sabato 15 novembre 2014


Cap 3: " Caramello e arancio"

Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi

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Sulla quieta superficie del lago, dove non c'era vento, e c'erano le increspature delle onde, un po' di imbarcazioni a remi attraversarono la tranquilla superficie. Le luci delle lanterne illuminarono colorate le imbarcazioni decorate con un motivo straniero, facendole sembrare uscite da un sogno e il miscuglio delle numerose luci e delle ombre di barche eleganti s'incrociavano e si mescolavano l'una all'altra, riempiendo il lago di una mistica fusione di colori.
Seduta di una di quelle imbarcazioni a remi, Lydia pensò che ci fossero molte persone a Londra che avevano troppo tempo libero. Guardò una coppia vestita bene che passò loro accanto, chiacchierando e ridendo.
Ovviamente, anche Edgar era un altro membro dell'alta classe sociale, che non aveva bisogno di lavorare e aveva tra le mani un sacco di tempo.
In una barca a remi che aveva posto per dieci persone, c'erano correntemente tre di loro, con Raven come uno di loro, che li stava aspettando sul molo galleggiante. Anche due rematori erano saliti a bordo e remavano con vogate lente con lunghi remi.
- “Il culmine dei giardini Cremorn sono i fuochi d'artificio. Il miglior posto è qui, sul lago.”-
- “Possiamo vedere i fuochi d'artificio?”-
- “Sì, hai mai visto dei fuochi d'artificio prima?”-
- “No.”-

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- “Allora sono fortunato. Potrò starti vicino durante la tua prima impressione.”-
Raven aprì una bottiglia di champagne. Le venne offerto un alto e sottile bicchiere e guardò mentre le venne versata la bevanda dorata frizzante, ma già solo il riflesso del fuoco tremolante era abbastanza per intossicarla.
- “Facciamo un brindisi. Alla mia strenuamente coraggiosa fata.”-
- “Io, coraggiosa?”-
- “Non mi hai protetto poco prima. Addirittura ferendoti.”-
Sta esagerando. E la parte del “mia” non è necessaria.
Ma, stando con lui per un po' di tempo, non importa quanto Edgar le parlasse dolcemente, c'era una parte di lei che pensava fosse una cosa usuale.
Non che lei ci si fosse abituata, era più come se per quella persona, non fosse qualcosa di speciale l' elaborare una scenetta e comportarsi come se il centro della folla fosse sempre in qualunque posto lui andasse, ma una routine giornaliera.
Anche se il sedile coperto di cuscini era largo e abbondante, sentì che la distanza tra loro era inutilmente piccola dato che Edgar si era deliberatamente seduto proprio accanto a lei, ma dopo aver bevuto lo champagne non era più un grosso problema.
- “Dove hai visto i fuochi d'artificio?”-
Dopo averlo detto, si chiese al cosa avesse pensato per farle venire quella domanda.
A dire la verità, Lydia aveva severamente deciso di non chiedere nulla riguardo al passato di Edgar.
Sembrava complicato, e una volta che l'avesse scoperto, sentì che problemi non richiesti si sarebbero fatti vivi, e sopratutto, non voleva essere coinvolta così intensamente.


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Tutto quello che sapeva era che lui era nato in una famiglia aristocratica, ma era stata coinvolta in una cospirazione e aveva fatto credere alla società che lui e la sua famiglia erano tutti morti, ma in realtà, era sopravvissuto da solo ed era stato venduto ad un uomo facoltoso in America. Poi era scappato da lì, e dopo essere evaso dai suoi inseguitori, aveva fatto di tutto per vivere...
Le era stata data solo una veloce spiegazione, ma se avesse creduto onestamente a tutto quello che aveva detto, sarebbe stato troppo per lei il gestirlo, e quindi Lydia trovava difficile crederci ed era metà in dubbio.
E allora, aveva evitato qualunque argomento o commento che toccasse il suo passato, anche durante le loro occasionali chiacchiere.
- “Quando ero un bambino, ogni volta che c'era una festa nella nostra casa padronale c'erano i fuochi d'artificio. C'era un lago naturale sulla nostra terra e ricordo che c'erano un po' di barche sull'acqua proprio come adesso.”-
Alla sua risposta, fece un sospiro di sollievo. Sembrò che era riuscita a non fargli ricordare la sua orribile esperienza in America.
Comunque, quando pensava a come lui avesse perso tutto quello che si supponeva dovesse ereditare, come la casa padronale e le vaste terre della sua famiglia e il venerabile nome di famiglia, doveva essere un ricordo triste.
Perché in passato, aveva ancora la sua famiglia e gli amici dalla sua parte, e non c'era bisogno di nascondere niente dietro il suo fortunato aspetto bellissimo e sarebbe potuto crescere sorridendo innocentemente.

Sebbene ci pensasse su per un po', non c'era ragione per Lydia di scavare più in la di così. Se c'era qualcuno che poteva condividere il passato di quell'uomo, quella persona era qualcuno che avrebbe dovuto condividere anche il suo futuro.
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Edgar fissò Lydia con un'espressione non completamente soddisfatta dopo che lei era diventata improvvisamente silenziosa.
- “Non mi domandi niente di più su di me?”-
- “Eh?...... Umm, non sono così curiosa del tuo passato.”-
- “Oh, davvero.”-
Oh no, l'ho detto in modo troppo freddo un'altra volta.
- “Non è quello che volevo dire, voglio dire, um, penso che quello che ci attende sia molto più importante di quello che è accaduto. Ora sei un rispettabile Conte d'Inghilterra e quindi quello che è successo nel tuo passato non è qualcosa di cui dovrei sapere.”-
Rimpianse di aver detto una cosa superficiale e questo la fece sospirare.

- “Allora lasciami raccontare la storia di un mio amico. Successe che possedeva un'agata che era un uovo di fata'.”-
La pietra per cui Edgar aveva mostrato interesse ed era chiamata 'uovo di fata'. A quel nome inaspettato, Lydia si girò per curiosità.
- “È vero, dopo che il Professor Carlton ne ha parlato, ne ero convinto. La pietra che lui aveva era senza dubbio un 'uovo di fata' che aveva un aneddoto interessante, si diceva che vi fosse sigillato un spirito malvagio. Ma apparentemente l'ha persa quando era un giovane ragazzo.”-
- “Come l'ha persa?”-
- “Non lo ricorda molto bene, ma pensa di essere stato catturato dall'uomo della nebbia.”-
E ora la parola chiave dell'uomo della nebbia era riapparsa. Sembrava che la vera ragione per il quale Edgar aveva messo il naso in questo caso era dietro quello.

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- “Aveva alla fine creduto che quello era ciò che era successo a quel tempo, perché il posto in cui era stato era in un buio pesto. Come se fosse stato gettato sotto un incantesimo, il suo corpo non riusciva a muoversi di un millimetro, per cui era stato incapace di scappare. E poi, due piccole fate nella forma di due ragazze gli apparirono di fronte. Erano delle adorabili fate che avevano dei vestiti graziosi e carini. Non aveva mai visto delle fate prima, ma era stato portato a credere a loro perché era in un tale stato di coscienza che non poteva dire se era un sogno o realtà.
E cercò di chiedere il loro aiuto. Ma allora, come la regola presente in ogni favola, le due piccole fate gli chiesero cosa potesse are loro in cambio. L'unico avere del ragazzo era quel piccolo 'uovo di fata'. E per cui diede loro quello. Le piccole fanciulle dissero che l'avrebbero aiutato e sparirono.”-
Dopodiché si fece silenzioso e fissò il cielo. I fuochi d'artificio non erano ancora iniziati.
- “E poi, è stato salvato?”-
- “No. Molto probabilmente, l'oscuro posto dove stava era qualche magazzino. Era stato portato via come un pezzo di rifiuto, e poi messo su una nave e venduto.”-
Poteva essere che fosse stato nello stesso luogo dove anche Edgar era stato venduto come schiavo?
- “Quella persona è ancora in America?”-
- “E' morto.”-
- “.... stai cercando di trovare quel l'uovo di fata' per lui?”-
- “Non è così, Lydia. Voglio trovare 'lui'. Ci sono momenti in cui immagino che forse, sia stato rapito dall'uomo della nebbia e che nessuno l'ha salvato e il vero lui è ancora lì da qualche parte, che giace al buio e al freddo. Ma anche se è così, va bene, ora sarò in grado di salvarlo. Ho un'affidabile dottore delle fate dalla mia parte.”-

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Aveva detto che voleva salvare qualcuno che non era più in vita. Erano state delle strane parole che non sembravano affatto usuali di Edgar.
Lydia stette a fissarlo senza essere capace di misurare la verità.

