mercoledì 29 luglio 2015

Cap 1: Lo sposo della Regina delle fate
Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi

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- “Gee, ci vuole ancora molto per arrivare a Londra.”-
Era stanco dalla corsa e si gettò a terra per sdraiarsi sull'erba vicino alla riva del fiume e mormorò con un sospiro. Erano passati tre giorni da quando aveva lasciato la Scozia, Londra era molto lontana anche con la sua velocità, che era un orgoglio e una specialità. “Lydia, cosa pensava di fare andandosene senza dirmelo?”
Aveva anche sentito che era stata assunta come dottore delle fate a Londra e sarebbe passato un po' prima del suo ritorno, ma riusciva solo a dirsi che lei stesse scherzando. Gli era stato detto che chi la stava trattenendo era il Conte Cavaliere Blu, un umano, che pure aveva delle terre nel mondo delle fate. Anche lui ne aveva sentito il nome.
Comunque, se fosse stato un Conte che aveva il potere di far arrendere a lui le fate, non avrebbe avuto alcun bisogno di assumere un dottore delle fate.
Era determinato ad ogni costo a riportare indietro Lydia e quindi era galoppato via dalla Scozia. Ecco perché era venuto in Inghilterra, dove nessuno del suo clan aveva messo piede.
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- “La troverò sicuramente.”-
Proprio allora, sentì una voce che cantava nell'alto del cielo.
- “Una luna bianca, la Luna bianca della regina, una Luna per il caro sposo.....”-
Luna?
Curioso, alzò il corpo e si trasformò in un bellissimo, affascinante ragazzo.
Chiamò la piccola fata che volava, svolazzando da un ramo all'altro.
- “Hey, signorina, sei davvero di ottimo umore.”-
- “Buon pomeriggio, Signor Capelli Neri.”-
- “Sto cercando di dirigermi verso Londra, sai se questa è la strada giusta?”-
- “Sì, sei quasi arrivato. Anch'io sto andando lì. Per dare il benvenuto allo sposo di nostra maestà la regina.”-
- “Sono contento per tutti voi. Allora, di che Luna stavi parlando nella canzone che cantavi prima?”-
- “Della vera Luna.”-
- “Non scherzare. Non c'è modo di prendere la vera Luna.”-
- “L'abbiamo ottenuta. Cresce e cala, anche.”-
- “Wow, com'è raro. Fammi dare un'occhiata.”-
- “Ora, solo un'occhiata.”-
Dal momento che la fata era così di buon umore, non prestò molta attenzione e tirò fuori un anello che aveva una lattea “Luna” bianco splendente attaccata a esso e lo porse a lui.
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- “Cresce e cala veramente?”-
- “Ovviamente.”-
- “Capisco. Mi hai lasciato vedere una cosa così meravigliosa. Grazie.”-
Le sorrise e le ridiede l'anello.
- “Prego. Ora, devo affrettarmi per la mia strada.”-
- “Uh-huh, abbi cura di te.”-
Dopo che vide la svolazzante fata scomparire dietro la cima degli alberi, srotolò fuori la lingua.
- “Che stupida fata.”-

Aprì il palmo della mano e lì posava la 'luna'.
***

Il posto in cui Paul Foreman entrò, con indosso i migliori vestiti che potesse affittare, era una sala aperta ai circoli sociali alla moda.
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C’erano straordinari individui che partecipavano all’esibizione, tenuta dal un club d’alta classe, un luogo comune in cui prendere parte per i membri dell’alta società. I numerosi dipinti appesi in mostra nella spaziosa sala erano in uno stile attualmente popolare, ed erano stati selezionati uno ad uno dalla Royal Academy. Tutti condividevano un tema centrale basato su un racconto romantico e
il design del primo periodo del Rinascimento era delicato e grazioso, di una fragile bellezza ed era stato accolto, come degno, nel regno d’Inghilterra di Sua Maestà la Regina. Comunque, c’erano anche dipinti creati da giovani pittori sconosciuti. Se una delle loro opere fosse stata in grado di attirare lo sguardo di qualcuno delle signore e dei gentiluomini, avrebbero potuto avere la chance di fare un passo nel mondo dell’arte. Quindi, proprio per quello, Paul e i suoi lavori, appena iniziati, erano stati messi in una brillante cornice, preparata da un mercante d’arte ed erano stati appesi con gli altri sotto il grande lampadario. Però al momento, non c’era stato nessun gentiluomo che si era fermato di fronte ai suoi dipinti. Gli era stato detto che erano troppo semplici e anonimi. Era a ben conoscenza dei gusti dell’alta classe ma non era in grado di cambiare il suo stile così facilmente. Ecco perché non si aspettava molto da quella mostra. Più che altro, l’attenzione di Paul era attratta da qualcos’altro dentro la sala. C’era un giovane ragazzo biondo, in piedi in mezzo alla folla, al momento immersa in una vivace conversazione. Aveva una bellezza suggestiva che riusciva a offuscare i bellissimi uomini e le donne dei dipinti. Quando si muoveva, l’aria attorno quell’area si muoveva. Era come se la luce lo seguisse in ogni movimento, facendo spostare anche le ombre.
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Ma, non era su quello su cui posava l’attenzione di Paul. Lui gli ricordava qualcuno. Era come l’immagine del futuro di un ragazzo del suo passato. Un ragazzo che presumibilmente era morto.
-“Paul su cosa stai sognando ad occhi aperti. Questa è la tua chance.”-
Il giovane pittore ritornò alla realtà e alla fine realizzò che il ragazzo che i suoi occhi stavano seguendo, si era fermato davanti un suo dipinto. Il mercante d’arte subito lo spinse. Quando i due si avvicinarono al ragazzo, il mercante parlò con la gestualità rispettosa di un mercante d’arte.
-“Cosa ne pensate milord. Non credete che sia un dipinto meraviglioso?”-
Il nome del giovane conte, che era il succulento tema delle chiacchiere della nobiltà, era Edgar Ashembert. Si diceva fosse tornato dall’esterno proprio quella primavera.
-“Infatti. Lei è Titania?”-
- “Sì. Il motivo è la regina delle fate da “Un sogno di una notte di mezza estate”.
Sulle ombre delle primule, la regina delle fate dormiva. Gli occhi del conte erano incollati sul dipinto, come se si fosse innamorato di lei. Non era il potere del dipinto. Paul fu sorpreso di scoprire che solo con il fatto che il Conte stesse ammirando il dipinto, lo faceva sembrare come avesse cominciato a irradiare una luce brillante. P. 13
Proprio come i guanti morbidi e attillati o il suo nodo della cravatta e anche lucentezza della sua raffinata giacca da sera, tutto appariva come un pezzo d'arte.
