domenica 31 agosto 2014


Ch 2: L'uovo di fata del bogey beast

Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi

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Quest'uomo è davvero sospetto.
Comunque lo si guardi, è davvero sospetto.
Lydia era in piedi nella cucina di casa sua e non poté contenere la ribollente irritazione che le cresceva dentro, mentre stava aspettando che i biscotti infornati fossero pronti.
Aveva la sensazione che il suo sospetto su Edgar potesse essere vero, dato che aveva sentito la storia di Nico.
Secondo Nico, Edgar aveva incontrato la figlia del barone, Lady Doris Worpole il giorno in cui era scomparsa. Sebbene l'avesse solamente invitata nella sua carrozza, Mrs Marl non l'aveva saputo e molto probabilmente Edgar non gliel'aveva fatto sapere.
- “Oh, no, l'ha rapita?”-
Poteva averle messo in testa pericolose storie sull'uomo della nebbia, spaventandola e facendole sembrare che fosse coinvolta una fata e l'aveva rapita.

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Anche se è un ex criminale......., ma mentre lo pensò, era ancora confusa.
- “Ma, allora per quale scopo?”-
- “Ovviamente per venderla, dato che ragazze giovani e carine farebbero dei buoni soldi.”-
Nico apparì magicamente sul ripiano della cucina. Aveva una delle bottiglie segrete di scotch nascoste di suo padre.
- “Soldi, oh, beh, non credo che sia quello.”-
Era sicuro che ne avesse in abbondanza come Conte attuale, residente in Inghilterra, sarebbe stato un rischio molto grosso per lui, sporcarsi ancora le sue preziose mani in crimini per i soldi.
Ora come ora, non ci dovrebbe essere ragione per lui di attraversare un ponte così pericoloso.
Ma c'erano molti punti singolari.
- “Ma, beh, si è spesso camuffato per andare al porto e nelle aree di centro. Questo puzza come quando un criminale sta pensando di fare qualcosa. Sembra anche che entri ed esca da costosi casinò e sembra molto sospetto per lui essere solo un amante del gioco d'azzardo. Sono sicuro che stia cercando di respingere l'attenzione delle persone, facendoti cercare la posizione della figlia del barone.”-
Lydia strappò la fiasca di scotch dalla zampa di Nico, quando Nico stava per aprirla.
- “Ora, non rubare le delizie di papà.”-
Nicò spazientito e frustrato, lanciò un pezzo di carta in direzione di Lydia.

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- “Allora, guarda questo. L'ho trovato nella sua stanza.”-
Lo prese e vide che era un ritaglio di giornale.
“[Il ragazzo che è scomparso nella nebbia di Londra...... Potrebbe questo essere il lavoro di un'organizzazione commerciale di schiavi bianchi o qualcosa come un'operazione sotterranea?]”
La storia scritta, parlava di un ragazzo, che era stato salvato da un inglese in Brazile, che ha dichiarato di essere stato rapito da Londra ed essere stato venduto a una fattoria. Sulla nave in cui era stato messo, c'erano apparentemente altrettanti ragazze e ragazzi che avevano vissuto la stessa esperienza.
“[Dagli angoli di Londra, c'è un numero infinito di bambini scomparsi. Si era arrivati ad un punto in cui le persone avevano cominciato a credere alle dicerie che fossero stati rapiti dall'immaginario “uomo della nebbia” e nella maggior parte di casi, dove si trovavano i bambini scomparsi non veniva scoperto.]”
Finiva lì.
- “Ha una collezione di altri ritagli di articoli simili. Non c'è dubbio che stia cercando di fare qualcosa di brutto. Il modo in cui sei stata quasi rapita potrebbe essere qualcosa collegato a questo.”-
- “ …..... stai cercando di dire che c'era Edgar dietro quello? L'aggressore è stato ucciso da Raven.”-
- “Hmm, beh, non ne sono sicuro, ma credo ancora che sia pericoloso girare attorno a quell'uomo. Lydia, perché non ci muoviamo e ce ne ritorniamo in Scozia? Beh, forse non sarà facile chiudere il tuo lavoro da quel Conte.”-
Edgar aveva detto che in passato era stato venduto come schiavo bianco. Poteva esserci la possibilità che stesse collezionando queste cose perché erano collegate con il suo passato traumatico.


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Potrebbe qualcuno, che è passato dall'esperienza così orribile dell'essere venduto e dall'essersi fatto rubare la volontà di essere umano, fare una cosa come vendere un altro essere umano?
L'ignorante e ottimista parte di Lydia la fece volere di non credere a ciò.
- “Miss, i vostri biscotti stanno per bruciare.”-
L'avviso della cameriera fece correre Lydia a guardare nella stufa di ferro.
Tirò fuori il piatto di ferro per vedere che era riuscita a non fare bruciare i biscotti.
- “Grazie al cielo. È passato molto tempo da quando ho infornato qualcosa, spero che abbiano il sapore di quelli della mamma.”-
Quel giorno era domenica. Un giorno inconsueto quando suo padre era a casa. I due erano andati in chiesa al mattino presto e Lydia aveva deciso di cuocere qualche dolcetto dalle ricette di sua madre per il tè pomeridiano. Se non c'era il qualcosa per cui preoccuparsi di Edgar, sarebbe stata una giornata perfetta, lontana dal lavoro, per rilassarsi un po'.

La loro casa di città non era qualcosa che si potesse comparare con la reggia di Edgar, ma nella casa dove vivevano Lydia e suo padre, c'era una cameriera e un cuoco. Non c'era bisogno per Lydia di stare in cucina, ma proprio come sua madre aveva fatto, pensò che fosse suo compito cuocere i biscotti.
Perché sua madre, un dottore delle fate, preparava biscotti con le erbe, come offerta alle fate.
Lydia ne buttò uno nel fuoco della stufa e uno dal davanzale della finestra. Nico aiutò se stesso per prenderne uno.

