nessun male dato che potresti legare un dottore delle fate? E inoltre, stai dicendo che vorresti che me ne stessi a guardarti in silenzio mentre tu va in giro a giocare con le altre donne?”-
Lydia non riuscì a fermarsi prima di dire quello che disse.
Improvvisamente, lui lasciò andare la sua mano come se si fosse stancato.
- “…… va bene. Allora andrò a chiederle di sposarmi o qualsiasi altra cosa. Puoi andare a dirglielo tu stessa.”-
Quelle parole che suonarono così fredde, portarono un intenso dolore a Lydia più del braccio che era stato appena afferrato molto forte.
Più che altro si sentì soffocata e se andò via correndo dall’ufficio.
- “Se è questo che vuoi veramente!”-
La voce di Edgar scagliatasi su di lei risuonava ancora nelle sue orecchie anche dopo che se ne era tornata in ufficio.
Connie non era più su divano e quindi Lydia si accasciò lei stessa su di esso.
Edgar aveva detto che avrebbe chiesto di sposarla.
In questa maniera Connie non sarebbe rimasta ferita e alla fine Till sarebbe nato come figlio della famiglia contesca.
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Era solo che fare il calmo picnic dell’altro giorno, sarebbe stato qualcosa a cui Lydia non sarebbe più stata in grado di partecipare. Non sarebbe più stata Lydia a scoprire un lato nascosto di Edgar in un momento inaspettato.
Questo è stupido. È un futuro che non sarebbe potuto accadere in primo luogo.
Eppure, Lydia divenne fortemente depressa e si vergognò. E poi qualcuno s’infilò tra i suoi capelli come se si stesse appendendo.
Quando guardò in alto, vide che Till stava guardando preoccupato verso di lei.
- “Till, cosa c’è? Non stavi giocando con Nico?”-
- “Madre, sei stata trattata male da padre?”-
- “Eh…., no, non è così.”-
Till poteva avergli sentiti mentre stavano avendo una discussione.
Pensò che non fosse corretto litigare alla presenza di un bambino e fece un sorriso preoccupato. Era nel completo atteggiamento mentale di un genitore.
Anche se Till non aveva niente a che fare con il futuro di Lydia proprio come Edgar.
- “Mi va bene se non nascerò in una famiglia contesca se mia madre non sarà felice. Anche se non fosse una famiglia ricca, fino a quando c’è un padre che non tratta male madre….”-
- “Uh, um, Till non è che mi stesse trattando male, ma le nostre opinioni stavano andando l’uno contro l’altro. Edgar diventerà un padre meraviglioso. Lui ti piace, no?”-

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Till annuì con sincerità.
- “Anche ieri, quando madre non c’era, ha giocato con me. Abbiamo giocato ai pirati, se fossi tornato con una schiava carina, il capitano mi avrebbe dato un premio.”-
- “il capitano…..?”-
- “Padre.”-
Pensò che l’idea di gioco di Edgar probabilmente non fosse buona per l’educazione di un bambino. Però, Lydia non era in alcuna posizione per riflettere su ciò.
- “Anche a Edgar tu piaci. Ecco perché va bene anche se non è tuo padre.”-
- “Allora, vuol dire a madre piace padre Edgar?”-
Lui era un libertino ed era un’irresponsabile, ma c’erano dei momenti in cui riusciva ad ammirarlo. Ecco perché, capì fievolmente che non sarebbe stata in grado di allontanarlo completamente.
- “Allora farete i bravi tra di voi da adesso in poi?”-
Però, quello era anche il motivo per cui non poteva perdonare il lato di lui che si divertiva con le donne.
Lydia piegò le gambe per inginocchiarsi e prese entrambe le mani di Till.
- “A dire la verità, la tua vera madre non sono io. In verità non vivo in questa casa, tu hai sentito che tua madre viveva qui e sei venuto qui, non è vero?”-

