mercoledì 5 febbraio 2014


 Ch 2: Sir John's Cross                               


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Nella conte imperiale della Regina Elisabetta nel sedicesimo secolo, c'era un Conte chiamato Lord Ashembert. Sosteneva di essere il discendente del Lord Cavaliere Blu, ed era un avventuriero che aveva viaggiano in tutto il mondo e raccontava alle persone riunite a corte di strani e meravigliosi aneddoti che aveva visto e sentito. Da tutti i suoi racconti, uno degli ascoltatori raccolse e scrisse solo le storie sul suo antenato, il Lord Cavaliere Blu, di cui si dice che sia l'origine del libro “Lord Cavaliere Blu – viaggiatore dal mondo delle fate” di F. Brown. Lydia conosceva molto di questo libro. Era una di quelle molte storie che suo padre le aveva letto dopo la morte di sua madre.
Ricordava suo padre che diceva che questa era una storia vera. Ovviamente, per Lydia che sapeva dell'esistenza delle fate, non aveva osato metterlo in dubbio. Fu meravigliata dal fatto che potessero esserci gruppi che potevano riconoscere un essere umano come loro sovrano quando ci sarebbe potuto essere un re fata in una terra in cui le fate comandavano.
Un libro creato dopo che era stata dichiarata l'esistenza del Lord Cavaliere Blu, molto probabilmente era la parte del libro che tutti credevano fosse vera e che naturalmente la parte sulle fate fosse un'invenzione.

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Ma Lydia pensava che non ci fosse niente di irreale in nessuna parte della meravigliosa e magica storia in questo libro. L'informazione riguardo alla spada preziosa di cui Edgar aveva parlato era anch'essa presente in questa storia.
Nell'ultimo capitolo c'è una scena dopo che il Lord Cavaliere Blu si congeda da Edwar I. Disse che sarebbe ritornato nel mondo delle fate. Al Re che gli chiese se sarebbe ritornato alla sua corte il Cavaliere Blu rispose : “Ma certo, se vostra Maestà richiederà i miei servigi ritornerò, poca importa dove sarò. Sono per sempre un vostro umile servitore vostra Maestà. Ma il tempo nel mondo delle fate corre a una velocità differente da quello degli umani. Un anno là potrebbero essere cent'anni qui, e ancora, spendere una decina d'anni e invecchiare potrebbe volerci solo qualche giorno di qui.
Quindi chiedo a vostra Maestà, che ogni volta che io o i miei discendenti ritorneremo a voi, per favore siate capaci di sapere che noi siamo quello che siamo.”-
Poi il Re dette la sua spada al Lord Cavaliere Blu. Nel nome di Edward I, poco importa quando potrebbe essere, il Re d'Inghilterra accoglierà chi proverà di essere il Conte Cavaliere Blu.
Dopo ciò, si disse che un numero di eredi del Lord Cavaliere Blu siano apparsi alla corte reale d'Inghilterra. Su quelli, uno di loro deve aver incontrato il signor Brown che ha scritto la storia del Lord Cavaliere Blu. E ora, Edgar era quel discendente.
La cosa su cui stava cercando di mettere le mani era la preziosa spada di Edward I, la prova della sua posizione di conte.
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Trovarla era il lavoro che era stato offerto a Lydia come dottore delle fate.
- “Beh credo che vada bene? Perché non l'aiuti?”- Nico era insolitamente di buon umore. Questo era perché una colazione di pancakes e bacon era stata appropriatamente portata nella loro stanza.
- “Hey tu, ieri non stavi dicendo di quanto lui fosse sospetto?”-
- “Ma se non lo fai, sarai gettata fuori, senza un soldo in un luogo che non conosci.” -
-“mi chiedo se quella minaccia fosse seria”.
- “Ma anche se l'aiutassi, non posso garantire che troveremo la spada preziosa”-
- “Basta che la prendi come denaro in anticipo. Faresti meglio ad assicurarti di ottenere il valore corretto. Oh, c'è sempre l'idea di scappare dopo aver preso i solidi”- disse lo spensierato e irresponsabile gatto, legandosi un tovagliolo attorno al collo e usando arrogantemente coltello e forchetta per portare alla bocca un pezzo di bacon.
Anche se, come diceva Nico, a meno di non scappare via con i soldi, sarebbe diventato difficile aiutargli.
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- “Devo scrivere una lettera a papà.”- Lidya prese qualche foglio e una busta che era stato messi su un tavolo vicino alla finestra.
- “Caro padre, sembra che arriverò a Londra più tardi di quanto avessi programmato. Un gentiluomo chiamato Conte Ashenbert mi ha offerto un lavoro riguardante le fate. Dice di essere il discendente del Lord Cavaliere Blu. Non so se lo sia veramente ma sembra che non mi rilascerà a meno che non finisca il lavoro.”-
Si chiese se dovesse scrivere che era stata quasi imprigionata da un uomo chiamato Huxley, ma decise che l'avrebbe fatto solo preoccupare e non lo scrisse.
- “Comunque, per favore non preoccuparti per me. Prenditi cura di te.”-

Dopo aver firmato e chiuso il sigillo si sentì bussare alla porta.
Edgar arrivò rapidamente.
Disse buongiorno con un frizzane sorriso sereno. I suoi capelli biondi risplendettero alla luce mattutina del sole. Sembrava così perfetto che lei divenne gelosa e si chiese se Dio l'avesse favorito un po' troppo?
- “Cosa vuoi?”-
- “Pensavo che dovremmo discutere dei nostri piani su cosa faremo da adesso in poi.”-
Entrò sfacciatamente come se quella fosse la sua stanza e si sedette in uno dei sofà.
Il suo servitore straniero l'aveva seguito dopo di lui si mise sulla porta e non si mosse.
Nico aveva già finito il suo pasto e perché si era stravaccato sul cuscino, Edgar non poté essere testimone del suo modo raro di mangiare.