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Lasciò la cameriera a preparare il tè e si diresse verso lo studio con il piatto di biscotti in mano.

Sentì una voce maschile parlare con suo padre; sembrò che Mr. Langley, lo studente di suo padre, fosse venuto per una visita.
- “Oh, Miss Carlton, mi dispiace di essermi introdotto così presto in giornata.”-
- “Salve, Mr. Langley. Siete in perfetto orario. Ho appena preparato dei biscotti, per favore ne prenda qualcuno mentre è qui.”-
- “Grazie mille. Professor Carlton, questa casa è sicuramente diventata molto più luminosa da quando Miss Lydia è venuta a vivere qui.”-
- “Era così scura questa casa?”-
Lo studio di questa casa è pieno di rocce, campioni di scheletro e di robe di rari animali, dei normali visitatori fuggirebbero nel giro di cinque minuti.
- “Non è scura, più che altro è inapprocciabile per donne di senso comune, perché almeno non mette via i teschi? Anche per il bene di Miss Carlton.”-
Carlton fece un'espressione come se fosse scioccato e guardò la stanza tirando su i suoi occhiali rotondi.
- “Questo è un luogo piuttosto rilassante per me, ma, Lydia, questa stanza veramente ti disturba?”-
- “No, padre, affatto.”-

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- “Hah, lei è veramente la figlia di un storico della natura. Se tutte le ragazze fossero comprensive come te, ci sarebbe ancora un raggio di speranza per gli studiosi che si abbandonano al loro destino di restare scapoli”-
Langley stesso era uno scapolo di 27 anni.
- “Oh, quindi sei qui per corteggiare Lydia, vero?”-
- “Professore, è preoccupato? Se è innervosito da qualcuno come me, allora ci sarà molta agitazione quando Lydia porterà il suo corteggiatore.”-
- “Lydia è ancora un bambina.”-
Da quando era venuta a vivere lì, Carlton avevo trattato Lydia come una bambina, probabilmente perché aveva improvvisamente realizzato che la sua unica figlia, che aveva vissuto molto lontano da lui, aveva raggiunto l'età per sposarsi.
Sembrava che l'atteggiamento di quel dongiovanni innato nei confronti di Lydia, lo avesse svegliato un po'.
Proprio in quel momento, la cameriera portò il tè e Nico fu il più veloce a portare la sua tazza alle labbra. Nico si sedette vicino a Lydia e tenne la tazza e il piattino con la zampa, ma quell'immagine non apparve alla vista di Langley. Forse era a conoscenza che ci fosse un gatto nella stanza, ma la ragione per cui non si comportò in maniera sorpresa fu perché il suo cervello, probabilmente, non stava registrando nulla più di quello.
Ma secondo Nico, ci erano voluti due anni, dopo il matrimonio dei suoi genitori, per il padre di realizzare solo, che il gatto di sua madre era un felino parlante magico, per cui lei poteva capire che Langley era quel tipo di persona.
Lydia pensò che dal momento che sia suo padre che Langley stavano nello steso campo accademico , dovevano condividere le stesse caratteristiche.

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Proprio come il fatto di essere entrambi un po' inaffidabili. O come il fatto che se erano degli studenti incredibili, erano incompetenti in tutto il resto.
Mettendo un biscotto in bocca, Lydia fu soddisfatta perché non aveva un brutto sapore e mentre si sedette a guardare il padre che sorrideva felice, si crogiolò nel pomeriggio tranquillo del suo giorno libero.
La parte migliore dell'essere domenica è che non devo vedere la faccia di quel criminale gentiluomo, pensò riflettendo nella sua testa.

Ma la sua tranquilla giornata scomparve velocemente all'annuncio della cameriera.

- “Signore, il Conte Ashembert è qui per vederla. Dice di avere degli affari con sua figlia.”-

- “Cosa, oh no, mandalo via!”- ansimò automaticamente.

- “Lydia, non possiamo mandarlo via dalla porta. Fallo entrare.”-

Era naturale per suo padre dirlo, ma Lydia sentì le forze prosciugarsi e crollò debole sulla sedia.

Carlton doveva aver capito vagamente che Edgar non era un vero Conte. Comunque, come gli era stato insegnato dal College of Arm, sembrava non avesse problemi nel chiamarlo Conte.

Perché per Carlton, d'altra parte, persone della nobiltà erano incomprensibili per lui, oltre la sua portata.
E quindi aveva silenziosamente dato la sua autorizzazione a Lydia di essere assunta dal Conte, dal momento che sapeva che lei voleva essere riconosciuta a pieno titolo come dottore delle fate.


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Era un'assunzione forzata che non le aveva dato la scelta di rifiutare, ma non c'erano stati problemi nelle condizioni di lavoro per Lydia, ed era stata una sua decisione, alla fine, di accettare la posizione dopo averci pensato molto.