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Tll fece un’espressione confusa e inclinò il capo.
- “C’è una ragazza di nome Connie che lavora qui come cameriera. Credo che sia lei quella che sei venuto a vedere.”-
- “Lei è mia madre?”-
- “Lei ha quasi sfiducia negli uomini, ma credo che andrà tutto a posto. Le è capitato di avere dei sentimenti per Edgar. E beh… sembra che anche lui si stia piegando nel ritornare in una relazione con lei, per cui sto andando a dirglielo tra un pochino.”-
Devo parlare con Connie non appena riesco, nonosctante Lydia pensò ciò, il suo corpo non fu ancora in grado di muoversi.
Ohh, ho ancora il lavoro di stamattina che non ho finito. Sarebbe bene se lo facessi dopo aver finito il lavoro, sono sicura.
Sto continuando a dire che sono attratto da te, eppure dici che dovrei sposare un donna diversa?
Si chiese se far questo fossa la cosa migliore. Si chiese se quello che stava per fare fosse rifiutare i sentimenti di Edgar.
Quello che aveva detto sembrò provenire dal suo cuore, senza tempo per mentire.
Quando diventò confusa in quella maniera, fu ancora e ancora meno in grado di alzarsi. Non riuscì nemmeno a rendersi conto che Till aveva lasciato la stanza silenziosamente.

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*
Pensavo che quando sarei nato, la prima cosa che avrei visto sarebbe stata mia madre. Till era ancora uno spirito di una cicogna e non era un bambino umano, ma quando si era svegliato in quel maniero contesco e aveva aperto un po’ gli occhi, la prima cosa che aveva visto era stata Lydia e in quell’unica occhiata le era piaciuta immediatamente.
Stava guardando giù verso di lui e le aveva fatto un sorriso gentile. Era sicuro che fosse sua madre. Però, Lydia aveva detto che non era vero.
Se lei stava dicendo così, allora la madre di Till doveva essere quella ragazza di nome Connie.
Ma più di questo, Till sentì dolore al vedere come era sembrata Lydia. Appariva così felice il giorno prima, ma oggi sembrava essere addolorata.
Padre Edgar ha detto che vuole sposare madre Lydia. L’aveva detto veramente ieri e Till solo sentito il nome ‘Lydia’ carico d’amore provenire dalle labbra di suo padre.
Non aveva mai sentito il nome Connie.
Ma sua madre di nome Connie amava padre Edgar e padre ha litigato con madre Lydia e ora vuole sposare madre Connie.

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E a soffrire sembrava madre Lydia.
Affinché Till diventasse umano, era venuto lì perché colei che sarebbe diventata sua madre non avesse perso il sentimento d’amore per qualcun altro. Se Connie era la madre di Till, allora doveva assicurarsi che non perdesse il suo sentimento d’amore.
Però, non voleva che Lydia diventasse triste a causa sua. Till non riusciva a immaginare di perdere quel sorriso fatto per lui al loro primo incontro.
- “Connie se stai andando per un lavoro, allora fai in modo di tornare a casa senza fare altre soste.”-
Till sentì una voce e si fermò a una delle scale e sbirciò giù dall’ombra delle ringhiere.
- “Sì, Miss Rain.”-
Una giovane cameriera diede una rapida risposta a una vecchia governante e stava giusto per uscire dalla porta della cucina.
Doveva essere la Connie di cui stava parlando Lydia.
Era una ragazza dai capelli neri e doveva avere circa la stessa età di Lydia. Però, poco importa quanto Till la fissasse, non ci fu nessuna profonda emozione che sorse dentro. Non sapeva se un bambino umano fosse in grado di riconoscere una relazione di sangue solo guardando qualcuno. Solo che, a Till che era uno spirito di cicogna, il primo vero sorriso fatto per lui era il segno di una madre a cui poteva accoccolarsi. Era una forte impressione che non sarebbe potuta cambiare tanto facilmente.
Till seguì Connie.

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Ieri c’era stato un così bel tempo, eppure oggi, stava cadendo una leggera pioggerella a Londra. Le persone che passavano vicino alle strade aveva infilato la testa nei cappelli per nascondersi dalla pioggia e non prestarono nessuna inutile attenzione camminando con passi frettolosi.
Per Till che stava rendendosi invisibile era naturale che nessuno lo notasse.
Nel momento in cui Connie si fermò per attraversate la strada, Till le si avvicinò da dietro e le spruzzò un po’ di polvere magica fatata. Connie non notò nulla, ma con quello era sicuro che si sarebbe persa nel suo viaggio di ritorno alla maniero contesco e sarebbe finita con l’andare in tondo nello stesso luogo. Mentre lei si sarebbe persa, lui avrebbe chiesto a padre Edgar e a madre Lydia di riconciliarsi tra di loro di nuovo. Till tornò di corsa al castello contesco.
L’area attorno alle sue ali sembrò inusualmente pesante, erano probabilmente bagnate per la pioggia.
*
Anche quando arrivò sera, Lydia non fu in grado di decidersi a parlare con Connie e lo fece sembrare come se non riuscisse a fermarsi dal lavorare, eppure il suo lavoro non stava andando affatto avanti, lei fece un sospiro dando uno sguardo al cestino pieno di carte accartocciate con i suoi errori di scrittura.

