domenica 8 novembre 2015

Cap 3: Luna Scarlatta, Luna Bianca
Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi
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[All'impostore che si atteggia come il Conte, siamo a conoscenza che non hai il diritto di dichiarare di essere il Conte Cavaliere Blu. Nello stesso modo rinuncia alla spada. O altrimenti verremo a caccia di essa, come per la tua vita.]
Nella lettera dov'era scritto quel messaggio, ovviamente non c'era una firma, solo il marchio di una luna crescente, disegnata con inchiostro rosso sulla busta.
- “Che lettera ridicola.”-
Edgar la gettò dalla sua parte e si sporse verso la sua tazza da tè.
Era stato messo di così cattivo umore fin dalla mattina.
Il ballo dell'altra sera era continuato fino a mezzanotte e alla fine era andato a dormire nelle prime ore del mattino e quando si era svegliato era già mezzogiorno, ma questo è il tipo di vita di un nobile che spendeva il giorno dentro e fuori nei balli.
Il maggiordomo ovviamente aveva aspettato che il suo padrone si svegliasse per portare la lettera, con il sangue che scorsogli dal viso dichiarò che la notte precedente, era stato gettato sulla porta posteriore diverse volte. Tutti erano stati così indaffarati che alla fine uno di loro l'aveva notato quella mattina.
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- “Milord, cosa dovremmo fare. Devo informare la polizia?”-
La spada era la prova che lui era il lord della famiglia contesca.
Non si poteva sbagliare nel fatto che chi avesse supposto che Edgar fosse un conte impostore, imponendogli di abbandonare la spada fosse connesso con l'uomo che aveva preso di mira Raven e l'aveva chiamato 'cane del Principe.”-
- “Hm, vediamo, la polizia non è ancora riuscita a scoprire nulla sull'istruttore che ha dimenticato le sue dita qui, giusto? D'altra parte, sembra che tutto quello che possiamo fare per adesso è aumentare la nostra sicurezza.”-
-“Questo può essere facilmente fatto.”-
- “Allora, tutto il resto verrà gestito da noi.”
Il maggiordomo rispose con un “ho capito” e non insistette su cosa Edgar avrebbe fatto con la misteriosa organizzazione di origine non verificata. Anche se aveva intuito che Edgar in passato era stato vicino con una organizzazione non- così- pacifica, non gli aveva mai chiesto nulla.
Si diceva che il Conte Cavaliere Blu avesse e persone legate alla fate all'interno del suo dominio, e molto tempo fa, proteggé la sua misteriosa gente che aveva sangue di merrow dentro sé, dalla dura repressione della Chiesa. Tomkins proveniva da uno di quei gruppi. Mostrava un'inflessibile lealtà vero la famiglia del Conte. Edgar immaginò che per generazioni, il Conte Cavaliere Blu doveva essere stato un Lord a cui avevano riposto un'immensa fiducia, cosa che gli fece sentire un leggero rimorso. Aveva ottenuto il titolo di conte, ovviamente perché gli era utile. Ma non aveva intenzione di sporcare quel nome.
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Sebbene fosse un impostore, doveva farla diventare una cosa vera e realizzò che aveva la responsabilità di proteggere quella famiglia. Non poteva sentirsi intimorito da quel genere di minaccia.
- “Comunque, milord, per favore non mettetevi in pericolo per la spada........”-
- “Ti stai preoccupando per me?”-
- “Non avete ancora un erede.”-
Dal momento che il capo della famiglia era assente da cento anni, la condizione del successore rimaneva sconosciuta, per cui il nome della famiglia non era stata eliminata ma lasciata. Ma se qualcosa fosse accaduto a Edgar, allora sarebbe potuta essere decisa conclusa la linea di sangue.
-“Capisco. Ho ancora quel compito da svolgere. Tomkins, voglio che ti rilassi in fretta, ma potrei essere detestato dalla nostra futura casalinga candidata.”-
- “E' tutto a posto, milord, ci sono tanti mariti che sono odiati dalle loro mogli.”-
- “...... capisco, è incoraggiante.”-
Il maggiordomo posò il giornale, a cui erano state stirate tutte le grinze, di fronte ad Edgar che fece un aspro sorriso, e lasciò la stanza. Quando se ne andò, entrò Raven.
- “Raven, ho la sensazione che ci fosse un'organizzazione chiamata “Luna Scarlatta” in una di quelle sotterranee su cui stavamo investigando.”-
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- “Sì. Non usano ufficialmente quel nome, ma è una gang di ladri che dona i suoi profitti. Sono piuttosto famosi tra le parti basse della città e ci sono voci che dicono che le monete d'oro sparpagliate a St. Giles Street e a Southwark sia stata opera loro ed è abbastanza sicuro che siano stati lanciati soldi nelle case a East End. Su una parte delle monete, era stata disegnata una luna con inchiostro rosso.”-
- “Una cavalleresca banda di ladri, il che significa che le monete d'oro devono essere state rubate da qualche parte, giusto?”-
- “Sembra che usino il nome 'Luna Scarlatta' quando rubano, per cui non c'è sicurezza. Ma ci sono famiglie benestanti e individui che dichiarano che quelle monete d'oro sparpagliate, erano state rubate dalle loro case.”-
Leggendo dal suo promemoria, Raven lesse i nomi di famiglie benestanti e compagnie. C'erano alcuni nomi che sembravano famigliari a Edgar.
- “Quelli sono fonti di fondi del Principe.”-
- “Sì.”-
Era discutibile che avessero fatto alcun danno al Principe che era in cima ad una piramide di soldi e benessere che aveva impilato grazie al furto di monete d'oro vicino al piede di una montagna, ma c'era la possibilità che stessero facendo attività seccanti contro il bersaglio del Principe.
Forse erano collegati con l'attacco contro Edgar questa volta.
- “Hanno ucciso qualcuno fin'adesso?”-
- “Non ci sono stati incidenti grandi abbastanza da essere riportati sui giornali.” -
- “Dal momento che sono una gang di ladri che fa donazioni, l'omicidio ostacolerebbe la loro immagine.”-
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Eppure, dall'improvviso attacco del giorno prima e leggendo quella lettera di minacce, sembrava che non vedessero l'ora di ucciderlo. Soprattutto, gli stavano ordinando di consegnare la spada della famiglia del Conte. Non era qualcosa che sarebbe potuta scambiare con oro e anche se l'avessero rubata, avrebbero avuto problemi nel decidere che cosa farsene. Piuttosto, era collegata al nome del Conte Cavaliere Blu. Come se non volessero Edgar, un impostore e scagnozzo del Principe, che vedevano andare avanti con il nome del Conte.
- “Mi chiedo perché siano la 'Luna Scarlatta”.....”-
Luna.
L'incantesimo dello scambio con la Luna.
La promessa che il Conte Cavaliere Blu aveva fatto con la regina delle fate.
