mercoledì 30 settembre 2015

Hakushaku Cap 2 Vol 3 light novel ita

Cap 2: La confusione al Ballo
Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi

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Dal giorno in cui era stato deciso che sarebbero stati invitati alla ballo del Conte, alla Residenza dei Carlton dove Lydia viveva, le cose stavano venendo preparate freneticamente. Erano così indaffarati che lei aveva dimenticato la locazione della 'luna' della regina delle fate e l'organizzazione che stava combattendo contro il Principe. Non c'erano stati incidenti dopo quello, infatti Lydia si era dimenticata della brutta sensazione che ne era susseguita. Aveva bisogno in fretta di un abito sartoriale e di scarpe in pandan, e guanti e acconciature e anche l'imparare e ricordare come ballare e le regole di un comportamento cortese. Prima di tutti Lydia non aveva alcun vestito che fosse adatto per partecipare a un evento formale. Quando era andata all'opera e alla residenza della nobildonna, da cui era stata trascinata da Edgar, aveva indossato vestiti che erano stati preparati dallo staff della casa del conte. Le era stato detto di accogliere la ragione per la quale andava in quei luoghi, cioè quella di far accettare alla società un dottore delle fate, che era stato privatamente assunto dalla famiglia contesca. Immaginò che anche questo imminente ballo, fosse una cosa simile, ma suo padre, che si stava esercitando per il bene della sua unica figlia, l'aveva corretta in maniera insolitamente decisa, che dal momento che era stata formalmente invitata, non doveva considerare questo come un ulteriore estensione di servizio del suo lavoro.
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Il padre di Lydia era un professore universitario e aveva dei buoni legami con persone dell'alta società, ma non gradiva meravigliosi ambienti sociali, per cui non metteva fuori il naso a meno che non ci fosse un invito che non poteva verosimilmente rifiutare.
Ma in questo caso, per non far passare sua figlia in un'esperienza imbarazzante, era stato deciso che anche lui vi avrebbe preso parte. Ecco perché c'era molta agitazione e disordine in casa Carlton, per fare qualcosa a cui non erano abituati. Mentre stavano facendo questo e quello, il giorno del ballo arrivò. Dal pomeriggio il padre di Lydia era andato dal barbiere, lavato i suoi abituali capelli incolti e stava aspettando il sarto che era in ritardo, togliendo ripetutamente e pulendo i suoi occhiali. Dal momento che non c'era abbastanza tempo, il vestito di Lydia poté essere ultimato solo il giorno del ballo. Alla fine, arrivò in serata, ma la governante fu abilmente in grado di aiutare Lydia a indossarlo e ce la fecero in tempo. Il vestito in mussolina di lana aveva attaccati dei graziosi fiocchi crema. Un pizzo lavorato a mano decorava il collo e la gonna. I suoi capelli, che normalmente lasciava correre lungo la schiena, erano stati acconciati fascinosamente e alla moda come per una giovane lady. Dopo averli decorati con un ornamento a forma di fresia e aver aver indossato i guanti che le arrivavano al gomito, fu pronta.
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Venne chiamata dal padre in corridoio e la governante uscì per rispondere e quando Lydia finì il suo ultimo controllo di sé, chiese a Nico quale fosse la sua impressione su di lei.
- “Nico, cosa ne pensi?”-
- “Come potrei saperlo.”-
Nico sbadigliò e si alzò.
Nico stava guardando gli umani correre come se non gli importasse, ma indossava una cravatta in seta bianca nuova di zecca. Sembrava che anche lui stesse per partecipare al ballo.
- “Il sarto ha detto che il bianco sarebbe stato perfetto se questo è il mio primo ballo. Ma, non pensi che sia troppo chiaro e poco comfortante?”
- “Va bene, dato che sei giovane.”-
- “Con il bianco, il sarto dice che si può riusare ritoccandolo e se si cambiano i fiocchi e il pizzo, diventa un nuovo vestito tutte le volte che si vuole.”-
- “Stai pianificando di partecipare a così tanti balli?”-
- “Il vestito formale per una tarda soiree mostra le spalle più di quanto mi aspettassi.”-
- “Ma mi stai ascoltando?”-
Ruotando il corpo di fronte allo specchio, Lydia controllò la schiena.
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- “Hey, non credi che la schiena sia troppo scollata?”-
- “E sembri piuttosto eccitata.”-
Lydia ritornò alla realtà.
- “C-cosa stai dicendo. Questo è lavoro, solo lavoro.”-
- “Credo che va bene che ti diverta. Non è qualcosa che si può comparare al ballo in periferia, giusto? Potrai vantartene con la gente di campagna.”-
Questo era vero, il ballo era il sogno di ogni ragazza. Lydia non era un'eccezione.
C'erano balli anche in campagna, che era la sua città natale. Erano piccole feste ospitate da famiglie della classe media, ma erano un oggetto di adorazione di tutte le ragazze che non avevano mai lasciato la campagna. Comunque, Lydia non era mai stata ad un ballo. Dal momento che era vista come una stramba, anche se avesse partecipato ad un ballo di una piccola città dove tutti ci conoscevano, pensò che non sarebbe stata in grado di divertirsi. Ma quello in cui stava per partecipare quel giorno era un vero ballo. Un ballo che era una favola fuori da un sogno, tenuto per nobili e aristocratici. Le sue abilità nella danza non erano da sogno, ma se non avesse incontrato Edgar, questa opportunità non sarebbe arrivata. Decise che si sarebbe goduta l'atmosfera glamour nel miglior modo possibile.
- “Hai ragione. Se vado sarebbe uno spreco non godermela.”-
- “Ma, veramente, non dovresti ballare con qualcuno che non conosci. Imbarazzerai gli uomini.”-
Nico lo disse solo perché aveva guardato le lezioni di danza di Lydia, quindi le sue abilità dovevano essere peggiori di quanto avesse immaginato.”-
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L'istruttore le aveva detto che andava bene, ma lei ebbe la sensazione che i muscoli del suo sorriso tirato si stessero contraendo a disagio.
- “Per cui dovrei dire a Edgar di ripensarci.”-
Questo sarebbe stato molto rilassante per Lydia.
- “Oh, perché non ballate voi due. Così scarichi la frustrazione che hai accumulato verso il Lord Conte.”-
Nico stette in piedi con le sue zampe posteriori e colpì l'aria con la zampa davanti come se stesse prendendo a pugni qualcuno.
Cosa dovrebbe dire questo.
Dal corridoio, Lydia sentì una voce che la stava chiamando. Sembrava che il padre non fosse ancora riuscito a decidere sulla cravatta. Lydia gli gridò che stava arrivando e alzò di poco l'orlo della gonna. Dovette spingere giù la crinolina che era sotto la gonna per gonfiarla, in modo tale da riuscire a passare attraverso la porta. Il che voleva dire che per muoversi con un abito formale, le porte di quella casa e le scale erano troppo strette.