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Proprio allora, il maggiordomo entrò correndo nella stanza con uno sguardo nel panico.
- “Miss Carlton, c’è una emergenza. Il giovane signorino Till è stato trovato a terra su di un lato vicino alla porta della cucina…...”-
- “Cosa, Till?”-
Quando corse dietro Tomkins che la guidava, vide il piccolo bambino poggiato a riposare su un largo, letto aperto.
Til aveva rannicchiato il corpo e sembrava sentirsi male.
- “Till, cosa c’è? Non ti senti bene?”-
Lydia si sedette sul bordo del letto e gli parlò gentilmente ma lui non diede nessuna risposta.
- “Mister Tomkins, dov’è Edgar?”-
- “E’ ancora fuori e non è ritornato. È stato proprio quando abbiamo mandato un messaggero per informarlo.”-
- “Oh, no, cosa dovrei fare…., oh, un dottore….”-
- “Sarà una buona idea chiamarne uno?”-
Tomkins fece velocemente un occhiolino con i suoi occhi che erano posti lontano con un’espressione confusa visto che sapeva che Till era una fata. Non c’era modo che un dottore umano conoscesse qualche malattia delle fate.
- “Mi dispiace, devo essere piuttosto scossa.”-
Lei era il dottore delle fate eppure non aveva idea che cosa fare e questo la stava facendo infuriare.
Eppure, Lydia cercò di muoversi a pensare qualcosa.

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Ci doveva essere una ragione sul perché questo fosse successo a Till. Se fosse stata in grado di scoprirlo, era sicura che Till sarebbe guarito. Poco tempo prima, gli aveva detto che non c’erano errori che la cameriera di nome Connie fosse la sua vera madre. Forse era andato a incontrare Connie, e se era così, c’era la possibilità che lei sapesse qualcosa che poteva essere accaduto a Till.
- “Mister Tomkins, mi scusi ma potrebbe andare a cercare una cameriera di nome Connie.”-
Quando a Lydia venne in mente ciò e lo disse, il maggiordomo annuì e lasciò la stanza. Dopo un po’, apparì la governante Harriet.
- “Connie è andata fuori per lavoro e non è ancora tornata.”-
Dicendolo, Harriet oscillò il suo corpo grassottello come se volesse lamentarsi di qualcosa.
- “Le ho detto così tante volte di non fare fermate. Sono sicura che è andata al maniero dove ha lavorato precedentemente e si sta aggirando lì attorno. Santo cielo, è sempre così quando la mando fuori per lavoro.”-
- “Il maniero dove ha lavorato? Mi chiedo se voglia ritornare lì.”-
- “Non sarà in grado di ritornare perché è stata licenziata. Se una cameriera arriva in intimità con il figlio della casa, è naturale che il padrone della casa la butti fuori.”-
Lydia fu completamente colta di sorpresa e guardò Harriet a bocca aperta.
- “Connie, stava con il figlio di la….”-
- “Oh, perché, sì, lei è una ragazza piuttosto onesta e aperta, ma sembra che sia alquanto suscettibile a innamorarsi e ha creato numerosi problemi in tutti i posti in cui ha lavorato. Il figlio della casa precedente era un conoscente del nostro padrone ed è venuto a chiedere l’aiuto del nostro lord perché lei gli aveva detto che sarebbe morta piuttosto che rompere la relazione con lui. È stato quando il giovane figlio ha avuto una proposta di matrimonio, se questo problema con la cameriera si fosse prolungato, allora il figlio ha detto che sarebbe stato buttato fuori dalla famiglia da suo padre…… questa è una cosa piuttosto terribile in sé; lo sapete che se una cameriera viene buttata fuori dal suo posto avrà dei tempi piuttosto difficili a cercare lavoro ovunque senza dei documenti in regola? Dal momento che è una questione di vita e di morte per una ragazza che non ha nessun a cui affidarsi, non c’è da sorprendersi se si aggrappasse al pensiero di suicidarsi.”-