E quindi riconoscendo ciò, Edgar era il datore di lavoro di sua figlia e un rispettabile Conte per Carlton e quindi doveva aver pensato che gli doveva rispetto.
Dopo qualche minuto Edgar entro nello studio della casa di Carlton, nella sua usuale grazia elegante e raffinata.
Era vestito con degli abiti come se stesse per andare ad un party serale, con una giacca da sera nera e con un gilet ben aderente, di color vino. Ma la caratteristiche più eccezionali di lui erano i suoi biondi capelli e il suo sorriso smagliante, come un angelo.
Sebbene ci fosse la probabilità che si nascondesse un diavolo dietro quel viso.
- “Per favore, scusi la mia intrusione, professor Carlton.”-
- “Benvenuto, milord. Spero che mia figlia non vi abbia causato alcun problema.”-
- “Oh, no, lei lavora meravigliosamente.”-
Lydia fece un cupo sguardo di traverso a Edgar, che aveva lasciato il suo cappello alla cameriera e stava dicendo innocue parole di saluto, stringendo la mano di suo padre che era in piedi, in maniera stanca.
Aspettò di aprire bocca dopo che Carlton finì di presentargli Langley.
- “Quindi, che cosa vuoi da me?”-
- “Lydia non essere così maleducata, all'improvviso. Milord, per favore sedetevi. Gradirebbe una tazza di tè? Abbiamo solo i biscotti che Lydia ha cucinato.”-

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- “Interessante. Mi piacerebbe assaggiarne.”-
Non c'è nulla di interessante in questo. Ne parla come se fosse un cibo inconsueto di qualche paese straniero.
Lydia aggrottò le sopracciglia leggermente.
Edgar le sorrise, mentre lei lo stava guardando torvo e scelse volutamente di sederlesi accanto. Anche fino ad afferrare Nico, che era seduto in quel posto, per il pelo del suo collo e spostandolo.
Nico assunse una postura minacciosa, rizzando i peli della schiena e non si risparmiò nel lanciare invettive contro di lui, ma quello deve essere suonato come un gatto che gli stesse sibilando e ringhiando.
- “Capisco, hanno un sapore curioso”- osservò Edgar, dopo aver assaggiato un biscotto.
- “Va bene se dici che non ti piace.”-
Carlton si schiarì la gola in un'ovvia tosse.
- “Comunque, professore, mi è capitato di leggere il suo nuovo articolo, l'altro giorno.”-
Edgar cambiò rapido l'argomento, spostando la sua attenzione e dando uno sguardo serio a Carlton.
- “Oh, quindi avete interesse in storia naturale.”-
- “La natura è tanto profonda quanto ci si addentra in essa. La parola incredibile è stata creata per gli studi della storia naturale, e mi ha sempre stupito. Ho particolarmente apprezzato la parte della sua analisi sulla struttura del cristallo.”-

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Una volta volta che aprì la sua bocca, fu facile per lui afferrare l'attenzione di Carlton. Agì come un giovane umile studente che chiedeva risposte al suo professore, ma riusciva anche a dare delle intelligenti risposte e fare domande che colpivano il segno, ravvivando la conversazione.
Sembrava che non fossero solo le donne che Edgar riusciva a conquistare con la sua arte. Molto probabilmente, conosceva la maniera più accurata di presentare se stesso per vincere i favori di qualunque tipo di persona.
Doveva essere naturale per qualcuno come lui che sapeva come stare nel duro, mondo reale con successo, dato che sembrava come se avesse letto veramente l'articolo, e aveva premuto i giusti tasti per ottenere la simpatia di suo padre, che pensò che fosse persino lui ossessionato dal suo stesso campo di ricerca.
Adesso, padre, non dovresti veramente aprirti a lui così, questo era quello che voleva dirgli guardandogli entrambi.
- “Comunque, Professore, mi è capitato di trovare dei vecchi documenti su questo argomento, si parlava di una pietra chiamata “uova di fata”, o qualcosa di simile.”-
Lydia fu coinvolta nella conversazione dell'uomo, al nuovo tema tirato fuori da Edgar.
Parlare di uova di fata, ce n'era uno coinvolto nella scomparsa della figlia del barone. Un caso in cui Edgar era coinvolto in maniera sospetta.
- “Perché, sì, infatti esiste una pidtra con quel nome.”-
- “Padre, quest'uovo di fata è reale”?-
- “E' solo un minerale. Ha un nome romantico, ma è solo un'agata rara.”-
- “Un'agata come questa?”-
C'era un'agata, posta su un mobile, grande quanto la testa di un bambino, assieme ad altre pietre colorate.
Carlton si alzò e prese la grossa pietra dal mobile e la pose sul tavolo.

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La superficie esterna della pietra apparve solo come pietra nera e grossolana. Ma nessuno avrebbe immaginato che ci fosse una pietra di un disegno a strisce multicolore al suo interno.
- “Quando la guardi, sembra che ci sia un'agata intrappolata in un uovo di roccia. Solo dopo aver rotto la conchiglia si è in grado di vedere cosa c'è all'interno.”-
Edgar fissò curioso dall'alto, l'agata sul tavolo che era stata già divisa in due parti per rivelare gli strati di cristallo scintillante nel centro di essa.
- “Ma, l'agata che è chiamata uovo fatato non è una pietra come questa?”-

- “I nomi dati a certe tipi di agate sono nomi propri. Non sono collegati con la specie. Secondo la letteratura, è una bellissima pietra bianco lattea, che ha un disegno verde, la colorazione è una rarità chiamata 'foglia di menta peperita', e l'uovo di fata' è un'agata con dell'acqua incastonata dentro.”-
- “Un'agata con dell'acqua in sé?”-

Sebbene era stato Edgar che aveva iniziato questo argomento, era Lydia quella che faceva domande attivamente, probabilmente perché Edgar doveva aver già guardato a cosa cosa fosse “l'agata con l'acqua incastonata'”.
- “Quando guardi un'agata, puoi vedere che c'è una cavità aperta nel centro della pietra, vedi? Ci sono rari casi in cui l'acqua è intrappolata in questa maniera. Ma se la tagli in due così, non puoi controllare se c'è acqua. Perché evapora nell'istante in cui la rompi.”-
- “Allora come si può essere sicuri che c'è dell'acqua dentro?”-