- “Oh buon dio, sembra che potresti inciampare in casa e non essere in grado di rialzarti.”-
mormorò Nico, ruotando gli occhi. Nel momento in cui arrivarono alla casa del Conte, c'era un numero infinito di carrozze con stemmi parcheggiati di fronte all'entrata del palazzo.
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Chi usciva da quelle carrozze erano donne e gentiluomini, tutti vestiti in raffinati ed eleganti abiti da sera. Entrarono nell'ingresso del palazzo del Conte come se stessero venendo trascinati. Lydia e suo padre scesero dalla carrozza e vennero guidati dai servitori verso la linea.
Era una sala che conosceva, ma dopo che era stata coperta con un nuovo tappeto e numerose lampade e decorata con fiori e vestiti, Lydia sentì come se fosse finita in un mondo diverso e mosse la testa in maniera poco da lady, per guardare tutto attorno a lei. Dalla sala d'entrata la scalinata saliva su un piano superiore, curvando in un arco. Una volta che la salirono, entrarono in una grande sala. Le porte della grande sala che collegavano differenti stanze erano state tutte aperte e gli ospiti vestiti in modo raffinato che erano già arrivati, erano tutti indaffarati a parlarsi a vicenda. Suo padre le toccò la spalla e quando finalmente ritornò a guardarlo, vide che Edgar stava di fronte a loro.
- “Milord è un onore essere in grado di partecipare a un simile raffinato evento.”-
- “Benvenuti, Professor Carlton e Miss Lydia.”-
Quando fu chiamata in quel modo, si ricordò che era venuta lì come la figlia di Carlton, non come suo dottore delle fate. Con quel differente stato mentale, si supponeva che fosse abituata a vederlo, ma quando lui le fece un sorriso, il suo cuore fece un balzo.
- “Buonasera.......Lord Edgar.”-
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Ricordò a se stessa che non poteva parlargli nel loro abituale modo franco, ma improvvisamente sentì una grande distanza crescere tra di loro, cosa che fu una strana sorpresa.
- “Prego fate pure con calma e divertitevi.”-
Dicendo solo quello, i suoi occhi si spostarono da Lydia e da suo padre.
Doveva dare il benvenuto agli ospiti che arrivavano uno dietro l'altro e non aveva il tempo da dedicare a Lydia. Realizzò che era impossibile trarre altre parole da lui e si sorprese di sé, visto che apparentemente stava aspettando di sentire qualcosa in più da lui. Quando fu lì per andarsene, il suo braccio venne trattenuto con gentilezza. Come se stesse ricevendo una lettera segreta, Edgar nascose una rosa color rosa corallo nella mano di Lydia.
- “Indossalo al collo del tuo abito.”-
Lo disse nel suo orecchio e Lydia sentì che le fosse stato chiesto di mantenere un segreto da suo padre, e quando suo padre ritornò a guardarla, lei nascose velocemente la rosa dalla sua vista.
-“Lydia?”-
- “Non è niente, padre..... pensavo che dovrei andare a prendere qualcosa da bere.”-
- “Va bene, io vado a salutare il Duca Masefield.”-
Lasciando suo padre, Lydia si mescolò nella folla di persone e fece un sospiro di sollievo.
- “Perché devo essere così nel panico?”-
Era normale per Edgar agire come se ci fossero dei sentimenti dietro le sue azioni.
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Prima di tutto, venirsi dire di mettere una rosa sul collo del suo abito, voleva forse dire che il suo vestito era troppo semplice e che gli serviva più decoro. Ancora una volta, diede un'occhiata alle persone attorno a lei e vide che tutte le donne indossavano degli affascinanti e luccicosi abiti. L'abito che aveva pensato fosse bellissimo a casa sembrava effettivamente banale, una volta che un fiore selvatico come lei si trovava in mezzo ad un campo con grandi fiori sbocciati come loro. Usando una finestra come specchio, cercò di far scivolare la rosa, a cui erano state tolte le spine, sul collo. Dal momento che non aveva nessun gioiello esagerato ad adornare l'abito, avere una rosa sull'area nuda del collo lo faceva forse essere piacevole agli occhi. Arrangiando i fronzoli lungo il collo, Lydia sentì paia di occhi che la stavano osservando e alzò la testa. Un po' di donne guardarono casualmente nella direzione opposta o forse era stata la sua immaginazione.
C'è qualcosa di strano in me?
Cercò di trovare qualsiasi segno di suo padre, ma allora vide Raven che faceva da cameriere. Camminò verso Lydia e tese un bicchiere.
- “Vorreste un rinfresco?”-
- “Oh, grazie......Uh, Raven, il mio abito ha qualcosa di strano?”-
- “Non so”- rispose immediatamente.
Sembrò che avesse chiesto alla persona sbagliata.
- “Scusatemi, ho sbagliato. Siete estremamente bellissima.”-
- “......... ti ha detto Edgar di dirlo?”-
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- “Sì.”-
Come può dire di sì.
A quello scambio sconnesso di parole, ci fu il suono di qualcuno che ridacchiava lì vicino.
Era un uomo che si era trovato per caso vicino a loro.
- “Beh, non sono la persona più adatta a cui chiederlo. Dato che è la prima volta che partecipo ad un ballo del genere.”-
I suoi occhi rivelarono che era una persona gentile.
- “Il Conte Ashembert è stato gentile e mi ha invitato, per cui sono venuto, ma ho paura di essere fuori posto.”-
Pizzicò l'orlo della sua giacca da sera usata. Sembrava che Raven fosse indaffarato e andò via continuando quello che stava facendo, ma Lydia sentì qualcosa di famigliare con quell'uomo che diceva fosse il suo primo ballo, e fu in grado di sorridere naturalmente.
- “E' la prima volta anche per me.”-
Lui dava l'ovvia impressione di essere un onesto e benintenzionato ragazzo. I suoi capelli castano scuro erano stati lasciati crescere naturalmente ma agli occhi di Lydia appariva un tipo non presuntuoso. Non sembrava provenire dall'alta società e se Edgar gli aveva parlato direttamente, allora doveva essere qualcuno che per cui aveva preso simpatia.
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- “Ma, giovane miss, tutti hanno gli occhi su di voi. Non avete promesso di ballare con il Conte?”-
- “Eh?”-
Puntò alla rosa che era appuntata sul collo del suo abito.
- “E' la stessa che il Conte Ashembert sta indossando.”-
Ora che ci pensava, anche l'occhiello di Edgar aveva quel fiore.
- “Questo fiore sta attirando tutti gli occhi invidiosi delle giovani figlie e delle lady. Anche i gentiluomini staranno guardando. Anche se volessero chiedervi un ballo, si sentirebbero in imbarazzo. Se voi avete occhi solo per il Conte.”-
Cosa voleva dire con ciò?