- “Un ragazzo che è scomparso nella nebbia di Londra.... mi chiedo se sarò in grado di trovare quel ragazzo, che si dice sia ancora scomparso, e trascinarlo fuori dalla nebbia, cancellerebbe questo il fatto che sia morto? Lydia, lo aiuterai per favore?”-
La supplicò con un'espressione calma e silente. Sapeva che quello che aveva chiesto era impossibile, ma lei aveva la fievole sensazione che chi voleva essere salvato in realtà era lui, dato che era nella medesima situazione.
Con la scomparsa di Lady Doris e con l'aggiunta dell'uomo della nebbia, che era stata l'opera di un uomo, ci poteva essere la possibilità che il motivo per cui Lydia era coinvolta in tutto questo venisse dalla stessa causa.
Non c'era ragione di scovare il passato di Edgar. Comunque, se lui stava soffrendo per via dei ricordi del suo passato, beh Lydia era il tipo di persona che pensava di non potere starsene ferma solamente a guardare.
- “Beh, se ci fosse qualsiasi cosa che io posso fare....”-
Rispose, ancora insicura di cosa lui le stesse veramente chiedendo. Se avesse detto qualsiasi cosa troppo ingenuamente, c'era la possibilità che ne venisse completamente sfruttata, ma voleva credere che il dolore che lui portava con sé non fosse una bugia, e quindi Lydia era confusa.

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- “Grazie.”-
Finirono inaspettatamente col guardarsi negli occhi.
Dentro di sé, lei era in panico, perché non sapeva cosa fare, ma rimase ferma, forse perché si sentì come un topo a cui era capitato di camminare sulla strada di un leone.
Ovviamente era spaventata, ma voleva sporgersi e toccare l'aggraziato leone e il suo manto dorato. Contemplò le sue labbra curvate in un lieve sorriso, cercando una possibile occhiata alle sue bellissime zanne nascoste.
Eh? Co-cosa sto pensando! Oh santo cielo, non è che sono già ubriaca con solo un bicchiere di champagne.
Non c'era un briciolo di romanticismo nella testa di Lydia, che era nello stato di un piccolo topolino, ma le sue spalle furono gentilmente spinte verso di lui.
- “ Ho sempre pensato che tu avessi il profumo della camomilla. Lo stesso odore di quei biscotti.”-
Oh, no, ma proprio nel momento in cui lo pensò.
- “Ah, fuochi d'artificio!”-ansimò.
Con uno scoppio, un piccolo fiore luminoso apparve nel cielo.
In un'istante, gli occhi di Lydia furono incantati dai fuochi d'artificio che stava vedendo per la prima volta.
- “Oh, fantastico! È così bello....”-
Quella sensazione di formicolio che la stava consumando prima era scomparsa. Lydia rimase a guardare su il cielo, ipnotizzata dai fuochi d'artificio, e a quella sua vista, Edgar scoppiò a ridere.

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Cosa c'è di divertente pensò, guardandolo mentre rideva di gusto.
- “C-cosa c'è!? È veramente bello. Ah, ce n'è un altro.”-
- “No, è solo che sei stata completamente affascinata dai fuochi d'artificio piuttosto che da me.”-
Mi ha fatto perdere sicurezza, fece Edgar; era decisamente di buon umore dato che stava ancora ridacchiando.
Sorseggiò tutto lo champagne e ne offerse un sorso a Raven, ovviamente il servitore rifiutò rigorosamente.
Evitando il gioco scherzoso di Edgar, il primo a portare l'attenzione sulla barca a remi che si stava silenziosamente avvicinando a loro era stato Raven.
Era uno sguardo tagliente rivolto a qualsiasi cosa avvicinasse al suo padrone, non importava cosa fosse, ma chi era sulla barca che si avvicinava era una giovane ragazza vestita come un membro d'alta classe.
- “Oh, cielo, se non siete voi milord. Che coincidenza.”-
Era un'adorabile ragazza carina, con grandi occhi e capelli arancio a ricciolo, con una pelle bianca come quella di una bambola di porcellana.
- “Oh buona sera, Lady Rosalie Worpole. Come state?”-

Worpole? Potrebbe essere collegata in qualche maniera alla linea della famiglia baronesca?
Ora che ci pensava, ricordò che la figlia del barone viveva con una cugina, di un anno più grande e con suo zio.

Vicino alla ragazza, c'era un uomo nella trentina, si poteva dire dire che avesse usato molto denaro per il suo guardaroba ed era anche piuttosto bello. Lo presentò come suo zio, il suo nome era Graham Purcell.

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- “E' un piacere fare la vostra conoscenza, Lord Ashembert. Questa è la prima volta per me di poterla riverire personalmente, ma vi ho visto molte volte al club di Piccadilly.”-
L'uomo si tolse il cappello e abbassò la testa, al quale Edgar risposte con la sua.
- “Ahh, il che vuol dire che, avevo sentito mentre ero qui che c'era un famoso casanova tra la gente, vedo che doveva riferirsi a voi, Lord Graham.”-
Sembrava che entrambi gli uomini fossero della stessa razza. Che significava, che dovevano vedersi come rivali pensò Lydia, sentendo una fredda presenza dietro il sorriso di Edgar.

- “Scusatemi milord, ma chi avete con voi?”-
La ragazza che parlò, lanciò un'occhiata a Lydia con uno sguardo misto di curiosità e disprezzo.
Come se stesse giudicando il suo valore.
Era stata ispezionata da capo a piedi, cosa che fece sentire Lydia a disagio.

- “Questa è Miss Lydia Carlton.”-
- “Quale Carlton sarebbe? Qual'è il lavoro di suo padre?”-
- “Sono il dottore delle fate Carlton.”-
Era normale per una figlia essere classificata in base alla posizione del padre nella società, ma Lydia replicò con un senso di ribellione.
- “Oh cielo, quindi sei la specialista in fate di cui si parlava tanto? Sembri essere della mia stessa età, ma deve essere duro avere un lavoro.”-


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La figlia di una buona famiglia non doveva lavorare. Capì che era stata presa in antipatia per quel motivo, ma Lydia fu orgogliosa appellandosi a dottore delle fate, per cui non le importò affatto della presa in giro.
- “Non è vero lavoro, piuttosto lei è la mia consigliera e un mio collega fidato”- disse Edgar.
- “Ma, milord, non è vero il fatto che lei sia stata assunta da voi?”-
E ora era considerata come una serva.
- “Miss Rosalie, credete che Re Artù pensasse al mago Merlino come suo servo? Vedete, noi due stiamo nella stessa posizione.”-
Quando veniva difesa in quel modo, Lydia sentiva inaspettatamente il cuore battere un po' veloce.
- “Oh, com'è mirabile. Ma se si fosse trattato di me, avrei preferito essere la principessa piuttosto che il mago.”-
Sembra che non sia quella normale ragazza riservata.
- “Comunque, dov'è Lady Doris, che è sempre con voi?”-
Oh mio dio, Edgar perché dovevi chiedere una cosa così ardita. Lydia non poté non essere preoccupata, ma inaspettatamente, Rosalie rispose come se non fosse niente di che.
- “Non sta bene, per cui si sta ristabilendo in campagna.”-
- “Oh cielo, è così infelice da sentire. Dovete essere piuttosto sola.”-
- “Non così tanto. Doris è po' molto quieta e dovete aver visto in che modo mi seguiva dappertutto?
Dal momento che non devo badare a lei, sono libera di spendere tutto il tempo libero tutto per me.”-



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Se lei non stava cercando di essere dura, doveva proprio essere la cugina, pensò Lydia.
Sua cugina era scomparsa, per amor del cielo.
O la verità era che era stata nascosta da lei.
- “Comunque, milord, vi dispiacerebbe se mi unissi nella vostra barca? Non eravate nel bel mezzo di godere il vostro tempo con Miss Lydia, per cui sarei molto più che entusiasta di unirmi a voi.”-
Questa ragazza deve provare qualcosa per Edgar.
Ma era sicuramente una ragazza che mostrava apertamente la sua attrazione. Non aveva nemmeno dimenticato di dare un'occhiata di traverso nella direzione di Lydia, come se fosse stata vista come sua rivale.
- “Rosalie, è maleducato”- interruppe lo zio.
- “Oh, no, Lord Graham. Non mi dispiace affatto.”-
Comunque, non era possibile che Edgar rifiutasse l'invito di una ragazza.
-”Oh, veramente? Cielo, sono così felice. Ero stata portata qui da mio zio, ma la conversazione non scorre se si è tra i giovani.”-
- “Mi considero ancora giovane, sai.”-
- “Zio, dovresti proprio rinunciare a quell'appellativo e calmarti.”-

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Con un sorriso garbato, suo zio guardò verso Edgar.
- “Se accettassi la vostra gentile offerta, milord, vi prendereste cura di mia nipote? A dire la verità, ho degli affari dopo questo, e sono stato appena sgridato da lei, dopo averle detto che avrei dovuto andare via presto.”-
- “Sì, ovviamente, è un piacere poter accompagnare un bellissima ragazza.”-
So che lui è il tipo di persona che dice le stesse cose a chiunque.
Lydia si sentiva disgustata dagli sguardi ancor più provocatori che le stava mandando Rosalie e pensò che non sarebbe stata in grado di godersi i fuochi d'artificio che stavano venendo ancora sparati.