Sembrava come se fosse stato maledetto dalla Luna.
Ora che ci pensava, l'altra notte, Marygold aveva fatto baccano riguardo a un anello di luna o qualcosa del genere. Edgar aveva la sensazione che avesse risposto che il caso dovesse essere gestito con Lydia. Marygold, la notte scorsa, penso di aver visto delle piccole ali trasparenti sulla schiena di quella piccola ragazza.......
Che si era messa sopra la testa di Nico.
Nico, sì, quel maledetto gatto che gli aveva parlato, con le zampe sui fianchi come se gli stesse facendo una predica. Gridandogli addosso chiedendo cosa avesse fatto a Lydia.
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Non ho fatto niente a Lydia.
Piuttosto, sembra che abbia bevuto troppo. Non c'è modo che un gatto possa parlare.
No, non sembrava che di tanto in tanto capisse ciò che le persone dicevano?
- “Raven, Lydia è qui?”-
- “Non ancora.”-
- “..... mi chiedo se verrà.”-
- “Mr. Nico sta bevendo il tè nel suo ufficio come al solito, quindi credo che stia per arrivare presto.”-
Ahh, tè. Sì, lui era un gatto che amava il tè. Eppure il maggiordomo e Raven lo servivano come se fosse naturale.
- “Comunque, Raven, mi chiedo sempre, ma perché chiami Nico, Mister?”-
- “E' un gatto?”-
Rispose con una domanda come se fosse confuso.
- “Non è un gatto?”-
- “Dal momento che Lord Edgar parla con lui regolarmente, ho pensato fosse diverso.”-
Quando ci pensò di nuovo, anche Edgar divenne confuso.
- “Per una ragione o l'altra, ho la sensazione che avvenga una conversazione tra noi. Prima di tutto, non penso che possa fare certi trucchi come alzare una tazza di tè e bere da essa....”-
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Oh, beh.
Fin dal momento in cui aveva conosciuto Lydia, la sua magica e misteriosa realtà stava penetrando dentro di lui. Anche la scorsa notte, aveva assistito ad un cavallo nero ebano che era saltato e sparito dentro la fontana.
Sì, quella fata, era quella la fata che aveva fatto la dichiarazione a Lydia.
Non voleva perdere contro un cavallo.
- “Ancora un'altra cosa, Lord Edgar, Mister Paul Foreman è qui per vedervi.”-
- “Paul? Non mi sembra di averglielo promesso.”-
- “Dice che aspetterà per tutte le ore possibili. Sono già passate due ore.”-
- “Allora, sarà in grado di aspettare ancora un po'.”-
Alla fine Lydia arrivò al palazzo dove lavorava a Mayfair e diede solo un semplice e veloce saluto al maggiordomo e si affrettò nel suo ufficio. Non sapeva quale tipo di espressione dovesse fare per incontrare Edgar, per cui aveva deciso di confinarsi nella sua stanza per quel giorno.
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A dire la verità, Lydia non ricordava bene cos'era accaduto dopo il ballo. Era in uno stato di tale disperazione che aveva mandato giù tre bicchieri di punch, ma dopo di che, non ci aveva pensato più. Secondo suo padre, era piuttosto brilla e stava ballando gaia ma più il ballo avanzava verso la notte e più tutti diventavano ubriachi, per cui cortesia, educazione tutte le buone maniere erano scivolate via, lasciando posto a schiamazzi e comportamenti sciocchi.
Ecco perché, anche se Lydia era ubriaca, non risaltava, ma suo padre l'aveva effettivamente portata a casa, prima che si mettesse in ridicolo.
Lei aveva cambiato decisione e aveva deciso di andare al lavoro, mettendo mano prima di tutto alle lettere appena arrivate, indirizzate al dottore delle fate.
Comunque, non era in una situazione in cui si potesse concentrare sul lavoro. Marygold, in forma di una piccola ragazza umana irruppe nella stanza.
- “Miss Lydia, oh, quanto l'ho aspettata. Dovevo chiedere la sua opinione subito..... il Conte mi ha detto che lascia tutte le dure prove legate alle fate a Miss Lydia, ma Miss Lydia non era sobria la scorsa notte, per cui Mister Nico mi ha detto di aspettare la mattina dopo.”-
- “La 'Luna' di Nostra Maestà non riesce ad uscire dal dito di quell'uomo. Che doveva essere presentata all'uomo, il conte, che andrà a sposare Nostra Maestà.”-
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Oh, sì, l'aveva dimenticato. Kelpie l'aveva rubata da Marygold e aveva cercato di darla a Lydia, ma era stato accettato per sbaglio da Paul.
Il che voleva dire che Paul, che indossava la 'Luna', era legato alla promessa lunare di sposare la regina delle fate.
Se la regina delle fate avesse deciso di volere lui al posto del Conte, fino a che avrebbe tenuto l'anello sarebbe stato difficile fermarlo dall'essere portato via nel mondo delle fate.
- “A questo punto, ci è rimasto di far sposare quell'uomo a Nostra Altezza.”-
- “Beh, aspetta, Marygold. Ti serve solo che l'anello venga via, giusto?”-
Mentre Lydia lo disse, poté immaginare se ciò fosse accaduto, allora Marygold sarebbe andata da Edgar e gli avrebbe detto di accettare la 'Luna'. Lui poteva non accettarlo. Lei non aveva la forza di Kelpie di forzarlo. Ma, Edgar aveva il punto debole per le donne, per cui forse per qualche errore, avrebbe potuto finire con l'accettarlo. Stava cercando di pensare a qualcosa e ci fu un colpo alla porta, non ci pensò e rispose 'avanti'.
- “Buongiorno Lydia.”-
Appena vide il volto di Edgar, Lydia sentì il volto diventare caldo e velocemente abbassò la testa.
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Nascose il viso dietro una lettera che stava tenendo, facendo finta di leggerla.
- “..... Cosa c'è? Sono un po' occupata adesso.”-
- “La lettera è sotto sopra.”-
Rubò la lettera dalle sue mani, che erano strette in panico e la guardò dall'alto.
- “Paul è qui. Sembra che sia il tuo dovere salvarlo.”-
Era raro per lui, arrivare improvvisamente all'argomento principale senza le sue abituali fastidiosamente lunghe lusinghe e scambio di favori.
Lydia sedette assente come scoraggiata, ma anche sollevata, per cui alla fine fu in grado di alzare la testa. Era preoccupata che Edgar tirasse fuori quello che era successo l'altra notte, non sapendo che tipo di reazione avrebbe avuto.
A quel punto, Edgar poteva nemmeno aver notato la confusione nei sentimenti di Lydia.
- “Oh, è così. Stavo giusto parlando di lui con Marygold.”-
- “Sembra che qualcuno ha irrotto nella sua stanza della pensione per farlo affrettare a ridare indietro l'anello.”-
- “Eh, da chi?”-
- “Credo Mister Kain.”-
Ahh, quel kelpie, che insistente!