Quindi nessuno mi chiederà di ballare.
Non che stesse sperando che non le venisse chiesta una cosa del genere. Sperava un po' che una cosa da sogno come il guardarsi l'uno negli occhi dell'altra e il desiderare di sentire la voce dell'altro potesse accadere. Pensò di buttare via la rosa. Ma se le fosse stato chiesto e avesse ballato con un partner, forse l'avrebbe messo in imbarazzo. Edgar magari l'aveva anticipato ed era saltato fuori con quella idea. Non doveva volere che il ballo che stava ospitando si trasformasse in un disastro.
Lydia sospirò, pensando che la realtà era molto più dura di quanto avesse immaginato. Comunque, quella sensazione che le persone la stessero fissando era per via di quel fiore.
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- “Um, come una conoscente del Conte, ma non è come dicono. Non sono brava a ballare, mi deve aver dato il fiore così che non dovessi ballare.”-
- “Non brava a ballare? Anch'io sono così. Dal momento che non ballo, sono in grado di parlare con voi, così che non sarebbe visto come maleducato il non chiedervi un ballo.”-
Quando Lydia ridacchiò, anche lui sorrise.
- “Oh, scusatemi, non mi sono presentato. Il mio nome è Paul Foreman. Sono un pittore principiante.”-
- “Siete voi, forse che avete dipinto Titania?”-
L'avete visto? Oh, allora sarebbe stato meglio che non avessi detto il mio nome..... le donne mi dicono che non calzo le loro aspettative sull'immagine del dipinto. Sembra che mi vedano come un tipo vulnerabile e sensibile.”-
- “No, niente affatto. Ho sempre desiderato incontrarvi. Ah, il mio nome è Lydia Carlton.”-
- “Miss Carlton, vi piacciono le fate?”-
Più che altro le vedeva e le sentiva e le incontrava ogni giorno. Ma se avesse detto una cosa del genere, anche quel pittore di fate l'avrebbe vista come una persona strana.
- “Oh, sì.”-
Non voleva che fosse spaventato da lei e quindi non disse nulla che non fosse necessario.
- “Fate e dee della mitologia sono tutte fonti di immaginazione per me. Dato che non le ho mai viste prima, sono in grado di crearle con la mia immaginazione.”-
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- “Ma, dato che ci sono persone che le hanno viste prima, non credete che le dicerie sulla loro esistenza si siano diffuse attraverso la società.”-
- “Oh, sì. Perché le persone hanno gli occhi della mente, sono in grado di vedere ciò che non appare ai loro stessi occhi.”-
- “Occhi della mente, sì, lo credo anch'io. Ecco di cosa si ha bisogno per vedere le fate.”-
Era solo una semplice conversazione, ma Lydia si sentì felice, come se fosse stata capita da qualcuno.
Dato che gli piaceva dipingere fate, forse, pensò lei, lui forse avrebbe anche accettato che poteva vedere le fate se glielo avesse detto. Prima di riuscire a realizzarlo, l'orchestra aveva finito di suonare il preludio. Le persone in sala cominciarono a muoversi al centro, le coppie si erano riunite per ballare.
- “Ecco il Conte. Spicca veramente.”-
Anche Lydia riuscì a scorgerlo subito. I suoi capelli biondi che scintillavano e brillavano su qualsiasi altra cosa, riunivano gli occhi di tutti sotto la luce del lampadario. Ovviamente doveva chiedere un ballo a tutte le figlie e donne d'alta classe, per cui in realtà non aveva il tempo di ballare con Lydia.
Le stava bene se non avessero ballato.
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Mentre stava guardando tutti, all'istante partì un nuovo ballo assieme al ritmo della quadriglia. Ballando su una linea, i partner si sarebbero cambiati e la ragazza accompagnata da Edgar, durante il breve periodo in cui doveva lasciarlo e tenere la mano di un altro uomo, non lasciò andare gli occhi da lui, fissandolo con uno sguardo infuocato.
Lydia era un po' invidiosa.
- “Vorreste ballare?”-
- “Eh, ma....”-
- “Se si tratta di questo ballo, sembra abbastanza facile. E se facessimo uno sbaglio, sono sicuro che non si vedrebbe molto.”- aveva ragione. Ecco perché sembrava molto divertente. Il ballo con il quale Lydia aveva problemi fino alla fine erano i passi del waltzer e il minuetto.
- “A meno che non voliate ballare solo con il Conte.”-
Era uno spreco non godersi niente. Pensandolo, Lydia annuì.
- “Um, Mr. Foreman, per favore andateci piano con me.”-
- “Potete chiamarmi Paul.”-
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*
Seduto sulla ringhiera di pietra che portava al giardino, con un bicchiere di schotch in una zampa, il gatto fata Nico stava canticchiando tra sé. La musica che stava venendo suonata dall'orchestra poteva essere sentita abbastanza. Eppure il rumore dell'attività e dei pettegolezzi della gente era lontano e c'era silenzio. Crogiolarsi nella luce della luna crescente appesa nel cielo notturno e sorseggiando e prendendo caviale e salmone affumicato, rendeva Nico di buonissimo umore. A dire il vero, preferiva un intero pesce fresco catturato dopo essere stato fritto o delle uova di pesce o dei pezzi di pesci tagliati finemente, ma non gli importava. Le piccole fate che si erano radunate sentendo la musica, stavano tutte danzando vicino alla fontana e i tronchi d'albero. Anche l'hobgoblin di casa Carlton era lì.
- “Signor Nico, il ballo del Conte è davvero magnifico.”-
Sbattendo in fretta le sue ali color miele dorato, Marygold aleggiava attorno all'aria sopra Nico.
- “Lo stesso Conte è un uomo così straordinario. Se venisse dalla parte di nostra maestà, la nostra terra diventerebbe veramente ancora più prosperosa.”-
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- “Hey, hey, non hai ancora mollato. È impossibile portare indietro il Conte con te.”-
- “Se avessi avuto quella 'luna' con me, allora è sicuro che avrebbe acconsentito.”-
- “Ma, l'uomo di cui si è innamorata la tua regina non è lui, lo sai. È solo un uomo che ha ereditato il nome di famiglia eppure sei d'accordo con tutto questo?”-
- “Perché, se hanno lo stesso nome, allora, non c'è molta differenza, no? Dal momento che le vite umane sono così corte, ho sentito che si passano attraverso la linea di sangue e del nome.”-
Ma, lui non condivide nemmeno lo stesso sangue. Anche se lo pensò, stette in silenzio.