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- “Quando la scuoti, puoi sentire l'acqua che c'è in essa. Se trovi una pietra come quella, devi incidere l'esterno piano. Quando arrivi vicino al centro della pietra, puoi vedere chiaramente il suo centro. Ci dovrebbe essere un'acqua ancestrale che oscilla avanti e dietro che è rimasta dormiente e celata nella terra per centinaia e migliaia di anni.”-
Immaginandolo, Lydia fece un sospiro. Si chiese come sembrerebbe la luce quando il primo raggio di sole avesse raggiunto il suo centro e avesse brillato nel colore dell'agata, che era probabilmente come sottile vetro smerigliato.
- “Molto probabilmente, il nome 'uovo di fata' è venuto dalla colorazione menta che la copriva come le vene di una foglia, e l'acqua era stata comparata ad una creatura immaginaria e misteriosa.”-
- “Ma, padre, se fosse un'agata rara come quella, allora potrebbe essere che che una fata ci sia nascosta dentro.”-
Langley, che era l'unico non abituato a questo lato della famiglia, fece un'espressione confusa per il commento bizzarro di Lydia.
- “Alle fate piacciono cose belle, e non vorrebbe dire che l'acqua intrappolata dentro l'agata fosse una sacra acqua divina proveniente dai sei giorni della Creazione? Sarebbe abbastanza da attirare qualunque fata e sedurla. E le gemme sono pietre che assorbono la luce e la intrappolano in esse. Hanno anche il potere di trattenere la magia. Se una fata entrasse in una di esse, non sarebbe in grado di uscirne.”-
- “Ci sono addirittura dei documenti che dicono che erano usate per questo scopo. Non sono sicuro riguardo alle altre agate che hanno dell'acqua in sé, ma se dovessi parlare solo di 'uova di fata', ci sono aneddoti riguardo al sigillare in loro degli spiriti dannosi.”-
- “Per cui, queste pietre che sono chiamate 'uova di fata', ce ne sono ancora alcune che esistono?”- chiese Edgar.

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- “Forse ce ne potrebbero essere. Ho letto che c'era un documento esistente in un abbazia di Canterbury da qualche parte nel 16 secolo. Non ci sono più documenti dopo quello.”-
Sentendo tutto questo, Lydia fu confusa su qualcosa.
- “Ma, Edgar, il gioco 'uovo fatato' della predizione della fortuna, popolare tra le ragazze, non usa una palla di cristallo al posto dell'agata?”-
Non c'era modo che le persone usassero il prezioso 'uovo di fata' per un gioco sulla predizione di fortuna.
- “Sì, beh tutto ciò fino adesso era solo per il mio interesse.”-

Interesse? Non c'è modo che tu sia interessato alle fate.
- “Riguardo a quell'uovo di fata, ho trovato un posto dove li stanno vendendo. Non vorresti andarci e vedere?”-
- “Eh? Proprio adesso?”-
- “Sono venuto qui per poterti invitare. Ho sentito che è evento domenicale unico ai giardini Cremone.”-
Poi Edgar si voltò per guardare Carlton.
- “Porfessor Carlton, mi darebbe il permesso di portare fuori Miss Carlton? Questo per quanto riguarda il suo lavoro, come dottore delle fate assunto da me.”-
- “Se è legato al suo lavoro, non c'è ragione per me di trattenerla, ma, è già crepuscolo. Avete previsto che si protrarrà fino a tardi?”-
- “Ho sentito che il comportamento pubblico morale in quel tipo di giardini di piacere sta andando fuori controllo.”

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Langley guardò Lydia preoccupato.
- “Una volta che il lavoro sarà finito, prometto di scortarla a casa al sicuro. E sarò al suo fianco per tutto il tempo, per cui non c'è nulla di cui preoccuparsi.”-
Lydia pensò che anche se si fosse persa nel covo di borseggiatori o ladruncoli, nessuno di loro sarebbe stato pericoloso tanto quanto lui, e quel pensiero la deprimette.
Ma se doveva investigare nel caso dell'uovo fatato, allora avrebbe dovuto mettere le mani su uno effettivo e trovare dove venivano venduti.
E c'era un'altra cosa che voleva mettere in chiaro con Edgar.
- “Ci andrò. Mi aspetteresti solo un po'? Mi vado a preparare.
Langley aprì bocca verso Lydia che stava alzandosi.
- “Umm, Miss Carlton, me ne sono dimenticato. Se non le dispiace, vorrei regalarle questo.”-
Tirò fuori un bouquet di alcune margherite legate assieme con un nastro.
- “Dal momento che vengo sempre senza alcun regalo. Oh, e sì, grazie per i biscotti di oggi.”-
- “Oh, cielo, grazie mille.”_
Era sinceramente felice dal suo regalo, per cui Lydia sorrise con piacere.