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Per prima cosa, vorresti dare un'occhiata a questo.” - Edgar pose una moneta sul tavolo vicino a lui. Lydia si sedette in modo tale da essergli di fronte e mise la moneta nella sua mano.
- “una vecchia moneta d'oro”-
- “In essa c'è lo stemma della famiglia del Conte. E tu puoi vedere che c'è qualcosa scritto sopra di essa? Conformemente alla nostra famiglia, è una scrittura inscritta dalle fate.”-
- “E' troppo piccolo, non riesco a leggerlo”-
- “Anche se sei un dottore delle fate?”-
Lydia fu infastidita dal commento.
- “Sai, puoi guardarci su usando una lente d'ingrandimento. Quando c'è da parlare di fate, la gente vede la cosa come qualcosa di misterioso e si aspetta che io usi qualche magico potere e poof! Il problema sarebbe risolto ma l'arma dei dottori delle fate sono la conoscenza sulle fate e l'abilità di negoziazione. Non sono un mago.”-
- “Capisco. Per cui, questa è una sua foto vista con una lente d'ingrandimento. Puoi leggerlo questa volta?”-
A Lydia venne consegnato vivacemente il pezzo di carta e si accigliò visibilmente.
Avrebbe potuto tirarlo fuori fin dall'inizio”.
Soprattutto rivelava che c'era un'insieme di incisioni intrecciati con un piccolo ghirigoro su di essi, ma se le si guardava senza essere vincolati alle fate e così via, allora potevi subito accorgerti che si trattava di alfabeti

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- “Questo è senza dubbio una scrittura inglese. Mi stai mettendo alla prova?”-
- “Non conosco le tue capacità. Nella società ci sono persone che si approfittano di altri, sostenendo che possono vedere ciò che gli altri non possono e parlano di come solo loro sanno di fantasmi, e fate e visioni del futuro. Comunque, non lo hai connesso con qualcosa di oscuro e d'inspiegabile, e solo perché non sono capace di capirlo, non sembri il tipo di persona che da una risposta vaga. Essere capaci di scoprirlo sarebbe un qualcosa in più per entrambi, no?”- disse chiaramente come se nulla fosse.
Lydia si accigliò ancor di più. Ma era irritante che fosse sottostimata.
- “Quindi, adesso, milord che è il discendente del Lord Cavaliere Blu ma non può vedere le fate, allora credi veramente che siano state le fate che hanno ci hanno scritto su?”-
- “Questo è stato scritto dagli umani. Anche se siamo a questo livello di lavoro dettagliato, è qualcosa che che anche un umano può fare e non serve come prova dell'esistenza delle fate”-
- “Quindi, stai dicendo che sei qualcuno che fondamentalmente non crede nell'esistenza delle fate. Eppure, credi nell'esistenza della spada preziosa che è protetta dalle fate e la stai facendo cercare da un dottore delle fate di cui non sai se è un impostore o meno?” -
- “La spada del Lord Cavaliere Blu ha essa stessa un'origine storica e non ha niente di mistico su di sé. La questione riguarda dov'è nascosta. Nomi di fate sono usati come parole per guidarci al luogo. Lydia, hai detto che l'arma dei dottori delle fate è la loro conoscenza e la capacità di negoziare con le fate. Voglio solo quella conoscenza. Non mi serve alcun potere magico. Voglio solo che tu sia in grado di capire cosa significhino le parole scritte qui sopra. Danneggerebbe il tuo orgoglio se una persona come me, che non crede nelle fate, ti chiedesse l'aiuto di un dottore delle fate per ottenere quello che voglio?”-
Di fronte al suo sguardo di sfida, c'era un spinta, dentro a Lydia che cresceva, di volere che lui ammettesse il suo sbaglio e accettasse la sua ragione. La ragione per cui i dottore delle fate erano stati necessari da molto tempo fa.
Il legame tra fate e umani era così stretto che la sola conoscenza non poteva svelarlo.


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- “Edgar, a meno che tu chieda più della sola conoscenza da me, allora non metterai le mani sulla spada preziosa, lo sai.”-
- “Davvero affidabile! Allora vorresti leggere questo per prima”-
Prendendo un respiro, Lydia prese il pezzo di carta che le era stato porto 
[“IL verde Jack dalla culla dello spankie. Un ballo con i pixie in una notte di Luna. Al di la della croce degli silkie. Il labirinto dei pooka]. che cos'è questo?”-
- “Questo è quello che voglio sapere.”-
Proprio come quei primi enigmi ce n'erano altri che usavano altri nomi di fate. Senza fermarsi Lydia decise di dare una scorsa su tutto il foglio.
- “.... [ Scambia con la stella dei Merrow. Altrimenti i merrow intoneranno il loro canto di lamento.].... è tutto qui questo?”-
- “La stella dei merrow è molto più probabilmente la stella zaffiro che c'è nella spada preziosa”- replicò Edgar.
- “Quindi, allora, quest'ultima parte è quella importante collegata alla spada gioiello. Mi chiedo cosa quel “scambialo con la stella” voglia dire”- mormorò Lydia.

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- “Neanch'io so su quella parte e quella restante”-
- “Sono abbastanza sicura che la prima metà accenni al luogo nascosto, ma dove si trovano le proprietà della famiglia del Conte? Se non ci andiamo, allora non posso affermare nulla di definitivo”-
- “La mia famiglia ha terre e palazzi in tutta l'Inghilterra.”- Edgar stese una mappa. Su di essa c'erano delle 'x' rosse che segnavano vari luoghi”.
- “Da dove dovremmo cominciare?”- chiese Lydia.
- “Lo vorrei sapere anch'io”-
Lydia era perplessa. Se avessero dovuto cercare in ognuno di essi, ci avrebbero messo un'estenuante quantità di tempo. E poi quest'uomo le aveva rifilato la mappa e continuava a ripetere che lui voleva sapere.
Beh certamente dal loro punto di vista era questo il lavoro offerto a Lydia.
Un lavoro, mormorò Lydia.
Alla fine, sembrò che era fosse lasciata con l'opzione di accettarlo.
Ma se lo guardava in modo positivo allora diventava un lavoro singolare che era decente.
Se voleva diventare una professionista, allora non doveva esitare in un momento come questo, e
Lydia nel momento in cui si sentì disperata, destò il suo spirito combattivo.


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Forse c'era un suggerimento nell'enigma che rivelava quale terra potesse essere.
Scorse con gli occhi su tutta la mappa memorizzandola, e realizzò qualcosa riguardò ai nomi.
- “Beh, sembra che usi molte fate dell'Irlanda.”-
- “Oh, davvero? Ma, la mia famiglia non ha alcuna proprietà o castello in Irlanda.”-
- “E merrow è come le persone in Irlanda chiamano le sirene, ma il punto è dove dovrebbe essere la spada, potrebbe essere vicina all'oceano.”- Seguì la parte ovest della costa che era vicina all'Irlanda. C'era un segno vicino alla costa connesso con il mare Irlandese.
- “E cosa ne dici di qui? Isola Mannan. Se è un'isola, allora dovrebbe avere una o due leggende sulle sirene.”-
- “Quindi cominciamo da qui.”-
Sembrava che stesse per prendere
una strada lunga per arrivare a Londra.
 - “Per tua informazione, non lavoro gratis. Mi devi pagare in anticipo.”-

- “Certamente. Quanto?”-
Ora che ci pensava, non aveva mai avuto un'offerta di lavoro decente fino adesso e quindi realizzò che non aveva veramente deciso l'esatto salario per i suoi servizi.
Se ciò fosse trapelato allora lui avrebbe finito col sottovalutarla, così Lydia fece un'espressione imperscrutabile.