Era quasi stato attaccato da lui come cavallo, ma quando aveva lanciato una Bibbia, posta sul suo cuscino, è scomparso, è quello che ha visto nel suo sogno.”-
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- “Non era un sogno, comunque.”-
- “Comunque, gli è stato detto che ritornerà tante volte fino a quando non riavrà indietro l'anello. Per cui Mister Foreman, non vuole continuare ad avere questo sogno per via dell'anello. Afferma che l'anello è certamente maledetto. E quindi, sembra che Mister Kain sia venuto per farti una visita ieri, perciò lui è venuto qui per il tuo consiglio. Va bene se lo chiamo?”-
- “Sì, certamente. È solo mia la responsabilità per essere stato coinvolto.”-
Dopo un po', Paul Foreman venne portato da Raven, ma sembrava completamente esausto.
In piedi, Lydia lo salutò.
- “Sono terribilmente dispiaciuta Paul. Mi avete salvata ieri eppure siete in una situazione terribile.”-
- “Oh no, sono felice che stavate bene..... ma, non ho idea di cosa stia accadendo. E il Conte afferma che sia il lavoro di una fata.”-
Sembrava che il pittore non riuscisse a credere così facilmente che fosse venuto in contatto con una fata. Esortato da Edgar, si sedette su una sedia.
Anche Lydia si sedette, ma prima gli fece mostrare l'anello.
Era indossato stretto, sul suo dito medio della mano destra. Era la mano matura di un pittore, che aveva macchie di pittura e molti calli causati dal tenere in maniera stretta il pennello.
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- “E' una pietra lunare.”-
Come Edgar fece notare, era una grossa pietra lunare. Era una gemma d'un bianco latteo scintillante. La luce brillante che si mostrava dalla parte interna traslucente era a forma di una luna crescente.
- “Marygold stai dicendo che questa gemma cresce e cala proprio come la luna vera?”-
- “Sì. L'ampiezza della luce dentro cambia. Nelle notti di luna piena, diffonde una luce ampia e quando c'è luna nuova si vede una sottile e appena visibile linea.”-
Dopo che lo disse, scosse le sue ali giallo sole, correggendosi.
- “No, volevo dire che è la vera Luna.”-
Era nella forma di una bambina umana, eppure aveva dimenticato di nascondere le sue ali. Ma sia Edgar che Paul non se ne erano accorti o quella non era una situazione in cui notarlo perché erano concentrati sull'anello.
- “Sicuramente non ci si annoia, se lo si guarda ogni giorno. Paul, in un certo modo, potete considerarvi fortunato.”-
Che commento, era un problema che non lo riguardava.
- “Mi state prendendo in giro, è impossibile.”-
- “Quindi, perché non esce?”-
- “E' perché Kelpie l'ha forzato sul suo dito. Una parte dell'anello è piegata e affonda nel suo dito.”- rispose Lydia.
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“Kelpie?”
- “Um, Kain è il cavallo acquatico, kelpie.”-
Edgar rispose solo con un mm-hm, per cui non doveva conoscere tanto sui cavalli acquatici.
- “Lui-lui era il kelpie! Quelli che si dice mangiano gli umani....?”-
Il pittore di fate sapeva e la sua voce sembrava un quasi grido. Ma, Edgar rispose solo in modo annoiato.
- “Quindi lui è il cavallo mangia uomini.”-
- “Mangiano anche animali domestici, ma non toccano il fegato e lo lasciano sulla riva.”-
- “Che gusto sprecato. Il Fois Gras è una delle cose migliori che ci sia.”-
- “Piuttosto, cosa dovrei fare......”-
Paul cercò disperatamente di riportare l'attenzione all'argomento, che ovviamente stava venendo lasciato andare.
- “A ogni modo, dovremmo cercare togliere l'anello.”-
- “Ho provato diverse opzioni ma è stato impossibile. Sapone e olio non hanno funzionato.”-
- “Allora tagliare la parte dell'anello è la nostra unica opzione, non credete? Se lo facciamo con attenzione, saremo in grado di non recare danno alle vostre preziose dita.”- suggerì Edgar.
- “Non potete! Se ci fosse anche sono un danno all'anello di Nostra Maestà, allora non sarò in grado di tornare a casa.”-
Marygold scoppiò a piangere.
- “Oh, questo sarebbe terribile. Pensiamo a qualcos'altro.”- disse Edgar.
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Edgar era stato veloce a prendere le sue parti.
- “Non c'è un'altra opzione?”- chiese Lydia.
- “Non sarebbe facile sfilare l'anello facendo assottigliare il suo dito? Dobbiamo solo che Paul perda peso.”-
Diceva di fargli perdere peso, ma non è che Paul fosse grasso.
- “Potrei dire che verrebbe via se Paul non mangiasse per una settimana, non credete?”-
- “Pe....... per una settimana?”-
- “Se non viene via, allora un'altra settimana.”-
- “Morirò.”-
Paul era sull'orlo delle lacrime.
- “Va tutto bene, uno può sempre sopravvivere anche se è pelle e ossa.”-
Dal momento che Edgar disse che non stava scherzando ma che era una cosa vera, Paul accasciò le spalle come se fosse un prigioniero a cui era stata letta una sentenza di morte.
- “Ne parlerò con Kelpie. Sebbene non sia completamente sicuro, credo che dovreste portarvi una Bibbia e una croce nel caso.”- riassicurò Lydia.
- “Vi ringrazio, Lydia......”- fece Paul-
Proprio quando pensò che tutto si fosse calmato, Nico apparì sul cornicione.
- “Oi, Lydia, abbiamo un altro ospite.”-
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Pensò di aver visto un paio di ali dietro Nico, e poi una piccola ragazza scivolò giù per atterrare sul cornicione.
- “Lady Sweetpea!”- piagnucolò Marygold e volò verso di lei.
- “Marygold, mi stavo chiedendo perché ci mettessi così tanto, cosa stai facendo? Non posso credere che tu non sia nemmeno in grado di portare a termine il lavoro affidatoti da Nostra Maestà.”-
- “M-mi dispiace terribilmente, ma, effettivamente.....”-
La fata chiamata Sweetpea stava infatti vestendo un vestito d'un rosa pallido. Evidentemente doveva avere un titolo più alto di Marygold ma entrambe sembravano ragazzine della stessa età, per cui la vista di entrambe che parlavano era strana.
- “Cosa? L'anello di Sua Altezza è finito nelle mani di un uomo che non è il Conte?”-
Lydia fissò segretamente Nico.