- “Beh, capita proprio al momento giusto, Edgar, vado adesso.”-
- “Eh, perché?”-
- “Se faccio tardi, mio padre sarà preoccupato.”-
Scosse leggero la testa come se fosse deluso, ma questo era tutto.
- “D'accordo, allora Raven, scorta Lydia a casa.”-
Quindi non mi fermerai.
....... Beh a me sta bene.
La barca della ragazza carina, simile a una bambola, si arrestò sulla banchina fluttuante e cambiò barca di buon grado per sedere accanto a Edgar.

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Beh, non ha niente a che fare con me, mormorò, e poi Lydia lasciò la riva del lago.
Beh, le ragazze sono molto più felici di ricevere una mano piena di fiori presi dal ciglio della strada, dall'uomo che adorano, piuttosto che un bouquet stravagante da un uomo di cui non interessa nulla.
Ricordò quelle parole di Edgar quando le era capitato di accorgersi delle margherite poste in un vaso vicino al davanzale della sua finestra, nella sua stanza.
Lydia era stata veramente felice di essere stata trattata con una donna normale da Mr. Langley.
Il modo in cui Edar la trattava come una lady...... non era qualcosa di cui fosse sinceramente felice.
Aveva la simile sensazione che la spaventava, quando ne era compiaciuta di questo, quasi come se non dovesse esserlo.
Se non avesse mantenuto le distanze, sentì che sarebbe stata trascinata dentro, avvolta, e profondamente sconvolta. Non riusciva quasi a capire come fosse chiamato esattamente quel sentimento, ma Lydia era semplicemente spaventata.
Sul tavolo c'era un lumino, Lydia chiuse il libro su cui non riusciva a concentrarsi e ne tirò fuori un altro e aprì la copertina.
Prese la violetta che aveva fatto essiccare e che aveva pressato, e stava per buttarlo via, ma ripensandoci pensò che il fiore non avesse alcun peccato.
La ragione per cui portava con sé solo quel fiore era perché era uno dei suoi tipi preferiti.

Non c'era nessun significato profondo dietro esso.

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Pensò solo che la sua delicata colorazione fosse rara; non aveva niente a che fare con il fatto che richiamasse lo stesso colore dei suoi occhi.
Comunque, non doveva farsi ingannare da quello che diceva Edgar. Lo sapeva già dall'inizio, Lydia rimpiangeva veramente ogni volta che s'imbatteva nel pensiero che forse fosse gentile solo con lei.
- “Alla fine era solo un donnaiolo.”-
Era fastidioso avere il cattivo umore per questo, per cui prese un profondo respiro per calmarsi.
- “Oi, Lydia.”-
Richiuse il libro. Quando si girò, vide Nico in piedi sul ciglio della porta. Entrò nella stanza e trottò verso la sua direzione.
- “Di cosa sei preoccupata?”-
- “N-niente.”-
- “Ho seguito il boogey-beast. E poi ho visto che entrava nella residenza della famiglia baronesca Worpole.”-
- “Famiglia baronesca, intendi dire la casa di Lady Doris che è scomparsa?”-
- “Già. Oltretutto, quella che gli faceva fare tutti i guai era una ragazza dai capelli ricci arancioni.”-
- “.........Rosalie?”-

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- “Non so il suo nome. Diceva ai giardini Cremorne che sperava che tu sparissi da Londra proprio come Doris. Sembra che voglia avvicinarsi al Conte. Dovresti stare attenta.”-
Aveva già intuito che aveva dei sentimenti per Edgar quando l'aveva incontrata sul lago.
Comunque, era una notizia inaspettata che fosse lei quella ad aver dato gli ordini al bogey- beast. Aveva avuto l'intensione di ferire Lydia in quel momento.
Ma la cosa che non riusciva a respingere era la parte 'come Doris'.
Vuol forse che dire che voleva che accadesse qualcosa a sua cugina Doris?
- “Ma, Nico perché il bogey beast sta facendo quello che gli dice?”
- “No, stava dicendo qualcosa che aveva già un padrone che non era lei. E che stava facendo solo finta di seguire i suoi ordini per il bene del suo padrone.”-
- “Chi è il suo padrone?”-
- “Non lo so, ma la ragazza sembrava che non fosse affatto a conoscenza del padrone.”-
Anche se uno fosse in grado di vedere le fate, era pericoloso essere in contatto con loro se non sapeva come gestirle. E a causa di ciò in passato, c'erano state molte persone ingannate dalle fate, e che erano passate attraverso amare esperienze, che facevano loro richiedere all'aiuto dei dottori delle fate.
In particolare, era usuale per fate maliziose, che facevano scherzi, di mostrarsi di proposito agli umani e parlarci.

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Le persone in passato sapevano che anche se le vedevi, facevi finta di niente, e se sentivi, facevi finta di niente, e facendo questo, le persone erano in grado di evitare il pericolo, ma oggi giorno non ci sono tante persone che potevano potevano insegnare ciò agli altri.
Se la ragazza di nome Rosalie, non era conoscenza del vero padrone che tirava i fili del bogey beast come aveva detto Nico, ed era ancora in contatto con la fata, allora significava che non aveva alcuna conoscenza e comprensione o che capiva le fate e pensava che avesse acquisito dei poteri magici.
Sarebbe stato pericoloso per lei.
Anche se Rosalie aveva sperato per la scomparsa di Lady Doris, se c'erano altri motivi dietro quello da parte del bogey beast, significava che anche Rosalie era stata catturata nella trappola che aveva preparato la fata.
Ma si chiese se quella ragazza avrebbe ascoltato sul serio quello che Lydia avrebbe detto.

Giudicando il comportamento di quel giorno, pensò che sarebbe stata impossibile.
Sembrò che il caso riguardante Lady Doris era un molto più complicato di quanto aveva immaginato. Mentre ci stava rimuginando su, d'altra parte, Lydia era irritata dall'uovo di fata' che Edgar aveva comprato e dall'uomo della nebbia. Le palle di vetro del gioco per la predizione del futuro non avevano niente a che fare con l'acqua sigillata nell'agata. Eppure, Edgar aveva pensato che fossero collegati.

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Aveva la sensazione che lui fosse molto più fissato più che essere una semplice parola collegata.
Perché?
Sembrava in qualche modo familiare al modo in cui Lady Doris era spaventata dall'uomo della nebbia, che si supponeva non fosse collegato con il gioco 'uovo di fata' del predire il futuro.
- “........ Hm?”-
Per una frazione di secondo, Lydia sentì come se qualcosa si fosse quasi collegato nella sua testa.
Ma non era in grado di afferrare cosa quello fosse, e ora era già perduto.
Ma la cosa che aveva vagamente pensato era che Edgar le stesse ancora nascondendo qualcosa.
La famiglia baronesca Worpole era nuova del circolo sociale, come aristocratici, ma era una famiglia benestante. Il padrone attuale era la sedicenne Lady Doris. I suoi genitori erano morti in un incidente navale, dieci anni prima. Sulla stessa nave c'erano anche i genitori di sua cugina Rosalie.
Le due ragazze che avevano perso i genitori nello stesso momento, aveva vissuto insieme da quel momento.
Il loro custode era Lord Graham Purcell che era un parente distante del barone.

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In precedenza, alla casa del barone, era ben risaputo che Rosalie e Graham si comportavano a loro piacimento senza riguardo alla padrona di diritto, Doris.
La noiosa e timida figlia del barone e la sua appariscente, testardissima cugina. Naturalmente, chi riusciva ad afferrare la luce dei riflettori ed essere al centro della folla era Rosalie e Doris era sempre al suo fianco come una serva e faceva come le veniva detto.
Comunque, Doris aveva il titolo più alto.