Dava anche l'illusione di un debole aroma di fiori che proveniva dal dipinto. Quell'aroma proveniva da una nobildonna che si avvicinò a loro, ma era stato molto prima di accorgersene.
- “Non è un tema adatto a voi milord?”- disse la nobildonna in abito blu.
Il mercante non sprecò l'opportunità di vendere.
- “Perché, ovviamente, il lord Conte sa sulle fate molto più di chiunque altro. Anch'io stesso ho scelto la migliore opera tra i numerosi dipinti sulle fate.-”
E allora, il mercante si girò per guardare Paul. Si affrettò per introdurlo come colui che aveva creato il dipinto. Il Conte, che si diceva avesse un regno nel mondo delle fate, guardò verso Paul e gli fece un sorriso gentile. Gli era stato detto che il giovane conte aveva appena passato i venti. Era più giovane di Paul eppure quei suoi occhi concentrati sul pittore principiante apparivano come quelli di un generoso mecenate. Si chiese se fosse sciocco cercare di vincere i favori del Conte. Sebbene sentendo un sentimento di diffidenza, con il mercante d'arte che gli diede una gomitata, fece i suoi saluti il meglio che poté.
- “E' un piacere conoscervi, Lord Ashembert.”-
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- “Fate spesso dipinti sulle fate?”-
- “Ah, sì. Mi piace la letteratura sulle fate come in Drayton e Spencer.”-
- “Ne avete vista una?”-
- “Hum?”-
Gli era stato chiesto se avesse visto una fata prima d'ora. Comunque, Paul fu colto di sorpresa ed era confuso su quella domanda, se fosse seria o solo uno scherzo. Il suo nome, Conte di Ibrazel (mondo delle fate), era effettivamente romantico e risvegliava l'interesse delle persone, ma Paul pensò fosse solo un nome. C'erano anche altri coetanei che avevano titoli di terre che non esistevano.
- “Milord, non è gentile che prendiate in giro un'innocente artista”- disse la nobildonna.
- “Perché milady. Non credete nell'esistenza delle fate?”-
- “Se dite di poterle vederle, allora dirò che credo nella loro esistenza.”-
- “Sì, ne ho vista una. Una fata che possiede una bellezza etera, con la quale nessuna donna terrena può competere, e che può fare un incanto su chiunque per attirarlo. Mi chiedo se sto sognando per essere in grado di parlare con una persona come voi?”-
- “Com'è lusinghiero.”-
Se la conversazione dei due fosse continuata, sembrò che avrebbero dimenticato che Paul e il mercante erano in piedi vicino a loro. Il mercante d'arte lo tormentava da dietro per sbrigarsi e far appello alla sua arte, ma Paul si esprimeva con difficoltà.

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Non era in grado di trovare un momento per fare un commento e stava sentendo di aver perso, quando il Conte riportò l'attenzione su di lui, come se improvvisamente si fosse ricordato di qualcosa.
- “Vorrei vedere altri suoi lavori, Mr. Foreman.”-
“Eh…..”
- “Gli avete presi in simpatia?- spingendo da parte Paul che si era irrigidito per l'inaspettato rivolgimento degli eventi, il mercante d'arte si fece avanti.
- “Sì....., Titania qui, mi ricorda una donna che mi piace.”-
- “Oh cielo, è sicuramente imperdonabile. È la vostra amante?”-
- “No, è un mio amore unilaterale.”-
- “Impossibile. Non riesco a crederlo.”-
- “Sembra che non sia in grado di capire i sentimenti di una donna, perciò la faccio arrabbiare in fretta.”-
- “Non c'è modo che voi non siate in grado di capire i sentimenti di una donna?”-
- “E' vero, Milady. Così tanto che vi sarei grato se mi insegnaste.”-
- “Se siete d'accordo con me, allora sarei molto più che felice.”-
Paul non riusciva a capire se a lui piacesse la sua arte o se fosse solo una scusa per corteggiare la nobildonna, ma rimase fermo guardando i due andare via.
Paul aveva pensato che gli ricordava quel ragazzo. Ma una volta che gli aveva parlato la sua impressione era completamente cambiata. Ovviamente era così, non era possibile che lui fosse quel ragazzo.

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*
Se dormi sotto un albero di mele innestato o su un albero di un folletto, le fate ti porteranno via. Nel caso di bellissimi uomini o donne, devono fare particolarmente attenzione quando passano sotto un albero. La magia di una fata può far addormentare chiunque. Se si sentono improvvisamente sonnolenti e si siedono vicino al tronco di un albero per un sonnellino, probabilmente non saranno in grado di svegliarsi più.
E così, quelli che scompaiono si dice siano diventati la sposa o lo sposo di una fata.
- “Tempo fa, c'è stato un avo del Conte Cavaliere Blu che aveva fatto, senza pensarci, un pisolino sotto un melo”- disse Tomkins.
Quel maggiordomo della famiglia del Conte, era seduto su un tavolo in una delle stanze della residenza e stava sigillando un invito dopo l'altro, impilati sopra il suo tavolo. Quando disse Conte Cavaliere Blu intendeva il padrone di quella casa, la fata chiamata Conte Ashenbert. Il nome venne fuori come un antica figura chiamata Lord Cavaliere Blu.
Per gli attuali britannici quel nome era solo il personaggio di una storia fantastica, scritta nel 16° secolo, ma quelli che sapevano, erano a conoscenza del fatto che quella figura era stata modella su un antenato della famiglia del Conte.
- “E cosa è successo dopo quello”?-
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Anche Lydia stava aiutando a sigillare le buste, mentre si divertiva con la conversazione sulle fate con Tomkins.
- “Si disse che fu portato via dalla bellissima regina delle fate.”-
La linea di sangue del Lord Cavaliere Blu, che si diceva possedesse poteri magici come lord delle terre fatate molto tempo fa, era perita. Comunque, nella famiglia di Tomkins, che aveva servito il Conte Cavaliere Blu, generazione dopo generazione, c'erano stati episodi sul Conte in relazione con fate, che erano stati anche tramandati.