- “Perché hai dovuto portare una persona così problematica?”-
- “Beh, mi erano state chieste indicazioni stradali.”-
- “Perché ti vengono sempre chieste le indicazioni.”-
- “Chi lo sa, io stavo solo facendo un pisolino sul tetto.”-
Doveva essersi appoggiato sui suoi gomiti a mo' di cuscino e doveva aver incrociato le gambe, non comportandosi come un comune gatto e fingendo di comportarsi in modo dignitoso.
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Per qualcuno che volava lì vicino, non importa cosa, lui attirava gli sguardi. Avrebbe capito alla prima occhiata che lui era una fata.
- “Oh, beh, non ci si può fare niente. Lasceremo soltanto che quest'uomo sposi Sua Altezza.”-
Non c'era tempo per Sweetpea per recuperare e fece una decisione. Afferrò la giacca di Paul.
Questo era ciò di cui Lydia aveva paura.
- “Aspetta solo un momento, stai dicendo che qualunque uomo andrà bene come marito della regina?”-
- “Tutti noi siamo stanchi di aspettare il matrimonio di Sua Maestà. Non prenderebbe nessuno se non il Conte e noi siamo passati per molti guai per mettere le nostre mani sulla 'luna'. Non aspetteremo oltre. Per il bene della prosperità del nostro clan, abbiamo bisogno che lei si sposi in fetta. Quindi, portiamo con noi quest'uomo come il Conte.”-
Che gestione rozza.
Ma sembrò che Sweetpea fosse seria.
Guardò attorno nella stanza e vide ciò che stava cercando e volò verso Edgar.
- “Lord Conte, per favore perdoni la mia improvvisa intrusione. Il mio nome è Sweetpea e io sono una delle ancelle di Nostra Maestà la Regina.”-
- “Sì, piacere di conoscerti.”-
Sembrò come se non sapesse esattamente cosa stava accadendo, ma fece comunque fece un sorriso della più alta qualità.
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- “A dire il vero ci sarebbe piaciuto che foste stato voi a guidare la nostra terra, ma siccome Nostra Signora ha posto la decisione che avrebbe sposato colui che indossa l'anello, vi chiedo umilmente di capire la situazione.”-
- “Non mi dispiace affatto.”-
- “Sarei onorata di poterle farle visita un'altra volta.”-
- “Un'altra volta?”-
- “Sì, visto che la vita dei mortali è corta, ci sarà bisogno che Nostra Maestà si sposi ancora.”-
- “Oh, capisco. Ma per quel momento, il Conte non sarò più io però. Più che altro, il problema in questione è che lui è il pittore per cui ho una simpatia. Sarebbe piuttosto problematico per me se se ne andasse.”-
Sembrava più che altro, che Edgar non avesse l'intenzione di girare le spalle a Paul. Lydia ne fu un po' sorpresa. Edgar non aveva il cuore tenero. Anche se in lui aveva visto il dono della pittura, lei pensò che era il tipo di persona che ci avrebbe pensato due volte nel voltargli le spalle, se questo significava che le fate se ne sarebbero andate.
Per cui doveva veramente amare la sua personalità.
- “Allora, facciamo uno scambio con qualcosa.”-
- “No, niente scambio!”-
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Lydia si affrettò a interrompergli, visto che gli scambi con le fate erano terribilmente pericolosi.
- “Allora, non avete il diritto di fermarci. Lo porteremo via.”-
Diversamente da Marygold, lei era una fata ostinata.
- “Non dire stupidaggini. Quella 'luna' appartiene a me. Avevo pianificato di darla a Lydia, quindi non comportarti da superiore.”-
Oh, perché è dovuto ritornare di nuovo.
Si sentì improvvisamente stanca, mentre si girò attorno per vedere che un giovane uomo dai capelli nero ondulati stava entrando nella stanza attraverso la finestra.
- “Oi, voi piccoli moscerini andatevene via dalla mia vista o v'inghiotto!”-
Ahhhh, gridarono Sweetpea and Marygold ed entrambe si arrampicarono su entrambi lati di Paul.
- “Tu, di che verrai con noi, adesso. O altrimenti dovremo inginocchiarci a pregare questa fata rumorosa e cattiva!”-
Sebbene rabbrividesse dalla paura per via di Kelpie, cercò disperatamente di persuadere Paul.
- “Perché tu piccola, non t'azzardare a prendere in giro il grande e dignitoso kelpie!”-
Le cose stavano per andare fuori controllo. Lydia perse la pazienza e urlò:
- “BASTA COSI' ! Se fai un altro passo vicino a lui, questo dottore delle fate di fronte a te non lo permetterà! Capito? Kelpie e Marygold e Sweetpea, dovrete vedervela con me prima!”-
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Stava respirando con le spalle, mentre tutti si erano calmati in un silenzio.
*
Anche se era un dottore delle fate inesperto, il fatto che fosse scoppiata in modo così spaventoso doveva aver avuto un qualche effetto. Le due piccole fate promisero di aspettare pazientemente che l'anello uscisse. Con Kelpie, non aveva paura di Lydia neanche un po', ma se le fate di campo non avrebbero interferito, disse che non gli sarebbe importato aspettare fino a che l'anello non fosse uscito. Le fate di campo non erano un problema visto che erano buone per natura, ma per in quanto al kelpie, non c'era sicurezza che non avrebbe fatto qualcosa di brutto a Edgar, anche se avrebbe aspettato. Lydia si consultò con Edgar sul lasciare Paul sostare nella residenza contesca fino a che l'anello non fosse uscito. La casa contesca, che teneva la spada dei merrow, era in qualche modo territorio dei merrow. Era un territorio dove un cavallo acquatico non avrebbe potuto fgire a proprio piacimento.
- “Paul, non dovreste andare da quella parte. Sarebbe una cattiva idea andare vicino al fiume.”-
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Portando un quaderno degli schizzi in un braccio, stava per proseguire in un percorso di cespugli, ma si affrettò a tornare indietro.
- “Allora, andiamo su quella collina.”-
La magia dei kelpie aumentava vicino al fiume. Era meglio prendere precauzioni. Lydia pensò che la collina sarebbe stata meglio e lo seguì.
La ragione per cui Paul era venuto nelle periferie di Londra, era per lavorare sugli schizzi di un disegno per un dipinto che gli era stato chiesto da Edgar.
Astenendosi dai suoi pasti per rimuovere l'anello, era stato desideroso di cominciare il lavoro che gli era stato offerto. E la ragione per cui Lydia era venuta con lui per la spedizione per gli schizzi, era perché diversamente dalla città, i campi erano molto più vicini al mondo delle fate.
Lydia era preoccupata che finisse in un'area avente una forte magia fata ed era stato Edgar a suggerire che lo accompagnasse.
[Sono geloso che venga protetto da te]
Lo disse nel suo abituale modo frivolo e leggero di parlare, ma era stato veloce a lasciarla andare. Nella notte del ballo, aveva insistentemente continuato a fare storie sul fatto che fosse stata troppo amichevole con Paul, ma che lui dicesse che lei avrebbe dovuto andare con Paul, era sorprendente e inaspettato per Lydia.