Tempo fa, l'umano che era stato un amico vicino alle fate era il Lord Cavaliere Blu. Come suoi discendenti, quelli che avevano il nome di Conte Cavaliere Blu dovevano essere speciali tra le fate, per cui non era così incredibile che la regina delle fate fosse così attaccata nel voler catturarlo. A dire la verità, a Nico non importava se la fata avesse portato via quel criminale nella terra delle fate, così Lydia se ne sarebbe liberata.
A quel punto, il suo rimanere come dottore delle fate nella famiglia del Conte, poteva portare alla possibilità che Lydia venisse coinvolta nella una guerra sconosciuta che stava dietro Edgar.
Ma, Lydia aveva in qualche modo pietà di Edgar. Era stata ingannata e usata innumerevoli volte, e anche quando le veniva fatto fare quello che lui voleva, finiva col provare pietà per lui per aver avuto un così triste passato. Comunque sia, quella era la personalità di Lydia, per cui non ci si poteva fare niente.
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Se Edgar fosse finito nella situazione di essere portato via nel mondo delle fate e se ciò fosse stato contro la sua volontà, era sicuro che lei avrebbe fatto qualcosa per aiutarlo. Per via della sua responsabilità di dottore delle fate avrebbe fatto qualunque cosa avventata.
- “Tu, allora questo vuol dire che vivremo a Londra per un po'.”-
Proprio quando lo disse, delle piccole fate nel giardino, cominciarono improvvisamente a mormorare con voce nervosa. La fontana scrosciò in un'esplosione di onde. La superficie dell'acqua che circolava attorno alla statua in bronzo di una sirena si alzò come una montagna nera. Nell'istante seguente, l'aria attorno a loro si riempì di un sinistro venticello. Marygold si nascose dietro la coda di Nico e lui corse via dentro i cespugli. Ciò che apparì dall'acqua scrosciante fu un magnifico cavallo nero ebano.
K-kelpie….”
Nico non riuscì a trattenersi e rantolò per la sorpresa, e poi si coprì subito la bocca con le sue zampe.
Alzando le orecchie, il Kelpie calciò via con i suoi zoccoli le fate che non erano ancora scappate e scosse la sua folta criniera, facendo splendere e luccicare le gocce d'acqua, poi alzò la testa per guardare l'edificio.
- “E'-è lui, Mister Nico. È quello che ha rubato la 'luna' di nostra maestà.”-
- “Cosa, veramente?”-
- “Allora aveva una forma umana, ma non potrei confondermi su quegli occhi nero perla.”-
Questo non va bene. Non va assolutamente bene.
Nico diventò ancora e ancora più nervoso, spostò la sua attenzione ai suoi baffi che si erano rizzati.
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Aveva avuto un brutto presentimento sin dal primo momento che aveva visto la muffa su quella roccia. Non credeva che quel cavallo acquatico potesse lasciare le acque famigliari della sua casa per venire a Londra, per cui aveva negato quella possibilità. Comunque, aveva un carattere differente dai normali cavalli acquatici. Normalmente, vedeva gli umani solo come prede, eppure seguiva Lydia in giro, interessandosi a lei. Apparentemente era influenzato dal suo ancora più eccentrico fratello che aveva preso come moglie un'umana e inesorabilmente chiedeva a Lydia di diventare sua moglie. Mentre Nico stava pensando a cosa fare, Kelpie cambiò in forma umana e iniziò a salire le scale che portavano alla sala dove si stava tenendo il movimentato ballo.
- “......Oh, no, devo farlo sapere a Lydia.”-
Nico alla fine mosse il suo corpo pietrificato. Si arrampicò sull'albero vicino e saltò dalla finestra per affrettarsi prima di Kelpie, nella sala vivacemente illuminata dalle lampade a gas.
La musica da ballo, cambiò da un pezzo all'altro. Dalla bellissima musica del violino che fluiva attraverso l'aria della stanza, al rimbalzante motivo del clarinetto, alla calma melodia dell'assolo del cello. Andando via dal cerchio di quegli che stavano ballando e stare a parlare ascoltando la musica, era effettivamente piuttosto godibile per Lydia.
P.
Presentò Mr. Foreman a suo padre e proprio quando la conversazione si stava animando tra lei e la Duchessa, che diceva di amare sentir parlare delle fate, i suoi occhi notarono un gatto dal pelo grigio che saltellava e si agitava con le sue zampe posteriori tra le gambe della folla,.
Oh, Nico si è completamente dimenticato di essere un gatto davanti alle persone e di camminare con tutte e quattro le zampe. Fortunatamente, nessuno stava guardando vero i propri piedi, per cui sembrò che nessuno lo avesse notato, ma Lydia camminò rapidamente verso Nico.
- “Lydia ! Ti stavo cercando ! Qualcosa è arrivato, quel ke........”-
Sembrava che fosse in una sorta di panico, ma Lydia lo alzò, perché sembrava voler continuare a parlare in piedi.
- “Hey, cosa stai facendo, Lydia.”-
- “Non parlare così in mezzo alla gente.”-
Ci sarebbe stata confusione se le persone avessero scoperto un gatto parlare e stare in piedi sulle sue zampe posteriori. Portò via Nico a penzoloni fuori nel balcone e lo mise giù, nascondendosi nell'ombra della tenda sopra la ringhiera.
- “Non essere irragionevole.....”- borbottò Nico di malumore, mettendosi a posto il pelo che si era arruffato. Era una fata-gatto che si preoccupava più di qualsiasi altra cosa dell'aspetto. Mentre era in quello stato, fissò bene la sua cravatta.
- “Piuttosto, qual'era il problema'”-
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- “Giusto! È qui, quel tipo.”-

- “Quel tipo?”-

- “Lo sai, lui, quello che ha rubato la 'luna' di Marygold.”-


- “Hai scoperto chi era il colpevole?”-

- “No, voglio dire che era quello che.....”-
- “Lydia! Ecco dov'eri.”-
Prima che Nico riuscisse a finire, un'altra voce li interruppe. Dalla balconata adiacente, un uomo si stava sporgendo nella loro direzione. I suoi capelli neri e mossi s'illuminarono per la luce della lampada. Aveva un aspetto mistico e mozzafiato, un tipo di bellezza e lineamenti raffinati che non potevano essere creati da un umano. Alto con un corpo forte e in buona forma. Ovviamente tutto questo era veramente famigliare.
- “Ke-Kelpie!”-
Era una fata che la veniva a trovare periodicamente nella sua casa in Scozia. In origine, era stato un cavallo d'acqua che aveva vissuto nelle Highlands. Comunque era un eccentrico che era arrivato nella città vicina a Edimburgo, dove Lydia viveva, e vi aveva preso posto vicino a un fiume. Erano specie che non comunicavano i loro pensieri agli umani.
C'era la Corte Unseelie che usava il proprio bell'aspetto malvagio per ingannare gli umani e trascinarli nell'acqua per mangiargli.
