giovedì 25 febbraio 2016

Ricordo, che i capitoli in formato epub del primo volume sono disponibili sul gruppo facebook "Il conte e la Fata Light novel FAN" e che i diritti dell'opera sono dell'autrice Mizue Tani. Buona Lettura. 

Cap 5: La freccia dell'Arciere libera
Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi

P. 170
Sul fondo del grande lago nel parco, il cavallo d'acqua nero pece che si era coricato, aprì gli occhi. Era ancora il momento in cui la nebbia mattutina giaceva sul terreno. Era difficile la presenza di persone nel parco. Si rizzò sulla superficie dell'acqua ancora nella sua forma di cavallo acqueo e come se stesse pettinando la sua elegante criniera, creò delle gentili onde nuotando.
Gli uccelli d'acqua che avevano notato la sua presenza volarono via all'unisono nel cielo.
- “Ho fame”- mormorò.
Non voleva mangiare gli scoiattoli che si stavano azzuffando tra i cespugli lì attorno. Però gli animali più grossi a Londra erano sia gli umani che i cavalli.
Si chiese se sarebbe andato bene mangiare un cavallo, ma in molti casi c'era un umano a cavalcarlo, per cui sarebbe stato difficile andare e attaccarne uno.
- “Credo che potrei agguantare un maiale alla baia....”-
Proprio quando mise piede a terra, sentì la voce di qualcuno che stava parlando.

P. 171
Kelpie si sorprese, nascondendo la sua presenza come gli alberi e l'erba attorno ad essi, al passeggiare così presto la mattina degli umani.
Gli umani che non potevano vederlo, camminarono nella sua direzione senza alcuna attenzione e si fermarono nel punto in cui c'erano tanti piccoli sentieri nel parco che si riunivano assieme.
Era la perfetta opportunità di caccia, ma dal momento che aveva scelto di non mangiare, decise di affrettarsi e lasciare quell'area. Ciò che lo fece fermare era il viso familiare di una delle due figure.
Era quel pittore che si era mezzo in mezzo quando aveva voluto dare l'anello di 'luna' a Lydia. Sulla sua mano destra, l'anello stava ancora stretto su una delle sue dita.
- “Uccidere, il conte?”-
Sentì il pittore che lo diceva.
Cielo, oh, cielo, gli umani non cambiano mai. Ma per Kelpie che lo pensava, un umano che veniva ucciso da un altro umano non significava nulla per lui, ma se il Conte di cui parlavano era quel maledettamente fastidioso ragazzino umano, allora non c'era modo che non fosse curioso.
L’altro uomo fece un pugno con solo il dito indice che puntava in su come se le gli stesse chiedendo di fare silenzio.
- “Cosa stai dicendo. Quell’uomo è il Conte Cavaliere Blu. Non è quello che si pone come capo della nostra associazione, la ‘Luna Scarlatta’? Non era il mio obbiettivo quello di entrare nella casa del conte per rivelargli la nostra associazione e farci accettare?”-
- “Quell’uomo è un impostore. Lui non è il Conte Cavaliere Blu che stavamo aspettando.”-

P. 172
- “Ma ha la spada gemmata. Me ne sono accertato ed era reale. Il dipinto di trecento anni fa che la nostra associazione ha continuato ad esaminare, ha l’immagine del Conte Cavaliere Blu di quel tempo e la spada, è l’unica prova che abbiamo. Non ci sono errori, la sua spada era esattamente la stessa di quella del dipinto.”-
-“Lo so. Adesso come adesso, gli unici che possono confermare se sia la vera spada del Conte Cavaliere Blu è la famiglia reale, il College Arm e noi. Ecco perché. Quando ho sentito il tuo rapporto, Mister ha preso la sua decisione. Quell’uomo è un impostore ed è imperdonabile che abbia anche rubato la spada.”-
- “Come puoi essere sicuro che sia veramente un impostore? Qualcuno ha visto il discendente del Conte Cavaliere Blu che è assente da trecento anni?”-
- “Ma, Paul, tu hai visto quel ragazzo asiatico che lavora nella casa contesca. Quel ragazzo è stato addestrato come un assassino per essere lo schiavo del Principe. Mi è stato detto da uno dei nostri, anche se la sua memoria è confusa, che ricordava quella faccia. Non si tratta solo di lui, un po’ dei nostri uomini che abbiamo preso, dopo che erano scappati dall’organizzazione del Principe hanno dichiarato che conoscevano quell’asiatico.”-
- “Del Principe….?”-
- “Sì, per esserne sicuri è andato Mike, facendo finta di essere un istruttore di danza. Ha superato il limite e ora è in quello stato, ma adesso siamo sicuri che non è solo domestico ordinario. E ho sentito che lo schiavo bianco particolarmente preferito del Principe era un bellissimo ragazzo dai capelli biondi e in qualunque modo lo si guardi, quei due sono i cani del Principe che sono stati mandati dall'America per rubare la spada del Conte Cavaliere Blu.”-
Kelpie non capì molto, ma sentendo la loro storia riguardo la parte di Edgar che non era legato in sangue con il Conte Cavaliere Blu scosse la testa confuso sul perché pensassero che lui fosse un impostore.

P. 173
Aveva pensato che dal momento che l'uomo aveva la spada che conteneva la magia delle fate, sarebbe bastato per dire che lui era quello vero.
Inoltre, c'erano sono solo due tipi di uomini, quelli che potevano interagire con le fate e quelli che non potevano.
- “Cosa, il Conte lavora sotto il Principe? Perché non me l'hai detto prima!”-
- “Ti si vede velocemente in faccia a cosa pensi. Sei stato in grado di tirare avanti in questa missione senza farli insospettire di te perché credevi che era il vero Conte Cavaliere Blu, non è così? Grazie alla tua mancanza di malevolenza nei confronti del conte, siamo riusciti ad anticipare che saresti stato in grado di ottenere la sua fiducia e a mandargli quella lettera di minacce e cercare di confonderli.”-
- “Hai detto che l'uomo chiamato Principe era il leader dell'organizzazione che ha ucciso mio padre.....”-
- “Ecco perché abbiamo bisogno che tu esegua ancora un altro compito come membro della [Luna Scarlatta].”-
- “Stai dicendo che devo uccidere qualcuno?”-
- “Lui è lo scagnozzo del diavolo. Non vederlo come un umano. Ne sai già abbastanza che l'uomo chiamato Principe userà ogni mezzo per ottenere ciò che vuole. Non so se vuole diventare il re della parte sottostante della società o se è alla ricerca di qualcosa di inimmaginabile. Ma dobbiamo fermarlo ad ogni costo.”-
L'uomo continuò con accalorata convinzione.