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- “Quindi Edgar l’ha fatto per il bene del suo conoscente e per lei”-
- “L’ha fatto perché potesse assumere Connie ed è diventato il ponte tra di loro cosìcchè non ci fossero problemi causati dalla loro rottura. Il nostro signore può essere quel tipo di persona, ma non farebbe nulla per ferire una ragazza che sta in una posizione più debole. Anche il figlio sembrava come se non fosse in grado di tenere la testa alta in presenza del mio signore, dopo quello.”-
Edgar aveva detto che c’era un equivoco riguardo a qualsiasi rottura con Connie.
Per cui non era una bugia.
Eppure, era andata a incolpare Edgar di tutto.
- “Ohh, mi dispiace, ho continuato e continuato a chiacchierare senza ragione. Chiederò a qualcuno di chiamare Connie. Vi farò sapere quando sarà tornata.”- disse Harriet.
Anche quando Harriet lasciò la stanza, Lydia non prestò attenzione ed fu completamente scioccata di se stessa per essere arrivata così velocemente a una conclusione.
Non c’era nessun motivo di mettere assieme Connie e Edgar e questo aveva dato a entrambi solamente un senso di dispiacere.

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Per provarlo, aveva litigato con Edgar.
Sopra a tutto, Till si era anche ammalato e Lydia non aveva nessuna idea di cosa fare.
Si sentì così nauseata da se stessa e non riuscì a rilassarsi mentre stava andando in giro in circolo per la stanza, Till aprì di poco gli occhi.
- “……...madre Connie non tornerà a casa oggi. Perché ha trovato qualcun altro che le piace, ed è andata a vedere quella persona.”-
Non aveva idea di cosa stesse parlando. Quella mattina Connie non era stata nemmeno in grado di mangiare nulla perché non era guarita dal dolore del cuore spezzato e ora aveva un altro interesse amoroso?
- “Ecco perché, madre Lydia, per favore sposati con padre Edgar….. non ti piace padre?”-
- “Co-cosa stai dicendo. Io….”-
E allora, Lydia capì qualcosa e afferrò la mano di Till.
- “Till, cosa le hai fatto?”-
Anche se fece un’espressione soffocata, Till cercò di sorridere.
- “Anche se non sono il figlio di madre, madre mi piace ancora.”-
- “….. per cui hai usato la magia delle fate?”-
Se era così, allora Connie doveva essersi persa e non era in grado di ritornare. c’erano tanti posti a Londra che erano pericolosi e c’era una pioggerella che stava scendendo giù.

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A questo punto se fosse diventato buio, avrebbe potuto accaderle qualcosa di brutto.
Poteva già esserle successo qualcosa e se era così, Till non sarebbe stato in grado di nascere.
Forse, era per questo che Till si era ammalato.
Lui chiuse di nuovo gli occhi, invece si sembrare addormentato, Till sembrò aver perso conoscenza e c’erano così tante piume della sua fragile schiena che erano cadute.
A quel punto, avrebbe potuto morire.
- “Lydia, come sta Till?”-
Era la voce di Edgar. Sembrava fosse venuto di corsa, quando entrò nella stanza con ancora il cappello e il bastone nella mano, Lydia andò di corsa verso di lui come per aggrapparglisi.
- “Edgar, cosa devo fare….., è colpa mia, non ho pensato ai sentimenti di Till e gli ho detto che Connie era sua madre.”-
- “va tutto bene, Lydia. Tutto andrà bene.”-
Edgar lo disse anche se non aveva idea di cosa stesse succedendo.
Anche quando venne cullata gentilmente tra le sue braccia, non ebbe il tempo per sentirsi imbarazzata come al solito e invece si sentì sollevata dalle sue carezze tra i suoi capelli per rilassarla, Lydia continuò a blaterare.
- “Ero arrivata a piacere a Till e si stava affezionando a me eppure….”-

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- “Non è colpa tua.”-
- “Ma un bambino così piccolo è chiaro che si sentirebbe ferito se gli venisse detto che ha sbagliato madre. Eppure io…..”-
- “Ora, senti, Lydia, se ti preoccupi così, allora Till non sarà in grado di rilassarsi. Non importa che tipo di malattia abbia, è importante che rimanga in pace.”-
Lydia realizzò qualcosa e alzò la testa di scatto.
- “Oh, ora ricordo, devo andare a cercare Connie. È stata intrappolata nella magia di fata e non ritornerà indietro al sicuro, allora Till morirà.”-
Però, Edgar non tolse le braccia da Lydia e rimanendo tale chiamò Raven.
- “Lasciamo che vada lui.”-
- “Non può, io devo andare, lui verrà catturato dalla magia di fata con lei e si perderà.”-
- “Va bene così, tu devi restare qui.”-
Edgar girò gli occhi e guardò verso Till e vide le piccole mani di Till che si stavano aggrappando inconsciamente a una ciocca di Lydia.
- “Vado io con lui.”-
Vicino a Raven, mentre disse ciò apparì Nico senza che nessuno se ne accorgesse.
Trattandosi di Nico, sarebbe stato in grado di aiutare a far ritornare Connie, catturata nella magia delle fate.