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-“sarò screditata se chiedo troppo poco”.-
Audacemente mostrò tutte le cinque dita della sua mano a Edgar.
- “Raven.”- Edgar chiamò il suo servitore, senza una sola obbiezione alla richiesta di Lydia.
Velocemente Raven lasciò la stanza senza aspettare istruzioni e immediatamente ritornò. Naturalmente sulle sue mani c'era un vassoio d'ebano su cui c'era un assegno. Proprio di fronte a Lydia Edgar firmò l'assegno. Quando guardò l'assegno che le fu consegnato, Lydia chiuse la bocca prima che potesse gridare per la sorpresa.
- “è abbastanza?”-
Pensava di star facendogli pagare la cifra esorbitante di 50 pound, ma 500?
Se le era stata buttata una fortuna del genere con tanta leggerezza, d'altra parte divenne imbarazzata e non poté correggere l'equivoco.

- “questo sigilla il contratto. Mi aspetterò molto da te.”-
- “Milady, vorrebbe che spedissi per voi quella lettera?”-

Sembrava che avesse notato la sua lettera sul tavolo. Era sicuramente un servitore che era veloce nel notare le cose. Se fosse stata in un'altra situazione Lydia avrebbe pensato a ciò, ma per quel posto e momento, sentì subito un'inquietante cambiamento nell'aria.
Raven doveva aver capito che Lydia stava cercando di contattare qualcuno dietro loro e intenzionalmente glielo aveva chiesto, affinché anche Edgar potesse sentire.
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- “Va bene, posso mandarla da me”. - rispose in fretta, ma sapeva che Edgar aveva dato un'occhiata penetrante alla busta.
- “Una lettera per chi?”-
- “ … per papà. Volevo scrivergli per dirgli che sarei arrivata tardi a Londra. Ho fatto male?”-
- “Sarà male se la nostra posizione venisse scoperta, Huxley e i suoi uomini forse potrebbero andare in avanscoperta di noi.”-
- “Volevo solo dirgli che arriverò tardi”-

- “Solo quello potrebbe rendere chiaro che mi stai aiutando. Per favore cerca di capire Lydia, una volta che hai accettato il nostro contratto, io sono il tuo capo. Qualunque segreto deve essere riservato, e vorrei che seguissi le mie istruzioni.”-
Non parlò con una voce dura, ma vi era una forza che non permetteva nessuna obiezione. Era abituato che altri lo servissero. Con i suoi occhi calmi e la sua voce dignitosa, con la sua postura eretta ma potente, aveva tutte le inimmaginabili qualità di un nobile di alta classe sociale, che faceva suonare le sue parole come incontestabili.
Sentendo ancora un vago desiderio di reagire, Lydia rimase in silenzio.

- “Mi scuso per essere irragionevole. Ma Lydia, per favore non crearmi troppi disagi. Questo sarebbe nel migliore interesse per te.”-
Si chiese che se avesse mandato la sua lettera sarebbe stata buttata in mare? La calma voce di lui le aveva dato quella spaventosa idea.
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Un particolare mix di calma e paura.
L'unica cosa che Lydia capì alla fine era di essere nella stessa situazione quando era stata prigioniera di Huxley. Non sapeva quale uomo potesse comparare quale uomo, se Edgar e Huxley quale fosse il migliore dei i due demoni per lei.
Ma era sicura che Huxley fosse un uomo facile da capire.

La lettera per suo padre era ancora posata sul tavolo e il motivo per non glil'avevano confiscata era probabilmente perché lui era sicuro che lei non l'avrebbe spedita. A prova di ciò, Lydia non aveva la forza di volerlo fare.
Il fedele servitore non era solo un semplice servitore per Edgar ma anche un brillante braccio destro. Ma Lydia vide che loro due avevano un legame molto più forte di quello, come partner di un crimine.
Poteva esse proprio come stavano dicendo, che lui avrebbe ucciso chi avesse fatto del male a Edgar.
- “Hey, la prossima volta, fate in modo che il tè al latte sia caldo! Non è che io abbia un lingua sensibile come quella di un gatto” - disse Nico  a Edgar e Raven che stavano lasciando la stanza. Lydia fissò Nico, chiedendosi cosa lo avesse spinto a parlare così improvvisamente, ma Edgar non lo sembrò notare dato che non disse nulla, solo Raven si fermò brevemente, ma dopo aver deciso che se l'era immaginato seguì il suo padrone.

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- “Si appella a Lord Cavaliere Blu, ma se è un ragazzo che rifiuta di credere sin dall'inizio che un gatto possa parlare allora non sarà mai in grado di vedere le fate o a riuscire a capirle.”-
Si chiese se questo volesse dire che sarebbe finita con l'aiutare un impostore.
In entrambi i casi non aveva scelta in materia. La forza di Lydia si prosciugò al pensiero che era diventata una prigioniera.
Da quel momento in poi, ogni volta che lasciava la sua cabina, Ermine l'accompagnava.

Diversamente dal suo estraneo e indescrivibile fratello, lei era cordiale e le parlava vivamente ma non sapeva se fosse solo una mera sceneggiata , dato che era la serva di Edgar.
- “Mrs. Carlton, la luce del sole è davvero forte oggi, quindi per favore usi questo”- disse Ermine coprendo con un parasole Lydia, che era uscita sul ponte da sola.
C'erano dei passeggeri che mostravano interesse per la domestica vestita nelle vesti di un uomo ma Ermine non diede loro attenzione.
Lydia non era figlia di alta estrazione sociale per la quale doveva preoccuparsi dell'abbronzatura, ma invidiava la bellissima pelle bianca di Ermine.
- “Il tempo è stranamente bello oggi per questo paese”- osservò Ermine. Un lato del suo viso sembrò che stesse ricordando il sole di un paese straniero.
- “Ms. Ermine sei stata in un paese straniero?”-