- “Il Conte ha sposato la regina delle fate?”-
- “Sembra che abbia quasi fatto la sua promessa. Ma il Conte sapeva un incantesimo magico. Usandolo, è riuscito a liberarsi e a ritornare al sicuro nel regno degli umani.”-
- “So qual'è quell'incantesimo.”-
- “Oh, veramente? Proprio com'è da aspettarsi da un dottore delle fate.”-
Lydia era una giovane ragazza che era stata assunta come dottore delle fate dalla famiglia contesca. Un dottore delle fate era uno specialista in fate ed era in grado di vederle e parlare con loro. Sapevano anche la tradizionale modalità di socializzare e far affari con loro, cosa quasi dimenticata nel presente diciannovesimo secolo.
Fin dall'inizio, il lavoro di un dottore delle fate era quello di prestare la loro propria sul come umani e fate dovevano coesistere propriamente e assumere il compito di commerciare e contrattare con le fate. Subentrando alla madre deceduta, Lydia aveva appena iniziato questo lavoro ed era ancora una principiante inesperta, ma pensò di avere la motivazione e l'orgoglio di un esperto.


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-“Quindi, Miss Carlton, che tipo di incantesimo è?”-
- “Oh, Mr. Tomkis non lo sa?”-
- “Esatto, quella parte non è stata posta nella storia. Per cui sono sempre stato curioso su cosa fosse.”-
- “Anch'io sono curioso. Dillo anche a me, Lydia.”_
La voce che interruppe era quella di Edgar, l'attuale Conte Cavaliere Blu. Avanzò impettito nella stanza e posò un pezzo di carta sul tavolo.
- “Tomkins, questa è lista degli ospiti supplementari.”-
- “Con questi saranno tutti?”-
- “Probabilmente. La preparazione dei piatti verrà in tempo?”-
- “Ne avrò cura.”-
Tomkins aveva accettato l'irragionevole sfida lanciatagli da Edgar, come se avesse raccolto un guanto di sfida. Beh, in realtà se l'era assunto. Sembrò che dire “non posso farlo” sarebbe stato mostrare bandiera bianca per un maggiordomo. La Stagione era iniziata e quindi ogni giorno a Londra c'era una festa o un ballo da qualche parte. Era naturale per Edgar dire che avrebbe ospitato una serata, ma la data scelta era troppo vicina. Però la preparazione di Tomkins era stata ancor più veloce di quella, per cui Lydia era sorprendentemente in soggezione.
- “Oh e sì, Lydia, anche tu sei una dei miei ospiti. Arriverà presto un invito a tuo padre, per cui fai in modo di non dimenticartene.”- 

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Cosa, ansimò Lydia, fermandosi nel compito di sigillare li inviti.
- “No, un ballo è troppo impossibile per me !”-
- “Non preoccuparti, non saranno solo i nobili a partecipare.”-
Sebbene lo disse, se a partecipare sarebbero stati i membri della classe media, sarebbero stati sicuramente provenienti da famiglie benestanti.
- “E inoltre, non ci sarà bisogno di comportarsi in maniera formale. Non è un ballo reale. Oh sì, la Duchessa di Masefiled, ti ricordi di averla incontrata all'Opera, giusto? La duchessa ha detto che avrebbe ancora voluto parlare di fate con te. Ora che ci penso, sai che suo marito, il duca era cugino del maestro di tuo padre?”-
Non lo sapeva. Ma quando lo capì, si era innalzato un muro che le avrebbe impedito di rifiutare. Anche se suo padre era celebre come studioso e accettato per le sue peculiarità, a sua figlia non sarebbe stato permesso di agire impropriamente di fronte a un membro della nobiltà legato a lui. Era il classico stratagemma di Edgar.
- “Ma, non so ballare.”-
- “Tomkins quando arriverà il maestro di ballo.”-
Huh?
- “Questo pomeriggio.”-
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- “E, quindi, Lydia, non ci dovrebbe essere alcun problema.”-
Questo è il maggior problema!
Era quello che avrebbe voluto urlare, ma con Edgar che le sorrideva in quel modo, Lydia sentì che la sua bocca aveva perso la volontà di parlare.
- “Nel frattempo andrà bene finché impari la forma. Perché l'unico con cui ballerai sarò io. Oh, e non devi ballare con nessun altro tranne me. Capito?”-
- “..... Perché.”-
- “Perché sarei geloso.”-
Lo disse in modo impassibile guardandola dritto negli occhi, ma Lydia poté solo pensare che la stesse prendendo in giro.
Edgar era così in ogni momento del giorno. Ovviamente non aveva nessuna conoscenza riguardo le fate anche se era riuscito ad ottenere il titolo di Conte del mondo delle fate e doveva avere un certo background per quel motivo.
Quello era il motivo per cui Lydia era stata forzatamente assunta come dottore delle fate privato della famiglia del Conte. La ragazza diciassettenne che viveva nelle periferie della Scozia non poteva possibilmente rifiutarlo dopo che aveva ricevuto il timbro ufficiale di approvazione da parte di Sua Maestà la regina, e quindi alla fine si era abituata, negli ultimi tre mesi, all'ufficio nella casa di un nobiluomo e al vivere nella grande città di Londra.
Comunque, non riusciva a pensare a qualsiasi cosa quel Conte pensasse. Parlava con parole dolci e che facevano sciogliere il cuore, a ogni singola donna che incontrava. Era un uomo che usava il suo aspetto e la sua mente calcolatrice per rendere se stesso più attraente possibile. 

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Lydia era a ben conoscenza che non doveva prendere seriamente quel tipo di sue parole. Sapeva anche che quelle parole di Edgar, così accattivanti all'orecchio erano solo il suo mezzo per ottenere ciò che desiderava dalle persone. Ma quello che non riusciva a capire era quale fosse il divertimento nel portare una campagnola come Lydia in un grande festa.
Se fosse stato il desiderio di portarla semplicemente in giro e mostrare una rara ragazza che era un dottore delle fate, allora sarebbe stato un buon momento in cui se ne sarebbe stancato.
- “Come vorrei che l'incantesimo della luna funzionasse anche su di te.”- mormorò Lydia sospirando.
- “Incantesimo della Luna?”-
- “Già, è un incantesimo che respinge le fate insistenti.”-
- “Miss Carlton, è quell'incantesimo magico che avete detto è stato usato dal Conte Cavaliere Blu?”-
- “Sì. Per rifiutare la proposta di una fata, bisogna dire 'solo quando mi concederai la Luna che cala e scende continuamente'. Dato che è assolutamente impossibile, alle fate non rimane che lasciar perdere e se ne vanno via.”-
- “Capisco, dato che le fate sono conosciute per essere fedeli alle promesse che fanno. Per cui anche il nostro lord è stato rilasciato dalla prigionia grazie a questo.”-
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Vedendo Tomkins annuire in modo commosso, vide Edgar avvicinarsi dalla sua parte e appoggiarsi al suo tavolo. Guardò verso di lei e le fece un eloquente sorrisetto sornione.