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Ma per lui, che trovava la cosa seccante, era raro che si offrisse una mano come aiuto.
- “Grazie, Nico. Anche tu sei preoccupato per Till.”-
- “Nnn, quando stavamo giocando sono saltato sul tetto dal balcone, lui non è stato in grado di tenere il passo ed è caduto.”-
- “Coosa, santo cielo Nico.”-
- “Anche se è una fata appena nata, non ci dovrebbero essere problemi se cadesse e basta.”-
Ma sembrava che ne fosse ancora un po’ preoccupato.
- “Quindi, andiamo, Raven.”-
Guardandoli uscire, andò verso Till e si sedette.
Anche Edgar si sedette vicino a lei e accarezzò i paffuti capelli di Till.
Guardando la scena in modo vago, Lydia fu in grado lentamente di calmarsi e ricordò di avere qualcosa di cui scusarsi con Edgar.
Era stata Lydia a fare quel commento offensivo, ma visto che Edgar l’aveva trattata come se nulla era successo, lei se ne era completamente dimenticata.
Anche in quel momento, Edgar guardò verso Lydia e le sorrise come per calmarla.
- “…...mi dispiace, non eri tu ad avere una relazione con Connie. L’ho sentito a da Ms. Harriet, io...”-

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- “Ahh, sì, ero un po’ ferito.”-
Lo disse con un sorriso, ma Lydia sentì la sua colpa diventare più forte.

-“Ho perso veramente le staffe e non sentito come dovevo quello che avevi da dire e ho detto delle cose piuttosto orribili.”-
- “E’ tutto a posto. Questo vuole solo dire che tutto quello che ho fatto fino adesso era quello di un uomo che ti ha fatto sentire a disagio. Ma, sai, non ci sarà mai una cosa del genere come il fatto che mi possa stancare di te o che i miei sentimenti muoiano. Se tu accettasi il nostro matrimonio, allora ti garantisco che non te ne pentiresti mai.”-
- “Sì.”-
- “Stai pensando che lo sto dicendo solo per dire?”-
- “Um, questo….” -
- “Non dirai cose come non ho nemmeno la possibilità di redimermi?”-
- “…….capisco. Mi dispiace.”-
- “Avere te che ti scusi, è piuttosto eccitante.”-
Mi chiedo se abbia veramente intenzione di redimersi.
Lei era nella posizione di scusarsi e quindi non poteva permettersi di arrabbiarsi, perciò Lydia rimase confusa mentre Edgar la fissava e le fece diventare rosso il viso.
- “Hai capito che sono un gentiluomo che non metterebbe mai le mani addosso su una cameriera?”-

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- “Sì.”-
- “Ma, se tu fossi una cameriera, sono sicuro che cercherei di vincere il tuo affetto. Anche se tu fossi la regina, vorrei intrufolarmi nella tua camera pronto ad affrontare la ghigliottina.”-
Quando lo sentì parlare in quel modo così esagerato come al solito, sentì che non c’era più il disagio dovuto al loro litigio.
Ecco perché in quel momento, non sentì nessun dispiacere alle sue battute dolci e ai suoi sguardi infuocati. Era inusuale per lei, ma Lydia sentì come se fosse felice di essere dalla parte di Edgar. Stava badando a Till con lei e aveva fatto in modo di lenire il suo nervosismo con una intelligenza che non aveva dato l’impressione di gravità o serietà.
Mentre Edgar baciò la fronte di Till, lei si sentì onestamente felice che lui fosse lì.
- “Lydia saresti stata infelice se avessi chiesto la mano a Connie, non è così.”-
Ed era il solito Edgar, con la sua eccessivamente alta considerazione di sé.
- “Non lo so.”-
Però, Lydia non lo sapeva veramente e riuscì solo a lasciare nell’ombra il suo lato testardo e a dare quel tipo di risposta onesta.
- “Questa è una risposta opportunista abbastanza rara.”-
- “T-tu lo credi.”-