P. 174
- “Ascolta Paul, una volta volta che sarà finita, andremo a vivere oltreoceano fino a quando le cose non si calmeranno. Non hai detto che volevi imparare in Italia? Abbiamo soldi predisposti per farlo.”-
Il pittore sembrò completamente confuso e annuì timidamente.
- “Sei stato in adorazione di quell'impostore del conte. Quell'uomo deve aver preso qualche forma di misura precauzionale quando gli hai detto che volevi vedere la spada, ma era sicuro di non aver visto nulla di sospetto nelle tue azioni.”-
- “Ma, ma se avessero investigato sulle mie origini e avessero trovato qualche cosa di discutibile....”-
- “Non avrebbero sospettato di nulla. Abbiamo usato tutto il potere dell'organizzazione per cancellare il tuo passato e farti diventare il figlio di Mister Foreman. Per quanto investighino su di te, non c'è niente che ti colleghi con tuo padre che è stato ucciso dal Principe. A meno che non ti conoscesse in passato.”-
Quell'uomo colpì la spalla di un Paul preoccupato come per farlo tornare in sé.
- “Il Principe ha ucciso fino all'ultimo di quelli che si sono messi nella sua strada. Non c'è modo che quel suo giovane scagnozzo sappia qualcosa su O'neill che è stato uno degli uomini uccisi otto anni fa.”-
- “Ma....”-
- “C'è ancora dell'altro?”-
- “Credo di aver fatto arrabbiare il conte. No, uh, non ho avuto modo di parlare con lui da allora, per cui non so come si sente al riguardo. Ma, sì, di solito è un uomo compassionevole e di buon cuore, ma non sono riuscito a trattenermi quando ha cercato di sforzarsi di avvicinare una ragazza di una diversa classe.”-

P. 175
- “Paul,....... quell'uomo è già un famoso donnaiolo tra la nobiltà londinese. La ragione per cui è molto compassionevole sulle cose è perché ha un interesse solo per le donne. Cosa pensavi di fare cercando di rubare la sua donna! Non è passato molto da quando è stato proibito a quel genere di persone di attuare duelli e la causa più comune di questi erano le donne!”-
- “No, oh, non che stessi cercando di rubare..... a non sarò mai in grado di fare un duello.”-
- “Sei un'idiota! Perché un nobile dovrebbe avere un duello con un plebeo! Ti sparerebbe sul posto.”-
L'uomo fu evidentemente costernato al commento di Paul, che disse che non era stato ucciso sul posto e lui abbassò la testa sulle sue mani. Però doveva essergli venuto in mente qualcosa, perché alzò la testa.
- “Lo so, se andiamo con questo, sarà difficile per lui considerarti una spia. Sì, vai avanti e scusati, così che voi due ritornerete in buoni rapporti. Abbasserà la guardia nei tuoi confronti.”-
L'uomo tirò fuori un piccolo flaconcino per le medicine da dentro la sua giacca. Lo spinse nell'ancora esitante mano del pittore e s'incamminò velocemente.
Il pittore, che era rimasto da solo, guardò giù alla cosa nella sua mano per un po'. Alla fine mosse letargico il suo braccio per metterlo nella sua tasca, ma forse perché stava tremando, fece cadere il flaconcino.
- “Ah.”- Mira quando sarete da soli.
Rimase a bocca aperta mentre gli occhi lo seguirono cadere e finire dentro il lago.
Improvvisamente, il pittore si girò e cercò di scappare da quel posto. Non aveva avuto il coraggio di buttare via il farmaco da solo, ma doveva afferrare quel colpo di fortuna e fuggire via dal suo compito.

P. 176
Hey, non stavi per uccidere il conte.
E alla fine le cose avevano cominciato ad essere interessanti, pensò il kelpie raccogliendo il flaconcino dall'acqua e apparì di fronte al pittore.
- “Hai fatto cadere questo.”-
Lui lo guardò con occhi spaventati, forse perché il cavallo d'acqua era apparso prima di lui o perché era apparso con il flaconcino e si era ritrovato con il suo con esso di nuovo.
- “Fallo bene.”-
Una volta che il kelpie lo fissò con i suoi occhi pieni di magia, l'odio per Edgar, come assassino del suo genitore ribollì dentro il pittore.
Il pittore prese timidamente il flaconcino da Kelpie e s'incamminò a passi pesanti, ma aveva una forte presa sul flacone, da non lasciar cadere ancora.
Ora, pensò il kelpie, far uccidere il conte dal pittore era una buona cosa, ma si preoccupò dell'effetto che avrebbe avuto su Lydia che era vicina a entrambi. Sarebbe stato un problema se Lydia fosse stata coinvolta in quell'avvenimento per qualche sbaglio. Trattandosi di lei, se ci fosse stato qualche putiferio tra il conte e il pittore, era sicuro che si sarebbe messa in mezzo.
- “Tsk, questo non è il momento per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Oh, cielo, gli umani sono così problematici.”- borbottò Kelpie, lasciando da parte le sue azioni per incoraggiare il pittore.
P. 177

*
Con il rapporto investigativo sul pittore chiamato O'neill in una mano, Edgar strinse gli occhi.
Quella mattina presto, il rapporto investigativo era stato consegnato dal detective assunto da lui.
Secondo il rapporto, il pittore Patrick O'neill, era specializzato nel dipingere la casa padronale di un nobile situato in una zona panoramica che esisteva ancora. I dipinti che aveva creato erano stati naturalmente appesi nelle case padronali di quelli che lo avevano assunto, per cui non c'era modo che fossero venduti al pubblico. Per via della Stagione, c'erano molti nobili che risiedevano nelle campagne che lo conoscevano.
Aveva un solo figlio. Il nome del figlio era effettivamente Paul e anche la sua età combaciava. Solo che, dopo la morte di O'neill, non si sapeva completamente nulla di dove e in che modo fosse.
Era il caso comune di quando nessuno era a conosceva di dove fosse un ragazzo sedicenne, diciassettenne, lasciato a se stesso, incappato in una grande città, se era vivo o morto. Somerset era il posto dove viveva al tempo. Era stato dichiarato come incidente, ma suo figlio, che era sopravvissuto da un leggero avvelenamento, a quanto pare dichiarava che fosse stato un omicidio.
- “Omicidio.....?”-
Alla fine, dopo la morte del padre, Paul aveva vissuto come il figlio di Foreman, un pittore diverso.
La morte di O'neill era stata causata da un avvelenamento di gas nella sua residenza a Bath,