Ora che ci pensava su, fin dalla notte del ballo, non aveva più flirtato e agito come se la stesse corteggiando come al solito.
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Oh, forse, ha notato che stavo piangendo?
Solo ricordandosi come si era comportata, Lydia venne presa dal panico, però riuscì a calmarsi.
Se lui l'avesse realizzato, non c'era maniera che non avrebbe usato quell'argomento per punzecchiarla. Allora doveva essersi stufato di lei.
Edgar stava andando alle feste qua e la come al solito e se era in grado di correre dietro a tutte le donne per corteggiarle a suo piacimento, allora non aveva tempo da sprecare con Lydia.
Più che altro se fosse rimasto calmo come adesso, lei sarebbe stata in grado di lavorare armoniosamente come dottore delle fate della famiglia contesca.
Una volta che decisero il punto della collina, Paul cominciò a lavorare immediatamente, concentrandosi sugli schizzi. Lydia passò il suo tempo camminando attorno all'area e sbirciando di tanto in tanto i suoi schizzi.
Anche la cameriera che gli aveva accompagnati conversava con lei, ma essere in grado di venire in un luogo circondato dal verde e sentire il vento contro i fronzoli della sua cuffia e spendere il tempo non facendo nulla era pacifico e rilassante in sé.
- “Siete completamente annoiata?”-
Paul aveva completato il suo lavoro e si rivolse a Lydia che stava ammirando lo scenario vicino a lui.
- “Affatto, non molto tempo fa, vivevo in campagna, per cui c'erano sempre dei momenti quando guardavo le nuvole volare, stando sotto un albero, tutto il giorno.”-
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- “Che magnifico modo di spendere il giorno.”-
Sentendosi dire così, Lydia sentì un tepore dentro e sorrise.
- “Io ho sempre vissuto nella chiassosa e movimentata città tutta la mia vita, perciò il mio sogno è quello di comprare una casa da qualche parte dove il cielo è chiaro e bellissimo e poter vivere le mie giornate dipingendo fiori selvatici.”-
Appoggiò la testa in una qualche maniera imbarazzata.
- “Anche se lo dico, non potrò possibilmente vivere in quella sorta di lusso, almeno fino a quando il mio lavoro non verrà riconosciuto dalla società.”-
- “Sono sicura che verrete riconosciuto. Anche Edgar sembra voglia aiutarvi.”-
- “Lo spero.”-
Dopo averci rimuginato un po', lo disse di nuovo.
- “Credo che la ragione per cui il Conte mi tratta con gentilezza siete voi. Ho la sensazione che i suoi occhi abbiano catturato i miei dipinti sulle fate perché potesse rendervi felice. Sembrava che non fosse interessato da sé alle fate.”-
- “Impossibile, Edgar non mi vede come una persona speciale.”-
- “Veramente? Non siete voi il suo amore principale?”-
- “Oh, Paul, potete capire osservandolo per cinque minuti quanto sia civettuolo, non è così?”-
Con un viso preoccupato, tetro sorriso, Paul si grattò la testa.
- “Beh, sì, credo....., ba avevo la sensazione che vi veda in maniera diversa.”-
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In quale parte? Voleva chiederglielo, ma pensandoci su, pensare a ciò era ridicolmente stupido.
In qualunque modo apparisse a Paul, non c'erano errori nel dire che Edgar fosse un malizioso cacciatore di gonnelle.
- “Paul, lui è sicuro del vostro talento, Edgar lo vede con uno sguardo critico. Specialmente con gli uomini.”-
Era vero. Lui non aveva scelte riguardo alle donne, ma con gli uomini, si comportava effettivamente in maniera diversa a seconda della persona. Non si stava solo divertendo tra la nobiltà, dal momento che stava mettendo gli occhi su chi aveva il potere in politica e benessere, e famigliarizzava con loro. Poco importava quanto alto fosse il titolo che possedeva un nobile, non avrebbe sprecato uno sguardo verso qualcuno che possedeva un nome e avrebbe seguito orgogliosamente qualcuno che aveva salito la china da solo, sebbene sarebbe stato chiamato volgare dietro le spalle.
Ogni giorno, c'erano sempre più e più figure prominenti che venivano a visitare la casa contesca. Per Edgar non era difficile vincere la fiducia chi voleva conquistandone i favori. E per incrementare il numero dei conoscenti e far diventare se stesso famoso e per avere un'altra misura per proteggere se stesso. Se qualcosa gli fosse accaduto e se tutta l'Inghilterra ne avrebbe fatto un gran casino, allora i suoi nemici sarebbero stati esitanti nel fare qualche mossa contro lui.
Ma immaginando che Edgar stava cercando di approfittarsi nel costruire un muro forte attorno a lui e complottando la sua vendetta, fece Lydia interessarsi al fatto che lui stesse incrementando il suo numero di “amici di potere”.
- “Come potrei dire, lui è amato da tutti.”-
Sì, se erano persone che non conoscevano il suo vero io.
- “Forse quando le persone lo incontrano, diventa più misterioso quando più si parla con lui, eppure ciò aumenta l'interesse e si vorrebbe conoscere di più su di lui. Che tipo di persona è il Conte veramente? Lydia sembrate conoscere il Conte più di chiunque altro.”-
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E' un demone. Ma non poteva di certo dirlo.
Ma anche se Lydia era a conoscenza di tutti i dettagli. Tutto quello che sapeva era che anche se Edgar era un delinquente, era un uomo terribilmente triste. Stava ancora combattendo contro il suo destino.
- “Quando lo guardo, mi ricordo del mio passato. La prima volta che ho visitato la terra di un nobile è stato quando ci sono stato portato da mio padre che era un pittore. Era un posto enorme, e appariva come se fosse il mondo proveniente dal libro di un bambino. Così tanto che credetti che i nobili che ci vivevano fossero i discendenti di eroi cantati nelle ballate. Specialmente il giovane figlio, aveva capelli d'un biondo oro brillante e credo che avesse dodici o tredici anni, ma era un ragazzo che ricordava Adone.”-
La curiosità di Lydia fu fortemente intrigata da quella storia.
- “Sembrava come?.......... Come Edgar.”-
- “Sì, la prima volta che l'ho incontrato, ho pensato che fosse quel ragazzo cresciuto. Ma quella famiglia non era quella del Conte Ashembert.”-
Fu un po' esitante se dovesse chiederglielo o meno. Ma alla fine, Lydia glielo chiese.
- “Che famiglia viveva lì?”-
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- “Oh, era la famiglia di un duca. Era il giovane figlio del Duca di Silvainford.”-
Famiglia ducale? È il più alta che esiste.