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- “Sono solo felice di non essere stato rifiutato.”-
Edgar prese la mano di Lydia tra le sue e le fece prendere la mano di Till.
- “Till starà sicuramente bene. Visto che è nostro figlio, ce ne assicureremo per lui.”-
Lydia sperò sinceramente che fosse così.
Se Till fosse rimasto con loro, Edgar non sarebbe stato il solito cascamorto irresponsabile e sarebbe apparso come qualcuno di cui fidarsi capace di apprezzare la famiglia.
Era Lydia a non essere in grado di credere a quella parte di lui, anche se avrebbe potuto essere il suo vero io.
Però, in quel preciso momento, pensò che poteva avere fiducia in Edgar per il bene di Till.
- “Visto, anche Till sta cercando di combattere.”-
Lydia percepì una piccola presa sul polpastrello.
Edgar sostenne le spalle di Lydia. Lei non sentì voglia di scappare come al solito, non doveva aver percepito alcun tipo di frivolo attacco civettuolo.
Lui stava fortemente sostenendo Lydia preoccupata di Till e che era così spaventata che avrebbe potuto frantumarsi.
- “Edgar, tu, tu sembri simile a mia madre.”-
La sua tensione si alleviò e quando cercò di trovare qualcosa da dire, la frase venne fuori dalla bocca così com’era nella sua testa.
- “E’ così?”-

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Però Edgar semplicemente ascoltò le parole incoerenti di Lydia come se fossero interessanti.
- “….. quando ero giovane, una volta sono caduta da un albero. Mio padre era veramente preoccupato ed era fuori di sé, ma mia madre disse che era tutto a posto e non era affatto agitata. Alla fine, era proprio come mia madre aveva detto, ma credo di aver preso da mio padre.”-
- “Allora, noi due siamo in grado di diventare dei perfetti marito e moglie. Per entrambi è sicuro che siamo in grado di supportarci a vicenda proprio come i tuoi genitori che rispetti.”-
.. mi chiedo che questo possa essere vero.
Lydia poté solamente sussurrarlo nel suo cuore, ma decise in sincerità di abbandonarsi tra le braccia di lui. Stando così, era in grado di credere che Till sarebbe stato bene.
*
-“Lord Edgar, sono ritornato.”-
Lei spostò gli occhi vagamente per la stanza al suono della voce di Raven. Lydia era ancora appoggiata su di Edgar, ma lui non cercò di lasciarla andare, per cui decise che era a posto stare in quel modo.
- “Ahh, Raven, ottimo lavoro.”-

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Da quelle semplici parole, Raven colse l’allusione che il suo lavoro era finito, fece un inchino e lasciò velocemente la stanza.
Connie la cameriera che stava in piedi con Raven venne lasciata da sola e rimanendo senza nessuna idea di cosa fare, fece un timido e nervoso inchino.
- “Um, mio signore, sono terribilmente dispiaciuta. Per qualche ragione, mi sono persa e non sono stata in grado di tornare a casa.”-
Sembrava che fosse spaventata dell’idea che stesse per essere strigliata, perché era stata portata in primis dal padrone della casa.
- “Non ho nessuna intenzione di licenziarti. Più di questo….”-
- “E’ vero? Oh, grazie al cielo!”-
Connie sembrò rilassarsi mentre fece fuoriuscire una voce energica. Mostrava un’impressione completamente differente da quando era stata di malumore quella mattina, ma era tutto a posto fino a quando si fosse sentita meglio. Lydia alla fine ricordò che aveva fatto in modo che la ragazza tornasse per il bene di Till e quindi si alzò.
- “Connie, ti stavo aspettando.”-
- “Oh, Miss grazie per quello che avete fatto prima. Mi sento molto meglio adesso. Perché, credo che sarò in grado iniziare un nuovo amore!”-
- “Un nuovo amore?”-
Lydia fu sorpresa a quello che la ragazza aveva improvvisamente detto. Era stato giusto quella mattina che la ragazza era depressa e stava pensando all’amante che l’aveva abbandonata. Non era giusto un po’ troppo in fretta.