- “Io sono insistente, per cui non lascerei perdere così facilmente. Farei qualsiasi cosa per regalarti la Luna.”-
Sembrò che fosse irritato per essere stato chiamato“insistente”da Lydia.
- “…..dico che dovresti dirlo solo al tuo amore principale.”-
-“Lo sei tu.”
Vuoi dire la donna che è davanti a te in quel momento.
- “Ecco perché sono un po' curioso, vorresti dire che hai usato quell'incantesimo della luna su qualcun altro, esatto?”-
- “eh....”-
Il suo cuore fece un balzo davanti alla sua intelligente intuizione.
- “Hai detto che speravi che funzionasse anche su di me. Chi è che hai respinto?”-
- “Una, una fata.”-
- “Quindi una fata ti ha fatto la proposta.”-
- “Non era una vera.....”-
- “Mi sento come se fossi stato battuto in precedenza. Quindi c'è un altro uomo, oltre a me, che si è innamorato di te così tanto.”-
- “S-sei in errore! Non è così, era solo una piccola strana fata, vedi, non che si sia innamorato perché era una fata, ma più che altro perché voleva mettere le mani su un essere umano.”-
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- “Allora, ci sono altri?”-
- “Hum?”-
- “Uomini che si sono innamorati di te?”-
- “Ovviamente non ci sono ! Erano tutti spaventati da me perché andavo sempre in giro con le fate. Ho ricevuto qualcosa di simile a una lettera d'amore da un ragazzo solo una volta. Ed era solo una sfida tra i ragazzi del suo gruppo!”-
Dopo che realizzò che se lo era lasciato sfuggire, diventò terribilmente imbarazzata per essersene ingenuamente uscita con una qualcosa del genere.
Non c'era bisogno di dirgli cosa era successo.
- “I ragazzi sono inetti nell'esprimere le loro emozioni. L'unica maniera che hanno per avvicinarsi alla ragazza che gli piace è quella di continuare a portare avanti uno scherzo.”-
Sicuramente, c'erano casi come quello, ma non poteva credere che quello fosse il suo stesso caso. Non ne aveva mai parlato con nessuno prima, visto che pensava che le persone lo avrebbero trovato divertente. Per quei ragazzi era solo un piccolo scherzo.
Ma era confusa dal sollievo di non essere stata derisa.
Gli occhi color malva cenere di Edgar guardavano dritti verso di lei, gentilmente ma allora stesso tempo lascivamente.
Quando i loro occhi s'incontrarono, non seppe cosa fare e ne fu turbata. Eppure, nella calpa parte della sua mente, ricordò a se stessa che lui usava lo stesso stratagemma per ingannare chiunque.
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Più che altro, il motivo per cui Lydia era in grado di rimanere calma, era perché sapeva che in principio era stato un criminoso ladro. Immaginò che lui sapesse veramente che Lydia non sarebbe stata attratta da lui per quanto dolcemente potesse parlare. Ecco perché c'erano delle volte in cui sentiva che tra loro si fosse creata un'amicizia.
O era solo l'immaginazione di Lydia?
Realizzò che il maggiordomo aveva misteriosamente lasciato la stanza prima che se ne accorgesse e lui poggiò la sua mano per tenere le sue, sopra il tavolo, così naturalmente che non era riuscita a reagire in tempo per evitarlo.
- “Ma, sai, voglio veramente ringraziare il fatto che attorno a te ci siano stati solo ragazzi maldestri.”-
Cercò di tirare via le mani, ma erano afferrate strettamente. Ma non così forte da essere doloroso, solo una stretta appena gentile per avvolgere le sue mani. Forse era quello il motivo per cui Lydia non riusciva a trovare la forza per reagire.
- “Lord Edgar, è arrivato un pacco da Mr. Slade.”-
La voce che interruppe era quella di Raven.
Quel giovane ragazzo dalla pelle bronzea lavorava come servitore della famiglia contesca ed era il servo che più godeva della fiducia di Edgar. Dal tempo in cui entrambi avevano vissuto la vita sotterranea in America, gli era fedele al punto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere il suo padrone.
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Lasciato senza scelta, Edgar lasciò le mani di Lydia per girarsi verso Raven.
- “Raven, cogliere l'allusione e giocare in modo astuto, non è la prima cosa che ti ho insegnato?”-
E' davvero qualcosa che si dovrebbe insegnare all'inizio?
- “Sì. Comunque, l'altro giorno, mi avete anche detto di aiutare Miss Carlton ogni qualvolta fosse nei guai.”-
Capisco fece Edgar, corrugando le sopracciglia. Da una parte, Raven non stava scherzando.
Prima di incontrare Edgar, era stato addestrato a non avere alcuna emozione e si diceva fosse stato trattato come uno strumento, per cui doveva essere difficile per lui cogliere l'allusione.
- “A quale dovrei dare la priorità?”-
- “Questo dipende dalla situazione. Devi adattarti alle circostanze..... Oh, no, va tutto bene, dal momento che sei riuscito a decidere che proprio adesso Lydia era nei guai.”-
Raven normalmente mancava di espressioni facciali, ma il piccolo tick fatto lo faceva apparire come sollevato di non essere stato rimproverato da Edgar.
- “Quindi, Slade dici......, ahh, quel mercante d'arte. Aprilo. È un buon momento. Volevo mostrarlo a Lydia.”-
La cosa che poggiò Raven sul tavolo era un quadro sulle fate colorato leggermente, di circa un piede e 4 pollici.
Suo malgrado, Lydia si sporse per guardarlo da vicino.
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- “Caspita, che bello.”-
- “E' stato realizzato da un giovane pittore, ma ho preso simpatia per esso.”-
- “Il pittore era donna?”-
- “Ora, non mi riferivo all'artista, ma al quadro. Ho pensato che la regina delle fate somigliasse a te, per cui ho voluto averlo tra le mani ad ogni costo.”-
Si voltò ancora a guardare Lydia intensamente.
- “Non c'è niente di lei che assomigli a me.”-
- “Affatto. È adorabile e misteriosa e se aprisse i suoi occhi chiusi, penso che avrebbero lo stesso colore verde oro dei tuoi.
La bella Titania, lei è l’immagine riflessa che ho di te.
Ecco che ricomincia.