P. 178
Quel celamento era piuttosto sagace. Era difficile pensare che Paul l'avesse pensato da solo, cosa che faceva facilmente credere che fosse il lavoro di qualche tipo di organizzazione dietro le quinte.
Quell'organizzazione poteva essere la 'Luna Scarlatta'?
O'neill aveva dipinto la casa della famiglia di Edgar, la sua famiglia e Edgar stesso.
I suoi dipinti erano andati distrutti assieme alla casa col fuoco, ma forse, aveva conservato uno o due schizzi o qualche pezzo d'esercitazione di esso da qualche parte. Sarebbe stato problematico per il Principe che ci fosse stato qualcuno che avesse visto Edgar e si fosse ricordato della famiglia ducale. O forse, mentre O'neill era nella casa ducale, poteva forse aver scoperto qualcosa che poteva essere d'intralcio al Principe, che l'aveva portato ad essere seguito e ucciso.
E se voleva dire che la 'Luna Scarlatta' aveva nascosto segretamente Paul che era sopravvissuto.....
Non poteva più dire che Paul fosse lo stesso di quando lo era in passato.
Comunque, Edgar poggiò il rapporto tra i suoi libri come per nasconderlo. Perché proprio allora, Raven entrò nel suo ufficio.
- “Raven, credi che io assomiglio al Principe?”- chiese Edgar, guardando il suo servitore versargli del té.
- “Cosa state dicendo, signore.”-

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- “Non riguardo al mio aspetto. Ha cercato di plasmarmi in qualcuno che fosse proprio come lui. L'educazione a cui sono stato costretto, la dottrina e la mia scelta di gesti e parole, anche il modo in cui pensavo e sentivo è stato corretto. Mi sento a come sono simile adesso al Principe di quando lo ero in passato..... so come dominare e controllare le persone. Posso diventare spietato quanto mi serve. Il mio cuore non sente dolore. Prima di rendermene conto, sono diventato arrogante, senza scrupoli e posso tollerarlo fino a quando niente si mette in mezzo alla mia strada e voglio fare a pezzi chiunque si fa problemi con me. Più di tutto, sono un donnaiolo.”-
- “No, voi non siete come lui. Lui aveva solo la bramosia per le donne e non aveva il pregio nel corteggiarle”- replicò Raven con un'espressione seria.
- “Per cui riesci solo a correggere questa parte di me. Grazie.”-
Come se stesse rimuginando a cose nella sua testa, Raven aprì bocca per parlare.
- “Non siete come lui. Se lo foste stato, perché ci sarebbero stati tanti che vi hanno dato fiducia e sono venuti con voi a combattere?”-
Si sentì onestamente felice a quelle parole, però, Edgar pensava ancora che fossero simili.
Da quel momento, fino a quando avesse vissuto, sarebbero rimasti simili.
Se fosse andato a combattere avendo in mente quell'uomo, ciò avrebbe significato che avrebbe dovuto tagliare il vecchio sé. Per esempio, come il fatto che avrebbe dovuto eliminare Paul, che lo conosceva dal suo periodo felice, con le sue stesse mani.
- “Lord Edgar, ecco perché, sono preoccupato. Siete molto gentile verso le persone con le quali avete anche una minima intesa.”-

P. 180
Poteva star indicando Paul. Anche se era una spia di quella gang Robin Hood, poteva essere preoccupato che Edgar non sarebbe stato in grado di andare fino in fondo alla sua decisione.
- “Raven, sei cresciuto.”-
Era venuto fino a lì con l'intenzione di proteggere questo ragazzo che era stato trattato come una macchina da uccidere umana. Ma in verità, Edgar sentì che in tutto quel tempo in realtà era stato salvato dalla sua presenza. Fino a quando avrebbe avuto qualcuno da proteggere, forse non sarebbe diventato come il Principe. Anche se sarebbe andato a ferire chi era arrivato a rispettare e capire......
*
- “Che sta succedendo!”- gridò Lydia, alzando il busto.
Per così dire, quando si svegliò la mattina, Kelpie stava occupando un punto della stanza.
Si lamentò che c'era una donna che stava dormendo nella stanza ! E lo cacciò fuori, ma dopo essersi vestita e preparata ed era scesa dalle scale per la colazione, lui era ancora lì. Suo padre doveva aver sentito da Nico che quel ragazzo dall'alta figura e grande modo di fare era in realtà una fata, mentre si era seduto di fronte a lui con uno sguardo confuso e guardando la fata lanciare uova crude con il guscio, una ad una dentro la sua bocca.

P. 181
Ovviamente, Nico non aveva piacere di stare con il barbarico kelpie, per cui non aveva avuto l'intenzione di mangiare assieme a lui al tavolo. Come se stesse girando con Lydia, sbuffò scontroso col naso lasciando la stanza. Da quel momento in poi, Kelpie le fu sempre vicino fino a tanto che Lydia lo avesse sempre in vista. Quando fu nella carrozza verso la casa del conte, lui era proprio vicino a lei. A quel punto, fino a quando Lydia non sarebbe andata a casa, forse aveva l'intenzione di stare nel suo ufficio. Non sembrava che avesse qualcosa da fare con lei in particolare e stava solamente vicino o seduto lì, per cui alla fine Lydia aveva cominciato a irritarsi.
- “Non essere irritata.”-
Kelpie rispondeva solo così.
Quando raggiunsero la casa del conte e il conducente aprì la porta, Edgar mise piede nella carrozza, spingendo indietro Lydia pronta per uscire.
- “Buon giorno, Lydia.”-
Non l'aveva visto da quell'incidente e l'aveva evitato da tre giorni, per cui fu presa alla sprovvista dalla sua apparizione.
- “B-buon......, aspetta, più che altro, cosa vuoi?”-
Lydia lo stava ovviamente guardando di traverso, ma Edgar non ne sembrava affatto preoccupato.
- “Parliamo un po'. Mr. Kain, questa carrozza è per due. Ti dispiacerebbe andare da qualche altra parte.”-