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- “Mi stava tenendo d’occhio da un po’ fino adesso, per cui stavo pensando a lui, ma quando sono caduta nella stanza della miss mi ha portato del latte e ho pensato quanto gentile fosse quella persona. Anche adesso, quando è venuto a cercarmi, mi guardava intensamente senza dire una parola. Sebbene sia un tipo silenzioso, sono sicura che sia qualcuno che pensa all’altro con tutto il suo cuore!”-
Poteva star riferendosi a Raven?
A Raven era stato semplicemente ordinato da Edgar e quindi non era già quello il motivo per cui aveva tenuto d’occhio Connie.
E inoltre, anche riguardo al latte, quello era successo perché Lydia gli aveva chiesto di farlo.
- “Sono felice di sentirlo. Sebbene l’amore sia importante, anche il lavoro lo è.”-
Quando Edgar disse ciò, Connie dovette sentirsi imbarazzata di quando fosse oltremodo eccitata e rispose solennemente con un ‘sì’.
Lydia rimase completamente colpita, mentre guardò Connie lasciare la stanza.
- “Va bene così? Lei ha un’impressione sbagliata su Raven.”-
- “Ci dovrebbe essere alcun pericolo? Prima che Raven realizzi l’affetto di Connie, credo che il suo interesse amoroso possa passare verso un altro uomo.”-
M-ma, oh, oh sì, ho fatto tornare Connie perché era lei quella che sarebbe diventata la madre di Till.
- “Lydia, sembra che Till si stia per svegliare.”-
Si girò alla voce di Edgar e vide che Till si stava sedendo sopra il letto e aveva afferrato le coperte e guardava intensamente nella loro direzione.

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Non mostrava alcun segno di malessere. A parte il fatto che i suoi capelli pigmentati sembrassero un po’ più lunghi, sembrava lo stesso. Questo era ciò che lei voleva pensare.
Però, Till era diverso da come era prima.
Al posto delle deboli ali dove erano cadute le piume, c’era un paio di larghe ali che sembravano lunghe quanto la sua altezza.
Erano delle magnifiche ali di cicogna che avevano delle piume nere capaci di sferzare l’aria.
- “Io, io mi chiedo cosa mi sia successo….”-
Sembrava che Till non sapesse cosa stava succedendo mentre girò la testa intorno per controllare la sua schiena.
- “andrà tutto bene Till. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.”-
Sebbene Lydia non sapesse cosa stava succedendo, arrivò correndo e cercò di non spaventare Till.
- “Deve essersi trasformato in un adulto, sono sicuro.”-
Disse Edgar a malincuore.
- “Adulto, ma ha ancora il corpo di un bambino.”-
Lydia abbassò la voce e discusse con lui, ma ci fu un’altra voce che provenne dalla finestra.
- “E’ proprio come dice il lord.”-
Proprio vicino a Nico, c’era una cicogna che stava riposando lì le ali. Sembrava che ad aver parlato fosse stata quella cicogna.

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- “Nonno….”-
Mormorò Till.
- “Cosa, lui è il nonno di Till?”-
- “Ha detto di essere il capo del loro clan. Sembra che è andato in giro a cercare il piccolo neonato.
Quando stavo cercando la cameriera, mi è capitato di incontrarlo e quando ho menzionato della malattia di Till, l’ho fatto venire con me.”-
Nico gonfiò con orgoglioil petto per il suo successo.
- “Quel piccolo non è ammalato. È solo che le sue piume di pulcino sono state rimpiazzate.”-
La cicogna saltò dalla finestra, arrancò dalla loro parte e aprendo le sue ali fece abilmente un inchino.
- “Lord Conte Cavaliere Blu e mia signora Dottore delle fate, sono terribilmente spiacente per i problemi che vi sono stati causati. Dal principio, noi fate cicogna non abbiamo dei genitori uccelli. Però, quando siamo dei pulcini, sembra che i piccoli siano suscettibili alla solitudine del non avere genitori nel momento in cui vedono un genitore cicogna con il figlio. Ed è lì che è nata la norma per il resto di noi di dire loro loro che avranno dei genitori quando diventeranno dei bambini. Sebbene, ovviamente sia una superstizione.”-
- “Superstizione? Allora, mi chiedo da dove venga la superstizione che la cicogna porti i bambini umani.”-
Quando Edgar inclinò la testa da una parte, la vecchia cicogna replicò solennemente.
- “Questo perché quando prendiamo forma umana, siamo in grado solo di trasformarci in bambini.”-