Lydia guardò Raven per chiedere aiuto. Comunque, sembrò che avesse deciso di “cogliere l'allusione” questa volta. Evitò il suo sguardo.
- “Lo so, facciamo che il pittore crei un dipinto con te come modella. Sarebbe il più adatto da appendere in questa casa.”-
- “Questo è impossibile, non farò da modella.”-
- “Devi solo sederti in una posizione rilassante. È una grande idea. Se tu fossi in un quadro, non saresti arrabbiata se ti baciassi, vero?”-
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Edgar appoggiò le sue labbra sulla dormiente Titania. Anche se lei non pensava che si assomigliavano, Lydia diventò inquieta.
- “F-finiscila!”-
Non riuscì a trattenere la sua richiesta.
- “Perché?”-
- “Smettila di dire cose come il fatto che ci somigliamo e fare cose del genere. Mi fa venire in mente strane cose. E non mi piace l'idea che tu faccia cose a tuo piacimento per dipingermi!”-
- “Non è che l'avrei usato per una ragione oscena.”-
- “Eh.........., i-io non ho mai detto niente del genere!”-
- “Stavi immaginando qualcosa di più di un bacio?”-
Stava sicuramente flirtando ed era divertito nel vedere la faccia di Lydia diventare rosso acceso.
- “Oh, non sono un tuo giocattolo. Farmi insegnare a ballare e dirmi di essere una modella, se non puoi portarmi la Luna, allora è impossibile!”-
Se l'incantesimo della luna avesse veramente funzionato, sperò che questo l'avrebbe fermato dal dire certe stupidaggini. Oh allora che vita felice avrebbe potuto condurre.
Comunque, non avrebbe mai funzionato su Edgar, che la guardava più divertito che mai.
- “Allora, per ora, facciamo che ti concentri sulla danza. Raven, sarai il suo partner d'allenamento.”-
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- “Cosa, dovrò allenarmi con lui?”-
- “Dato che è stato all'improvviso, il maestro non è stato in grado di portarsi dietro un'assistente. Ecco perché, Raven, non devi arrabbiarti se il tuo piede viene calpestato.”-
- “Sì.”-
Lydia guardò verso Raven che aveva risposto umilmente.
Stai scherzando.
Raven era perfettamente leale verso Edgar, ma era senza pietà con i suoi nemici. Era piena di una paura impenetrabile verso il dover praticare danza con Raven, dacché le era stato riferito che Raven era stato allenato per essere un freddo killer.
Non che lo odiasse come persona, ma chiunque avrebbe voluto stare lontano da ogni possibilità di accendere il killer affamato di sangue che era in lui, che diceva fosse difficile da controllare anche per lui.
- “Oh, Lydia, lo capirai con i corteggiatori umani, sarai molto felice di arrenderti che cercare di mandare via uomini insistenti.”-
Sembrava che l'incantesimo della luna avesse l'effetto opposto su di lui.
E' molto più cattivo del solito, mormorò Lydia con un sospiro.
Quadrillia, Waltzer, Gallop. Lydia era completamente confusa ed era alle forti prese con i primi passi delle danze che stava imparando per la prima volta.
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Raven era come un giocattolo caricato a molla nei suoi passi precisi, cosa che faceva diventare tutto ancor più problematico, nel momento in cui faceva anche solo un piccolo errore, questo le faceva perdere l'equilibrio e quasi cadere, quindi faceva naturalmente un passo e gli tirava un calcio un numero infinito di volte.
- “S-scusami....”-
- “......tutto a posto.”-
Non aveva emesso nemmeno un parola di dolore e non l'aveva mostrato nelle sue espressioni, ma in quel piccolo momento di respiro, Lydia era sicura che fosse arrabbiato.
Ma comunque, si chiese quando e da chi Raven aveva imparato a ballare. E siccome stava pensando a qualcosa di non collegato alla danza, fece un altro errore.
- “Oh, giovane lady, non va bene. Il piede destro va prima, e poi girate.”-
Il maestro di ballo che gli guidava suonando con un violino era un uomo gracile. Parlava con una voce eccessivamente acuta.
- “Perché non ci prendiamo una pausa. Potremmo causarle dei danni se vi eccitate troppo nel vostro primo giorno.”-
Chi doveva essere sollevato dal consiglio del maestro probabilmente era Raven più di Lydia. Portando il maestro nella stanza accanto dove erano stati preparati dei drink, Raven e lui lasciarono la stanza, lasciando Lydia a se stessa, si lasciò cadere su una sedia vicino alla finestra.
Un gatto tigrato apparì di fronte a lei.
- “Whoa, ora, Lydia cosa stai facendo?”-
Era un gatto fatato e il partner di Lydia. Si comportava come un gentiluomo indossando una cravatta, stando in piedi sulle sue zampe posteriori sul rubinetto vicino alla finestra e posando le mani sui fianchi, ma lui sembrava solo un gatto da capo a piedi.
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- “Non riesci a indovinarlo guardando? Stavo ballando.”-
- “Hmm, pensavo che ti stessi prendendo una rivincita su quel Mr. Raven.”-
Invece di essere arrabbiata per il commento ironico di Nico, diventò depressa pensando che avesse ragione.
- “Nico, ero così terribile?”-
- “Era più un'arma letale che una danza.”-
- “.......Pensi che Raven sia arrabbiato?”-
- “Non preoccuparti. Se fosse un compito assegnato da Lord Edgar, è sicuro che lo accetterebbe anche se fosse una tortura.”-
E' un po' pesante chiamarla tortura. Tristemente Lydia unì le labbra insieme.
- “Uh...... scusatemi.”-
Pensò di aver sentito una piccola voce come il debole suono di una campanella. Si guardò attorno per cercarne la fonte, ma non c'era nessuno.
- “Ah, ho dimenticato. Lydia il Conte è qui?”-
- “Credo di sì, ma cosa c'è?”-
- “Questa ragazza dice che ha dare fare con il Conte.”-
Nico alzò la sua coda pelosa per rivelare che c'era una piccola fata sopra di essa. La fata indossava un vestito giallo sole fatto da petali e fiori e si fece strada tra il pelo tigrato di Nico per venire avanti e fare un piccolo inchino a Lydia.
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- “E' un piacere conoscerti, Dottore delle fate.”-
- “Sei una fata di campo di fiori?”-
- “Sì, per favore chiamami Marygold.”-
Ho capito, quindi è lo spirito di una calendula.