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Dopo aver preso il suo cappello e il suo scialle, Lydia salì sulla carrozza di Edgar che stava aspettando.
Aveva apparentemente portato con sé anche Raven, dato che lo vide dritto in piedi e completamente calmo, aspettare vicino alla carrozza, mentre si avvicinò a essa.
La carrozza tirò all'inizio della strada e Lydia sentì un formicolio dovuto allo sguardo insistente di Edgar che si era seduto vicino a lei. Era assolutamente fastidioso.
- “...... Cosa c'è? Perché mi guardi cosi?”-
“Adesso che ci penso, non sapevo che potessi sorridere in quel modo.”-
- “Hum?”-
- “Quando ti sono stati regalati quei fiori da Mr Langley, sei sembrata felice dal profondo del cuore. Quando ti do dei fiori, non hai mai mostrato alcun segno di contentezza.”-
- “Non è così, è solo che nel tuo caso, i tuoi regali non provengono davvero dal cuore......”-
Una volta che ciò lasciò la sua bocca, si preoccupò se quello che aveva detto fosse stato sgarbato. Perché il suo primo incontro con Edgar era stata una dubbia situazione, che la faceva comportare in modo severo con lui. Ma il giudizio che lui non metteva cuore nelle sue azioni poteva essere solo un suo pregiudizio.
- “Mhh. Beh, forse le donne proferiscono dei fiori presi dal ciglio della strada dal loro amato, piuttosto che un bouquet stravagante da un uomo di cui non interessa nulla.”-
Sapeva per esperienza che quando lui si mostrava debole e depresso come ora era solo uno dei suoi inganni, ma alla fine, fu Lydia a sentirsi come quella che stava facendo la cosa sbagliata.

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Sapeva che avrebbe dovuto imparare dai suoi sbagli passati, ma vedere Edgar, che normalmente era bello in maniera abbagliante, sicuro di sé e presuntuoso, spesso si sentiva di sbagliare nei suoi giudizi riguardo lui.
- “Mr. Langley vive vicino, per cui ci viene a fare una visita.”-
- “Vicino?”-
- “Raven, l'hai sentito?”-
- “Sì”, replicò il ragazzo che sedeva dalla parte opposta di Edgar.
- “As-aspetta solo un momento! Cosa stai pensando di fare!”-
Andò in panico, perché Raven le aveva confessato prima che non ci avrebbe pensato due volte ad uccidere chi si fosse messo sulla strada di Edgar.
- “Solo un po' geloso.”-
- “No che non lo sei, e dare un'ordine come quello, così facilmente.....”-
Edgar fissò Lydia allarmata e ridacchiò allegramente.
- “Stavo solo scherzando, Raven.”-
- “Ho capito.”-
- “Per il momento, comunque.”-
- “Smettila di dire che sei geloso, stai solo scherzando facendomi agitare e divertendoti a vedere come reagisco. E inoltre, Mr. Langley stava solo portando rispetto alla figlia del suo maestro. Mi tratta come una ragazza normale perché non sa molto su di me.”-

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- “Non ti rendi conto affatto del tuo fascino.”-
- “Sono perfettamente a conoscenza di come sono. Sono stata chiamata stramba per tutta la vita.”-
- “I tuoi occhi possono vedere un mondo maestoso. Il tuo sentire può dire che ci sono voci unite tra le increspature dei venti. Se ci fosse qualcuno che lo scoprisse, chiunque si spaventerebbe. Sai perché? Perché sarebbero spaventati del fatto che la ragazza per cui provano un sentimento, sia in grado di vedere ciò che nascondono a se stessi, anche il loro lato sgradevole.”-
Era sicura che sarebbe uscito con qualcosa.

Non voleva essere sballottata da lui per ribatté.
- “Allora perché non la smetti d'ingannarmi? Lo so che il giorno in cui Lady Doris è scomparsa l'hai invitata a salire sulla tua carrozza.”-
- “Hmmm, e chi te l'ha detto?”-
Ma non era scosso affatto, anzi abbassò la voce in un sussurro come se le stesse dicendo parole dolci e tenere.
- “Quel giorno, sei andato al porto. Dopo hai fermato la carrozza vicino a Docks, cosa hai fatto? E un'altra cosa, hai invitato Lady Doris sulla tua carrozza dopo che si era separata dalla sua cameriera al bazaar ground, ma dopo di quello, non è stata vista da nessuna parte. Comunque lo guardi, sei il sospetto più losco.”-
- “Sei una chiaroveggente?”-

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- “Sei tornato a casa con una piccola fata che vive al porto, sul tetto della sua carrozza. Dopo l'ho incontrata e ho sentito cosa è successo, mi ha detto che è stata portata in un'area d'alta classe sconosciuta, e si era persa stupefatta a casa tua, senza sapere come tornare indietro.”-
Era Nico quello che gliel'aveva riferito, ma aveva lasciato cadere questo dettaglio.
Non poteva controbattere contro questo, scrollò le spalle e raddrizzò la postura.
- “Anche se assumessi dei domestici che tengano la bocca chiusa, se ti sposassi non sarei in grado di bighellonare in giro.”-
- “Non sposerei un uomo che bighellona.”-

Ci fu un debole sbuffo che trapelò dalla sedile opposto al loro.
- “Raven, hai riso, vero?”-
- “Non lo farei mai.”-
Lo fissò incredula, perché non aveva mai immaginato che avrebbe sentito Raven ridere, dal momento che non mostrava mai alcun segno d'emozione. Comunque, Raven stava negando le accuse di Edgar con un'espressione mite, per cui non poté immaginare quale sorta di faccia avesse fatto quando aveva riso.
Forse aveva riso in maniera inespressiva.
- “Lydia, ho effettivamente dato un passaggio a Lady Doris nella mia carrozza, ma l'ho solamente portata davanti a casa sua. Ti sto dicendo la verità quando ti dico che incontrarla è stata una coincidenza, per cui sono stato sorpreso quando ho sentito della sua scomparsa. La fata non stava guardando quando lei è scesa?”-