Era sempre tutto, il capo corrente dei baroni.
Ecco perché la sua testardissima cugina voleva apparire molto più di Doris.
Anche in fronte ad altri, si comportava crudelmente con Doris e si crogiolava nel senso di superiorità.
Rosalie aveva affermato direttamente a Edgar che era felice che sua cugina era scomparsa, quando loro due erano stati da soli insieme.
Sua cugina era una ragazza che non riusciva a fare niente da sola fin da quando era una bambina. Era timida e codarda, ed era il motivo per cui Rosalie le aveva detto che l'uomo della nebbia sarebbe venuto per punirla dato che aveva rotto la promessa che avevano giurato sull'uovo di fata, e ciò l'aveva spaventata sul serio e quindi aveva lasciato Londra e viveva lontano in campagna. Era anche questa una cosa che Rosalie gli aveva rivelato.
D'altra parte, era una ragazza che non aveva delle labbra strette.
Edgar l'aveva incontrata qualche volta in alcuni incontri sociali per l'alta classe, e lei era sempre servita come un'utile fonte di valide informazioni.
Se lui mostrava solo un piccolo segno di interesse, lei era ancor più felice di rispondere.
Non c'era stato affatto nessun problema nel recuperare ogni singolo pezzo d'informazione della famiglia del barone, di quanto si era aspettato.

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E, ora, per il prossimo passo. Quale mossa avrebbe dovuto fare.
Come aveva pensato, Edgar strinse forte le sopracciglia.
Era come un gioco. Forse quello che stava cercando di fare era inutile anche se stava per ottenere la vittoria. Costrinse quel pensiero a uscire dalla testa. Anche se era un gioco, una volta iniziato doveva vincere.
Tutto questo era fatto per questo motivo.
Quante mosse prima dello scacco matto?
- “Bentornato a casa , milord.”-
Al maggiordomo che aveva visto il suo arrivo, diede il suo cappello e il suo bastone e vigorosamente consegnò la sua giacca e poi Edgar camminò verso Raven che era entrato nella sala d'ingresso.
- “Raven, come stava Lydia? Era gelosa?”-
- “Desideravate sapere se lei mostrava qualche segno di gelosia?”-
Raven inclinò la testa, come se fosse confuso dalla domanda inaspettata.
- “Vedendo il modo in cui ero assieme ad un'altra ragazza, si potrebbe dire che avrei una chance se lei mostrasse segni di essere gelosa, giusto?”-
- “Uh-hm, comunque, padron Edgar, non mi era stato dato l'ordine di assicurarmi se lei fosse stata gelosa o meno”- rispose seriamente.

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- “....Beh, sì, era così. Avevo dimenticato.”-
- “E non sarei stato in grado di giudicare una cosa simile.”-
Trattato come un'arma vivente che respirava, Raven non era in grado di percepire i suoi stessi sentimenti o agire come voleva. Sembrava che fosse ancor più difficile capire i sentimenti degli altri.
I suoi occhi, che ad una prima occhiata sembravano di un puro nero, avevano una debole nota verde quando si guardava la luce riflessa in essi. Apparentemente, nella sua terra natale, quello voleva dire che aveva un feroce e selvaggio spirito che gioiva di combattimenti sanguinari.
Il bambino con lo spirito che si piegava solo ad un re ed era nato per combattere, aveva delle incredibili abilità nel combattimento. Allo stesso tempo, i sensi umani e i sentimenti del bambino si erano attenuati e non esitava né concedeva pietà o non aveva bisogno di una ragione per uccidere quando gli veniva ordinato.
Se non c'era bisogno di cuore in un'arma atta per il combattimento, allora era il combattente ideale per chiunque lo volesse.
Non c'era modo per Edgar, di assicurarsi se ci fosse effettivamente un spirito, ma sapeva che Raven era quel tipo di ragazzo. Comunque, non esisteva nulla come un umano senza cuore.

Se uno veniva trattato come un'arma, gli rimaneva solo di comportarsi come tale, ma lui era perfettamente in grado di agire e pensare a se stesso.
Raven cercava di servire Edgar, che era venuto al posto del suo 'Re', non solo ascoltando i suoi ordini, ma mantenendo una rapporto di fiducia e seguendolo lealmente.
Edgar sperò che mantenesse questo nel suo cuore e che spostasse quei sentimenti agli altri umani, al di fuori del suo padrone.

Salendo le scale e aprendo la porta della sua stanza, Edgar spostò la sua attenzione a quello che aveva chiesto di fare a Raven. 
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- “Ummm, allora sentiamo cos'hai trovato riguardo quello che ti ho chiesto.”-
- “Ho scortato in modo sicuro Miss Lydia a casa sua.”-
- “C'era qualcuno di sospetto?”-
- “Non è apparso nessuno.”-
Pensandolo, si lanciò sul sofà.
- “Hmm. Ci dev'essere stata una voce in giro che avrei portato Lydia con me ai giardini Cremorne, e penso che la situazione quando Lydia è tornata a casa da sola era un'opportunità d'oro.
Oh, beh, non sembra che il colpevole volesse fare il lavoro personalmente, per cui poteva significare che il colpevole non aveva preparato i suoi uomini in tempo.”-
- “Uh, padron Edgar continuerete a usare Miss Lydia come esca?”-

- “Se ti fa sentire a disagio, dovrei ripensarci?”-
- “No, non è quello intendevo dire.”-
L'ordine di Edgar di proteggere Lydia e catturare chi l'avesse attaccata non era un comando così difficile da seguire per Raven.
Ovviamente Edgar aveva capito ciò che Raven voleva dire, stava ragionando sull'insensibile approccio di fare di Lydia un'esca senza che lei lo sapesse.
Non c'era stato un momento nel passato per lui in cui avesse mostrato una simile preoccupazione per qualcuno a parte per Edgar e per sua sorella.

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La sorella di Raven, Ermine, era morta prima che fossero stati in grado di ottenere la loro libertà, e il suo ricordo era ancora vivo nelle loro menti e quando Edgar la ricordava, era profondamente triste.
Lei era stato contro la sfruttamento di Lydia e quando lui ricordava il modo in cui l'aveva detto, era naturale per Raven essere riluttante.
Ma anche se Edgar non aveva fatto niente, Lydia era a Londra e portava il titolo di Dottore delle fate del Conte, cosa che attirava la curiosità degli altri e fino a quando c'erano persone che pensavano di poter fare soldi con la sua abilità, c'era la possibilità che venisse catturata. A dire il vero, aveva avuto l'intuizione che ci fossero dei movimenti sospetti che fiutavano chi entrava e usciva dal castello del Conte, e proprio quando aveva chiesto a Raven di vegliare su Lydia era successo quel quasi rapimento nel parco.
A quel tempo, era stato difficile bloccare la situazione per via della fitta nebbia e dato che erano stati usati dei cani, Raven non aveva potuto muoversi per verificare il movente dell'aggressore.
In ogni caso, se esistevano dei piani minacciosi, Edgar pensò che allora sarebbe stato meglio adescarli e sconfiggerli. Cercare il nemico e sradicare ogni pericolo era anche nell'interesse di Lydia.
E soprattutto, era lo scopo di Edgar.
- “E' per determinare quale dei membri del Principe lui sia. Il colpevole che sta usando le navi per il contrabbando e per preparare le merci a seconda degli ordini dati e anche per mettere le mani sulla tratta degli umani, è sicuramente a Londra.”-
L'uomo chiamato Principe che aveva tenuto prigioniero Edgar in America era il capo di una qualche strana organizzazione.
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Il suo nome e le sue origini e anche il motivo per aver creato l'organizzazione erano sconosciuti, ma per Edgar e Raven che erano riusciti a scappare da lì, era un uomo ripugnante, odiato profondamente. Il suoi uomini, per cui anche quello che in passato aveva messo un Edgar quasi morto sulla sua nave e l'aveva trasportato in America e l'aveva consegnato al Principe, era quello che stava per subire la sua vendetta, ed era lo scopo di Edgar nel presente.
L'uomo che soddisfava le stesse caratteristiche di quello a quel tempo era stato già ricercato. Comunque, proprio ora, non c'era nulla con il quale determinare se quella persona fosse solo un semplice criminale o qualcuno devoto al Principe.
- “Il colpevole farà di Miss Lydia il suo prossimo bersaglio? Non siamo in grado di determinare se l'aggressore di ieri era un maniaco di passaggio.”-
- “E' sicuro che farà così; sa che il Principe è disposto a pagare un lauto compenso per persone che hanno un'abilità unica, oltre a quella di un normale umano. So che uno di quelli con speciali abilità era stato imprigionato nel quartier generale del Principe, era anche stato messo nella stessa nave dov'ero io, e in questi diversi anni a Londra, un certo numero di psichici è scomparso. Se il contrabbandiere è un uomo del Principe e scopre che Lydia è un dottore delle fate, allora è sicuro che la prenderà di mira. Farà un'altra volta una mossa.”-
L'inglese, a cui il Principe aveva dato un'ordine ed era stato il diretto responsabile della sfortuna di Edgar e quindi il più imperdonabile.
E Edgar voleva mostrare al Principe che era vivo e stava risorgendo per ribellarsi.
- “Ancora un po'. E sarò in grado di vendicare i miei amici.”-

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C'era una forza dolorosa nel suo sussurro disonorato.
Quando Edgar era fuggito dal Principe, oltre a Raven e sua sorella, c'erano stati un po' di alleati che
scappati assieme a loro.
Comunque la caccia del Principe era stata spietata e Edgar non era stato in grado di proteggerli.