- “Che tipo di affari hai con il Conte?”-
- “Mi è stato affidato un regalo dalla mia Padrona per il Conte Cavaliere Blu. Posso per favore parlare con il Conte?”-
Per via del suo comportamento educato e dal sollievo che era una specie di fata innocua, Lydia annuì senza pensarci troppo.
- “E' meglio chiedere al maggiordomo, che è nell'atrio d'ingresso. Ma, non credo che sarai in grado di essere vista da Edgar. Saresti in grado di trasformarti in una forma umana?”-
- “Non sono molto brava in questo.”-
Sebbene lo disse, il corpo di Marygold sparì in un battito di ciglia. Al suo posto c'era una piccola, giovane bambina, che vestiva un vestito di petali colorati.
- “Sfortunatamente, non sono in grado di trasformarmi in un'adulta.”-
Con l'aspetto di una cinquenne, sembrò strano per lei parlare in una maniera così cortese, ma non si poteva fare niente dato che era una fata.
- “Credo che così andrà bene. Ah, ho ancora la lezione di danza, quindi, Nico, mostrale la strada”
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Il maestro e Raven ritornarono nella stanza. La fata istantaneamente ritornò nella sua forma piccola e si aggrappò alla coda di Nico.
- “Ora, giovane Lady continuiamo l'allenamento.”-
Pressata dal maestro, Lydia si pose di nuovo di fronte a Raven.
- “Cominciano con il passo del waltzer.”-
Il maestro cominciò a battere le mani ai passi. Confusa con quel ritmo, la piccola voce della fata raggiunse le sue orecchie, mentre stava per andarsene con Nico.
- “Ahh, alla fine saremo in grado di salutare il Conte Cavaliere Blu come il consorte di nostra maestà.”-
Cosa?
Tempo fa, c'era stata una regina delle fate che aveva cercato di sposare il Conte Cavaliere Blu.
Quella fata poteva essere una messaggera di quella regina?
Non poteva essere che fosse così, ma erano state in grado veramente di portare la luna come promesso?
Se era così, e se Edgar l'avesse accettata, allora avrebbe significato che avrebbe dovuto sposare la fata.
Arrivando a quella conclusione, Lydia andò nel panico e le sue gambe si aggrovigliarono.
- “Miss Carlton, fate attenzione.”-
Raven afferrò il suo braccio per cercarle di farla rimanere in piedi, ma la mente di Lydia era preoccupata a pensare, per cui istintivamente venne presa alla sprovvista.
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Cercò di spingerlo via, ma calpestò l'orlo della gonna e cadde in avanti.
“Ahhh!”
Cadde su Raven e entrambi rovinarono, con Raven completamente schiacciato da lei.
Per prima cosa, dal momento che era di discendenza asiatica, era molto più piccolo e snello rispetto al comune uomo inglese. Entrambi caddero magistralmente insieme.
- “Oww......., ah, s-s-s-scusami, Raven. Sono così goffa.....”-
Cercò di sposarsi da lui, ma indossando una gonna in crinolina cercare di alzarsi era molto più difficile di quanto sembrasse.
- “Ahh, state bene voi due?”-
Alla fine il maestro venne loro in contro, ma in realtà non era un tipo grosso e non le offrì la mano per alzarsi.
Proprio allora, il viso senza espressione di Raven, che era proprio di fronte ad un'annaspante Lydia, cambiò con un alzamento di sopracciglio.
Lei sentì un'affilata punta di cattiveria e in un'istante fu piena di brividi.
Uh-oh ha perso la pazienza alla fine?
Ma, proprio quando lo pensò, le sue spalle vennero immobilizzate.
Vide la fugace immagine di Raven che metteva la mano nella tasca e tirava fuori un coltello. In quel momento, sentì la ringhiosa voce del maestro.
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- “Dì le tue preghiere, tu cane del Principe.......!”-
Cosa? Perché questo maestro sa del Principe?
Comunque, senza dare nemmeno la possibilità di reagire, Raven spinse Lydia da parte. Si allungò verso il maestro e gli diede un colpo rapido con il suo coltello.
“Nooooo!”
Quello che sentì di seguito fu il grido del maestro.
Più dell'animato grido che venne dopo di quello, lo strillo che fece uscire Lydia dopo aver visto cosa era caduto di fronte ai suoi occhi doveva essere stato più forte.
In un attimo, Edgar venne assieme il maggiordomo, ma a quel punto, il maestro era scappato.
Sembrava che fosse scappato dalla finestra lasciando il suo dito dietro, che era stato tagliato da Raven.
Non c'è la faccio più, mormorò Lydia.
Fin da quando aveva incontrato Edgar aveva costantemente paura per la sua propria sicurezza.
Se fossero stati pericoli legati alle fate, allora il suo stato d'animo sarebbe stato preparato a quello, ma lei non voleva essere coinvolta a incidenti in cui scorreva il sangue.
Per cominciare, Edgar era in una posizione in cui scappava da una misteriosa organizzazione che aveva un uomo chiamato Principe, come leader, e sembrava che stesse per iniziare una guerra contro di loro.
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Dal momento che era stata assunta dalla famiglia contesca, si chiese se cose come queste sarebbero accadute ancora e ancora.
Il pensiero che, forse, dovesse dare le dimissioni, passò nella sua mente, ma era un lavoro decente come dottore delle fate. Anche se Edgar non era un vero membro di consanguineo della famiglia Ashembert, esistevano delle terre che erano state ereditate dalla famiglia contesca che ancora coesistevano con le fate, per cui c'era ancora dell'utile per un dottore delle fate principiante come Lydia.
Se fosse ritornata in Scozia, sarebbe stata chiamata mostro proprio come da sempre e avrebbe aspettato offerte di lavoro che potevano o non potevano arrivare.
- “Raven, perciò il maestro ti aveva come bersaglio.”-
- “Sì, mi ha chiamato cane del Principe.”-
Come se stesse pensando a qualcosa, Edgar camminò avanti e dietro di fronte a Lydia.