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Comunque, quel Kelpie andava alla casa di Lydia e ci spendeva tempo a suo piacere e quindi lei lo vedeva solo come un amico un po' impudente. Anche se era un cavallo acquatico malvagio, non era così pericoloso una volta lasciato il fiume e per quanto riguardava lui, lei lo guardava oltre la sua natura di mangia uomini, da dottore delle fate come una curiosità. Comunque, quando Lydia gli aveva permesso di farle visita, doveva essersi stufato di venire sulla terra ferma, e aveva iniziato a chiedere a Lydia di venire nelle acque con lui. Kelpie l'aveva invitata ingenuamente a vivere con lui, visto che non conosceva la normale morale della vita umana, perciò quando lei gli aveva detto l'incantesimo 'che sarebbe venuta quando lui le avrebbe portato la Luna', non era comparso per un po' di tempo. Lasciando la sua terra, Lydia era venuta a Londra e i giorni stando lì erano volati via, per cui si era completamene dimenticata di Kelpie. Ma, anche se, non avrebbe dovuto scegliere un momento come quello per apparire.
- “Sono venuto per te. Ritorniamo a casa, in Scozia.”-
Kelpie balzò sul loro balcone, come se fosse leggero come una piuma.
- “C-come sapevi che vivevo qui?”-
Lydia incrociò le braccia.
- “Me l'ha detto l'hobgoblin a casa tua. Siccome sei stata assunta dal Conte Cavaliere Blu, non saresti tornata per un po'. Ecco perché il sottoscritto è venuto fino a qui per te.”-
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Aveva sentito da suo padre che lui aveva mandato una lettera a un conoscente loro per gestire loro casa vuota, mentre erano via. Le voci che l'eccentrica Lydia era stata assunta dall'ancora più eccentrico Conte, dovevano essersi sparse attraverso la città fino adesso. Gli hobgoblin amavano spettegolare e spargere voci più degli esseri umani. Per mandare via il Kelpie che non amavano, doveva essere stato felicissimo il dirgli che Lydia stava a Londra.
- “Ho un lavoro qui. Per cui tornatene a casa da solo.”-
Ma il kelpie non stava ascoltando. Stava analizzando Lydia in modo maleducato, con i suoi occhi confusi e curiosi.
- “Perché sei vestita in modo così strano?”-
Questo dovrebbe essere un vestito formale.
Colui che non era vestito per l'occasione era Kelpie. Dal momento che era una fata, non si poteva fare nulla, ma quando indossava quella larga camicia tipo tunica e i pantaloni come se fosse una sorta di pastore di qualche campo collinare, sembrava un uomo che si era introdotto nella proprietà di qualcun altro. Per il momento, Lydia decise in panico che era meglio nasconderlo dagli occhi della gente. Ma Kelpie non comprese la sua situazione e senza pensare alzò la gonna di Lydia per vederci sotto.
- “Cosa stai facendo!”-
In riflesso, gli diede un forte schiaffo con il palmo. Alla fine Kelpie la lasciò andare, ma lei era sicura di non avergli fatto tanto male.
- “Sei brutale come sempre.”-
- “Non voglio sentirmelo dire da un kelpie selvatico.”-
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- “Volevo solo vedere cosa c'era dentro.”-
- “Questo vestito è così!”-
- “Miss Lydia, è successo qualcosa?”-
Chi le aveva parlato ed era ventuo fuori dal balcone era Paul Foreman. Doveva aver visto il comportamento dei due proprio in quel momento, e aveva pensato che Kelpie le stesse facendo qualcosa di inappropriato.
S'intromise tra lui e Lydia.
- “Chi siete se posso chiedere? Non sembrate essere uno degli ospiti e se siete venuto senza permesso, allora penso che sarebbe meglio per voi andarvene al più presto. O altrimenti dovrò chiamare le guardie.”-
Kelpie assunse un'espressione irritata aggrottando le sue folte sopracciglia.
- “E' lui il Conte Cavaliere Blu? Lydia, ti stai facendo importunare da questo patetico uomo?”-
- “Sbagli, lui non è il conte..... piuttosto non dire cose così villane!”-
Paul si girò per guardare Lydia sorpreso.
- Miss Lydia, lui è un vostro conoscente?”-
- “Oh.....beh, sì....”-
- “Oh, cosa, quindi lui non è il conte. Allora non intrometterti.”-
Kelpie spinse Paul da parte e tirò il braccio di Lydia.
- “Piuttosto, Lydia, ho trovato la Luna. Ora sarai mia.”-

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Cosa ? Lydia rimase a bocca aperta ma ritornò alla realtà quando Nico tirò forte la sua gonna da dietro.
Oh, vero. Marygold aveva detto che era lui era quello che aveva preso la 'Luna'.
Ricordò, togliendosi dalla sua presa, che non doveva accettarla ad ogni costo.
- “Non essere ridicolo. La Luna è appena lassù proprio adesso.”-
- “Oh, dacci un'occhiata. È la Luna e cambia anche le fasi.”-
Sul palmo della sua mano aperta, c'era un anello su cui vi era posta un pietra d'un bianco latteo, ma Lydia girò gli occhi.
- “No, grazie. Non potra mai essere quella vera.”-
- “Non dire così, accettalo e basta.”-
- “No!”-
Kelpie cercò di mettere l'anello a forza nel dito di Lydia.
- “Ti ho detto che non lo voglio!”-
- “Fermatevi, ragazzo.....”-
Kelpie incominciò a lottare con Paul di guardia per Lydia.
- “Ho detto di non intralciarmi, tu piccolo.”_
- “Non riuscite a vedere che lei non la vuole qualsiasi cosa sia.”-
- “Sta zitto.....ah.”-
Gridando per la sorpresa, si fermò completamente
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Huh? Fece Paul e alzò la mano in shock per vedere che stava indossando l'anello.
- “Hey, cosa stai facendo, non ho alcun interesse in te! Ridammelo!”-
- “.....non esce.”-
- “Coosa? Allora morderò il tuo dito.”-
- “Coosa!”-
- “Smettila subito!”-
Lydia cercò disperatamente di spingere indietro Kelpie. Ma le cose erano già fuori dal suo controllo. Gli ospiti che avevano notato la confusione che stavano facendo si erano già radunati in cerchio attorno alla porta del balcone.
- “Che cos'è tutta questa confusione?”-
Era Edgar. Camminò verso Lydia e guardò verso Kelpie che stava trattenendo Paul per il colletto della sua camicia.
- “Vorreste per favore lasciare il mio prezioso ospite.”-
Paul piagnucolò un 'milord' ma fu gettato via da Kelpie che stava per affrontare Edgar.
- “Quindi sei tu il Conte Cavaliere Blu.”-
- “Lydia, chi è lui?”-
Il modo il cui lo domandò invece a Lydia, dal momento che non aveva alcuna intenzione di avere una conversazione con qualcuno che non era stato invitato, era solo l'atteggiamento di disprezzo di un nobile.