- “Per favore chiamami Ermine. E sì, non sono inglese.”-
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- “adesso che ci penso, anche Edgar ha detto che aveva vissuto in un paese straniero fino adesso... quindi deve essere vero.”-
- “non hai fiducia in Lord Edgar?”-
- “questo perché c'è molto che lui....., nonostante che al nostro primo incontro mi ha afferrata improvvisamente, immobilizzando le mie braccia dietro la mia schiena. Soprattutto, non so se lui sia gentile o spaventoso o se è un gentiluomo o qualcos'altro, ma in primo luogo, è veramente un conte?”-
Lei rispose solo con un flebile sorriso, e non disse nulla riguardo al suo padrone.
- “E quell'uomo chiamato Raven. È giovane, ma non c'è un'espressione sul suo volto qualunque cosa accada. Edgar gli ha per caso ordinato di non sorridere? Se gli fosse stato ordinato ciò, lui sembra il tipo che segue l'ordine”- 
- “Raven è quel tipo di bambino. Non è che gli sia stato ordinato di comportarsi così. Ah, ma se era un'ordine di Lord Edgar, forse avrebbe fatto di tutto per eseguirlo.”-
Quel tipo di bambino. Per il modo in cui lo disse sembrò che fosse molto vicina a lui. Una relazione dove lei gentilmente vegliava su di lui.
Doveva aver sentito la curiosità di Lydia e rispose alla sua domanda.
- “Raven è il mio fratello minore”.

- “Eh, ma....”-
- “Il colore della nostra pelle è differente perché i nostri padri sono diversi. Ms. Carlton, hai detto che sai tutto sulle fate, ma sei mai stata nel loro mondo?”-
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- “ …. Beh, sì, forse non mi crederai, ma i passaggi sono ovunque. Sul bordo delle ombre e della luce del sole, nei luoghi dove il vento cambia temporaneamente il corso, nei boschetti di biancospini e nei cespugli di sambuco.”-
- “Nel nostro paese, anche l'esistenza delle fate era creduta. Ma come qualcosa di più spaventoso. E c'erano bambini che erano nati con il sangue di quelle fate temute. Raven è uno di quelli”.-
- “Eh, veramente? Quindi, anche lui può vedere e parlare con le fate?”-

- “Non ne sono sicura. Era un bambino che non voleva parlare di fate con qualcuno”-
Poteva capire il fatto di non volerne parlare con altri. Se Lydia avesse avuto un carattere tranquillo, avrebbe fatto lo stesso. Ma ovviamente, per non dimenticare sua madre, aveva sempre mantenuto aperta la sua attenzione verso quel mondo magico. Ma su Lydia veniva sussurrato alle sue spalle che fosse stata scambiata dalle fate al posto di un giovane bambino.
Non assomigliava a suo padre o alla madre, il colore dei suoi occhi era estremamente raro e questi ultimi inseguivano qualcosa quando stava da sola nella culla e poi improvvisamente ridacchiava e rideva, e quando
crebbe giocava da sola con qualcosa d'invisibile e gli parlava come se la cosa le rispondesse, ed era questo che infastidiva la nonna.

Avrebbe semplicemente ignorato chi la chiamava “stramba”, ma quando veniva chiamata changeling, era scioccante e triste, come se i suoi legami e i ricordi con sua madre fossero negati.
- “Quindi anche lui ha avuto delle brutte esperienze. È qualcosa che gli altri non possono capire”.
- “Lo credo anch'io. E nel caso di Raven, è un'incarnazione di uno spirito malvagio. Originariamente era considerato come un'orribile esistenza e chi veniva posseduto veniva gettato via dalla società, anche se sono sua sorella maggiore, non sono stata capace di capire nulla su di lui.... abbiamo lasciato la nostra terra come se fossimo stati cacciati via, ma abbiamo trovato la nostra strada con Lord Edgar e finalmente abbiamo trovato un posto nel mondo.”-

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- “.... perché lui è il Conte del mondo delle fate?”-
- “che sia il Conte o meno, perché è un uomo triste.”-
Triste? Per Lydia lui era arrogante e repressivo e manipolava gli altri come fossero pedine di un suo gioco, sembrava divertirsi nello stipulare pericolosi patti con altri e nella caccia al tesoro.
Lydia inclinò la testa, ed Ermine sollevò gli angoli delle labbra. Ripose con un'espressione che era un mischiata con un sorriso doloroso.
- “La gentilezza e la severità del Lord è parte della sua malinconia. E questo è il motivo per cui lui accetta anche la nostra tristezza. Spero soltanto che il mondo delle fate possa dargli una vera pace.”-

Lydia si chiese cosa intendesse per vera pace.
O perché quello era il luogo dove il discendente del Lord Cavaliere Blu sarebbe ritornato, oppure perché era una sua speranza dato che non era il vero erede, Lydia non lo sapeva.
Edgar e Raven ed Ermine, le avevano mostrato differenti aspetti di sé stessi, uno dopo l'altro, dal momento che la loro immagine di chi erano in realtà cambiava sempre.
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Un gruppo di persone che stava parlando, fuori sul ponte, puntò qualcosa che era sul mare e Lydia allungò il collo per vedere.
Era una nave pattuglia dell'esercito. La larga ombra nera si diresse verso la loro direzione. E poi la nave su cui si trovavano rallentò gradualmente.
- “Mi chiedo cosa sia successo” - disse Ermine aggrondando nervosamente le sopracciglia.

- “ritorniamo nella stanza, Ms. Carlton.”-

La stanza dove Ermine portò Lydia era la cabina di Edgar. Edgar era in piedi accanto alla finestra, con una viso scuro e fissava la nera nave pattuglia, ma inaspettatamente sogghignò come se stesse pensando a qualcosa di divertente e si voltò verso Lydia.
- “Forse Huxley ci sta cercando.”-
- “Oh, questo è possibile. Stai dicendo che sta muovendo l'esercito?”-
- “Beh. Lo scopriremo a tempo debito”-
Huxley forse si stava avvicinando a loro, eppure Edgar non mostrò nessun segno di preoccupazione.