- “Lord Edgar, la vostra vendetta è per il bene di mia sorella o per i nostri alleati? Se è così, non credo che nessuno di loro spererebbe una cosa simile.”-
Forse è cosi.
Comunque era stato Edgar che aveva pianificato la fuga e lui era stato anche quello che l'aveva guidata. Cos'altro poteva fare per i suoi alleati che avevano creduto in lui e lo avevano seguito ed erano stati uccisi senza pietà.
Edgar aveva ottenuto lo status di Conte e per cui non era più identificabile come delinquente. Perciò il Principe non sarebbe stato in grado di mettergli le mani addosso tanto facilmente. E se lui fosse rimasto quatto e sicuro di proteggere la sua identità, sarebbe stato meglio iniziare una vita nuova che non avesse nulla a che fare con l'organizzazione.
Se fosse stato capace di abbandnare completamente il suo passato.
Ma lui stava camminando sulla cima del sacrificio dei suoi alleati e poteva buttare via tutto questo? Se non avesse avuto il loro aiuto, Edgar non sarebbe riuscito a scappare con successo.
- “Raven, alla fine, sei l'unico rimasto”- sussurrò, poggiando la guancia sul palmo della sua mano.
Raven rimase dritto in piedi e abbassò gli occhi silenziosamente per terra.
- “Non sono stato in grado di portare nessuno di loro quando mi hanno aiutato a scappare. Anche se avevo promesso loro la libertà.”-


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- “Mi dispiace.”-
- “Perché ti stai scusando?”-
- “Credo che nessuno di loro lo rimpiangerebbe. Se vi vedessero adesso, credo che tutti loro sarebbero profondamente felici. Ma …... non so come dirlo bene.”-
- “Hai detto abbastanza, Raven.”-
Si alzò e poggiò le mani sulle spalle di Raven.
Il piccolo ragazzo diciottenne, proveniente dalla parte occidentale del globo, era l'unica ragione rimasta per cui Edgar era lì.
*


- “Cosa? Lydia, potresti ripeterlo un'altra volta?”-
- “Ho detto che il bogey beast che è apparso ieri ai giardini Cremorne stava apparentemente seguendo gli ordini dati da Rosalie.”-
- “No, dopo questo.”-
- “Sembra che il bogey beast sia in qualche modo collegato con la scomparsa di Lady Doris.”-

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- “Dopo questo.”-
- “E' pericolo essere in contatto con fate se non si sa nulla di loto, per cui includendo questo, vorrei che chiedessi a Miss Rosalie e la avvertissi.”-
Per qualche strana ragione, Edgar fece una faccia dispiaciuta. Ma lei pensò che non fosse un'impresa così ardua lusingare una giovane ragazza e persuaderla.
- “Non puoi? Sembra che ascolterebbe tutto quello che le diresti e penso che lo accetterebbe, se tu agissi con prudenza, dato che la vedrai di nuovo, o no?”-
- “Quindi alla fine non sei nemmeno un po' gelosa?”-
- “Hum......?”-
Lydia era appena arrivata alla casa del Conte per lavoro e stava quasi per entrare nel suo ufficio quando fu acchiappata da Edgar e fatta venire nel salone per spendere del tempo assieme con lui.
Mentre era già lì, aveva deciso di esprimergli ciò che aveva pensato la notte precedente su Rosalie e il bogey beast, e sentendo quello che aveva detto, non fu in grado di immaginarsi cosa stesse accadendo nella testa di Edgar.
- “Perché dovrei essere gelosa? Sei libero di avvicinare chi vuoi e se questo vuol dire che non sarò trascinata in giro per differenti riunioni sociali allora ti sarò grata.”-
Ahh, per qualche ragione più sono con Edgar e più divento acida.

- “Lo pensi davvero?”-

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Certo che lo penso. Per cui sei libero di invitare Lady Rosalie o qualsiasi altra figlia di famiglia benestante a tuo piacere. È uno spreco di tempo andare in giro con me:
era quello che voleva veramente dire, ma non lo fece perché suonava come se fosse gelosa.
Non sono affatto gelosa.
- “Ora, ascolta, non sono qui per parlare di quello. Per allontanare il bogey beast d'ora in poi, sarebbe meglio che tenessi una croce di sorbo tutto il tempo. Se questo non funziona, beh penserò a qualcos'altro.”-
- “Ahh se solo usassi il cuore che metti per le fate e spendessi quei sentimenti per me.”-
Era grata per lo spazio in cui stavano, seduta dall'altra parte rispetto Edgar con un tavolo in mezzo tra loro, in una grande stanza spaziosa.
La notte precedente Lydia aveva dichiarato a se stessa che avrebbe lasciato scorrere a sinistra e destra le dolci parole di Edgar e quindi lo fulminò con lo sguardo, avendo in mente una pesante barriera tra di loro.
- “Per favore non guardarmi con uno sguardo così scettico.”-
- “Non c'è persona che sia più scettica di te.”-
Butterò sicuramente indietro quei sorrisi o quei suoi occhi struggenti, che riescono di sicuro a far abbassare la guardia alle altre ragazze, pensò e tese il corpo ancor di più.
- “Sei più guardinga del solito.”-
Certo che dovrei esserlo.

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- “Milord, avete un'ospite.”_
Alla voce del maggiordomo che entrò nella stanza, Lydia fu sollevata. Poi, proprio quando aveva pensato che sarebbe stata risparmiata dal sentirlo parlare.
- “Edgar! Oh mi siete mancato così tanto!”-
Probabilmente incapace di lasciare che il maggiordomo la facesse entrare, un corpo dalla capigliatura rossa e riccioluta entrò balzando.
- “Buon giorno, milady, siete molto più bella oggi di prima.”-
Con un atteggiamento da regina, alzò la mano e aspettò che lui la salutasse con un bacio. Ovviamente, la ragazza non aveva Lydia alla sua vista.
- “Oh, Edgar, ci sarà un concerto d'assoli di un pianista di Vienna alla Watts House. Vorreste andarci? È solo un piccolo raduno di persone che sono molto vicine a Lady Watts.”-

- “Mi chiedo se sarà un bene intrufolarmi.”-
- “Ovviamente. Se mi accompagnaste, è fatto. E inoltre, tutto vogliono conoscervi.”-
Cogliendo quell'opportunità Lydia cercò di sgattaiolare fuori dalla stanza.
- “Oh, già Rosalie, mi è stato riferito che apparentemente tenete una croce di sorbo con voi. Secondo il mio dottore delle fate, è per difendersi dagli spiriti malevoli.”-

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Ma questo la fece fermare. Se lui aveva detto una cosa simile, era sicura che avrebbe sentito la reazione.
E proprio come si aspettava, gli occhi di Rosalie affondarono sulla schiena di Lydia.
- “Scusami, Miss dottore delle fate. Ti dispiacerebbe non farmi delle strane accuse?”-
Non avendo scelta, Lydia si girò per affrontarla.
- “Non è un'accusa. Sei a conoscenza che un bogey beast ti sta girando attorno, giusto? Quella fata è pericolosa.”-
- “E' il mio schiavo. Mi sta proteggendo, per cui non parlare come se sapessi.”-
- “Questo è solo per la facciata. Non sai niente di fate. Se continua a starti appresso ti succederanno delle cose terribili. Potrebbe anche essere collegato con la malattia di Lady Doris.”-
Quello che Lydia intendeva dire non era riguardo la malattia, ma la ragione dietro la sua scomparsa, ma continuò con la storia che fosse una malattia come Rosalie aveva detto.
- “Stai dicendo che per Doris è colpa mia? Stai dicendo che ho fatto qualcosa?”-
- “Non ho detto questo......”-
- “Non è colpa mia! È perché ha rotto la nostra promessa. Abbiamo entrambe giurato all'uovo di fata ed è perché l'ha rotta, che ha fatto arrabbiare la fata. Era una codarda e pure ha speso i giorni tremando dalla paura e poi ha compromesso la sua salute e si è nascosta lontano in campagna e la sua incapacità di vedere qualcuno non ha niente a che fare con me!”-

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Apparentemente Rosalie credeva veramente che Doris si stesse riprendendo in campagna. Agli occhi di Lydia appariva come se non mettesse in dubbio il falso annuncio fatto dalla casa baronesca per mantenere le apparenze.
Quindi questo significava che aveva avuto solamente una discussione con Lady Doris e non aveva voluto metterla nei guai e l'aver detto “dovrebbe sparire” era stato solo un suo piccolo desiderio.
Ma la fata che le gironzolava attorno era un bogey-beast.
Anche se lei l'aveva vista come una piccola discussione, se la fata ci mettesse le mani su, c'era la possibilità che causasse ancora più problemi.
- “Ma Lady Rosalie, c'è la possibilità che il bogey beast possa mettere in trappola te o persone vicino a te, senza che tu lo sappia. Ecco perché....”-
- “Tu, non ti piace il modo in cui sono così intima con Edgar,”-

Lydia poté solo pensare a come l'argomento fosse cambiato improvvisamente.
- “Eh?”-
- “Ecco perché stai dicendo queste cose per insultarmi.”-
- “Non ho nessun interesse per un farfallone come lui!”-
- “Non è convincente se sei irritata così.”-
Non sembrava che sarebbe stata in grado di avere una seria conversazione sulle fate.
Lanciò un'occhiata a Edgar ma non diede segno di voler sistemare la situazione.