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- “Perché devo andarmene.”-
- “Questa carrozza lavora per la mia casa. Stessa cosa per il guidatore e per il cavallo.”-
hmmph, sbuffò il kelpie con suo naso.
- “D'accordo allora. Dal momento che in uno stato pietoso.”-
Cosa vuoi dire? Voleva chiederlo, ma Kelpie sparì in un baleno.
Ma, questo significa, che sono da sola con Edgar in questo posto ristretto?
Nel momento in cui lo capì, Lydia si spaventò un'altra volta.
- “Aspetta un momento, sto scendendo!”-
- “Lydia, ti supplico, non ti toccherò neanche con un dito, per cui per favore rimani qui.”-
Forse era perché lo disse con un tono sincero, urgente o perché era meglio non tentarlo se non l'avrebbe lasciata andare per adesso, Lydia non ebbe scelta che quella di risedersi sul sedile della carrozza.
Disse al conducente di girare intorno, poi come se fosse sollevato, commentò in maniera calma: “che bel tempo c'è oggi.”-
- “E' completamente nuvoloso.”-
- “Questo è il meglio che si ha a Londra.”-
- “Beh, sì.”-
- “Sei ancora sconvolta per quello che è successo?”-

P. 183
Lydia in sé non era sicura di essere sconvolta o meno. Se ci pensava molto, sentiva che non era qualcosa per cui preoccuparsi così tanto. Solo perché era stata baciata sul polso, era sicuro che Edgar avesse già preso le mani e baciato tutte le figlie nelle vicinanze e le mani delle signore. Era come una forma di saluto ad una nobildonna. Doveva averla presa in giro facendole uno scherzo. Normalmente veniva fatto sul dorso della mano, ma non c'era tanta differenza.
Anche se lo pensava, in quel momento, l'atmosfera era stata lasciva e come si era comportato, come l'aveva guardata, tutto era stato così inusuale per Lydia e si era così spaventata da voler balzare e correre via.
Ma questo era perché aveva nessuna esperienza con altre persone, e in particolare questo usciva dalla sua infantile paura e nervosismo perché non sapeva molto sugli uomini, per cui poteva non essere stata colpa di Edgar. Ma anche se pensava questo, non voleva arrivare a perdonarlo e ritornare ad essere il suo giocattolo.
- “Non è importante se sono arrabbiata o no. E poi, tu volevi solo prendermi in giro.”-
- “Cosa ti farebbe perdonarmi?”-
- “Se lasci passare un po', forse me lo dimenticherò tra qualche tempo.”-
- “Quant'è qualche tempo? Rimarrebbe il mio ultimo rimpianto se rimanessi in una posizione scomoda con te.”-

P. 184
- “Ultimo rimpianto?”-
- “Mio errore. Preoccupazione.”-
Pensò che era uno strano errore, ma non lasciò che ciò la preoccupasse.
- “Non voglio che tu dimentichi, ma che mi perdoni. Non voglio dimenticare. Posso averti causato una spiacevole esperienza, ma non mi sono mai sentito così vicino a te come in quel momento.”-
Edgar non la toccò come aveva promesso, ma Lydia ebbe la sensazione di essere accarezzata.
Ma proprio perché lui era così, era più difficile per lei perdonarlo.
Non solo in quella volta, ma sentì che stava per permettergli ancora di avvinarsi a lei da ora in avanti. Per la confusione, Lydia abbassò la testa e vedendola in quello stato, lui doveva aver lasciato perdere nel cercare di farle dire che lo perdonava e quindi cambiò argomento.
- “Sei stata corteggiata da Paul?”-
Ma scelse un argomento ancora più peculiare.
- “Ti ha salvato come un cavaliere in armatura; sarebbe naturale che ti abbia detto qualcosa per ottenere il tuo affetto.”-
Questa è una cosa naturale da fare per qualcuno come te.
- “Ti sbagli. Paul non stava salvando me, stava salvando te. Voleva che rimanessi come qualcuno che lui rispetta.”-

P. 185
- “E' stato lui a dirlo?”-
- “Sì.”-
- “........ è sicuramente un stupido innato. Aveva giusto l'opportunità che ti innamorassi del suo atto cavalleresco eppure è andato dicendo una cosa come avesse buttato dell'acqua fredda su di te."- 
Forse era vero che si era sentita un po' delusa, ma non era un problema.
- “La ragione per cui sei spaventata dall'amore, può essere che quei gentiluomini sembrano mostrare interesse per te, ma poi rigettano innocentemente quella nozione."-
- "E' abbastanza gentile che vengano a dirti che non hanno alcun interesse per te prima che tu possa far crescere dei sentimenti per loro. È più preferibile di qualcuno come te che scherza con i sentimenti delle persone...”-
Edgar sembrò leggermente accigliato, come se apparisse ferito, cosa che fece chiudere la bocca a Lydia. Ma, continuava a pensare che lui stesse solo recitando una parte.
- “Hai ragione. Paul non è un uomo che inganna gli altri. Ma potrebbe star nascondendo qualcosa. Qualcosa di molto importante a me.”-
Parlò con un tono ansioso, forse perché era collegato a qualcosa che poteva avere affetto sull'amicizia che Edgar provava per lui.
- “Vorrei chiedergli. Vorrei parlargli e se si può fare, vorrei arrivare a capirlo. Ma, potrebbe finire in una lotta. Lydia, se noi due cominciassimo a prenderci a pugni, di chi prenderesti le parti?”-

P. 186
- “A pugni? Per quanto ci pensi, posso solo immaginare la scena dove sei tu quello che sta prendendo a pugni l'altro.”-
- “Capisco. In quel caso, ti farebbe volere metterti dalla parte di Paul. Ma se tu andassi con questo motivo e io perdessi, allora ti sposteresti dalla mia parte. Allora, non sarebbe così male essere trasformato in poltiglia.”-
Non sapeva cosa lui avesse voluto dire in quello che aveva detto.
Ma, percepiva che le cose non sarebbero andate benevolmente.
- “....... Hey, non andare a combattere. Lui custodisce la promessa che ha fatto con te in passato. Ha detto che era grazie a te che è diventato un pittore e che quando fosse diventato famoso avrebbe voluto che fossi tu a vedere i suoi dipinti più di chiunque altro. Paul crede che il giovane figlio del Duca sia morto, ma ha posto l'immagine di quel giovane figlio sulla tua. Quantunque tu cercassi di iniziare una lotta con lui, non credo che riuscirebbe a colpirti.”-
Teneva la testa leggermente abbassata e una ciocca dei suoi capelli dorati scivolava giù sul suo naso. Dalla parte meravigliosamente scolpita del suo volto, non era affatto in grado di immaginare che emozioni stesse percependo o a cosa stesse pensando.
Aveva veramente l'intenzione di combattere con Paul. Ma, per quale ragione.
Alzò la testa un'altra volta e fece fermare la carrozza dal conducente.
- “Lydia, grazie per aver condiviso il tuo tempo con me.”-
- “Stai andando da qualche parte?”-
- “Solo un po' in giro.”-