- “Che cosa significa questo?”-
- “Sono più che altro un gruppo opposto al Principe. Sapevano che Raven era con il Principe in passato e hanno pensato che fosse il suo piano far venire Raven in Inghilterra.”-
- “Allora perché non gli dici che anche voi due siete contro il Principe?”-
- “Può esserci la possibilità di spiegarlo a persone che ci hanno improvvisamente attaccato? Ma, beh, dal momento che sono un tipo di gruppo rimasto intoccato dal Principe, non devono essere così minacciosi.”-
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- “Ma, Lord Edgar, se sanno di me, non sanno anche di Lord Edgar?”-
Si fermò e rivoltò le cose nella sua mente. Il quartier generale del Principe e la sua organizzazione che aveva rubato tutto da Edgar e l'aveva catturato e trasformato in uno schiavo, era l'America. Sopra di ogni cosa, era oltre l'Atlantico. Ci sarebbe voluto un po' di tempo prima di poter determinare la posizione di Edgar, e durante quel tempo, lui aveva ottenuto il titolo di Conte e creato una stabile posizione sociale nella società d'Inghilterra e aveva fatto in modo che nessuno potesse mettere le mani su di lui così facilmente. Non solo quello, percepì l'idea che stesse pianificando la vendetta contro quelli che avevano partecipato nel tormentarlo, ma per il momento aveva voglia di vivere, godendosi la nuova vita che aveva vinto.
Lydia sperò che continuassero con questo e solo si dimenticassero del loro terribile passato e della vendetta, ma forse quella era una cosa ardua da chiedere. Era oltraggioso essere presa di mira dai nemici dei loro nemici. Anche se veniva coinvolta in confronti di sangue, la ragione per cui Lydia non si tirava fuori dai guai era perché era preoccupata per il tempo a venire. Non era sicura di cos'altro potesse fare per aiutare oltre al suo lavoro di dottore delle fate, ma dal momento che era coinvolta nel far diventare Edgar il Conte, sperò che avrebbe contribuito e nutrito la famiglia del conte.
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Questo sarebbe stato anche per il bene delle fate che vivevano nelle sue terre, perciò voleva essere un aiuto a lui. Mentre questo le passava per la mente, Lydia realizzò che la mano di Raven era stata bendata.
- “Raven ti sei fatto male?”-
- “Sono solo stato sfiorato.”-
- “Um, mi spiace. È colpa mia perché ti sono caduta addosso.”-
Nel caso di Raven, normalmente, non si sarebbe fatto male se fosse andato contro solo un uomo.
Edgar le diede uno sguardo.
- “Caduta addosso? Beh, adesso...... credo che di voler essere un partner d'allenamento a partire da oggi.”-
Lydia immaginò di cadere su di Edgar, ma sentì che sarebbe accaduto qualcosa di terribilmente ridicolo e quel pensiero le fece subito replicare.
- “S-se si trattasse di te, non sarei in grado di allenarmi in modo calmo.”-
-“Questo vuol dire che sei consapevole di me?”-
- “Eh.....? questo è impossibile! Odio il fatto che tu abbia altri motivi!”-
- “Ma, sai, credo che anche Raven potrebbe avere ulteriori motivi. Non è così?”-
Raven a cui era stata posta una domanda, pensò per un momento e rispose sinceramente con un “Probabile.”-
- “Per cui, com'era?”-
- “Ahh, Gesù! Cosa gli stai chiedendo! Smettila subito!”-
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Lydia diventò rossa e si affrettò ad interromperli. Edgar ridacchiò tra sé e Raven era al solito senza emozioni.
- “Dato che questo imbarazzerebbe Lydia, dimmelo dopo in segreto.”-
- “Sì.”-
- “Non acconsentire!”-
Avevano scoperto che erano presi di mira e questa sarebbe dovuta essere una situazione seria, eppure perché quelle persone erano così spensierate e ottimiste? La sua mente era piena d'incredulità. Lydia ancora una volta divenne confusa sul perché fosse stata assunta da una persona come lui. In quel momento il maggiordomo comparve con un messaggio.
- “Milord, ho una notizia nel quale l'istruttore di danza è stato spinto giù dalle scale della sua residenza quando stava per uscire e si è slogato una gamba, ha mandato a dire che sarà difficile avere lezioni di danza per un po' di tempo. Il messaggero è arrivato con questa notizia proprio adesso.”-
Ahh. Edgar emise un sibilo di voce simile a un sospiro.
- “Quindi è stato deliberatamente calcolato. Tomkins, scegli un nuovo istruttore di danza il prima che puoi.”-
- “Certamente. Un'altra cosa, c'è una piccola, giovane lady che chiede se il Conte non è impegnato per poterla incontrare.”-
- “Oh, sì, me l'ero dimenticato.”-
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Lydia ricordò e alzò il mento. Quando ricordò la responsabilità di dottore delle fate, i suoi sentimenti per Edgar che era irragionevole, volarono via completamente dalla sua testa.
- “Marygold! Ho dimenticato anche di lei. Edgar, l'hai già incontrata prima?”-
- “Oh, quindi è una tua conoscente? Non l'ho ancora incontrata. Proprio quando Tomkins è venuto a dirmelo, abbiamo sentito il tuo urlo.”-
- “Grazie a dio! È stato prima che tu la incontrassi. Edgar, è una fata. Sembra che diventerà qualcosa di problematico, quindi vengo anch'io a vedere cosa vuole. E, un'altra cosa, non devi, in tutti i modi, accettare la cosa che ha portato per te.”-
Le diede uno sguardo interrogatorio, ma comunque annuì. Dopo che si sedette sul sofà, disse al maggiordomo.
- “Porta la giovane lady qui.”-
Miss Marigold aveva completamente perso la sua energia di quando era venuta per la prima volta lì, di buon umore, ora appariva piuttosto depressa.
- “é veramente una fata?”- sussurrò Edgar a Lydia.
- “Ha detto che non riusciva a cambiare in una forma più vecchia di questa.”-
- “Peccato. A meno che non abbia dieci anni in più, anch'io sarei esitante nel corteggiarla.”-
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Ne dubitò. Sembrava il tipo da mettere su un buon viso anche con un infante.
Proprio come pensava, lui trattò il fervido comportamento di lei, mentre quest'ultima lo salutava gentilmente, come se fosse una lady e le prese la mano e facendola sedere su una sedia.
- “Milord, mi è stata affidato, dalla mia lady, il regalo promesso. È la cosa che avevate desiderato quando la mia lady ha chiesto la vostra mano in passato.”-
- “...... Matrimonio?”-
Edgar non riuscì ad afferrare cosa intendesse dire e perciò Lydia gli spiegò.
- “Non intende te, ma aveva fatto una proposta di matrimonio a uno degli antenati del Conte Cavaliere Blu.”-
- “Ahh, la storia di cui stavi parlando a Tomkins...... quindi era vera. Il che significa, Miss Marygold, la sua gentile lady è la regina delle fate?”-
- “Sì. Sua Maestà è la regina delle terre lunari.”-
- “E' bella?”-
- “Oh, cielo, sì....”-
Di che ti entusiasmi.