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- “Sì, sfortunatamente. Apparentemente, si è addormentata per un po'.”-
- “....... che fata inutile. Comunque, non sto mentendo. Per favore credimi.”-
Come poteva credere ad un uomo che era stato un grosso bugiardo fin dall'inizio.
- “Allora, cosa ti ha fatto decidere di aiutare qualcuno?”-
- “Non puoi biasimarmi per essere curioso. Dopo averla lasciata di fronte la sua casa e poi sparire in quel modo....... è naturale che io diventi il sospetto. Ecco perché mi serve trovare la verità.”-
Le sue bugie suonavano più convincenti della verità. Era un qualcuno capace di far diventare vera la bugia di essere un conte, per cui Lydia, non era in grado di decifrare se le sue parole erano veramente vere o meno.
- “C'è qualcos'altro che mi stai nascondendo?”-
- “No.”-
- “Stai cercando d'ingannarmi un'altra volta?”-
- “Adesso, perché dovrei farlo?”-
Era qualcuno che poteva ingannarti mentendoti, con il suo comportamento e gli occhi seri eppure si chiese perché ci fosse un forte sentimento in lei che voleva credergli e non dubitare di lui.
Non molto dopo, la carrozza arrivò ai giardini Cremorne, pieni di decorazioni elaborate e un suono di musica vivace.

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Una volta che scesero dalla carrozza e passarono attraverso il grande cancello di ferro, entrarono in una vasta area aperta che aveva varie mostre e baracconi con spettacoli e il tempio numero uno di Londra dell'intrattenimento era un posto pieno di persone in numero di centinaia che Lydia non aveva mai visto prima.
In qualunque direzione si girasse c'era gente, gente, gente. Si chiese da dove venissero tutte quelle persone.
Mentre passarono di fronte ad una tenda del circo, una musica di un'orchestra cinese provenne dal suo interno, e vide che c'era lo spettacolo di un mimo che stava per iniziare, dove avrebbe camminato su una corda, su in cima, sul grande marciapiede dove stavano camminando.
Tutto questo era una novità per lei, e la sua concentrazione era quasi stata portata via, ma Lydia ricordò a se stessa che non era lì per giocare e si riconcentrò.
- “Dove vorresti andare? Credo che le acrobazie degli elefanti debbano essere interessanti.”-
- “Cosa? E l'uovo di fata?”-
- “Può venire più tardi. Dato che siamo qui, possiamo divertirci.”-
La tirò a prescindere.
- “Aspetta Edgar, era vero che l'uovo di fata è venduto qui? Se questa è una bugia, me ne sto andando a casa. Non ho alcuna intenzione di spendere il mio prezioso giorno libero col suo egoismo autoindulgente.

- “Come sei dura. D'accordo, allora. Ma, una volta che avremo finito il nostro lavoro lasciami un po' del tuo tempo. Perché è il tuo giorno libero, e voglio che tu spenda del tempo con me senza sentirti al lavoro.”-
Lydia si chiese se volesse tenerla d'occhio così tanto da voler usare questo giorno libero.
Cielo, non riesco veramente a capire a cosa Edgar stia pensando.
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- “Se non senti alcun senso del dovere, allora penso che non ci sia ragione per me di continuare a tenerti compagnia.”-
- “Perché? Immaginavo che saresti stata in grado di divertirti.”-
- “ Se volevi divertirti qui, allora perché non hai invitato una ragazza diversa? Sappiamo tutti che c'è un numero infinito di ragazze allineate che sarebbero più facili da ingannare per te. Invece di una ragazza con una faccia scontrosa come la mia, preferiresti una ragazza che sarebbe molto più eccitata di accompagnarti.”-
- “Non mi dispiace veramente il tuo aspetto scontroso. Sebbene preferisca di più il tuo sorriso.”-
- “Come ho detto prima, smettila di stuzzicarmi in quel modo.”-
- “Adesso, Lydia stai pensando alle cose troppo negativamente, come il fatto che ti sto stuzzicando, o che sei l'unica che conosce il mio segreto. È inumano se ti penso in modo positivo e voglio spendere del tempo con te? Se non ti invitassi fuori, non ci sarebbe possibilità di conoscerci , questi erano tutti i miei sinceri sentimenti di adesso. Non è passato così tanto dal nostro primo incontro, ed è solo che non sono alla fase di dire che sei l'unica per me, per cui volevo conoscerti meglio e volevo che tu mi conoscessi, ecco perché ti ho invitata qui.”-
Starà dicendo il vero?”
Ohh, è perché vengo ingannata così facilmente come adesso che a lui piace scherzare con me.
Anche se Lydia pensò ciò, annuì comunque.
- “Va bene. Se è solo per un po', allora non mi dispiace guardare qualche attrazione.”-
- “Grazie. Incoraggiamo il nostro amore così, passo a passo.”-

Proprio quando aveva pensato che fosse serio, era rapidamente tornato a punzecchiarla. Lydia, sorrise ironicamente.

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La sua attenzione era in parte rivolta verso la sua mano in quella di lui per condurla attraverso la folla, pensò a cosa ci fosse di sbagliato in lei e finì col seguirlo silenziosamente.
Era furiosa con se stessa per essere felice quando le veniva fatto un complimento, anche se era una bugia o una lusinga. Eppure, c'era ancora una parte pacata di lei che non aveva completamente fiducia in Edgar. 
Quella parte di lei era convinta che lui le fosse premuroso perché lei aveva una preziosa utilità.
L'idea che Edgar potesse essere attratto da lei era impossibile, e quella fondamentale convinzione non poteva essere sradicata, non importa quello che diceva.
Perché Edgar non condivideva affatto la stessa vaga idea di Lydia del perfetto primo incontro, o la ragione per cui i sentimenti di un uomo e di una donna sarebbero attratti gli uni dagli altri in modo da favorire un rapporto d'amore.
La sua idea del pretendete ideale era qualcuno che non sembra avere delle qualità straordinarie, ma che effettivamente gentile e premuroso per i sentimenti altrui.