P. 187
Per qualche piccola ragione, Lydia stava pensando che avrebbe dovuto dire qualcosa o ascoltare e accettare chiaramente quello che lui aveva da dire.
- “Um, Edgar, se prendo o meno la tua parte, tu non perderai. Sei in grado di portare la fortuna dalla tua parte. Anche con Paul se tu lo volessi, sareste in grado di comprendervi a vicenda.”-
Era sceso dalla carrozza, ma si girò per sorriderle.
- “Sei così gentile. Ecco perché aumento le mie aspettative. Che tu provi veramente dei sentimenti per me.”-
Durante il momento in cui Lydia non seppe rispondere e le sue guance divennero rosse, la porta si era chiusa e la carrozza si era mossa di nuovo.
La vista di Edgar che mise il suo cappello a cilindro e istantaneamente sparì nella folla di persone.
*
Paul era ritornato nella sua pensione a Fleet Street e fece un profondo sospiro tenendo in mano il flaconcino medicinale che gli era stato consegnato da uno degli uomini dell'organizzazione, in cui aveva posto.
Non conosceva la strategia che quell'organizzazione stava pianificando per Edgar tutto quel tempo e aveva la forte convinzione che lui fosse il vero Conte Cavaliere Blu.
A Edgar erano cominciati a piacere i dipinti di Paul e possedeva sia i meravigliosi lineamenti di un nobile spirito che un carattere pratico e amichevole.

P. 188
Paul voleva creare un dipinto di cui il giovane conte fosse soddisfatto e creandolo, aveva la sensazione che stesse mantenendo la promessa che aveva fatto con il giovane figlio deceduto della famiglia ducale.
Ma, se lui, che chiamava se stesso 'Edgar Ashembert, era qualcuno vicino al leader dell'organizzazione che aveva ucciso suo padre, allora il suo compito era molto importante.
Non aveva il tempo di essere sentimentale.
- “Mr. Foreman, avete un visitatore.”-
A parlare era stata la governante di casa di mezza età che gestiva e faceva funzionare la pensione in cui stava alloggiando.
Per l'uomo che entrò dalla porta che lei aveva aperto, Paul si pietrificò e quasi fece cadere il flaconcino medicinale in reazione.
- “M-milord......”-
- “Cosa c'è? Avete la tragica espressione di qualcuno affacciato alla fine del mondo.”-
- “Oh, no, non è nulla. Più che altro, grazie per essere venuto in un posto così sporco e squallido come questo....”-
- “Avevo interesse in cosa consistesse lo studio di un pittore.”-
Realizzò che rimanere seduto era maleducato per cui si affrettò ad alzarsi.
- “E' solo una normale stanza. Sebbene, sia coperta da macchie di pittura qui e la.”-
Paul pensò che avrebbe dovuto offrirgli una sedia, ma erano tutte coperte con macchie d'olio e vernice e si preoccupò che la costosa giacca da sera del conte potesse sporcarsi.

P. 189
Anche lui non aveva intenzione di sedersi su una sedia sporca, mentre verso la finestra e guardando di fuori.
- “State andando via?”-
- “Eh.”-
Gli occhi del Conte si fermarono su dei bauli impilati nell'angolo della stanza. Non poteva possibilmente rispondere che si stava preparando per scappare oltreoceano.
- “No, ah, un conoscente mi ha chiesto se la mia stanza poteva essere usata per tenerli per un po'.”-
Era una scusa disperata e patetica, visto che c'erano altri bauli aperti con dei vestiti buttati in essi.
- “Capisco. La ragione per cui sono venuto oggi è perché c'è qualcosa che volevo chiedervi.”-
Lo guardò con un sottile sorriso e con taglienti occhi penetranti, che fecero irrigidire ancora una volta Paul. Il flaconcino nella sua mano era come se potesse scivolare via per il sudore.
- “.... cosa potrebbe mai essere.”-
- “L'anello di pietra lunare, perché continuate a mentire che non è ancora venuto via?”-
I suoi occhi si posarono sulla sua mano destra e videro che in effetti non c'era l'anello nel suo dito. Lui l'aveva spostato nella sua mano sinistra di volta in volta dal momento che pensava che fosse d'intralcio quanto teneva un pennello. Si era assicurato e aveva fatto attenzione di non essere notato, ma visto che si trovava nella sua stessa stanza, se ne era completamente dimenticato.
- “Siete stato in grado di toglierlo un po' di tempo fa, non è così. Ma se aveste detto che era uscito, allora non ci sarebbe più stata ragione di stare nella mia casa. Ho pensato che mantenevate il silenzio perché non volevate perdere la chance di avvicinarvi a Lydia. Ma anche se l'avete protetta da me, l'avete lasciata andare a casa senza fare nulla. Questo era strano. Non esiste uomo che perderebbe quest'opportunità d'oro. Se non fosse così, allora dev'essere un codardo asociale o che tiene un obbiettivo differente per continuare a tenere l'anello.”-

P. 190
Mettendo da parte il fatto che fosse normale o meno cogliere l'opportunità, era proprio come aveva detto Edgar. Dal momento che Paul era un asociale e soprattutto aveva un obbiettivo differente.
- “Avete la necessità di rimanere nella mia casa per un po' più di tempo?”-
Quanto altro ha capito?
- “ . .. ….Perché Lydia ha immaginato che sarebbe stato più sicuro se fossi rimasto nella casa contesca, voi mi avete offerto un lavoro di pittura. L'anello è uscito molto prima di quanto avessi immaginato e se avessi perduto il motivo per rimanere della vostra casa, allora ho avuto paura che avreste potuto ritirare la vostra offerta.”-
Quella parte era vera. Paul aveva il compito di fare rapporto su Edgar ai suoi compagni, ma visto che era rimasto nella convinzione che lui fosse il vero conte, aveva pensato, più di qualunque cosa, al suo dipinto.
- “Sono sorpreso che siate bravo a crearvi una veloce scusa. Avevo pensato che foste un uomo che non poteva mentire.”-
- “Questa non è una bugia.”-
- “Il vostro cognome non è Foreman ma O'neill. State dicendo che anche questa non è una bugia?”-
Perché. Paul era scioccato e la sua mente andò in sgomento. Il suo compare aveva detto che anche se il nome Foreman fosse stato investigato, quel nome non avrebbe portato a O'neill.