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Secondo la spiegazione del capitano, apparentemente c'era qualcuno di pericoloso nascosto segretamente in quella nave, quindi l'equipaggio andava in giro ad ispezionare le stanze.
Forse Huxley aveva protestato a qualcuno di potente che conosceva, con quel tipo di lamentela. C'era la possibilità che Lydia e Edgar fossero stati visti prendere questa nave.
Dopo un po', un ufficiale militare entrò nella stanza con alcuni dei suoi uomini, introducendo se stesso come un tenente comandante e disse educatamente:
- “sono terribilmente dispiaciuto, milord, ma possiamo avere il vostro permesso di ispezionare la vostra cabina?”-

- “fate pure. Sarebbe problematico per me se ci fosse qualcuno di pericoloso nascosto in questa stanza.”- disse Edgar senza esitazione, mentre era seduto su un divano.
Mentre i suoi uomini erano intenti nell'ispezione, il luogotenente verificò le identità di Raven ed Ermine, e fece delle semplici domande a Lydia, chiedendo il suo permesso di entrare nella sua stanza.
- “Oh, per quanto riguarda l'intruso, , che tipo di persona è?”-
Era davvero una denuncia di Huxley, Lydia era curiosa di sapere che tipo di lamentela avesse fatto a loro.
- “Beh, l'intruso potrebbe essere quel qualcuno dietro le rapine accadute a Londra. Abbiamo una denuncia che dichiara che l'intruso forse ha un ostaggio e abbiamo deciso che per questo occorreva un'azione immediata.”-
- “Un ostaggio.”-

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- “Sì, miss. È stato detto che ha minacciato e rapito una giovane donna. Una ragazza che ha più o meno la vostra età.”-
- “tenente, per favore non dica niente che potrebbe spaventarla. È una notizia spaventosa. E il ladro di cui sta parlando non è lo stesso di cui si parla per strada che ha ucciso cento persone?”-
dalle parole di Edgar, Lydia alla fine ricordò la notizia scritta sul giornale. Si chiese se Huxley avesse usato una rapina attuale dove il ladro fosse in fuga. E sostenendo che il ladro aveva un ostaggio, forse poteva far loro cercare Lydia.
Forse non aveva saputo anticipare che Edgar e Lydia avrebbero preparato i biglietti, e aveva pianificato di catturare i passeggeri di cui non c'era il nome sulla lista delle cabine. 

- “Ah, scusatemi. Ma, milord, la diceria che fosse il killer americano veniva dal fatto che hanno connotati simili. Quell'assassino è stato giustiziato.”-
I suoi uomini ritornarono dalla loro ricerca, dicendo che non c'erano anomalie. Proprio dopo il loro rapporto, l'uomo che stava prendendo appunti dietro il tenente improvvisamente s'interruppe.
- “tenente, a proposito del ladro, la denuncia dice che lui è un uomo giovane con i capelli biondi e i suoi occhi sono viola...”-
Il tenente non nascose la sua irritazione.
- “Loine. Basta così.”-
- “Capisco, è una caratteristica comune. Ce n'è uno qui.”- disse Edgar semplicemente.

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Lydia non poté fermarsi, si girò a guardarlo. Adesso che lo guardava, lui aveva la stessa fattezza. Ma se era solo per quello, allora c'erano parecchi altri con lo stesso tratto. Ma Lydia aveva un brutta sensazione e non riuscì a togliere lo sguardo da Edgar.
- “Beh, sembra che il nostro lavoro sia finito. Dobbiamo andare nella prossima stanza. Grazie per la vostra collaborazione.”-
- “Grazie per il vostro lavoro”-
Dopo che il tenente e i suoi uomini furono andati via, Edgar doveva aver notato lo sguardo di Lydia e si voltò a guardarla. Lei, scosse la testa avanti e indietro, ma proprio perché lo fece in maniera innaturale, il suo sospetto nei suoi riguardi doveva essere stato facile da riconoscere e si detestò per averlo mostrato.
- “Lydia.”-

- “Cos, cosa c'è'?”-
- “arriveremo al porto di Scarborough in circa due ore. Assicurati di essere pronta per scendere dalla nave
Senza fare alcuna domanda, Edgar le sorrise solamente con il suo solito incontestabile contegno.

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- “Loine, a cosa stavi pensando. Volevi dare del ladro al Conte?”-
- “No signore, oh, tenente, è solo che il Conte gli somigliava.”-
- “No che non gli somiglia, quel ritratto aveva l'aspetto di un truffatore buon a nulla.”-
- “Sì, è vero, ma non si può dipendere da un ritratto. E.... chiunque può avere quei capelli o quel colore degli occhi, ma lui ha una caratteristica distintiva. Se la verificassimo tutto sarebbe sistemato”-
L'ufficiale dall'aspetto pomposo che stava camminando velocemente nel corridoio, fermò improvvisamente il suo cammino e si girò a guardare il suo subordinato.

- “quindi vorrai chiedere al Conte di tirare fuori la sua lingua?”-
Nico che stava dormendo sul lampadario del corridoio mentre la luce del sole illuminava il marmo caldo, una lampada del corridoio che illuminava il marmo caldo, venne disturbato durante il suo pisolino e rizzò le orecchie.
- “Dopo che gli chiedessimo qualcosa di umiliante come questo e non ci fosse nulla, pensi che ne andremo così? Ovviamente rifiuterà e soprattutto lo denuncerebbe. E avere una croce tatuata significa che sei un serial killer in America. Se vuoi mischiare ciò con il ladro di Londra, continua a leggere i giornali di gossip come fanno i cittadini eccitati.”-
- “....mi scusi. Ma, oh, è stato veramente giustiziato in America? Il serial killer chiamato Sir John, si diceva fosse un uomo carismatico e tutti avevano di lui una grande considerazione e del corpo che era stato mostrato dopo essere stato impiccato si diceva che non assomigliava a qualcuno come lui...”-
Il tenente guardò il suo subordinato e francamente strinse le spalle.
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- “Come potrebbe mai esserci classe e carisma in un corpo impiccato. E Loine, ti sbagli sul punto generale. L'uomo che stiamo cercando, non è un passeggero di una cabina di prima classe, è un malvivente che si sta nascondendo da qualche parte.”-
Hmm. Passandosi la zampa sui baffi, Nico guardò gli ufficiali passargli accanto e arrancò alla stanza di Lydia, sui suoi piedi posteriori e borbottò tra sé : “questo porterà a qualcosa”.
Lydia e tutti gli altri scesero dalla nave al porto di Scarborough, e si diressero a ovest con il treno. La vista dalla finestra era ripetitiva e monotona. E sul treno a vapore, Lydia dovette sedersi vicino a Edgar, in un scompartimento che le metteva inquietudine, cosa che era insopportabile per lei.
Regolarmente si alzava per un nonnulla.
- “Hey, hey, se ti agiti in questo modo, diventeranno sospettosi”- disse Nico apparendo nel corridoio, in piedi sulle zampe posteriori.
- “Hey Nico, riguardo a ciò che hai detto prima, pensi veramente.... allora.”-
- “Se l'ufficiale ha detto di no, allora non dovresti pensare che sia così?”-