Ovviamente, se Edgar ne era desideroso della cosa, allora non ci sarebbe stato affatto motivo per Lydia di fermare la proposta di matrimonio.
- “Ma, la regina è piccola quanto te? Perciò, è difficile per me essere eccitato.”-
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- “Nulla di cui preoccuparsi. Non ci sarà bisogno di quello.”-
- “Cosa, quindi la tua compagna non ha quel genere di cose? Allora, non c'è nulla per me di cui godere.......”-
- “Non è questo il problema qui!”-
Se avesse lasciato i due parlare, le cose sarebbero uscite dai binari. Lydia pizzicò il suo braccio e interruppe la loro conversazione.
- “Marygold, quando è stata fatta la promessa con la regina, il Conte dovrebbe aver chiesto la “luna”. Stai dicendo che hai portato la luna con te?”-
- “Sì....... ma è......., stata rubata!”-
Scoppiò gemendo in lacrime.
- “Rubata hai detto? Ci sono davvero dei furfanti così cattivi. Giovane lady, potresti dirci che cosa è successo? Forse potremo essere d'aiuto.....”-
- “Edgar, tu fa silenzio.”-
Lydia scattò verso di lui e si girò verso la piccola ragazza.
- “Ritorna dalla tua regina. Il regalo rubato non può essere la Luna. Perché, la luna è appesa nel cielo notturno ancora adesso. Ecco perché il Conte non può sposare la tua regina. “-
- “Oh, no. Abbiamo veramente ottenuto la luna. Sei sicura nel dire che la luna che sta nel cielo è l'unica vera? Perché la luna che nostra Maestà ha trovato cambia veramente le sue fasi.”-
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- “Incredibile. Mi piacerebbe vederla.”-
Lydia stava disperatamente cercando di evadere da quel discorso e mandarla via eppure Edgar continuava ad aprire bocca con noncuranza.
- “Sì, mi sarebbe piaciuto regalarvelo. Tutti noi crediamo che vi piacerà subito e che accetterete la proposta di matrimonio di nostra Maestà. Ma......, prima che lo sapessi, è stata cambiata con una cosa del genere. Proprio ora, stavo per tirarla fuori per esserne sicura quando stavo aspettando il Conte.”-
Quello che Marygold tirò fuori era una comunissima roccia del ciglio della strada.
- “Sono sicura che l'ha rubata. Quella fata malvagia......”-
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- “E' stata rubata da una fata? Quindi è impossibile per noi umani riprenderla.”-
Mentre le sue spalle di accasciarono per lo sconforto, la piccola fata annuì. Anche nel caso di dottori delle fate, esperti in affari con le fate, non avrebbero creato l'opportunità d'intervento per un problema non collegato con gli umani.
- “Mi ha fermato e mi ha parlato mentre mi dirigevo nella mia direzione. Ahh, è stato il mio sbaglio mostrare la luna' in quel momento.”-
Era un peccato, ma non c'era nulla che potesse fare.
- “Oh, Marygold, non c'è modo che tu ritorni dalla tua specie?”-
- “Verrò punita da sua Maestà.”-
- “Ma, non c'è niente che puoi fare se è stata rubata. Sono sicura che ti perdonerà.”-
- “Non c'è modo che tu possa creare un'altra 'luna' come quella di prima?”-
- “Creare? Era qualcosa di estremamente raro, fatto dal miracoloso potere di madre natura....”-
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Aveva quasi rivelato tutto, ma si riprese subito e scosse la testa.
- “No, la luna è la luna, c'è solo una sola luna in questa terra.”-
- “Hmm, ma non sono le regine delle fate che sono conosciute nel mondo sotto i nomi di dee lunari come Diana e Titania? Se è la fata della luna, allora penso che dovrebbe essere facile per lei creare una piccola luna.”-
- “La sua regina non è la fata della luna, ma è più simile ad una fata della luce lunare. Un gruppo di fate come lei sono la personificazione di vicini campi di fiori o insetti o piccoli animali e sono la personificazione di qualcosa del paesaggio. La suprema quelle fate è normalmente una fata che rappresenta la luna.”-
- “Oh, capisco. Com'è meraviglioso. Quindi tu sei la dolce calendula, il che vuol dire che ci sono anche quadrifogli e margherite? Oppure grilli e cavallette?”-
Edgar era terribilmente di buon umore.
- “Potrebbe essere difficile per te ritornate immediatamente, per cui perché non stai qui per un po'? Lydia non sarebbe stupendo avere una fata come sopite. Potrebbe creare la scusa di aver provato tutto quello che poteva provare per recuperare la 'luna'.”-
Marygold alzò il suo viso lacrimante come se fosse leggermente sollevata. Era una fata di campo con un buon carattere. Lydia decise che se era così, non ci sarebbero stati problemi.
Era preoccupante quanto bassi fossero gli standard di Edgar contro i pericoli delle fate, ma fino a quando non accettava la 'luna' non sarebbe stato portato via nel mondo delle fate.
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Dal momento che non c'era la 'Luna' di cui preoccuparsi.
Dal nulla, Nico si mise su un tavolo vicino. Arricciò i suoi baffi e poi strofinò il naso.
- “Sento qualcosa di brutto.”-
Dopo che lo disse, guardò verso la piccola roccia che era poggiata sul tavolo.
- “Che cosa? Riguarda la fata che ha ingannato Marygold?”-
- “Non sono sicuro, ma ho un brutto presentimento. E questa roccia ha della muffa.”-
Muffa, una roccia che stava in acqua.
Anche Lydia aveva un leggero brutto presentimento.
Non può essere, disse a se stessa.
- “Milord, cosa dovremmo fare riguardo all'oggetto lasciato dall'istruttore.”-
Alle parole del maggiordomo che era apparso, il suo umore calò ancora di più. Quello che aveva lasciato dietro: quattro dita. La vista di quella cosa, quell'insopportabile ricordo ritornò nella sua mente.
- “Sono sicuro che non ritornerebbe per riprenderselo. Perché non lo diamo da mangiare a qualche cane randagio?”-
In un istante Lydia vide il lato senza cuore di Edgar, e in quel momento, ebbe la terribile sensazione che tutto stesse per andare per una brutta direzione, e scosse la testa con forza per mandare via quel pensiero.


Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar 

1 commento:

  1. Il racconto dello “sposo” della regina delle fate e la luna è davvero affascinante.
    Nuovi personaggi e nuovi intrighi si affacciano in questo nuovo volume.
    Non vedo l’ora di scoprirne di più.
    Bello e interessante.
    Grazie!

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