P. 191
- 'A meno che non ti conosca al passato.'-
La governante bussò alla porta. Sembrava fosse venuto per versare loro del tè. Automaticamente, Paul andò ad aprire la porta e disse che l'avrebbe fatto lui e prese il vassoio.
- “Anche O'neill era un pittore. È stato ucciso otto anni fa. Alla fine, è così che la pensavi e proprio perché hai pensato così che hai percepito che la tua vita era in pericolo a quel tempo.”-
Come se lo stesse mettendo all'angolo, Edgar continuò.
Anche quel giovane bellissimo uomo faceva parte di quell'organizzazione che aveva ucciso suo padre. Doveva farlo.
- “Di cosa state parlando? Sono sempre stato Foreman. Mio padre è andato in pensione ma è ancora vivo.”-
Si premurò che la sua voce non tremasse e con attenzione tirò fuori il tappo del flaconcino che aveva tenuto in mano per tutto quel tempo. Una polvere bianca granulosa che era all'interno cadde nella tazza da tè. Dall'angolo dell'occhio si assicurò che Edgar non stesse guardando verso di lui.
Se ci avesse pensato a mente chiara, non c'era modo che lui potesse porre le sue labbra su una bevanda versatagli da un uomo che non aveva fiducia in lui. Però Paul era agitato e non riuscì a pensare a un dettaglio del genere.
- “Da dove è saltato fuori il nome O'neill?”-
Piazzò la tazza di tè proprio vicino al lato di Edgar.
- “Lo conoscevo. Era un bravo pittore. La casa padronale che era costruita proprio vicino al lago era il White Lily. Mi sono sempre chiesto quale parte di essa fosse il giglio bianco, ma alla fine l'ho capito quando ho visto il dipinto. Erano gli stessi eleganti gigli che erano fioriti vicino al bordo del lago.”-

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Era come se Paul riuscisse a vedere quella scena, il quadro che il padre aveva dipinto proprio di fronte ai suoi occhi. Era la casa padronale del Duca della famiglia di Silvainford.
Era un lago uscito da un sogno, circondato da una rigogliosa campagna e da misteriose foreste. Le persone nobili che ci vivevano era tutte gentili e bellissime....
Sentì le vertigini. Perché lui, lo scagnozzo del Principe conosceva una cosa del genere.
Se conosceva Paul dal passato.
No, questo era impossibile.
- “I vostri dipinti hanno la stessa delicata sensibilità di quelli di O'neill. Eravate proprio fatto per diventare un pittore.”-
Quei suggestivi occhi malva cenere, quei capelli dorati che brillavano come colmi di raggi di sole, quel suo naso perfettamente dritto e le labbra con posto un dolce sorriso, poteva esistere un altro essere umano benedetto da un aspetto simile che poteva incantare chiunque in un'istante?
Edgar alzò la tazza di tè. Appariva incosciente e innocente come un bambino. Lo faceva sembrare come se non fosse venuto per confrontare il sentimenti di sfiducia verso di lui ma come se fosse venuto per parlare e aprirsi riguardo qualcosa di importante e di prezioso.

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E poi,ebbe la sensazione che stesse venendo testato.
Se Edgar aveva capito che Paul aveva investigato nel suo ambiente e si era intrufolato nella casa contesca per fargli del male, ma se esisteva ancora l'amicizia che c'era prima tra loro, poteva essere venuto per confermala? Ecco perché stava cercando di bere il tè di cui avrebbe dovuto stare molto attento.
La precedente amicizia?
Giusto, se quella persona era veramente lui.
- “........ se non fossi stato consigliato su questo percorso da qualcuno, allora non so se sarei arrivato così in là”-
- “Perché volevi diventare un poeta?”-
Oh, quindi era lui. C'era solo un'unica persona con la quale si era aperto riguardo questo sogno di diventare poeta. Non c'era più niente su cui dubitare, per cui Paul non pensò ma colpì la tazza di tè dalla mano di Edgar. La tazza andò in frantumi e il tè si rovesciò tutto sul pavimento. Il tè caldo era sicuramente finito sulla mano di Paul come su Edgar, ma nessuno di loro ne era affatto disturbato.
Quando la governante venne dentro di corsa, sorpresa dal suono di qualcosa di rotto, non ne furono disturbati, anche quando aveva capito che era un nobile evidentemente ad uno sguardo e camminò verso di lui con uno sguardo spaventato.
Paul rimase fermo e riuscì a mala pena a mettere la mano sul petto.

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- “Paul non sei cambiato affatto.”-
- “....... Per favore, perdonatemi Milord...... no,”-
Proprio quando stava per dire 'vostra grazia', la governante di avvicinò a Edgar a una distanza innaturalmente vicina. Teneva un coltello nella sua mano. Edgar lo vide e cercò di spostarsi, ma la sottile punta affondò nella vita. C'era del veleno sul coltello. Paul lo capì immediatamente, ma la governante afferrò il suo braccio visto che aveva cercato di correre incontro a Edgar.
- “Muoviti e esci di qui. Diglielo ai tuoi compagni e fagli ripulire questo cadavere.”-
Non è ancora un cadavere. ma.
- “Lei..... è una della 'Luna Scarlatta'?”-
- “Esatto, sono un membro di quel gruppo. È stato di tempismo perfetto che questo uomo sia venuto qui. Ora perché hai rivelato che avevi messo il veleno nella sua tazza. Se non l'avessi ucciso, lui avrebbe ucciso te.”-
Stava sbagliando. Edgar non aveva l'intenzione di uccidere Paul.
- “Dammi l'antidoto. Quest'uomo non è uno scagnozzo del Principe!”-
- “Perché stai dicendo tutte queste cose. Hey, non starai pensando di tradirci?”-
Quando lo guardò con un'espressione sfiduciata, sembrava che stesse per andarsene e chiamare in fretta gli altri del gruppo.

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Senza pensare, Paul afferrò la sua spalla. Usare il primo semplice passo di autodifesa, o da un altro punto di vista, la violenza su una donna era una cosa nuova per lui e un atto vergognoso in sé, ma non c'era un'altra opzione. Dopo averla messa ko, la frugò, ma non portava niente che assomigliasse ad un antidoto.
Dovrei chiamare un dottore? Ma se l'avesse fatto, avrebbe messo in discussione l'esistenza dell'organizzazione. Suo padre ne era stato membro. La 'Luna Scarlatta' che aveva protetto Paul per tutto questo tempo e lui aveva supplicato di diventare un membro per combattere i responsabili della morte del padre.
Non sapeva cosa fare e si accasciò a terra.