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Ma, più che altro, la cosa non diceva nulla a Kelpie.
- “Sono il più grande, spaventoso ke...”-
Lydia piantò, con tutta la sua forza, il gomito dritto sullo stomaco di Kelpie. Mentre lui stette a riprendere fiato, rispose al suo posto.
- “K....., Kain è il suo nome!”-
Se si fosse sparsa la voce che era un cavallo acquatico, con kelpie davanti alla completa visuale di tutti, era era sicuro che ci sarebbe stato il caos assoluto.
-“Quindi Mister Kain, avete qualche affare con me?”-
- “Affare? Oh, sì, sono venuto per riportarla in Scozia. Stai facendo una cosa orribile, lasciandola vivere in una discarica chiamata Inghilterra.”-
- “Beh. Vediamo. Ci sono effettivamente molte cose travolgenti che potresti buttare via, ma sono sicuro che a casa tua, le persone tirano su e si tengono le cose che vengono gettate.”-
Anche in questo, Kelpie realizzò che stava venendo ridicolizzato.
- “Perché tu piccolo....!”-
Il suo braccio muscoloso avanzò per afferrare il collo di Edgar. Ma Edgar rimase lì dov'era senza battere ciglio e non mostrò alcun segno che stesse per scappare dall'attacco. Chi aveva fermato il braccio di Kelpie era Raven.
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Era uno snello uomo asiatico con un volto da ragazzino, ma silenziosamente guardò Kelpie con i suoi occhi penetranti che assomigliavano a un uccello rapace. Spinse indietro il potere del cavallo acquatico con il suo.
- “Hah, come ci si aspetterebbe dal Conte Cavaliere Blu. Tieni una cosa così terribile come il tuo servitore.”-
Lydia si chiese se lo spirito affamato di sangue di Raven fosse in grado di essere visto da Kelpie. Strinse i suoi occhi nero perla e indietreggiò.
- “Sono in svantaggio sulla terra. Lydia, ci vediamo dopo.”-
Con quello Kelpie piroettò il suo agile corpo e saltò a terra dal balcone. Mentre tutta la folla rantolò e gridò per la sorpresa, lui saltò via nell'acqua della fontana. Tutti pensarono che il suo corpo fosse stato inghiottito nell'acqua poco profonda della fontana, ma allora riemerse immediatamente in forma di un cavallo nero ebano e spruzzò una pioggia di gocce d'acqua indietreggiando e nitrendo, poi sparì nella superficie dell'acqua. Gli ospiti erano atterriti e immersi in un silenzio tombale per via della scena scioccante.
Cosa faremo adesso, pensò Lydia guardando giù dalla ringhiera del balcone e non riuscendo a mettere a posto i pensieri dalla paura.
Rimase pietrificata, ma sentì Edgar prendere un profondo respiro.
- “Uh, Edgar…..”-
- “Va tutto bene, solo continua a sorridere”- disse girandosi per affrontare tutti.
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- “Signore e signori, mi scuso per la confusione. Sembra che abbiamo delle fate che si stanno confondendo nel nostro ballo di famiglia. Se notate corna o ali sul vostro partner di ballo, per favore state attenti a non essere portati via nel loro mondo.”-
Una volta che fece loro un sorriso, lo scalpore percorse la folla ansiosa che irruppe in un applauso.
Lydia sentì gli ospiti commentare su quanto fantastica fosse stata quella performance.
Mi chiedo che tipo di congegno abbiano usato?
Quell'uomo dai capelli neri proviene dal circo?
O forse era un mago?
Ma il Conte è il signore del mondo delle fate, potrebbe essere anche una fata effettivamente.
Sussurrando tra di loro ritornarono al ballo di nuovo, facendosi accompagnare dal suono della musica, riprendendo il ballo come se nulla fosse accaduto.
- “Paul, siete ferito?”-
Edgar era preoccupato per Paul, che finalmente riprese i sensi e si alzò in piedi. Fissò la cravatta arruffata per via di Kelpie che l'aveva afferrata e scarmigliata e scosse la testa.
- “No, sto bene.”-
- “Mi dispiace che siate passato attraverso una così spiacevole esperienza.”-
E poi ritornò verso Lydia.
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- “Balliamo.”-
Edgar non sembrava fosse influenzato da ciò che era appena successo e le tese la mano.
- “Come ci eravamo promessi.”-
- “S-sì.”-
Passarono di fronte a Paul che sembrava non aver capito l'ampiezza di quello che era successo e voleva fare delle domande e mentre sentì Nico sussurrale “Buona fortuna”, Lydia avanzò nella sala.
Sembrava che la musica polka fosse appena finita e quando Edgar portò Lydia sulla pista, gli occhi di tutti si radunarono sulla ragazza che indossava la sua stessa rosa e lei non aveva bisogno di guardarsi attorno per accertarsene.
- “Il prossimo è il waltzer.”-
Provare un waltz così improvvisamente, sarebbe stato un po' un ostacolo.
- “Edgar, sarebbe meglio non ballassimo....”-
- “Puoi ballare con Paul, ma non con me?”-
Sembrava che l'avesse notato.
- “Non è così. Sto solo dicendo che potrei metterti in imbarazzo. Sei passato in tanta confusione e sei riuscito a calmare la situazione, ma per colpa mia ancora....”-
I suoi occhi malva fissarono Lydia scrutandola. Sembrava arrabbiato come se non potesse a credere a quello che lei stava dicendo.
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- “Non c'è modo che tu possa mettermi in imbarazzo.”-
Le loro mani s'intrecciarono e la mano di lui era attorno la via di lei, per aspettare la prima nota del waltzer. Ma, in comparazione alle altre coppie, Lydia si preoccupò che forse erano troppo vicini.
Quando cercò di indietreggiare, lui non rilassò la forza del suo braccio.
- “..... sei stai troppo vicino, pesterò il tuo piede.”-
- “Fa pure”-
- “Potrei andarti addosso e farti cadere.”-
- “Ti prenderò così saremo a posto.”-
- “Non hai sentito Raven che il mio ballare è come un'arma di tortura?”-
- “Ho sentito che eri soffice e profumavi di buono.”-
- “Huh.”-
- “Sto sperando che tu venga addosso anche a me.”-
- “.........Raven non direbbe una cosa come quella.”-
- “Uh-hum, è solo la mia immaginazione. Profumi di fresia questa notte.”-
Avrebbe dovuto ridacchiare come al solito al volto di Lydia diventato rosso, ma in quel momento il suo sguardo era molto più seducente del solito. Le loro mani intrecciate e i loro corpi stretti insieme non erano per amore della danza ma più come l'augurio di passare un dolce momento, cosa che era ancora difficile da immaginare per Lydia.