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Più che altro Lydia era risentita verso di lui per aver istigato questo.
Si stava godendo la discussione di due ragazze che gli andavano dietro.
Ma Lydia non aveva ragione di lottare contro di lei.
Tentò di andarsene, ma Rosalie balzò davanti a lei e la fermò.
- “Solo perché non hai bellezza o un charme seducente che possa comparare a me non dovresti cercare di ostacolarmi facendo una cosa simile. Inoltre, il suo colore dei tuoi occhi ti fa sembrare una strega. O forse i dottori delle fate non sono nemmeno umani? Sei una fata che ha preso una forma umana?”-

- “Cosa hai detto?”-
Non aveva ragione di combattere per Edgar. Ma se veniva ridicolizzata per il suo aspetto di cui si preoccupava dato che era una giovane ragazza, allora non c'era nulla che potesse tenere Lydia zitta.
E in aggiunta a questo, era cresciuta con l'incubo di essere chiamata changeling fatata fin dall'infanzia.
- “Non sei questo capolavoro di cui ti vanti. Cerchi solo di farti appariscente, e quante ore passi ad arricciare quei tuoi capelli crespi?”-
Sembrò che avesse colpito il punto di cui aveva un complesso, mentre aggrottò le sopracciglia.
- “Anche se fossero crespi, sono meglio di quel color ruggine dei tuoi capelli.”-
- “Questo è caramello!”- gridò Lydia diventando così furiosa da perdere il controllo.

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L'unico che aveva chiamato i capelli mediocri di Lydia che non piacevano neppure a lei, era stato Edgar. Era incredibile come solo una parola lo facesse sembrare un colore affascinante, ma per lei era imbarazzante aggrapparsi a una cosa come quella.
Guardò verso la direzione di Edgar, ma sembrò che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi se lui avesse notato la sua preoccupazione, dato che....
- “Allora, Edgar chi preferite di più, arancio o caramello?”- chiese Rosalie e portò l'attenzione di lui sulla sua domanda.
- “Vediamo, non ho ancora avuto un assaggio di caramello.”-
Cosa vorrebbe......
Lydia vide Rosalie comportarsi come se si stesse imbarazzando, mentre le faceva una sorriso di vittoria, che fece capire immediatamente Lydia, cosa voleva dire, e diventò d'un rosso acceso.
Non ci posso credere! È solo un uomo frivolo che ci sa fare con le donne.
- “Questo è stupido, non farò più parte di questa cosa!”-
Spingendo da parte Rosalie, attraversò la stanza a grandi passi e si diresse verso la porta. Sentì un piccolo commento, “sei così infantile” , da Rosalie che cercò di colpirle la schiena chiudendo la porta dietro di lei.
Anche dopo aver confinato se stessa nel suo ufficio, Lydia indugiava ancora dentro una sensazione nauseante.

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Stette in piedi alla finestra, e guardò la carrozza che era stata parcheggiata di fronte all'entrata, pronta per Edgar e Rosalie, ma quando lui alzò la testa nella sua direzione, si affrettò a chiudere le tende.
- “Non è un mio problema se è un libertino. Anche se bacia le ragazze ogni volta che le incontra, non ha niente a che fare con....”-
Girandosi, balzò per tenersi chiusa la bocca.
Raven era in piedi nella stanza vicino a lei.
- “C-cosa c'è? Non potevi bussare?”-
- “Mi scuso. Sono entrato dato che non avevo ricevuto una risposta.”-
Ero così arrabbiata che non sono riuscita a sentirlo?
- “Oh....., scusami. Ma non dovresti accompagnare 'Lord' Edgar?”-

- “Miss Carlton, Lord Edgar non è un uomo frivolo”- disse improvvisamente con un'espressione seria.
Per cui ha sentito. Improvvisamente Lydia si era ritrovata in una situazione imbarazzante.
- “E' frivolo solo in quello che dice. Non si azzarderebbe a forzare la mano con una donna. Sebbene sarebbe diverso se fosse lei a desiderarlo.”-

Questo è quello che io chiamo frivolo.
- “Ecco perché Miss Carlton, potreste aver fiducia in Lord Edgar solo un po'? Dal momento che siete stata assunta come dottore delle fate, non vi bacerebbe solo per gioco. Fino a quando voi non lo permettiate.”-

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- “Non lo permetterei mai.”-
- “Allora non ci dovrebbe essere nulla di cui vi dovreste lamentare.”-
- “C-certo che no. Se tutto è come dici. Ma io, non mi fido di lui. Anche ieri o oggi, se abbassassi la guardia, chi sa cosa potrebbe fare. Sono qui solo come dottore delle fate, per cui non voglio essere trattata come una delle sue innamorate.”-
- “Potrei scommetterci.”-

- “Sei così fedele.”-
- “Non avete bisogno di scappare e sarà sicuro abbassare la guardia.”-
Farebbe qualsiasi cosa per il bene di Edgar. Più che sradicare i nemici del suo padrone o quelli che si mettevano in mezzo, Raven stava cercando di ammorbidire e calmare Lydia, cosa che doveva essere ancora più difficile per Raven.
Semplicemente ammirava la sua fedeltà.
Comunque si sarebbe potuto pensare che lui era un padrone difficile, irragionevole da servire se si era il suo servitore. Comunque, per Raven, era solo l'unico che accettava tutte le parti di lui, di conseguenza lui era il suo insostituibile padrone.
Perché l'unico che diceva potesse accettare lo spirito omicida, guidato dal sangue dentro Raven, e capace di calmarlo era Edgar.

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E quindi se avesse continuato a rinnegare Edgar, sentì che si sarebbe sentita male nei confronti di Raven che aveva fiducia nel suo padrone, sopra ogni cosa.
- “D'accordo. Decidi la somma che vuoi scommettere. Ma se lui mi bacia per gioco, tirerò un pugno a quell'elegante faccia tosta, forte quanto voglio.” -
Raven aveva i suoi occhi gli verde scuro su di lei e leggermente incurvò gli angoli delle labbra, per cui la scommessa era fatta.
Se ci avesse veramente ragionato su, Lydia avrebbe dovuto essere baciata per vincere, ma questo l'avrebbe capito molto tempo dopo.
Per quel momento, fino ad allora, era piena di motivazione per testare Edgar.
In verità, doveva aver avuto il desiderio di scoprire se pensava a Lydia un po' o no.
- “Un altra cosa, vi è caduto questo.”- disse Raven.
Raven poggiò un bianco oggetto tondo sul tavolo, con la grandezza adatta di stare in una mano.
- “L'ho trovato sul pavimento del salone proprio adesso.”-
Aprì la bocca per dire che non era il suo, ma la richiuse subito.
Perché aveva capito che era un'agata.
Non era di un bianco puro, ma aveva un disegno verde chiaro che ricordava le vene di una foglia.
Un'onice verde?