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- “Hai ragione, è difficile credere che un serial killer saprebbe parlare quel perfetto inglese king” -
Giunse a quel verdetto, ma c'era ancora qualcosa che la preoccupava.
Forse era per la parte oscura del carattere di Edgar che aveva notato dalla prima volta che si erano incontrati.
- “sai, puoi solo controllare la sua lingua.”-
Le era stata detta da Nico la notizia del tatuaggio a forma di croce, che era facilmente entrato nella conversazione dei due ufficiali Non riusciva a capire come a qualcuno potesse venire l'idea di fare un tatuaggio sulla lingua di qualcun altro e poi farlo effettivamente. Comunque quella parte di conversazione era veramente preziosa. Come avrebbe fatto a controllarlo, era qualcosa a cui stava rimuginando da quando l'aveva sentita da Nico sulla nave.
- “Ma, normalmente non puoi vedere la lingua di un'altra persona. E la storia sul tatuaggio era apparentemente per l'americano, se non ci fosse nulla su di lui, non sarebbe la prova che non è il ladro che sta facendo rapine a Londra, o no?”-
- “Per il momento, possiamo rilassarci sapendo che non è il killer. Perché hanno detto che le vittime di Londra del criminale sono tutte vive.”-
Questo poteva essere solo una coincidenza. Ma poteva essere proprio come diceva Nico. Voleva che le cose andassero bene. Ma Lydia finì col non farsi venire nessuna idea e ritornò al suo scompartimento.
Quando guardò verso Edgar, lo vide seduto vicino alla finestra, con il bastone appoggiato al grembo e gli occhi chiusi.
Forse stava dormendo.

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forse posso usare questa opportunità”
Lydia si diresse verso di lui in punta di piedi, non sembrò che sarebbe stato sul punto di svegliarsi. Anche se si era appisolato, appoggiando il mento sulla mano, era perfetto, come se aveste potuto metterlo in un dipinto che si sarebbe perfettamente adattato ad una cornice elegante.
I suoi capelli color oro ondeggiavano sulla sua bianca guancia, coprendola con un'ombra.
Lydia fissò le sue labbra. Ma per quanto fissasse la sua bocca non riusciva a vedere la sua lingua-
Se avesse cacciato le sue dita nella sua bocca, era certo che si sarebbe svegliato. Anche se sapeva ciò, si avvicinò a Edgar, e non si mosse da dov'era piegata per guardare verso di lui.
(normalmente non si suppone che gli uomini dovrebbero essere più rozzi?)
Lunghe ciglia, labbra finemente modellate e un morbido mento. Aveva l'urgenza di toccarlo, come la sensazione che si ha quando si osserva una meravigliosa scultura d'arte.
Quando allungò il dito, le labbra di lui si curvarono lentamente in un ghigno divertito.
- “Posso aiutarti?”-
Lydia si pietrificò, aveva l'indice che puntava vicino alla punta del suo naso.
- “Se avessi offerto le tue labbra, io avrei continuato a far finta di dormire, ma non pensavo che sarei stato punzecchiato”-            

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- “Uhm, .. stavo solo....”-
- “va bene, toccami pure”-
- “no, non stavo per...”-
Spostò indietro la mano. E provò a fuggire dalla scena, ma Edgar l'afferrò per le spalle.
- “Oh, mi scuso; non avrei dovuto snobbare l'offerta di una lady. Sarei molto più che felice di rispondere alle tue aspettative.”-
Si mosse verso di lei, cosa che le fece andare in un panico agitato.
- “No, la tua lingua...”-
- “Lingua? Non immaginavo che gradissi lo stile francese.”-
- “Cos, cosa stai pensando.....!”-
Lottò per spingere via Edgar, ma Lydia vide oltre la sua spalla Raven che portava il té. Ma non sembrò badare a Lydia che stava quasi per essere spinta giù sul sedile e rimase senza espressione mentre pose il set da tè sul tavolo e stette per andare via.
- “Aspetta, tu mister, perché non mi aiuti!”-
- “Raven, non mi fermerebbe nemmeno se ti stessi per rompere il tuo collo delicato.”-
Che livello di fedeltà. Si chiese se questa gente faceva parte dello stesso gruppo criminale.
La rabbia ribollì dentro di lei. La sua mente si annebbiò per un istante, sapere che lui era un Conte era l'unica costrizione che la tratteneva dall'andare fuori di testa e sbatté il palmo aperto su di lui, come se se stesse per picchiare un mascalzone.
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Il suo palmo arrivò dritto sulla sua guancia e Edgar finalmente lasciò andare Lydia. Comunque lei non lasciò che finisse solo con quello e cercò di lanciare una tazza di tè che aveva catturato la sua attenzione.
- “Milord!”-
Lydia ritornò in sé alla voce di Raven.
Ma allora, il tè caldo si era già schizzato sul braccio di Raven nel momento in cui si era posto in mezzo a entrambi.
- “Io... sono veramente dispiaciuta. Tu, tu è meglio se lo rinfreschi con dell'acqua.”-
- “Sto bene. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Andrò a fare un'altra tazza di tè.

- “non ce ne sarà bisogno. Fatti curare da Ermine”-
Annuì all'ordine del suo padrone onestamente guardò Raven andarsene e fare un sospiro.
- “non preoccuparti per quello”- disse Edgar con nonchalant.
- “Tu, è colpa tua! Tu mi hai costretto....., e dire qualcosa di spaventoso come che mi avresti rotto il collo in quella maniera”-
- “Quello era solo citare un esempio.”-
- “Sarebbe stato meglio che tu ti fossi preso il tè caldo! Non avevo 'intenzione di far del male a Raven”-

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- “Hmm, quindi non t'importa che sono io quello che è stato schiaffeggiato.”-
- “Certo che no!”- scattò verso di lui e si precipitò fuori dal compartimento.
- “Finiscila Lydia, anche se fosse stata una donna, chiunque cercasse di ferire il Conte verrebbe ucciso”- appena vide la scura schiena di Raven vicino al lavandino e stava per avvicinarsi a lui, udì il fievole sussurro della voce di Nico.
Sta scherzando di nuovo”. Ma era ancora nervosa, ma anche sull'ignorarlo dopo aver fatto cadere il tè su di lui. Raven doveva aver notato i passi di Lydia che si erano avvicinati a lui, ma non si girò.
- “Um, ha lasciato il segno?”- gli chiese cauta.
- “non è un grosso problema. Soprattutto....” - finalmente si girò e sebbene non mostrò un sorriso come al solito , non sembrava nemmeno che fosse arrabbiato.
- “proprio come avevate detto prima avrei dovuto fermare Lord Edgar.”-
- “Allora Lord Edgar non sarebbe stato colpito dal tè?”-
- “non avrei mai pensato che una Lady potesse fare una cosa del genere.”-
Lydia era stata sottilmente insultata, ma il sentimento di contrito per averlo ferito vinse sopra ciò.