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In un battito d’occhi, il vecchio capo clan trasformò la sua forma in quella di un bambino appena nato.
- “Ci sono stati un po’ di umani che ci hanno visto in questa forma, quando in passato ci mescolavamo con le cicogne.”-
- “….. capisco.”-
Il capo clan ritornò immediatamente nella sua forma di cicogna, ma Till rimase ancora nella sua forma di bambino, era rimasto scioccato che non sarebbe potuto diventare un vero umano.
- “Nonno….., allora, era una bugia che sarei diventato il figlio di questa famiglia?”-
- “Tu eri eccezionalmente solo, per cui volevo che avessi quel sogno. Se si trattava di questa famiglia del Conte Cavaliere, ho pensato che non ci sarebbe stato nessun danno se tu fossi venuto a dare un’occhiata ora e ti ho detto così, ma sembra che un membro del nostro clan ti abbia preso in giro tirando fuori la bugia che tua madre non avesse fiducia negli uomini.”-
Il che voleva dire che anche Connie non era la madre di Till.
- “Adesso capisci, ora che non sei più un pulcino. Ora devi diventare un vero spirito di cicogna.”-
Al venirgli detto ciò dal più anziano del clan, Till fece un’espressione di solitudine e guardò verso Lydia. Till era cresciuto in un lasso di tempo così breve, per cui doveva comprendere bene la cosa. Però non era che fosse triste, il sentimento di solitudine sarebbe ragionevolmente scomparso.
Lydia senza pensare abbracciò Till tra le braccia.

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- “Ci andrebbe bene prenderci cura di Till! Fino a che i suoi sentimenti non sono pronti, può vivere con noi…vero, Edgar?”-
- “sì, certamente.”-
Madre, mormorò Till calmo. Lydia pensò, per favore non andartene presto.
Però alla fine lasciò andare Lydia, si mise in piedi e guardò verso la loro direzione.
- “padre Edgar, madre Lydia, grazie molte. Sebbene sia stato breve, mi è sembrato come se fossi diventato il vero figlio di questa famiglia e mi avete fatto molto felice.”-
Con un viso sull’orlo delle lacrime, disse ciò con un sorriso e aprì ampio le sue fresche ali rinate.
Non era più un bambino. Non c’era modo per evitare loro di lasciare il nido.
- “Arrivederci. Spero che entrambi non litighiate più.”-
Ci fu una volata improvvisa che doveva essersi creata dal battere delle ali delle fate cicogna. Lydia chiuse gli occhi per un secondo, ma quello che vide quando gli riaprì di nuovo furono le due cicogne volare in circolo nell’aria al di fuori della finestra.
Alla fine, i due sparirono nelle nubi che volavano nel cielo dopo la pioggerella all’orizzonte.
Lydia non era in grado di accettare l’improvvisa dipartita e tirò su le piume che erano cadute sul letto.
Si sentì così sola e non riuscì a muoversi dalla finestra vicino cui era in piedi.

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Sentì la presenza di Edgar dietro lei. Lui aprì le braccia per abbracciarla e la cullò amorevolmente con le piume di Till.
- “Andrà tutto bene.”-
Lydia fu confortata dalle sue parole.
- “Sebbene per un breve periodo, Till è stato veramente nostro figlio.”-
- “Sì…… hai ragione.”-
Inusualmente, Lydia annuì, sentendo che i loro cuori erano uno solo.
Proprio perché Till era stato con loro, lei era in grado di essere onesta di fronte a Edgar. Dentro Lydia, la sua presenza era effettivamente aumentata. Da quel momento in avanti, avrebbe avuto fiducia in lui un po’ di più e pensò che non avrebbe litigato con lui tanto facilmente.
Visto che, il simbolo della felicità, una fata cicogna, era venuta giù volando da loro….
- “Ero così felice che hai detto che noi due avremme badato a Till. Ho pensato che tu fossi riuscita a conoscermi giusto un po’.”-
- “….. sì.”-
- “Hai cominciato a volere un’adorabile bambino?”-
- “Sì….”-
- “Allora, ti aiuterò con questo quando lo vorrai.”-

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Un gentile bacio venne posato sul suo orecchio e Lydia alla fine capì il significato della loro conversazione e diventò d’un rosso brillante.
Divenne così imbarazzata e agitata che il sangue salì alla testa e i sentimenti onesti che erano in lei sparirono e usò tutto la sua forza per sbattere via la mano di Edgar.
- “No, grazie, non sarà necessario!”-



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