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Quando la scosse, poté sentire il suono dell'acqua che faceva sciaguettio dell'acqua. Corse alla finestra e la tenne alla luce, e vide attraverso la sottile parte della pietra che c'era un po' di acqua nerognola intrappolata in essa.
È un 'uovo di fata'?
È un vero uovo di fata?
Quello di cui si dice che sigilli spiriti demoniaci in esso?
Quello che l'amico di Edgar si diceva avesse?
È stato trovato nel salone, per cui quella che l'ha lasciato cadere è stata Rosalie?
- “Uh, Raven. Ricordi cos'ha detto Edgar sulla barca ieri? Riguardo il ragazzo che era stato catturato nella nebbia di Londra e che si dice sia morto in America.”-
Raven che stava quasi per andarsene dalla stanza, si fermò, e si girò per guardarla.
- “Sì.”-
- “Era vero? Se era un amico di Edgar, allora dev'essere stato qualcuno che anche tu conoscevi, giusto?”-
- “C'erano tanti che rispettavano Lord Edgar e che erano dalla sua parte come alleati. Dato che tutti noi eravamo stati venduti e comprati, eravamo tutti nella stessa situazione, per cui non so dire esattamente chi fosse.”-
- “Alleati, per cui tutti......”-

- “Sono morti.”-
- “Perché?”-
- “Ognuno di loro è stato ucciso. Il Principe non perdona i traditori.”-

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Il bambino che era scomparso come nebbia e venduto. Quello che Edgar aveva detto di voler salvare forse non era una determinata persona, ma forse era tutti i suoi amici e alleati.
Sapendo che era impossibile salvare quegli amici che non erano stati veramente portati via dalla nebbia, ma venduti e uccisi, immaginava quella fantasia.
Se fossero solo stati catturati dalla nebbia e non da un malvagio essere umano. Se fossero stati nascosti nella nebbia, allora avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarli. E proprio per questo rimpiangeva di averli lasciati morire.
Come una preghiera per il riposo delle anime di tutte le anime dei bambini, inclusa la sua, Edgar ancora non era in grado di abbandonare la 'nebbia' e l'uovo di fata'.
- “Ma, Lord Edgar è stato il quale ha incontrato le due fate.”-
- “Eh?”-
- “Questo è quello che ho sentito prima.”-
- “E', va bene per te rivelare una cosa come questa a me?”-
- “Non è che mi sia impeditodi parlarne. Sebbene non sappia nulla sul come sia collegato all'uovo di fata.”-
Era sorpresa che le fosse stato detto direttamente dalla bocca di Raven, ma era qualcosa di cui Lydia aveva avuto una piccola intuizione.

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Questo anche se la storia parlava simbolicamente degli alleati che erano stati nella sua stessa situazione, pensò che lui stesse parlando anche della sua stessa esperienza. E se era Edgar quello che aveva incontrato le due fate, allora questo significava che colui che aveva originariamente avuto il possesso del 'uovo di fata' era lui.
Un'agata non era una pietra così rara, ma quello che erano d'alta qualità e che avevano una colorazione rara, erano considerate come gioielli.
Se fosse una larga pietra che arrivava in mani umane, normalmente sarebbe stata rotta in pezzi e lavorata per essere venduta, ma se rimaneva nello stesso modo in cui era stata trovata,
E' solo frivolo in quello che dice. Non oserebbe mai forzare la mano con una donna.
Se fosse una grossa pietra, e finisse nelle mani degli umani allora verrebbe normalmente rotta e processata per essere venduta, ma se rimanesse la stessa come è stata trovata, allora una famiglia benestante ne avrebbe sicuramente cura.

Allora il giovane ragazzo che aveva avuto l'uovo di fata' non era possibile che discendesse da una bassa classe.

- “Uh, c'era qualcun altro nel tuo gruppo che era un bambino cresciuto sotto un casato, oltre a Edgar?”-
- “No. Nessuno che conoscessi.”-
Edgar, che aveva visto l'illusione dell'uomo della nebbia in un magazzino. Aveva scambiato l'agata in cambio di aiuto, ma non era stato salvato. Forse era ancora perso in una profonda nebbia, assieme ai suoi compagni e sentiva che non era ancora in grado di scappare.
Anche se lui aveva chiesto a Lydia di salvarlo......
- “Miss Carlton, non avrei rimpianti se cedessi la mia vita per il bene di Lord Edgar. Credo che fosse lo stesso per tutti noi. Ma sarebbe doloroso per Lord Edgar anche se quelli che sono morti non avessero avuto rimpianti?”-
- “Sarebbe doloroso. Credo.”-

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Il ragazzo che fece questa domanda con un'espressione seria, abbassò di poco gli occhi.
- “Lord Edgar è sempre stato il nostro padrone e leader. Non si è mai lamentato o chiesto aiuto, e si è sempre alzato da solo, con la fiducia di tutti dietro sé. C'erano alcuni compagni che si ergevano con lui e che si aprivano gli uni agli altri, ma sarebbe discutibile per me dire che fossero in grado di accettare le debolezze di Edgar. Il nostro leader non ha mai mostrato sconfitta o rimpianto o esitazione e questo era il nostro orgoglio.”-
Ma gli umani non sono così forti. Ma ammirò il modo in cui Edgar aveva portato questo sulle sue spalle eppure aveva avuto la forza di motivare e condurre la sua banda di fratelli.
Forse, ora che Raven aveva avuto la sua vita di pace, era stato in grado di capirlo.
- “Ma ora vorrei che fermasse un po' i suoi sentimenti .”-
- “Tutto quello che ti serve è dirgli questo. È sicuro che ti veda come un amico alla pari che come padrone e servo.”-

Raven scosse bruscamente la testa.
- “E' impossibile per me. Lo spirito dentro di me obbedisce solo a Lord Edgar perché lo accetta come il suo padrone. Se facessi questo pegno confuso, qualcosa di disastroso potrebbe capitare.”-
Lydia non sapeva così tanto dello spirito di Raven, ma capiva che ci doveva essere una ragione complicata per la quale non poteva lasciare la sua posizione di servo.
- “Ecco perché Miss Carlton, per favore non odi Lord Edgar.”-

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- “Eh, non è che lo odi o altro....”-
Era confusa di quello che aveva detto improvvisamente.
- “Anche se Lord Edgar non è perfetto, non dovreste essere sconsolata?”-
- “Non credo che lui sia perfetto. Perché lui è frivolo ed è un mascalzone e un bugiardo, lui è pieno di difetti.”-
Sebbene avesse detto un po' di cose scortesi sul suo padrone, Raven dette l'unica risposta di uscire velocemente dalla stanza, come se fosse soddisfatto.
Lydia venne lasciata da sola interdetta.

- “Quindi, qual'è il punto?”-
Aveva voluto dire che voleva che Lydia dicesse a Edgar, che non era più il leader della battaglia, che andava bene per lui prendersi una pausa.
Raven voleva forse che Lydia prendesse il ruolo di ascoltare i sussurri e le lamentele del suo padrone?
Ma non devo essere così inutile, lui riesce a crearsi velocemente un'amante da sé. E comunque, ci sono un po' di candidate allineate.
Improvvisamente, la faccia di Rosalie apparve nella sua testa e la rabbia di Lydia, soffiata via dalla comprensione che sentiva per via della storia di Raven, riemerse velocemente,

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*

Dicendo che aveva qualcosa da cercare, Lydia lasciò presto la casa del Conte.
Nico s'infilò nell'ufficio di Lydia che non c'era, e silenziosamente aprì la porta dell'armadietto e tirò fuori la scatola che aveva nascosto dietro esso, facendo attenzione a non fare rumore.
Quando vi pose un orecchio, poté sentire un brusco suono di sussurrii che proveniva dalla scatola.
La lattina che aveva messo nella scatola stava parlando tra sé e sé. Non aveva realizzato che Nico stesse ascoltando quello che stava dicendo.
(Rosmarino, salvia, basilico, tutte i deliziosi profumi delle erbe.)
La voce era difficile da sentire, ma dall'intonazione sembrava che stesse cantando, per cui poteva capire quello che stava dicendo.
(Un letto riempito di rosmarino, mai immaginato che ci fosse un luogo così bello come quello a Londra. - “Oh ma sono stato ingannato. Una fabbrica di scatolette? Stavo dormendo sul mio letto di erbe e prima che lo capissi sono stato intrappolato dentro la scatoletta.)
- “Oh, per cui sei stato inscatolato quando stavi facendo un pisolino.”-
Nico non riuscì a non fare quell'osservazione e dopo quello, la cosa dentro la scatoletta si fece silenziosa.