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Per un momento, la sala divenne silenziosa e allora un unico verso di violino circondò tutta l'aria. Come per un segnale, Edgar spinse il corpo di Lydia contro di lui e scivolarono nel primo passo. Continuarono trasportati dalla melodia del violino e Lydia si sorprese del suo corpo che si stava muovendo in maniera naturale.
Era perché Edgar la stava conducendo con abilità.
Era come una sensazione che i loro respiri fossero sincronizzati. Era come se lei fosse stata legata strettamente alla musica e lui, come se loro due fossero diventati una sola persona.
- “Stai andando bene.”-
- “Questo è insolito. È perché conduci bene.”-
Mise forza nel tenere il suo braccio attorno alla schiena di lei mentre giravano attorno in un cerchio. Sentì che stavano ballando splendidamente e in modo glorioso, mentre la l'orlo della sua gonna alzato oscillava nell'aria e Lydia era sorpresa di se stessa nel essere in grado di eseguire tutti i passi di danza.
- “Lydia, proprio come ora, magari potremmo rifarlo qualche altra volta. Non credi?”-
sussurrò a una piccola distanza, dove le sue labbra quasi accarezzarono il suo orecchio. Lydia era in grado di vedere da vicino i suoi capelli d'oro e ciò le fece, senza volerlo, battere il cuore. Ma quello non era il suo risultato della sua pratica, ma della tecnica di Edgar. Chiunque fosse la sua partner, lui era in grado di far apparire entrami come se stessero ballando perfettamente.
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Lui sapeva che le persone attorno a loro e la ragazza di fronte a lui non sarebbero stati in grado di togliere gli occhi da lui così.
- “Che cosa stai tramando?”-
Perché metà della ragione per cui parlava con parole così dolci era per manipolare con successo Lydia, l'aveva imparato fino a quel momento.
L'altra metà era solo il suo carattere.
Ciò poteva essere vero, eppure divenne silenzioso con un'espressione che sembrava di delusione. Tirò stretto al suo corpo il corpo di lei. Siccome si stavano muovendo in larghi cerchi, Lydia sentì quasi le vertigini. La stava conducendo più bruscamente di come aveva fatto prima. Lei era appena appena in grado di seguirlo, e proprio quando pensò che le sue gambe avrebbero ceduto e si sarebbero aggrovigliate, Edgar fermò il loro ballo bruscamente. Prima che se ne rendesse conto, erano entrati nella parte posteriore della serra che era collegata con la grande sala. Potevano sentire la musica ma la l'umidità e il rumore della gente nella sala doveva essere stato bloccato dalle folte piante che formavano l'area attorno a loro piena di silenzio. L'aria nella stanza sembrava un po' arida e fredda. A differenza della sala dove il lampadario illuminava tutto, le lampade nel corridoio poste con un po' di spazio tra una e l'altra e la luce della luna che si mostrava dal soffitto di vetro trasparente riuscivano a rilassarla un po'.
- “Riposiamoci un po'.”-
Lei stava respirando affannosamente, come se avesse corso una gara. Lydia calmò se stessa in una boccata d'aria che portava con sé l'aroma di una terra tropicale del sud.
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Edgar la fece sedere su una panchina e rimase fermo guardandola sedersi. Lei era un po' preoccupata della scollatura del vestito a cui non era abituata.
- “Questo vestito, è bellissimo su di te. Sembri una torta di chiffon.”-
- “E' un complimento quello?”-
- “Sì, sembri deliziosa.”-
Mentre pensò a come ribattere al suo solito comportamento sciocco, Edgar pettinò i capelli castano rossiccio di Lydia, che descriveva come caramello e gli baciò.
- “Dato che la lun
a sta guardando, dovrò sopportare solo un po' di caramello.”-
I suoi occhi malva cenere sembrarono illuminarsi di un rosso ardente, ma quello doveva essere stato il grande rubino appuntato alla sua cravatta. Eppure pensò che quegli occhi stessero mostrando il colore del suo cuore e ciò le fece girare la testa ancora di più.
- “Sei bellissima, Lydia.”-
Lydia respirò dentro e fuori profondamente per cercare di calmarsi.
- “...... In quanti te l'hanno detto stanotte.”-
- “Sulla ventina.”-
- “Lo supponevo”.-
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- “Ma tu sei la più bella. Questo, non l'ho detto a nessuna.”-
- “Questo è improbabile.”-
Quando lo lasciò passare con un tono come se non gli credeva, Edgar strinse appena le spalle e si appoggiò ad un albero.
- “Quell'uomo di prima coi capelli neri e mossi, era veramente una fata?”-
- “Sì, lo era.”-
- “Ha detto che era venuto per portarti via.”-
Lydia si sentì imbarazzata e tenne la bocca chiusa.
Edgar aveva degli occhi sagaci, perciò doveva averlo compreso.
- “Quindi, è lui quello che ti ha fatto la proposta.”-
Non aveva pensato che Kelpie sarebbe arrivato fino a lì, per cui rimpianse di averne parlato. Se Edgar fosse stato coinvolto in un pasticcio con Kelpie, le cose sarebbero potute diventare ancora più complicate.
- “Come ho detto, non era una proposta, ma più che altro vuole che io stia con lui.”-
- “Stai dicendo che non è innamorato con te?”-
- “Sì, è così.”-
- “Ma quanto a me, non riesco a restare calmo riguardo a questa cosa.”-
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- “Non è nemmeno che tu sia innamorato di me.”-
- “Perché lo pensi?”-
- “Perché lo penso e basta.”-
Edgar la guardò insolitamente con un serio sguardo pensieroso.
- “Mister Kain, era questo il suo nome? Ha un aspetto affascinante quanto a una statua greca. Beh, possiamo dire che si possa comparare a me.”-
Quindi non vuole abbassare il livello del suo aspetto.
- “Potrei perdere in forza. Ma lui non ha né intelligenza, né grazia, fortuna o un titolo. Molte donne sarebbero intelligenti e sceglierebbero me. Ma tu non sei quel tipo di donna.”-
- “.... questo è stupido.”-
- “Sì, è stupido. Ma non è amore comparare cose che potrebbero sembrare stupide all'inizio e pensare al vincere o perdere.”-
Sebbene sorpresa da quello che disse, Lydia cercò di trovare parole per negarlo.