*
Prima di rendersene conto, il numero delle persone nel suo ufficio, no, il numero delle fate sembrava incrementato, cosa che fece sentire Lydia che le stava per venire il mal di testa. Prima di tutto, non c'erano dubbi sul fatto che era Kelpie, e la sua grande e prepotentemente alta figura, la ragione per cui quella stanza sembrava piccola e affollata. E in cima a quella parte irritante, Nico stava camminando nella stanza senza alcuna ragione apparente. E stava dando fastidioso con la sua soffice coda sul petto in maniera eccessiva.
Infine, Marygold e Sweetpea stavano sbattendo le loro ali e volando in giro per la stanza e vide che c'era una folla affaccendata di tutti i hobgoblin che risiedevano in quella grande casa.

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Va bene, adesso questo è strano, pensò Lydia e si fermò dallo scrivere.
- “Nico, c'è qualche problema?”-
- “E' come se il mio corpo stesse tutto formicolando.”-
- “E' come se l'aria stia fluendo” , “la magia è in aumento come correnti selvagge” dissero Marygold e Sweetpea in un tono nervoso.
- “Non c'è la spada dei merrow in questa casa? Ecco cos'è che sta gridando.”- interruppe Kelpie.
- “La spada? Perché?”-
- “Come potrei saperlo?”-
- “Quindi, perché tutti voi siete in questa stanza?”-
- “Stare vicino a un dottore delle fate è in qualche modo meglio che niente.”-
Credo che sia così. Ma non sapevo che la spada potesse gridare. Pensandolo, Lydia pensò che fosse meglio farlo notare al maggiordomo e si alzò.
Proprio in quel momento, arrivò Raven.
- “Miss Carlton, avete sentito qualcosa su dove possa essere andato Lord Edgar?”-

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Lo disse con una voce livellata, ma dal tono sembrò che non aveva la sua solita calma.
- “Ho avuto una piccola conversazione con lui nella carrozza, ma è sceso da solo e si è incamminato da qualche parte. Non so dove si sia diretto.”-
La vista di uno stato inquieto poteva essere collegata al fatto che la spada stesse gridando. Lui aveva qualcosa come una lettera accartocciata nel suo pugno.
- “....... e Foreman.........?”-
Dopo che l'ebbe mormorato, si girò come se stesse per andarsene e lei sentì che era innaturale per lui non mettere un 'mister' sul nome di Paul .
- “mister Foreman non è venuto oggi.”-
A dirlo era stato il maggiordomo, Tomkins.
- “Ha detto che sarebbe ritornato nella sua residenza. Ha dichiarato che doveva far passare l'aria o il dipinto che aveva in magazzino avrebbe preso muffa. Raven, cosa c'è. C'è qualche problema?”-
- “Beh, ora, quindi quell'uomo non viene oggi. Per cui non è più necessario per me continuare a guardare e fare la guardia.”-
Lydia guardo Kelpie che aveva appena parlato.
- “Cosa vuol dire?”-
- “Che sarebbe un problema se tu fossi coinvolta.”-
- “Coinvolta? In cosa?”-
- “Non ha più importanza. Oh, bene, per cui non è qui. Allora, non ho bisogno di restare in questa casa chiassosa, quindi me ne vado.”-

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- “Aspetta, Kelpie, spiegati meglio!”-
Lydia era in piedi di fronte a lui e bloccava il suo passaggio.
- “Se non lo dici, allora romperò ogni legame con te!”-
- “Tagliare i legami? Credi che questo mi terrebbe lontano.”-
- “Se vuoi ciondolare in giro, allora fallo, ma non aprirò mai più la bocca per non parlarti mai più. Quantunque tu mi parlerai o andrai in giro con me, non ti risponderò mai.”-
Cadde in silenzio come se ci stesse pensando su. Poi alla fine pettinò la frangia in su come se fosse frustrato.
- “Mi è capitato di sentire qualcosa. Quando al pittore gli è stato detto da uno dei suoi compagni di uccidere il conte.”-
- “CO-COSA! Perché Paul dovrebbe uccidere Edgar?”-
Perché è un impostore.”-
- “C'era la possibilità che quel Foreman fosse un membro dell'organizzazione in cui c'era l'istruttore di danza che mi ha attaccato.....”- sussurrò Raven in uno tono di rimorso.
- “Kelpie, perché non hai detto niente ! Sapevi che la vita di Edgar poteva essere in pericolo.....”-

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- “Non ha niente a che fare con me. E inoltre, con quell'uomo fuori di scena, sarai in grado di ritornare in Scozia. Eppure, quel pittore, sembrava così patetico come se fosse troppo spaventato per commettere un omicidio, ecco perché gli ho fatto un incantesimo che gli desse la fiducia di farlo.”-
Sentendo ciò, Lydia perse la pazienza.
- “Non voglio avere più niente a che fare con te! Muoviti e va via!”-
- “Hey, Lydia.”-
Come se non volesse sentire nessuna scusa, Lydia lasciò la stanza di corsa.
Proprio allora, sentì della confusione provenire dal corridoio d'ingresso.
Sentì la voce di Raven che gridava il nome di Edgar. Si poteva sentire il suono di voci preoccupate e impanicate dei servitori che si muovevano agli ordini di Tomkins. Lydia arrivò all'ultimo gradino delle scale e vide Edgar, che veniva portato da Tomkins, con gli occhi completamente chiusi e si pietrificò sentendo la forza nelle sue gambe quasi cedere.
Il conducente di una carrozza a cavalli disse che gli era stato chiesto da un ragazzo di trasportare l'uomo nella proprietà del Conte Ashembert a Mayfair perché era in uno stato seriamente pericoloso.

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Il profilo di quel ragazzo combaciava con quello di Paul. Era un mistero perché Paul, che presumibilmente aveva cercato di uccidere Edgar, era finito col spedirlo a casa sua. Il dottore rimase nella stanza di Edgar per un lungo periodo di tempo. Però, quando uscì a crepuscolo fatto, l'interno della casa si fermò e si acquietò. Sembrava che la spada dei merrow stesse ancora ululando per il pericolo che aveva colpito il suo padrone, ma gli umani non potevano sentirlo. Verso quell'ora, alla fine Lydia fu in grado avere notizie sulle condizioni di Edgar da Raven, ma le venne solo detto che rimaneva inconscio.
- “Sono apparsi sintomi di paralisi, per cui credo abbiano usato qualche sorta di veleno nervino.”-
- “Nervino.....?”-
- “E' simile al veleno di un serpente.”-
Lui non era un dottore, eppure sapeva così tanto, probabilmente perché la conoscenza sui veleni faceva parte dell'addestramento che aveva passato, crescendo come mostro assassino.
- “Non c'è un antidoto?”-
- “Non c'è. Potrebbe essere una combinazione di diverse specie.”-
Lydia inghiottì le parole oh, no.