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La cosa dentro questa doveva essere stata in una fabbrica di scatolette di pesce alle erbe, e doveva essersi addormentata in un letto di erbe, per cui doveva essere una fata ed era stata intrappolata dentro una delle scatolette.
Doveva essersi dimenticata del passare del tempo, per via del delizioso aroma e si era addormentata.
Che stupida, pensò.
Ma anche Nico era una fata, una volta che la sua attenzione veniva catturata da qualcosa, era un'abitudine quotidiana, tale che non riusciva a prestare attenzione a nient'altro. Ovviamente nessuna fata pensava di essere stupida.
- “Ma soprattutto, chi è che ti ha ingannato?”-
La cosa dentro la scatoletta, la scosse violentemente per rabbia crescente di essere stata intrappolata dentro la scatoletta e per via della cautela verso Nico.
- “Hey, ora, parliamo con calma. Chi sei? Se rispondi, dirò che l'aprirò per te.”-
Nico si era fatto la stessa domanda negli ultimi tempi. La cosa dentro la scatola prima non avrebbe parlato, ma una volta che era stato messa nell'armadio e aveva capito che che le cose sarebbero migliorate, aveva cominciato a parlare con una voce pacata.
Ma quella voce era difficile da ascoltare in quanto era intrappolata dentro la scatoletta.
- “Prima di tutto vuoi sapere chi sono? Come posso rivelare me stesso se non so nemmeno cosa sei tu. Vuoi incontrare il dottore delle fate? Non mi fido di te, ecco perché sto controllando chi sei tu prima. Hum? Sono io quello di cui non ci si può fidare? Così non si va da nessuna parte.”-

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Era uno di quelli testardi.
Apparentemente la cosa dentro la scatoletta era uscito, andando come una furia qui e la facendo spaventare tutti e quindi nessuno si azzardava ad aprirla. Per cui aveva capito che la cosa migliore era stare buono, e ora una fata sospetta stava quasi per mangiarla e ora stava prendendo precauzioni.

Nico gli disse che non voleva mangiare qualcosa come lui, ma che ci fosse una fata che non volesse mangiare una cosa orribile come una lattina era ancora più incredibile.

Una scatoletta che solo li umani potevano aprire, e un umano di cui le fate potevano avere fiducia era un dottore delle fate. Ecco perché la cosa dentro la scatoletta aveva richiesto un dottore delle fate per essere arbitre, ma per Nico, dal momento che non poteva dire se la cosa dentro essa non avesse cattive intenzione, era un problema.
E alla fine, la loro conversazione finì senza alcuna risposta. Perché la cosa dentro la scatoletta, era sigillata, quindi, erano sigillati i suoi poteri, non aveva tanta energia. Il suo periodo attivo era breve e dato che si era addormentato molto in fretta, sembrò che non avrebbero parlato per un po'.

Comunque, poteva comprendere perché la cosa all'interno fosse estremamente cauta riguardo a lui. Se si veniva ingannati e messi in quello stato, il proprio livello di cauzione saliva.

Si sentì titubante nei suoi riguardi, ma se si fosse scoperto essere qualcosa di brutto, e che era stato sigillato per via della sua malvagità, non l'avrebbe tirato fuori per nessuna ragione.

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Dato che era in una situazione delicata, era difficile decidere se dovesse parlare di Lydia di questo. Ciò che gli faceva esitare era il fatto che lei era cronicamente buona ed era sicuro che avrebbe provato compassione più che sentire il senso di pericolo.
Ecco perché Nico lo mise cautamente in una scatola, così la sua voce non sarebbe arrivata a Lydia, e lo nascose sul retro dell'armadio.
Proprio allora la porta della stanza si aprì senza bussare. Nico andò in panico e buttò la scatoletta sotto la tovaglia e saltò per sedersi sulla sedia. Fece finta di star bevendo del té, alzando casualmente la tazza, ma quello che era entrato era Edgar.
Oh accidenti, ho sbagliato.
Devo far finta di essere un gatto.
Dopo che Edgar era ritornato a casa e aveva aperto la porta dell'ufficio di Lydia, la prima cosa che venne alla sua vista fu un gatto dal pelo grigio che stava sorseggiando del tè con garbo da una tazza.

Sedeva su una torre di cuscini sopra la sedia, per poter raggiungere il tavolo.
Il suo naso si arricciò come se stesse godendo il vapore e l'aroma, e dopo aver preso un sorso veloce, il gatto riposò la tazza sul piattino.
Diede un'occhiata rapida a Edgar e cambiò la sua postura come se nulla fosse successo.

In altre parole, nella posizione seduta di un gatto.
Ciò che era di fronte a lui era un normale gatto nella media, che fece che sembrare la visione del gatto bevente il tè fosse solo parto della sua immaginazione.

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- “Pensavo di aver sentito che Lydia era andata a casa, vedo che non sei andato con lei.”-
- “Mi piace abbastanza qui. Perché il té fresco arriva immediatamente quando suoni la campanella.”-
Appoggiandosi al cuscino, strinse gli occhi soddisfatto.
I suoi miagolii sembravano pieni di significato. Edgar arrivò a pensare un'altra volta che Nico forse non era un ordinario felino.
Andò a sedersi dall'altra parte del tavolo, opposto a Nico.
- “Dimmi Nico, cosa credi che Lydia pensi di me?”-
- “Un disonesto donnaiolo.”-
Era quello che aveva interpretato dallo sguardo freddo di Nico.
- “Oh, beh, non posso farci nulla.”-
- “Oi, stai concordando?”-
- “Ma per il momento non ha un uomo che le piace, giusto? Credo di avere una chance, sai.”-
- “Ehhhh? O piuttosto, non ti piaceva quella ragazza riccioluta, dai capelli arancioni?”-
- “Oh, Rosalie, siamo solo amici. Pensa lo stesso di me.”-

- “Com'è poco convincente da parte tua, voi due eravate molto vicini, è difficile da credere. E parlando normalmente, anche il tuo atteggiamento nei confronti di Lydia ti fa sembrare che tu stia solo giocando.”-

P. 124

Come se fosse disgustato da lui, Nico si appoggiò contro il bracciolo e pose la sua guancia sulla zampa.
Era una posizione irreale, ma non impossibile.
- “Non volevo scherzare, è solo che non ho tutta questa sicurezza, e non voglio essere rifiutato.”-
- “Bugiardo. Una ragazza come Lydia è solo qualcosa di raro per te. Lasciami sottolineare che il mondo da cui proviene Lydia è completamente diverso dal tuo. Lydia lo sa bene e rimane distante da te, per cui non perdere tempo.”-
Sentì come se fosse stato seriamente rimproverato e Edgar fece un sospiro.
Qual'è il motivo che mi porta a tenere Lydia dalla mia parte, si chiese.
Credeva che un dottore delle fate fosse necessario per la famiglia del Conte. Non solo quello, ma lui aveva interesse nei suoi confronti e la trovava affascinante, e ovviamente sapeva bene che i loro mondi erano completamente diversi.
Lei era piena di imprevedibilità e mistero e trovava eccitante parlarle ed era il motivo per cui le andava dietro. Era quel tipo di sensazione, ma sapere che i loro mondi erano differenti, eppure se non c'era discordia, allora era vero che i suoi sentimenti erano poco profondi.

- “Sarebbe bello se Lydia si aprisse a me un po' di più. Nico cosa dovrei fare? Dal momento che tu conosci Lydia molto bene, giusto?”-
Anche il modo in cui aveva fatto la domanda al gatto era come una sensazione di un gioco scherzoso.


P. 125

Come se stesse dicendo, “Come posso essere franco con il membro di una gang”, ondeggiò la coda.
O forse sta dicendo, “Come te lo posso dire per niente?”
Pensò a qualcosa e chiamò il maggiordomo.
Sentendo l'ordine del suo padrone, il maggiordomo lasciò la stanza e ritornò tenendo un vassoio d'argento.
Su di esso vi era un contenitore d'argento con un braccio contenente dolcetti, che emanavano un dolce aroma. Dopo che fu appoggiato, Edgar lo spinse verso Nico.

- “Questi sono cioccolatini con liquore appena arrivati dalla Francia. Sono sicuro che non sarai insoddisfatto?”-
Sporgendosi di poco, Nico fissò silenzioso gli oggetti rotondi e marroni.
Un gatto con una cravatta al collo, che prendeva cioccolato con un movimento elegante, non apparve così misterioso.
Mettendolo in bocca e rotolandolo verso la lingua, Nico strinse gli occhi in puro piacere.
- “Puoi averne quanti ne vuoi.”-

- “Non mentire a Lydia.”-
Era quello il suo consiglio?
Pensò che era quello che Nico aveva detto, mentre il gatto spinse il contenitore d'argento con le due mani o le sue due zampe anteriori, come se lo stesse cullando.




Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar

2 commenti:

  1. Grazie mille x il nuovo capitolo <3
    ADORO QUESTO ANIME.. !!! :)

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  2. Il passato di Edgar ancora una volta lo tormenta.
    La parte iniziale è stata molto dolce.
    Si è creato uno strano "triangolo" sentimentale.
    Edgar non si capisce mai cosa pensi davvero.
    Lydia invece si "tira indietro" e "non vuole".
    Rosalie boh... ora come ora non si può dire che come personaggio mi dica poi molto.
    Nico è un mito! Dà ottimi consigli, anche se poi si fa corrompere da certe "prelibatezze".
    Mi piace come Raven cominci ad interagire con Lydia e a dimostrare la sua personalità, anche se per via dello spirito si relega al ruolo di "servo".
    Grazie per questa novel. E' sempre più bella!

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