- “Sbagli, vuoi sempre essere al centro dell'attenzione di tutti.”-
- “Non è solo quella la mia unica preoccupazione. Paul sembra essere il tipo che potrebbe piacerti. Normale aspetto, normale impressione, normale presenza. L'unica cosa positiva in lui è la sua personalità di buon carattere. Non sembra abbastanza forte nel crearsi una strada nel mondo e non è popolare tra le giovani donne e anche se può essere goffo a volte, vive con il cuore e soprattutto, segue il suo sogno di diventare un pittore.”-
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Un uomo con un sogno, ahh, per qualche ragione, le donne sono deboli verso questo tipo di uomini. Anche se fossero poveri e lavorassero tanto, si supporterebbero a vicenda e vivrebbero una vita modesta e sarebbe il tuo ideale essere in grado di garantire il suo desiderio, non è così?”-
- “Non decidere per me. Inoltre sei fuori dalle righe nel dire cose così vergognose riguardo ad un'altra persona.”-
- “Ma, sai Lydia, un'artista può apparire puro e innocente ma molti di loro hanno una mente ristretta e irragionevole. Passeresti tra dolore e fatica.”-
- “L'ho solo incontrato e non è così tra noi. E, Edgar, non credo che innamorarsi sia raggiungere le giuste condizioni.”-
- “Lo so, innamorarsi non è logico. Ecco perché, proprio ora, sono terribilmente a disagio. Tutta la notte, ogni volta che ti ho vista divertirti con Paul, mi sono sentito a disagio e non riuscivo a rimanere calmo. Dopo che
è apparsa la fata, mi sono agitato ancora di più. Questa sensazione di insicurezza, non diresti che è amore?”-
Quando Lydia non rispose, Edgar si infervorò ancora di più.
- “Non si può fare niente al fatto che non sei in grado di credere a quello che dico. Forse è che non sei in grado di abbassare la tua guardia verso un ex criminale ladro criminale, ma dal momenteo che l'amore è logico, c'è speranza per me. Anche se pensi che io sia sfacciato, non pensi che ho il diritto di rivelarti i miei sentimenti?”-
Non sapeva quale parte delle sue parole che si riversavano fuori dalla sua bocca così dolcemente.
Tutto sommato, sembrava solo che Edgar si stesse godendo il gioco negli occhi di Lydia.
Più che altro, era un gioco che non nutriva intenti malvagi.
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La moda tra i nobili si diceva fosse godere della strategia e della capacità nell'avere a che fare con qualcuno sposato che non porta a nessuno di loro ad essere serio della cosa. Lui che corteggiava Lydia, sapendo si sarebbe tirata indietro, le ricordava quel stile. Era piacevole sapere che si piaceva a qualcuno, e se entrambe le persone in quella relazione erano in grado di sentire che si erano avvicinate molto tra loro, allora non c'erano problemi. Lydia era celibe ma conosceva un po' del passato di Edgar, quindi lui poteva pensare che lei non avrebbe costruito un sentimento serio verso lui. Ciò andava bene in sé.
Allora anche Lydia non ne avrebbe pensato male e sarebbe stata in grado di fare il suo lavoro di buon cuore per amore della famiglia contesca. Sarebbe stata anche in grado di sentire di essere molto vicina a Edgar. Ma il corteggiamento che andava fuori dalle righe era un problema per lei. Per Lydia, che non era una nobile lady dalla nascita, era un qualcosa al di la delle sue capacità da gestire. L'avrebbe fatta confondere.
- “Finiamola qui. Non ho alcuna intenzione di giocare ad amarci con te.”-
-“Giocare?”
Si accigliò aggrottando le sopracciglia, che lo facevano sembrare come se quelle parole l'avessero bruciato, ma quella poteva essere solo una manovra nel suo gioco.
- “In ogni caso, voglio che la smetti! Con queste tue parole false.”-
Abbassò la testa sorprendendosi di averlo detto in maniera così dura.
Sono così stupida nel prenderla così seriamente. Sebbere lo pensò da una parte, si era veramente spaventata dall'essersi sentita sussurrare parole sull'amore e quant'altro.
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Ricordò la prima volta che da giovane aveva ricevuto una lettera, assimilabile ad una lettera d'amore, in cui si diceva che l'autore di essa provasse dei sentimenti per Lydia. Diceva che la persona che l'aveva mandata voleva che Lydia venisse alla sua festa di compleanno. Era nel suo vicinato ed era una casa che i suoi famigliari conoscevano bene ed erano stati invitati tempo prima per il té. Aveva giocato con il figlio di quella casa e normalmente i due si divertivano. Si era aperto a lei e le aveva parlato della sua preoccupazione, ma quando era con i suoi altri amici, non parlava con Lydia. Più che altro non voleva essere preso in giro dai suoi amici per essere amichevole con la stramba della città. Dal momento che erano in quel vago tipo di relazione, era stata esitante nel credere al messaggio scritto nella lettera. Rimuginò sul da farsi, ma alla fine, le rimase di andare alla festa. Comunque, lui non aveva parlato neanche una volta con Lydia in un posto dove molti dei suoi amici si erano riuniti. Era un giorno normale come gli altri, ma in quel momento Lydia fu irritata e si chiese perché non avesse guardato verso la sua direzione. Ecco perché gli era andata in contro e gli aveva parlato, ma lui le fece solo un sguardo preoccupato e arrabbiato.
- “Era una bugia.”-
Le disse che aveva perso a un gioco con i suoi amici e gli avevano fatto scrivere quella lettera falsa; l'o pensavo' era tutto quello che sentiva e non aveva alcun altro ricordo di essersi sentita tanto ferita. Solo, rimpianse che avrebbe dovuto ritornare a casa senza parlargli, dal momento che aveva sentito che c'era qualcosa di strano.
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Più che altro, se fosse solo stata invitata alla festa, allora avrebbe fatto così. Ma per via di quella lettera che che aveva letto come una sorta di confessione d'amore e sebbene non ci aveva creduto molto, si sentì sorpresa e disgustata da se stessa per aver confuso le distanze tra di loro.
Ma a ricordarlo ora, si chiese perché sentì sorgere improvvisamente la paura in lei.
- “MI scuso se ti ho turbata. Ma,”-
Venne riportata alla realtà dalla voce di Edgar, ma mantenne la testa basta e vide che qualcosa di bagnato era caduto sulla mano che aveva posato sul suo grembo.
Eh? perché sto piangendo......
- “Lydia, c'è qualcosa che non va?”-
Incapace di sapere cose lei stessa stesse pensando, Lydia si affrettò a rialzarsi.
- “Non è niente! M- mi sento abbastanza assetata, per cui vado a prendermi qualcosa da bere!”-
Mi chiedo se mi abbia vista. Oh, per favore, fa che non mi abbia vista.
Pregò Lydia affrettandosi nel lounge dove stava suo padre.

Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar 

1 commento:

  1. Mi sono messa in pari.
    E' arrivato Kelpie. ^^
    E' davvero irruento.
    La scenetta tra Lydia e Edgar è stata molto carina.
    La ragazza poi è entrata in sintonia con Paul che ora ha l'anello.
    La storia si fa sempre più interessante e si è solo all'inizio di questo volume.
    Grazie.

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