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Raven appariva nel suo normale modo di essere, calmo e compost, ma era la cosa più vicina alla famiglia che Edgar aveva, per cui era lui che doveva essere il più addolorato. Lydia e Tomkins, tutti quelli che lavoravano nella casa contesca conoscevano Edgar solo da tre brevi mesi. Ecco perché, anche lei avrebbe voluto tirare su di morale Raven, nessuna parola le venne in mente. Più che altro, Lydia stessa era piena di un sentimento di sfiducia.
- “Ho un brutto presentimento”- mormorò.
- “Anche se Lord Edgar sapeva chiaramente che Foreman era una spia della 'Luna Scarlatta' non mi ha permesso di recarli danno in alcun modo.”-
- “Luna Scarlatta?”-
- “E' il nome dell'organizzazione che combatte contro il Principe. Sembra che facciano solamente lavori caritatevoli, ma hanno dichiarato che Lord Edgar era uno scagnozzo del Principe e un impostore che faceva finta di essere il Conte Cavaliere Blu e l'hanno minacciato che avrebbero attentato alla sua vita se non avesse consegnato la spada.”-
Lydia non sapeva nulla di tutto ciò.
Non si poteva farci niente dal momento che non c'era la necessità di rivelarlo a Lydia visto che non aveva niente a che fare con le fate. Lei era stata assunta solamente come dottore delle fate e non faceva parte della loro amicizia.
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Ma si sentì comunque fuori dal cerchio.
Perché si considerava un po' più vicina di una persona che era stata solamente assunta. Anche se pensava che quello che Edgar diceva era pieno di bugie, c'era una parte di lei che era felice quando lui mostrava un segno di amicizia. Non solo lui aveva richiesto il suo lavoro come dottore delle fate, ma proprio perché non era un vero membro del loro gruppo, lei rimaneva fuori dalla loro battaglia e sentiva che era in grado di dare supporto a quella parte di lui che si sentiva sola. Più di qualsiasi altra cosa, lei voleva che lui gliel'avesse detto. Perché ci sarebbe potuto essere qualcosa che Lydia avrebbe potuto fare. In quel momento nella carrozza, non avrebbe dovuto dire cose che era sembravano poggiare Paul e avrebbe dovuto pensare ai sentimenti di Edgar.
- “Dato che non me l'ha fatto sapere, Lord Edgar doveva aver percepito che le cose si sarebbero volte in questa maniera qualora fosse andato a incontrare Foreman.”-
- “Stai dicendo che stava per abbandonarti? Non c'è alcuna possibilità che potesse pensarla in questa maniera.”-
- “Foreman è l'unica persona che era a conoscenza di Lord Edgar dal passato.”-
Quello poteva essere il motivo per cui non era riuscito a ferirlo. Se Paul se ne fosse andato, Edgar si sarebbe sentito come se avesse potuto dimenticare il tipo di persona che era stato.
Era addolorato per il modo in cui era cambiato.

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Ecco perché doveva essersi aggrappato a Paul che lo conosceva prima del suo cambiamento.
- “Raven...... è anche colpa mia. Ho detto a Edgar che se voleva avrebbe potuto arrivare a comprendersi con Paul. Se ci penso adesso, Edgar poteva essere confuso nel vederlo come un suo nemico e sul lasciarlo perdere o meno...... perché non sembrava lui. Se non avessi detto nulla del mio punto di vista, allora forse non avrebbe abbassato la guardia quando è andato a vederlo....”-
Lydia si coprì il viso con le mani.
- “Non è colpa vostra. Lord Edgar prende sempre le decisioni da solo.”-
Sì, aveva ragione, Edgar aveva detto che avrebbe voluto riconciliarsi con Lydia e aveva detto che era un 'ultimo rimpianto'. Doveva aver già preso la sua decisione. Anche se esistessero persone che non vanno in confusione nella loro decisioni. Anche se le avessero risolte, i cuori erano fatti per indugiare.
- “Miss Carlton, vorreste vedere Lord Edgar?”-
- “...... Non interferirei con il suo riposo?”-
- “Credo che vorrebbe vedervi.”-
Come se stesse offrendo a Lydia l'ultima chance per dirgli addio.

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Venne portata nella stanza e camminò verso il lato del cuscino e il maggiordomo che lo stava tenendo d'occhio, fu educato e lasciò la stanza. Il colorito del viso di Edgar era pallido e bianco e il suo respiro era appena percettibile, a meno di andargli vicino. Lydia prese gentilmente le sue mani tra le sue. Erano così fredde e quando ricordò che normalmente non erano così, volle piangere. Alla fine volle riscaldarle e le avvolse tra i suoi palmi. Non voleva non essere più in grado di parlargli. Non aveva ancora rappacificato la loro amicizia. Visto che Lydia non gli aveva detto che l'aveva perdonato.
Non era che fosse così arrabbiata con lui. Dato che Edgar era sembrato inusualmente dispiaciuto per le sue azioni, stava facendo l'orgogliosa e aveva pensato che fosse una buona cosa che lui continuasse con il suo buon atteggiamenteìo ancora per un po'. Non sapeva quanto serio lui fosse e perché pensasse al suo 'ultimo rimpianto' per quella stupida incomprensione che continuava tra di loro, ma se le cose avessero continuato, a quel punto questo sarebbe finito come un'intollerabile rimpianto per Lydia. E Kelpie. Se lui non avesse messo il naso dentro, allora Paul ci avrebbe rimuginato su e si sarebbe fermato dal cercare di uccidere Edgar.
Anche quella parte, la fece sentire responsabile come dottore delle fate.
- “Tirati su. Non sei una persona che si abbatte così facilmente.”-

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Se fosse stata una situazione normale, lui avrebbe aperto bocca per dire qualcosa un po' scherzosamente per flirtare con lei.
Devo fare qualcosa. Inondata da una forte emozione, Lydia si alzò. Aveva pensato ad una soluzione per salvarlo. C'era un modo che poteva essere possibile. Inaspettatamente, non ebbe alcuna esitazione. Una volta che ebbe deciso che quella era l'unica via, corse fuori dalla stanza.



Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar

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