Anche se fosse un po' goffo o disordinato e se lo si dovesse curare ogni giorno, lei voleva che fosse qualcuno che capisse e accettasse la parte di lei che poteva vedere le fate, qualcuno che fosse sempre al suo fianco, tranquillamente e gentilmente.
Qulacuno, forse, come suo padre.
Lei non faceva per qualcuno che diceva parole dolci, struggenti in un inglese (Queen's english) d'alta classe, o che aveva una figura sottile che stava perfettamente senza problemi in un frac e che aveva una sofisticata avvenenza in ogni sua gestualità e movimento, o era bello in maniera impossibile, con la grazia di un nobile gentiluomo o che scioglieva il cuore di una donna quando sorrideva ed era inquietante quando costringeva qualcuno, una persona come quella non faceva per qualcun come lei, comunque si pensasse al riguardo.
Anche Edgar doveva sapere quale tipo di donna fosse la più adeguata metà per lui, e Lydia non era nemmeno un'aristocratica, prima di tutto.

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Aveva sentito che in tempi recenti, anche la classe media benestante era stata in grado di entrare liberamente nel gruppo, e c'erano dei casi di nobili che avevano esaurito il loro capitale ed erano ricorsi nel vendere le loro proprietà e che stavano vivendo in una casa in affitto, ma quando lei guardò Edgar, pensò lo stesso che i nobili erano di razza completamente differente dalle persone comuni.
- “Eccolo qui, è il luogo che pubblicizzava che puoi vedere uno spettacolo di fate.”-
Alla voce di Edgar, Lydia guardò verso il capannone rosa, tipo teatro.
Guardando attraverso la folla di gente, poté vedere che c'era una sorta di palco costruito al suo interno e un uomo stava facendo volare in aria carte e fiori.
- “È solo un trucco magico.”-
- “Forse starà dichiarando che una fata invisibile ha preso la carta e vola in giro con essa?”-
- “Non vedo nessuna fata.”-
- “Se è un dottore delle fate che lo dice, allora dev'essere solo un trucco.”-
Una volta che il mago aveva finito il suo spettacolo, era iniziata la vendita di “uova fatate” sul palco.
Vennero allineate diverse palle di vetro. Il mago dichiarò che c'erano delle fate dentro di esse. Spiegò addirittura il gioco del predire il futuro, cosa che fece ascoltare attentamente le ragazze nella folla.
Edgar ritornò dopo averne comprata una e la porse a Lydia.
- “Come sembra? All'interno.”-

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- “Non sembra che ci sia niente all'interno..”-
- “- “Il mago è uno degli intrattenitori che ha un contratto con questo posto. Cambia costantemente il suo aspetto e nome per eseguire ogni sorta di show, ma non ho sentito nulla di particolarmente sospetto.”-
- “Alla fine, la palla di vetro non ha niente che potrebbe attirare le fate. Guarda come il colore è torbido e come il vetro non è bello ed è completamente cavo all'interno? Sarebbe differente se ci fosse qualcosa all'interno che la fata adora, ma comparata a questa, avresti una chance migliore di chiamare una fata, se metti della buona acqua in una sorta di contenitore di vetro.”-
- “Allora, questo significa che accusare una fata come il motivo della scomparsa di Lady Doris sarebbe forzato.”-
- “Sì...... ma è troppo presto per decidere che non è il lavoro di una fata, ho bisogno di indagare un po' oltre.”-
Mentre si concentrò, passò la palla di vetro a Edgar.
Proprio allora, sentì il suono di vetro infranto all'interno del capannone. Le acute grida di una donna seguirono subito. Sembrava che qualcuno avesse rotto una delle uova di fata.
Ma allora, come un reazione a catena, altre palle di vetro attorno a loro andarono in frantumi uno dopo l'altra.
Sembrava che ci fossero un po' di persone ferite, cosa che creò il panico.

Il mago alzò la voce per cercare di calmare tutti.
- “Uhh, vorrei avvertire le donne, in particolare, di stare attente nel maneggiare le fate.
Per favore assicuratevi di non trattarle in modo brusco e non parlar male di altre. Ci sono occasioni in cui possono arrabbiarsi e possono far scoppiare la bolla.”-

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- “.........Come se lo sapessi”- mormorò Lydia.
- “Ci potrebbe essere del gas che esplode come reazione alla temperatura del corpo. Potrei scommettere che quelle che sono scoppiate erano solo esche, ma comunque, è pericoloso avere dei pezzi di vetro che volano attorno alla folla”- disse Edgar.
- “Lydia, guarda su!”-
Proprio allora sentì Nico gridare.
Avvertita dalla fata gatto che apparentemente li aveva seguiti diventando invisibile, Lydia girò gli occhi in alto e vide che c'era una fata su una delle travi vicino al soffitto del capannone.
Aveva la misura di un neonato, con un faccia rugosa, come un vecchio, e il corpo coperto da un pelo scompigliato e piccole corna sulla sua testa- un bogey beast (folletto)
Oscillò avanti e e indietro, ridacchiando sulla trave, poi ruotò la testa nella sua direzione.
Incontrò gli occhi di Lydia.

(Hmmm, quindi sei in grado di vedermi.)
Improvvisamente, scomparve con un poof.
Lydia capì le sue intenzioni e scattò per guardare giù l'uovo di fata nella mano di Edgar.
- “Edgar, buttalo via!”-

- “Hmm?”-

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Lo scagliò via velocemente dalla sua mano. Mezzo secondo dopo averlo buttato nella direzione opposta del capanno, la palla di vetro esplose.
Lei lo afferrò, dato che sembrava completamente confuso e uscirono dal capannone per scappare.
Controllò l'area ma non c'era vista di una fata da nessuna parte.