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- “ti faccio sapere che non tutte le donne sarebbero lusingate dal corteggiamento di Edgar.”-
- “Sì, grazie per avermelo mostrato.”-
La sua seria risposta apparentemente non aveva l'intenzione di provocare o criticare Lydia, ma perché non aveva peli sulla lingua, era più facile da capire di Edgar, sebbene non mostrasse nessuna espressione.
- “Scusa, ma quanti anni hai?”- mentre era già lì, decise di chiedergli di ciò che era curiosa.
- “ho diciotto anni.”-
- “Oh. Quindi sei più vecchio di me di un anno.”-
- “è per via di questo viso non sviluppato.”- rispose anche questa volta in modo serio.
Proprio come aveva detto, forse perché i suoi occhi erano grandi, lui appariva di qualche anno più giovane della sua età attuale. E se avesse sorriso, pensò che avrebbe dato una vera amichevole impressione agli altri.
- “vorrei chiederti che se Edgar cercasse di uccidere qualcuno, tu veramente non lo fermeresti?”-
- “Non dico che lo fermerei, ma piuttosto sarei quello che commetterebbe l'omicidio”-
Essere capace di dire qualcosa del genere in modo così naturale le fece correre un brivido.
A differenza di Edgar quando questa persona lo disse non suonò come uno scherzo.
- “Ti sporcheresti le mani per il tuo padrone? Ma andare così lontano per il padrone non sarebbe un fraintendimento della tua fedeltà nei suoi confronti?”-

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- “Se dovessi commettere un crimine, sarebbe solo per il bene di Lord Edgar. Mi ha insegnato che non devo uccidere se non per i suoi ordini. Sebbene mi ci sia voluto un po' di tempo per capirlo.”-
Non capì cosa lui volesse dire. Solo che, Lydia sentì come se si trovasse nelle profondità di un oscurità senza fine.
Dopo averlo guardato da vicino, notò che che gli occhi di Raven, che credeva fossero di colore uguale ai suoi capelli di un nero puro, effettivamente erano di un verde scuro.
Ricordò che le era stato detto che lui portava in sé sangue fatato, forse quella era la causa dei suoi occhi.
Appena quel pensiero andò alla deriva, i suoi occhi verde scuro la catturarono.
Poi anche lui la guardò.
- “Oh, scusa. Ero solo curiosa sul colore dei tuoi occhi. Vedi, anch'io ho degli occhi verdi. Dato che il verde è il colore delle fate qui, e nel mio caso posso vedere fate che apparentemente si sovrappongono alle altre immagine di fate, per cui ero chiamata changeling. Oh, il changeling è quando le fate rapiscono un bambino umano e lasciano la propria prole al suo posto e gli umani che devono prendersene cura.”-
A causa dell'inaspettata fine, in cui si guardavano a vicenda, Lydia s'imbarazzò e cominciò a ciarlare ancora e ancora, ma quando smise per riprendere fiato, lui la interruppe.
- “uno spirito è qualcosa che vive nella foresta. Le foreste in Inghilterra sono pallide; hanno il colore vostri occhi, il colore del sole,

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quando sono nato, c'era un verde spesso e tenebroso dove non c'era luce. Le fate di questo paese sono troppo luminose per me perché io riesca a vederle, ma voi forse siete n grado di vedere lo spirito in me.”-
Sembrò che stesse sorridendo debolmente, appena avvertibile nei suoi occhi. Era un sorriso cupo e quasi triste e anche se avevano lo stesso potere di venire a contatto con le fate, le sembrò che lui era un tipo di persona differente.
Uno spirito incarnato che proveniva da un paese diverso.
Si diceva che il Lord Cavaliere Blu amasse viaggiare e raccontava di cosa succedeva in terre lontanissime e vivacizzava la corte reale.
Le terre orientali a quel tempo, erano posti più lontani del mondo delle fate, pieni di misteri e meraviglie per gli inglesi.
La storia del Conte che venne dal mondo delle fate con i suoi magici servitori.
A Lydia sembrò di aver fatto un passo nella vecchia leggenda delle avventure del Conte Cavaliere Blu.
Il Lord Cavaliere Blu e i suoi seguaci erano ritornati un'altra volta nel mondo umano?
O erano dei ladri assassini?

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Da quando erano scesi dal treno a vapore all'ultima stazione, il cielo era tetro per via dell'oscurità del crepuscolo. Normalmente le stazioni erano collocate nelle periferie e quindi fuori dalla stazione c'erano solo delle strade vuote per il passaggio delle carrozze. Non c'erano molti altri passeggeri oltre a loro, e dopo che questi si dispersero velocemente, non c'era nessun altra persona a parte loro.
Raven andò via dicendo avrebbe cercato una carrozza. Doveva esserci un'area di attesa per le carrozze dietro all'edificio della stazione.
- “Signore, state cercando una carrozza? Qual'è la vostra destinazione?”- Proprio allora un uomo che emerse dalla scura ombra della stazione parlò.
- “No grazie. Il nostro servitore è andato a cercare una carrozza da nolo”- concluse Edgar rivolgendosi freddamente all'uomo.
- “Oh, non dica così signore, le farò un buon prezzo”- disse l'uomo trascinandosi verso di loro, e improvvisamente afferrò il braccio di Lydia. Prima che potesse aprire la bocca, un coltello affilato le fu fissato stato posto contro la sua gola. Edgar e Ermine assunsero una posizione di guardia. Ma come si guardarono attorno erano stati accerchiati da un gruppo di uomini che uscì dal buio.
- “non si muova, signore”-
Si voltò verso la voce che era di un uomo che uscì dal gruppo e mostrò loro lo scintillio di una pistola che era nascosta sotto la rendigote.