- “A quell'età, sarebbe stato normale andare alla scuola pubblica. Ma aveva effettivamente una salute cagionevole e aveva un po' di tutori, stando nel maniero della famiglia.”-
Ma, aveva una salute cagionevole. Allora, doveva essere qualcun altro.
- “Mio padre era stato assunto dal Duca per dipingere il castello, il giardino e i membri della famiglia. Avevo sedici anni al tempo e non avevo il desiderio di diventare un pittore ma ero stato fatto andare assieme a mio padre come suo assistente e dovevo preparare i suoi dipinti e le sue tele..... il giovane figlio veniva e guardava mentre facevo questo.”-
- “E quindi voi due siete cresciuti come amici?”-
- “Sì, sebbene sia stato solo per pochi mesi, il giovane figlio non aveva nessuno con cui giocare , quindi dovevo essere stato l'ottima opportunità da afferrare. Guardava i miei patetici disegni e sebbene non fossi interessato a diventare un artista, dichiarò che avevo talento. Se lui fosse riuscito a diventare un duca, disse che si sarebbe preso cura anche di me. Sebbene fosse un bambino, dal momento che era circondato da magnifici e sofisticati pezzi d'arte, fui un po' di buon umore. Ero giovane e così promisi ingenuamente che sarei diventato un pittore e ma non avevo un benché minimo talento e dopodiché sono passato attraverso un lavoro scrupoloso. Ma ho realizzato che i dipinti che mio padre criticava e avevo messo via, erano quelli che amavo di più. Lui era veramente un ragazzo leale e cordiale che ti faceva veramente capire cosa fosse la buona educazione.”-
Anche a quella parte, Lydia voleva scuotere il capo.
- “Ecco perché, quando seppi che i membri della famiglia ducale erano tutti morti, fui scioccato.”-
Ma l'idea che lui fosse una persona differente cambiò facilmente.
Edgar aveva detto che era un uomo che si supponeva fosse morto. Che era stato derubato di tutto, dei suoi genitori, della casa e del suo nome.
- “....... Sono tutti morti, ma come.”-
- “Ho sentito che era stato il fuoco. È stato duro immaginare che le persone e quel bellissimo castello, il giardino, tutto non esisteva più. Speravo di poter mostrare la mia arte a quel giovane figlio più che a qualsiasi altra persona quando fossi diventato un pittore riconosciuto.
Quando Lydia se ne rese conto, stava tendendo le sue dita tremanti strettamente.
- “Oh, mi dispiace. Mi è uscita una cosa così strana da dire.”-
- “Oh, no niente affatto.”-
- “Oh, ma l'unica parte di affinità tra quel figlio e il conte, sono i capelli e il colore degli occhi.
In altre parole, una volta che aveva conosciuto Edgar, aveva scoperto che possedeva una differente personalità rispetto a quella del giovane figlio della famiglia ducale.
Mi chiedo se quella sua personalità a due facce fosse severa fin da quando era giovane.
- “.... Uh, se quel giovane ragazzo fosse ancora vivo, credete che si ricorderebbe di voi?”-
Le fece uno sguardo confuso. Era una strana domanda da chiedere, visto che lui aveva detto che quel ragazzo era morto.
Eppure rispose dopo averci pensato su.
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- “Sarei davvero felice se si ricordasse.”-
Edgar doveva essersene ricordato.
Ecco perché stava offrendo a Paul la chance per rendere famoso il suo nome. Proprio come Paul stava ricordando del giovane ragazzo che aveva incontrato nella casa della famiglia ducale, anche Edgar si sentiva nostalgico.
Aveva protetto Paul dalle fate e stava permettendo a Lydia di lasciare da parte il lavoro della famiglia contesca per accompagnarlo.
Lydia aveva avuto esperienza di prima mano della parte crudele e senza cuore di Edgar, ma sentiva anche che era di buon cuore e compassionevole. Diventava crudele solo per il bene dei suoi compagni che si erano supportati l'un l'altro ed erano sopravvissuti attraverso numerose disperate e pericolose situazioni.
Non c'era da meravigliarsi che avesse fatto tesoro dell'amicizia che aveva con Paul in passato.
- “Lydia, sono eccitato di essere fissato così tanto da te, ma almeno potresti non aggrottare le sopracciglia quando lo fai.”-
Quando Lydia realizzò la situazione, capì che aveva fissato Edgar come se lo stesse guardando torva dall'altro capo del tavolo che era in mezzo a loro.
-“Eh, ah, oh, stavo solo pensando….”-
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- “Se riguarda me, allora non pensare, risponderò. Tutto quello che vuoi sapere.”-
Lydia stava pranzando con Edgar, che era stranamente a casa sua a quasi mezzogiorno.
Erano solo loro due sul terrazzo, saturo della luce del sole. Paul stava continuando i suoi sforzi di perdere peso e accadeva che si dimenticasse di avere i suoi pasti quando veniva assorto dal suo lavoro. Sebbene gli offrissero di unirsi ai pasti, rispondeva di sì ma non veniva mai. Ecco perché, proprio in quel momento, c'erano solo Edgar e Lydia. Ora che ci pensava, non si erano parlati da soli dal giorno della notte della ballo, la cosa fece diventare Lydia immediatamente nervosa.
- “Hai mai avuto una salute cagionevole?”-
Aprì la bocca per evadere la situazione, per cui disse quello che le passava per la testa.
- “Uh-hm”- rispose Edgar senza esitazione.
- “Ero confinato a casa per via dell'asma. Sono andato via a dieci anni, sebbene mia madre fosse terribilmente preoccupata. Quindi non mi sono mostrato a molti degli ospiti che venivano nella casa padronale.”-
- “Ecco perché non c'è nessuno che sa di te tra la nobiltà.”-
- “Escludendo una persona però.”-
Quello era Paul. Doveva aver capito che Paul aveva detto qualcosa a Lydia, cosa che le aveva fatto tirare fuori quell'argomento.
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- “Ma, non c'erano molti servitori? E tutori?”-
- “I miei tutori e il personale superiore erano vicini conoscenti della mia famiglia, per cui sono tutti morti. I servitori che sono sopravvissuti non conoscono nemmeno la mia faccia.”-
Si diceva che in una tenuta dove operavano cento servitori, persone oltre le poche dello staff superiore, le cameriere della signora e il lacchè, i servitori non entravano in contatto con il padrone della casa e la sua famiglia.
- “Anche se ci fossero persone che ricordano quel ragazzo, non penserebbero che io sia lui. Lui ha una tomba. C'è un corpo in essa. Non so chi sia. Beh, non è che ho aperto il coperchio per esserne sicuro, ma c'è un corpo bruciato nero crespo, di genere non identificabile.”-
L'aveva detto di proposito per confonderla e prese un morso di un pollo arrosto come se tutto fosse a posto. Lei perse immediatamente appetito e posò coltello e forchetta ma pensò per qualche ragione che non volesse perdere.