- “C'era un bogey beast.”-
- “Bogey....., credo di averne sentito parlare, che tipo di fata sono?”-
- “Sono un tipo maligno. Piccoli demoni cattivi dentro. Non sono così intelligenti e sono una specie della corte Unseelie.”-
- “E uno di loro stava facendo esplodere le uova di fata dentro il capannone?”-
- “Non ne sono sicura, il mago non sembrava in ansia, e potrebbero esserci stati molti complici che le hanno fatte rompere, ma non c'è dubbio che il bogey beast abbia approfittato della situazione.”-
Si chiese se ciò fosse accaduto vicino. O era collegato in qualche maniera con le uova di fata?
Se era così, sarebbe piuttosto avventato decidere arbitrariamente che le fate non erano collegate con il caso di Lady Doris.
Edgar prese la mano di Lydia, mentre lei era sovrappensiero.
- “Sei ferita?”-
Sembrava si fosse tagliata con un pezzo della palla di vetro che era esplosa, non appena l'aveva lanciata. Il sangue usciva dai suoi polpastrelli.
Si tolse i guanti e osservò, ma non sembrava che le ferite fossero così profonde.
- “Sto bene. I tagli sono piccoli, guariranno se li lecco.”-

Mentre lo disse, improvvisamente Lydia ebbe una brutta sensazione e frettolosamente ritrasse le mani dietro di sé, lontano dalla portata di Edgar.

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- “Cosa c'è da nascondere?”-
- “Credo che sto cominciando a capire a cosa potresti forse pensare.”-
- “Ho solo pensato che sarei stato in grado di guarire le tue ferite.”-
Le fece un ghigno.
- “Sono a posto!”-
Non poteva veramente essere troppo cauta con lui attorno.
Lei non poteva essere troppo prudente quand'era con lui
Lydia cominciò in fretta a camminare lontano da lui, ma lui la invitò a fare un giro in barca su una delle barche sul lago.
Stava rimpiangendo di non aver detto che non le sarebbe dispiaciuto andare in giro per il giardino ancora un po', ma sui giardini Cremorne era cominciato a farsi buio, e le lampade a gas cominciavano ad illuminarsi magnificamente, cosa che fece diventare l'atmosfera ancora più vivace.
Non pensava che Edgar l'avrebbe lasciata andare così facilmente.
- “Cosa stai facendo?! Hai quasi ferito il Conte!”-

Una ragazza dai capelli arancio era in piedi, che urlava nella direzione dei suoi passi. Le persone che passavano non erano in grado di vedere la piccola, brutta fata che era lì.

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Comprese che una ragazza che urlava al nulla e da sola stava richiamando dell'attenzione non voluta, e per cui si diresse velocemente verso all'ombra di un albero e abbassò la voce.
- “Non ti ho forse detto di puntare solo alla ragazza!”-
(Ma padrona, quella ragazza umana era in grado di vedermi. Sì, non solo era in grado di vedermi, ma ha capito che ero io quello che stava facendo esplodere i vetri. Sono sicuro che è un dottore delle fate.)
- “E allora? Sei il mio schiavo, devi solo ascoltare e fare come dico io!”-
(….Si, padrona.)
- “Tu dovevi solo creare una brutta confusione e parlarle e farla tremare di paura. Volevo che sparisse da Londra, proprio come Doris.”-
Mentre disse quell'ultima parte sopra alla sua spalla, la ragazza agitò l'orlo della sua gonna come se l'avesse calciata e andò via.
Era stanca di cercare la ragazza dai capelli castano rossicci che stava camminando assieme al Conte. La ragazza era una visitatrice frequente della dimora del Conte, con quei suoi impressionanti occhi verde oro, non tutta questa bellezza attraente, e le faceva pensare di essere molto più adatta per il Conte.
Dal momento che era la padrona di uno schiavo fata, credeva sinceramente di essere in grado di fare qualsiasi cosa con il potere della magia di fata.

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(Heh, come se un banale umano possa controllare una fata. Tu e io siamo schiavi del Padrone.)
Nico stava ascoltando i sussurri brontolanti del bogey beast dall'alto di un albero.
(Pensare che sei così alta e potente. L'unica ragione per ti sto ascoltando in silenzio è perché è l'ordine del padrone. Hah, aspetta solo, tu piccola marmocchia.)
Proprio quando aveva pensato di alzare il pugno e scagliarsi contro di lei, il bogey beast aveva improvvisamente messo la sua mano sul mento ed era sembrato pensare a qualcosa.
(Ma se il dottore delle fate diventa sospettoso, sarà un problema. Se si mette in mezzo alla nostra strada, poi tutto il duro lavoro del Padrone sarà rovinato.)
Mentre mormorò a se stesso, il bogey beast lentamente scomparì via.
- “Oh, cielo, sembra che avanti ci saranno dei problemi”- borbottò Nico, oscillando la sua coda.
- “E il Conte, se stesse solo giocando, potrei anche passarci sopra, ma siccome non ho idea di ciò che sta pensando, dovrò tenere d'occhio anche lui, che seccatura.”-

Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar


2 commenti:

  1. fantastica questa light novel! se vuoi posso darti una mano con le traduzioni se sono in inglese!

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  2. Capitolo abbastanza tranquillo, almeno all'inizio.
    Solo alla fine le cose si scaldano. Chi è il padrone?
    Certo che Lydia non riesce proprio a fidarsi di Edgar. D'altra parte lui è così misterioso, e non si sa mai cosa stia pensando veramente.
    Nico potrebbe avere molto lavoro da fare.
    Questa storia è sempre più bella. Grazie!

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