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Era Huxley.
- “Oh, quindi, eri tu Huxley. Sebbene non sapessi che fossi conosciuto con quel nome - disse Edgar con un tono di scherno.
L'uomo lanciò un'occhiataccia feroce a Edgar che lo fece sembrare una persona completamente differente dall'Huxley che aveva gentilmente accolto Lydia.
- “Non darti delle arie. La tua pretesa di essere un nobile di qualche sorta è assurda.”-
- “Non è una pretesa. E a parte questo, non sono un “signore”, ma un “Lord”. Non cercare di mischiare le cose.”-
- “Smettila di scherzare! Ti stai godendo questo stravagante viaggio con i soldi di nostro padre?”-
- “il compenso che tuo padre ha offerto me, sfortunatamente era solo una paghetta. Non posso essere d'accordo con questo, ma è finita. Non che abbiamo problemi di soldi.”-
- “Compenso!? Dopo che hai rubato tutto, hai pianificato di voler rubare il gioiello di nostro padre?....”-
- “La ragione per cui tuo padre è in ospedale sull'orlo della morte è perché hai sparato incautamente con il fucile. Anche se avevi puntato me, non sarebbe stato ovvio che forse avresti colpito tuo padre che era dietro di me quando pensavi al tuo bersaglio? E ancora gridi come se fossi stato io quello che lo ha colpito.”-
- “Sta zitto! Sta zitto! Farò in modo che tu non possa più aprire quella tua bocca arrogante un'altra volta!”

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Sentendo la conversazione dei due, Lydia era in piedi, ancora afferrata dall'uomo che era dietro di lei, in uno stato di shock totale. Qual'era il significato di ciò? Edgar correva dietro ai soldi e al gioiello del padre di Huxley? Huxley aveva sparato e colpito suo padre?
-“Mrs. Carlton ci aiuterà da ora, capito? Hey, legateli. Vi trascinerò dalla polizia e poi vi farò impiccare.”-
- “Oh, allora i crimini di tuo padre saranno resi pubblici. Vorresti accompagnarci alle forche? O forse Or, quello dovrebbe essere messo per prima”-
Appena Edgar finì, un'ombra nera uscì accanto a Lydia.
Con un increspatura dell'aria come un debole battito d'ali, l'ombra volò lontano da Lydia, sfiorando leggermente la sua guancia.
L'uomo che stava tenendo Lydia cadde a terra senza emettere un suono. Il suo collo era stato torto in modo forte, smise di respirare.
L'ombra danzò in avanti.
Raven.
Come per proteggerlo dalla linea di fuoco di Huxley, scivolò giù davanti al suo padrone.
Si preparò, con un sottile coltello in mano.
Gli uomini di Huxley balzarono tutti insieme per tentare di fermare Raven.
Le facce degli uomini non erano quelle della nave, ma sembrava che avessero altri mascalzoni che dovevano aver preso nelle vicinanze del loro gruppo.
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Con Raven solo, sembrò che si fosse in inferiorità numerica.
Comunque ci fu un altro vortice che apparse.
Ermine calciò uno degli uomini che era in piedi vicino a lei. Nell'istante successivo con un coltello nella sua mano, diede una mano a Raven.
Lydia capì che il suo abbigliamento da uomo era presupposto per avere un movimento flessibile, ma non poteva fare a meno di restare a bocca aperta guardandogli.
Il Lord Cavaliere Blu e i suoi due misteriosi servitori Raven e Ermine? Questo sembrava essere uscito dal libro.
Poi Lydia si rese conto che Edgar le era accanto. Ma appena si voltò a guardarlo, lui le afferrò e tirò il suo braccio.
In quel momento, si sentì il suono di uno sparo e un buco si aprì vicino ai loro piedi.
Raven si scansò a lato in un lampo. La sua gamba ruotata in alto si abbassò forte e decisa per colpire la pistola afferrata dalla mano di Huxley.
Poi si girò per difendere Edgar con la sua schiena e schivò uno ad uno gli uomini che caricarono verso di lui.
- “Milord, c'è una carrozza all'angolo subito avanti.
- “Posso lasciare questo a te?-
- “Per favore state attento.”-
Dopo questa semplice scambio, Edgar si girò tirando il braccio di Lydia e si allontanò dallo scontro.
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La lampada che illuminava la carrozza, brillò debolmente lontano nel profondo nero scuro. Tuttavia Lydia inciampò nell'orlo della gonna che si era impigliata e cadde. Proprio quando si sollevò, l'estremità di una sciabola puntò la punta del suo naso.
- “Ho detto che la porteremo con noi. John, puoi lottare quanto voi, sei un inutile buono a nulla, che è adatto a morire in una fossa dei rifiuti.”-
Chi è John?”
Huxley afferrò Lydia.
Perché, pensò tra sé, appena il suo sangue ribollì di rabbia. Perché ognuno di loro cerca di ingannarmi e ricattarmi, e perché dovrei ascoltare quello che dicono?
Anche se Huxley aveva un'arma tagliente, non le importò quando perse la collera. Lydia lottò freneticamente cercando di allentare la sua presa.
- “Gossam, no, fermati!”- urlò Edgar. 
Huxley doveva essersi arrabbiato quando Lydia gli morse un dito, e sollevò la sua sciabola per colpire.
Spinta da Edgar dall'essere colpita, vide il bordo della lama abbattersi sulla sua spalla e fendere la sua giacca.
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Edgar storse le sopracciglia dolorante.
Quando Huxley caricò per colpire di nuovo, Edgar sebbene fosse ferito, tese il suo bastone da passeggio.
Dal bastone disegnò una stoccata, come con una spada tirata dal fodero. Fermò la sciabola di Huxley con il punto forte della sua lama, caricò la sua forza e la scaraventò via. Usò quel momento e cercò con impeto di tagliare il polsino di Huxley, cosa che fece Huxley indietreggiare rapidamente per mettere distanza tra loro. Ancora una volta Edgar tirò il braccio di Lydia e si mosse nella direzione opposta ad Huxley.
Quando finalmente videro una carrozza, la spinse e ci salì.
- “Chi.... chi diavolo sei? Chi è John? E Gossam....”- gridò Lydia, ma Edgar fermò il suo urlare ponendole la mano sulla sua bocca.
- “Guida, ora.”-

Anche se Edgar era ferito e la situazione sembrava che lui stesse portando a forza una ragazza nella carrozza, cosa che sarebbe apparsa come un rapimento ad una persona normale, il guidatore non fece domande dopo che gli fu gettata una mazzetta di soldi.




2 commenti:

  1. Misteri e sospetti, sono questi i punti di forza di questo capitolo.
    A Lydia vengono messe molte pulci nell'orecchio mentre "conosce meglio" Edgar e i suoi sevitori.
    Chi è in verità l'affascinante conte?
    La "storia" di Raven lascia il segno.
    Nel finale del capitolo poi le cose si scaldano con l'aggressione.
    E' una novel sempre più affascinante.
    Grazie!

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    1. Ti voglio già bene cara <3 adoro come scrivi ☆*:. o(≧▽≦)o .:*☆
      Ps. nuovo capitolo in arrivo.
      (っ◕‿◕)っ ♥

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