- “La ragione per cui tu apparentemente non somigli a quel ragazzo è perché la tua personalità è completamente diversa dalla sua. Alla fine, non devi essere stato qualcuno che aveva un lato aggressivo e prepotente e che non stuzzicava gli altri?”-
Lui alzò un bicchiere fino agli occhi per guardare il suo riflesso in esso.
- “Sì. Lo penso anch'io. Mi sono capitate molte cose. Vado in confusione su me stesso se penso di essere la stessa persona di allora.”-
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La sua famiglia era stata uccisa improvvisamente ed era stato portato via in un paese straniero. Un uomo di nome Principe aveva preso possesso di Edgar per qualche ragione sconosciuta e Lydia non aveva idea di come fosse stato trattato, ma lì era uno schiavo, che non aveva libertà e dove gli era stata portata via la sua volontà.
Anche Raven che era stato tenuto anche lui imprigionato, era scappato con i compagni con cui aveva fatto amicizia, doveva essere stato necessario acquisire quelle sue due facce per nascondere cosa stesse pensando e ingannare i suoi nemici e la sua calma risolutezza e crudeltà e la sua insensibilità erano servite per attraversare tutte le situazioni pericolose. Anche dopo essere scappati, avevano dovuto nascondersi nei sotterranei della società per evadere gli inseguimenti dei suoi nemici e manovrare le battaglie per sostenere i loro ideali.... in una battaglia vicino alla morte.
Non c'era modo che sarebbe potuto rimanere un semplice e innocente giovane nobile. Dal momento che nessuno lo aveva aiutato, aveva cambiato se stesso per sopravvivere e lottare per proteggere Raven.
- “Non conosco il te del passato, ma non mi dispiace come sei adesso.”-
- “..... tu sei veramente.....”-
Stava per dire qualcosa, ma chiuse la bocca.
Poi, le fece un sorriso dolce.
Non poteva indovinare cosa Edgar stesse realmente pensando, ma quando vide un così felice sorriso, Lydia si sentì sollevata.
Forse era cambiato, ma c'erano delle parti di lui che rimanevano le stesse.
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Se qualcuno non conosce l'esperienza di una pacifica ebrezza di felicità, poco importa quando bene reciti, non sarà mai in grado di fare quel sorriso. Ecco perché non riusciva a pensare a Edgar solo come un criminale e voleva aiutarlo a vincere una vita pacifica.
Sperò che potesse tagliare via il suo odio verso Principe e vivere come Conte Ashembert.
- “Cosa salta in mente agli umani di bruciare la loro carne.”-
Quella voce che interruppe improvvisamente veniva da Kelpie. Non avevano notato che si era seduto sulla sedia messa per Paul e che stava strappando un pezzo dal pollo arrosto con la mano.
- “Crudo è molto meglio.”-
- “Che ci fai qui!”-
- “Per vederti. Com'è? L'anello è uscito dal suo dito?”-
- “Anche se l'anello uscisse, non ti permetterei di portare via Lydia.”-
Kelpie diede un'occhiata ad Edgar che aveva parlato.
- “Non aprire quella tua grossa bocca impertinente. Anche se sei il Conte Cavaliere Blu, non riesci affatto a vedere le fate. Per cui avere Lydia che lavora sotto di te è intollerabile.”-
- “Se vuoi davvero stare al suo fianco così tanto, allora posso assumere anche te. Potrai almeno tirare una carrozza, vero?”-
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Trattato come un cavallo, Kelpie perse la calma e lanciò l'osso di pollo.
- “Non sono un cavallo. Sono il grande e nobile Cavallo d'Acqua!”-
Si sporse in avanti e fissò Edgar con occhi minacciosi. Lydia pensò che Edgar fosse davvero temerario nel guardare dritto negli occhi di Kelpie. Non doveva conoscere la ferocità dei kelpie, visto che i loro seducenti occhi corrompevano i cuori e i desideri delle persone.
C'erano anche state delle persone che erano svenute per l'immensa paura provocata.
- “Che problema c'è, Conte, se sei spaventato, non dovresti chiamare quel tuo servitore?”-
La ragione per cui quel kelpie dalla testa calda non aveva immediatamente attaccato Edgar era perché si stava apparentemente tenendo cauto riguardo Raven.
-“Se parli di Raven, non è qui”-
- “Hmm, allora se volessi staccare quella tua testa, non c'è nessuno che mi fermerà.”-
- “Io ti fermerò!”-
Lydia tese, di fronte a Kelpie, un talismano, che allontanava il male. Era una palla fatta con pagine arrotolate, staccate dalla Bibbia. Lui distorse il volto per fare una smorfia, come se qualcosa di maleodorante fosse stato piazzato di fronte al suo naso. Anche se al kelpie non piacevano le cose sacre, ciò gli facevano effetto solo a quel livello.
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Per cui non doveva essere stato serio nel considerare di attaccarlo e indietreggiò.
- “Non ti vergogni ad essere protetto da una femmina?”-
- “E' tremendamente eccitante avere Lydia che manda via un uomo, che le va dietro, per il mio bene.”-
Non era in errore, ma non sembrava nemmeno che fosse giusto.
- “Lydia, dov'è il buono in questo debole uomo con una grande bocca? Comunque tu la veda, io sono la scelta migliore.”-
- “Ovviamente sceglierebbe un umano ad un cavallo.”-
- “Ti ho detto che non sono un cavallo! Oi, Lydia, mettilo in chiaro. Me o lui, chi scegli?”-
Le diceva di scegliere, ma che tipo di scelta era quella tra una fata mangiatrice di uomini e un ex criminale donnaiolo.
- “Ohhh, tutti e due sei così!”-
- “Il preferito di Lydia è il pittore”- mormorò Edgar.
- “Co-cosa stai dicendo.”-
- “Hai accettato di fargli da modella, giusto? Ma avevi detto che non volevi.”-
- “Quello, è come sono andate le cose.”-
Quando l'aveva accompagnato a quella spedizione per gli schizzi, lui le aveva chiesto se avesse potuto fare un suo schizzo, per cui si era solo seduta sull'erba.
Dato che era una cosa semplice da fare, se gliel'avesse chiesto ancora, non ci sarebbe stata nessuna ragione in particolare per rifiutare.
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Non era che stesse per dipingere Lydia e se lui avesse solo usato quello schizzo per creare un dipinto sulle fate, allora non era qualcosa su cui fare un polverone.
- “Mister Kain, ecco perché non sono io colui di cui ti devi preoccupare.”-
- “E' vero? Il mio rivale è quell'uomo che ha rubato la mia 'luna'?”-
Rubata? Più che altro gliel'hai infilata a forza.
- “Edgar non dire cose così irresponsabili.”-
- “Se hai dei sentimenti per lui, allora farò l'uomo e mi farò da parte. Alla fine non voglio essere odiato.”-
Se diceva così, allora non c'era nulla cui controbattere per Lydia.
Se avesse detto con forza che lui stava sbagliando, allora sarebbe sembrato che stesse cercando disperatamente di fare chiarezza sull'equivoco di Edgar tra lei e Paul.
Anche se avesse frainteso, il desiderio che la smettesse di pretendere di corteggiarla solo per scherzo si sarebbe avverato. Era giusto. Paul era un buon uomo e non c'è la garanzia che non potrei maturare dei sentimenti per lui. Ma, per qualche ragione, fu delusa che lui non fosse geloso.
Era un po' insoddisfacente non essere in grado di sentire i suoi attacchi corteggiatori verso di lei....
Oh, no questo è impossibile. Sono solo sorpresa, tutto qui.
Andò nel panico e tirò fuori una scusa, ma Lydia riuscì a realizza qualcosa.
Edgar, forse, non voleva essere odiato da lei, ma forse non voleva essere odiato da Paul. Anche la lotta con Kelpie per decidere chi dovesse avere Lydia, per lui era solo un gioco scherzoso di parole da godere e per divertirsi. Ma non aveva nessuna intenzione di giocare quel tipo di gioco con Paul.
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Non aveva una seria intenzione di lottare per Lydia, per cui non ci sarebbe stato nessuno che potesse dispiacere Paul.
Lydia lasciò che le forze l'abbandonassero e si accasciò sulla sua sedia.
Beh, questo torna.
Conoscevo perfettamente il comportamento da dongiovanni di Edgar e le sue parole di corteggiamento non erano serie dall'inizio.
- “Oh, fantastico, quindi non è che sei serio riguardo Lydia.”-
Quel kelpie ingenuo aprì bocca e commentò senza pensare, cosa che fece peggiorare l'umore stanco di Lydia. Ecco perché non si era accorta che l'umore di Edgar si era incattivito e si stava lentamente accumulando. Guardando Kelpie afferrare il pane riempiendosi le mani, Edgar fece scivolare uno dei suoi piatti, che non aveva toccato, verso la sua direzione.
- “Mister Kain, assaggia anche questo se vuoi.”-
Anche se disse che aveva un brutto sapore, il vorace kelpie inghiottì l'elegante pasto in un boccone.
Ma allora, il colore del suo volto cambiò rapidamente e si alzò.
- “Ch-che cos'è...... Cosa mi hai dato!”-
- “un tortino di fegato.”-
Fegato. …..... Organi. Cose che i kelpie non mangiavano mai.
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Manco a dirlo, la faccia di Lydia sbiancò. Lui non aveva idea di cosa sarebbe accaduto se si faceva veramente arrabbiare un kelpie. Anche quella era terra del reame del Conte dove la magia era difficile da condurre, se un kelpie era a piede libero.....
Lydia non sarebbe in grado di fermarlo.
Sulla schiena del kelpie, che stava tremando di rabbia, crebbero la sua criniera e la coda. La sua forma di cavallo stava fuoriuscendo.
Ma, Edgar stava ancora parlando come se niente fosse.
- “Sai, è pericoloso mettere in bocca qualcosa offerto da qualcuno di cui non ti fidi.”-
- “Come ti sei permesso, la prossima volta vedrai, ti farò a brandelli!”
Kelpie balzò dal terrazzo come una folata di vento.
Sembrava che l'aver mangiato organi fosse qualcosa che aveva sorpreso e impanicato il kelpie, più che altro l'aveva fatto infuriare.
Lydia si sentì sollevata dal fondo del suo cuore ma allo stesso voleva voleva mettere la testa tra le mani.
- “A cosa stavi pensando! Non è coraggioso se sei ovviamente in pericolo!”-
- “E' lui quello che non mi stava prendendo seriamente.”-
Il sottile sorriso che proveniva dall'oscurità dentro di lui e che non si mostrava normalmente in superficie.
Non era ignaro del pericolo, non era nemmeno spaventato.
Almeno per lui, una creatura che poteva portargli via la vita non era un pericolo, ma quello di cui più aveva paura, era l'esistenza della sua nemesi che lo teneva vivo, avendolo derubato di tutto quello che aveva avuto.
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- “Scusatemi, milord.”-
Paul comparve sulla terrazza e Edgar girò gli occhi verso di lui con un'espressione cambiata con il sorriso di un conte composto e generoso.
- “Paul, mi dispiace che il vostro pasto sia stato mangiato da Mister Kain. Ve ne farò preparare un altro.”-
- “Oh, no, va tutto bene. Più di tutto, milord, ho un favore che vorrei chiedervi.”-
- “Che cosa c'è?”-
Dopo un po' di esitazione, il volto cambiò in determinazione mentre apriva la bocca.
- “Potrei dare un'occhiata alla spada del Lord Cavaliere Blu?”-
In accordo alla leggenda, la spada era conferita assieme al titolo nobiliare dal Re d'Inghilterra, Edgar I, al fondatore della famiglia contesca, il Lord Cavagliere Blu. Era un pezzo raro che serviva per provare di essere l'erede della famiglia del conte. La ragione per cui Edgar, che non era collegato alla famiglia Ashembert, era stato accettato come Conte di Ibrazel, era perché aveva ottenuto la spada. E Paul stava dicendo che desiderava vedere la spada che era anch'essa tesoro della famiglia.
- “Riguardo al dipinto che avete ordinato, volevo crearne uno sulle fate basato sulla storia del Lord Cavaliere Blu. E se era così, allora ho pensato che avrei dovuto dipingere anche la leggendaria spada.”-
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Doveva aver pensato che era una cosa temeraria da chiedere, continuò a parlare in modo nervoso.
-“Oh, uh, non farei niente come toccarla o sporcarla. Solo guardarla sarebbe abbastanza. Fintanto che posso imprimerne l'immagine nella mia mente e sono uscito con questa idea.”-
Poteva essere stata l'immaginazione di Lydia di aver visto Edgar socchiudere gli occhi di colpo guardando Paul.
Ma rispose come se non ci fosse nulla di sbagliato.
- “Fate pure. Se questo significa che il vostro dipinto sarà ancora più magnifico.”-
Paul rilassò i muscoli intorno alle labbra come se fosse stato liberato da una tensione crescente e abbassò la testa, ma per qualche ragione, Edgar non sorrise affatto.


Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar 

1 commento:

  1. Finalmente sono riuscita a leggere questo capitolo.
    Si sta formando uno strano "quadrato".
    Il personaggio di Edgar è sempre più enigmatico nei suoi comportamenti.
    I pensieri di Lydia si contraddicono.
    I nuovi personaggi m'ispirano.
    E gli "oppositori" non so cosa potrebbero combinare.
    L'ultima richiesta di Paul fa "riflettere".
    E' stato un capitolo pieno.
    Grazie.

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